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Autorità e tagli dei costi: le punture di spillo non scuoteranno il pachiderma

Art. 23 – Riduzione dei costi di funzionamento delle
Autorità di Governo, del CNEL, delle Autorità indipendenti e delle Province

1. Al fine di perseguire il contenimento della spesa complessiva per il funzionamento delle Autorità amministrative indipendenti, il numero dei componenti: a) del Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni è ridotto da otto a quattro, escluso il Presidente; b) dell’Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture è ridotto da sette a tre, compreso il Presidente; c) dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas è ridotto da cinque a tre, compreso il Presidente; d) dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato è  ridotto da cinque a tre, compreso il Presidente; e) della Commissione nazionale per la società e la borsa è ridotto da cinque a tre, compreso il Presidente; f) del Consiglio dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo è ridotto da sei a tre, compreso il Presidente; g) della Commissione per la vigilanza sui fondi pensione è ridotto da cinque a tre, compreso il Presidente; h) della Commissione per la valutazione, la trasparenza e l’integrità delle  amministrazioni pubbliche è ridotto da cinque a tre, compreso il Presidente; i) della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali è ridotto da nove a cinque, compreso il Presidente.

2. La disposizione di cui al comma 1 non si applica ai componenti già nominati alla data di entrata in vigore del presente decreto. Ove l’ordinamento preveda la cessazione contestuale di tutti componenti, la  disposizione di cui al comma 1 si applica a decorrere dal primo rinnovo successivo alla data di entrata in vigore del presente decreto.

Ecco uno degli articoli della manovra Monti. Volto a tagliare i costi della politica, o meglio delle posizioni apicali (commissari) delle Autorità. Sono 9 autorità che danno “lavoro” a 56 commissari che scemeranno (nel tempo!) a 31, un taglio di quasi il 50%, con quasi tutte le Autorità con Consigli di non più di 3 Commissari. Peccato non si sia colta quest’occasione, visto che la legge riformava il funzionamento dei vertici, per imporre quote rosa con la nomina di almeno uno dei 3 membri al femminile.

Meno auto blu? Meno compensi? Meno autisti? Meno segretarie? Certamente. E forse meno perdite di tempo in negoziati interminabili e ricatti reciproci? Forse. Perché nutrire allora dei dubbi sulla bontà di quest’articolo?

Perché, in fondo, quello che realmente conta è  che queste Autorità funzionino bene, no? Il valore per il Paese di una loro efficacia rispetto ad un loro fallimento è così vastamente superiore ai risparmi di costi conseguiti con questo articolo che ci saremmo aspettati una grandissima attenzione a questa variabile in sede di riforma.

Così non è stato. Siamo sempre attenti all’input (costi) dell’attività della P.A. e così pigri o spaesati quando si tratta di valutarne invece l’output, il risultato, per il Paese. Si prenda l’Antitrust, per esempio, istituzione potenzialmente chiave per far recuperare produttività alle nostre imprese e dunque il gap di competitività con i nostri amici tedeschi che tanto mette in crisi l’euro. Abbisognerebbe di avere più poteri, più fondi per svolgere indagini, più libertà di sanzionare. Ma dovrebbe anche saper dimostrare di avere adempiuto  ai suoi nuovi compiti con efficacia (la c.d. accountability). Oppure prendete l’Autorità dei Contratti Pubblici, a cui dovremmo dare l’arduo compito di certificare le competenze delle stazioni appaltanti con il conferimento di brevetti professionali, l’arduo compito di centralizzare tutte le informazioni sulle gare d’appalto in Italia ed individuare sulla base di queste dove svolgere le indagini a campione per verificare la qualità della commessa, o ancora generare un Piano Nazionale di Miglioramento della Performance di ogni stazione appaltante italiana. Questa sì che è roba seria e che mi importa a me se sono sette o tre i Commissari, purché facciano bene il loro (nuovo) lavoro. O La CIVIT (chi lo sa che esiste?), che così tanto potrebbe fare per permettere una efficace valutazione delle performance dei dipendenti pubblici? E perché Monti non ha usato il suo potere negoziale (massimo in questo momento) con i partiti per far finalmente partire l’Autorità Anti Corruzione in Italia?

Le punture di spillo non scuotono il pachiderma. Nascondersi dietro di esse è ipocrisia.

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