Come forse ricorderete da tempo abbiamo sollevato la questione del contenuto del nuovo testo del Trattato dell’Unione Europea, da approvare nel 2012 senza la Gran Bretagna, successivo al Consiglio di Marsiglia. Di esso sappiamo che circola una prima bozza inviata a tutti i Governi ma il testo non è disponibile, mi conferma una fonte non italiana presso la Commissione Europea.
Apprendiamo a pezzi bocconi da fonti (governative?) non meglio specificate – grazie a giornalisti che hanno fatto bene il loro mestiere, soprattutto del Foglio - che l’Italia ha presentato degli emendamenti (vedi per esempio Ansa) ma non abbiamo il testo ufficiale di tali emendamenti. Parrebbe tuttavia che valentemente il Governo italiano si stia battendo affinché, tra le altre cose, sia sminuito l’assurdo articolo che ci chiedeva di ridurre il rapporto debito pubblico-PIL del 3% ogni anno per 20 anni, che contribuirebbe all’avvitamento dell’economia italiana. Bene.
Mi pare tuttavia assurdo questo stillicidio di notizie col contagocce. I cittadini hanno il diritto di dibattere la loro futura costituzione europea su temi così rilevanti apertamente. I mercati che necessitano certezze hanno bisogno di potere influenzare con le loro reazioni il processo decisionale. Tutta questa segretezza fa malissimo all’Europa. La segretezza passata sui derivati greci non ci insegna nulla?
Detto questo. Bene che il nostro Presidente Monti abbia ben chiaro che la Germania non conduce le danze in questa fase e che il nostro potere di veto – enorme – potrà essere esercitato in ogni momento fino alla elaborazione finale del documento da approvare nei Parlamenti nazionali. Forza Presidente! Speriamo anche che il Parlamento Europeo (come ricordava l’On. D’Alema in una recente intervista) si batta in questa direzione,venendo in aiuto.
Ma sia chiaro: anche se riuscissimo a bloccare la clausola della riduzione del debito non avremmo fatto che tornare al punto zero da dove eravamo partiti prima che qualche monello facesse circolare una prima bozza del nuovo Trattato diversa – come fa intuire di fatto oggi il Ministro Moavero Milanesi sul Corriere della Sera – da quanto concordato al vertice di Marsiglia. Ma il punto zero da cui ripartiremmo non è la soluzione per il futuro dell’euro. Il futuro dell’euro richiede crescita subito, ispirata da politiche fiscali espansive guidate dalla Germania (in deficit) e seguite dagli altri paesi (senza deficit: più spesa pubblica finanziata da più tasse o da meno sprechi). Questo dobbiamo ottenere dalla Germania ed in cambio del quale l’Italia metterà in cambio le riforme necessarie. Tutto il resto è inutile agonia.
Quindi non cantiamo vittoria troppo presto, tanto rimane da fare con la nostra eccellente diplomazia e il nostro potente potere di veto. Trasparenza e crescita subito è quanto Monti può tranquillamente chiedere alla Cancelliera tedesca, riappropriandosi di un ruolo decisivo dell’Italia in Europa che da tempo pareva perduto e che grazie a Monti abbiamo ritrovato.


