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Se diminuiscono i grandi sprechi

Importantissima l’intervista di Mario Baldassarri, Presidente Commissione Finanze e Tesoro  del Senato, sulla questione degli sprechi negli acquisti pubblici e dei 40 miliardi di risparmi conseguibili. Per una serie di motivi.

Primo. Perché ricorda che non sarà la spending review (letteralmente valutazione della spesa pubblica) a creare spazio fiscale e risorse nel bilancio pubblico: porta via troppo tempo elaborarla. Tra anni sarà ultimata e sarà troppo tardi.

Secondo. Perché polemicamente ma intelligentemente ci ricorda che il dibattito pubblico sul taglio degli stipendi ai parlamentari è un sonnifero perfetto per scordarci che la vera questione è altrove. Le somme dei risparmi derivanti da una riforma degli stipendi agli onorevoli vale 1 quando le somme derivanti dal controllo degli acquisti pubblici valgono 1000.

Terzo. Perché ricorda che le altre voci di spesa sono bloccate e difficilmente da esse troveremo risorse. E’ sugli acquisti pubblici – che pesano quasi il 15% del PIL e quasi il 30% della spesa totale – che dobbiamo dare l’anima per trovare gli sprechi.

Quarto. Perché parlando delle “troppe siringhe” che si usano (mediamente ogni paziente che esce da un ospedale dopo nove giorni dovrebbe avere 81 buchi) ci ricorda che la questione essenziale non è solo sui prezzi (amministrazioni pubbliche che lo stesso giorno comprano la stessa cosa a prezzi diversissimi) ma anche sulle quantità (perché a parità di pazienti e di prezzo c’è chi compra il doppio di siringhe?).

Rimangono due questioni aperte su cui mi permetto di aggiungere la mia. Primo. Non sono d’accordo che la soluzione sia nel “dare un budget e dire: tutte le p.a. possono spendere sulle voci di spesa quello che hanno speso nel 2009, più l’inflazione.” Perché non mi piace troppo? Perché nel 2009 molte amministrazioni spendevano già troppo e perché altre spendevano poco e meritavano più fondi, non fosse altro che perché avevano dimostrato di saper spendere bene i loro fondi. Bisogna creare una cultura negli acquisti pubblici che: si basi sul monitoraggio in tempo reale prima di autorizzare la spesa, il controllo in tempo reale delle anomalie per autorizzare la spesa, il premio alle amministrazioni che nell’anno si mostrano efficaci ed efficienti. Il che significa: una legge fatta subito che nessuna gara terminata può dare vita alla firma di un contratto se tutta l’informazione su quell’acquisto non è riversata in tempo reale presso un centro di competenze (perché non una nuova Autorità Anti Corruzione e Sprechi? Ministro Severino?) che ne verifica la normalità rispetto agli altri acquisti simili. Approvazione che sarà automaticamente data in un giorno se il prezzo non supera del 5% il prezzo medio analogo. Approvazione che sarà negata se lo supera. Notate che questa regola non creerà rallentamenti negli acquisti: la stragrande parte delle amministrazioni pubbliche saranno immediatamente portate, per evitare guai, ad utilizzare come prezzo base per la gara i prezzi storici di aggiudicazione pubblicati dalla stessa Autorità. Con questa banca dati, tenuto poi conto delle caratteristiche della stazione appaltante quanto a numero dipendenti e attività svolta, sarà possibile anche avviare un controllo delle quantità acquistate e verifiche mirate che non solo scoraggeranno abusi ma permetteranno di premiare le amministrazioni più competenti ed attente con maggiori fondi.

Secondo poi: cosa ci facciamo con questi 40 miliardi di risparmi? So già che qui coincideremmo con il Prof. Baldassarri: VERA spesa pubblica. Quindi sapendo che niente deficit né debito sono generati (la maggiore spesa è finanziata da maggiori tagli) deve essere chiaro che l’uso dei risparmi conseguiti non deve essere volto a rimborsare il debito a banche (italiane ed estere) che non le reimmettono nell’economia italiana. Come usarli dunque?  Per domandare beni e servizi e lavori alle nostre imprese, specie quelle più piccole, possibilmente pagandole in tempo stavolta. Sì, più appalti. Notate bene che la crescita che ne conseguirà abbasserà sia il rapporto deficit PIL che il rapporto debito PIL: in questi momenti  è la crescita che genera stabilità e non il contrario!

PS:  Se qualche attento lettore mi chiedesse, “scusa ma se da un lato diminuisci la spesa e dall’altro la aumenti, come fai a stimolare l’economia? Non è nullo l’effetto?”  gli ricorderei che con 300 euro, se compriamo 100 siringhe a 100 euro a Palermo e 100 siringhe a 200 euro a Bolzano, a Bolzano ci sono degli sprechi. Una volta individuati e bloccati, a Bolzano spenderemo 100 euro per le 100 siringhe, ma rimangono 100 euro di risparmi. Che ci facciamo? Ci compriamo 100 euro per 100 siringhe per l’ospedale di Lucca che non ne aveva le risorse ma ne aveva bisogno. Ecco che la spesa in euro è sempre 300 euro, ma abbiamo che la spesa reale è diventata da 200 siringhe, 300 siringhe. Quelle 100 siringhe in più sono quelle che creano valore, reddito, occupazione.

12 comments

  1. Pingback: Ridurre i costi della politica…anche in Uganda « Noi coltiviamo!

  2. “il dibattito pubblico sul taglio degli stipendi ai parlamentari è un sonnifero perfetto per scordarci che la vera questione è altrove. Le somme dei risparmi derivanti da una riforma degli stipendi agli onorevoli vale 1 quando le somme derivanti dal controllo degli acquisti pubblici valgono 1000.”

    l’assurdita’ di quanto sopra e’ pazzesca. Ma ci vogliamo ribellare alle cazzate che ci continuano a rifilare questi imbecilli cronici ??

    La realta’ e’ proprio il contrario, e non ha niente a che vedere con ” ma questo e’ 1 contro 1000…”. Ma se sei un ladro sei un ladro, vai in galera o dipende da quanto hai rubato ?? Appunto, non ovvio in Italia…..

    Please please please ! Pensiamo un attimo perfavore.

    Il nostro apparato politico governativo e’ una vergogna totale. E’ uno schifo senza frontiere e la fonte di tutti i nostri problemi. E mi vengono a raccontare che rappresenta xyx% di questo e quest’altro … ma per piacere. Non importa quanto grande, non e’ il punto. E’ marcio, uno spreco megagalattico comunque, e va aggiustato in maniera drastica. Se non siamo in grado di fare quello, ma dove li trovi i sogni per immaginare di cambiare gli aquisti pubblici ???

    Da ridere.

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    • Non sono d’accordo. Ci sono tantissimi politici che lavorano duro, fanno rappresentanza sul territorio, studiano i documenti in commissione e esprimono idee valide che hanno raccolto parlando con le persone. Parlare in questo modo della politica non solo denota poca conoscenza della stessa ma anche rafforza – che lo si voglia o meno -uno stereotipo al fine di far sì che pochi decidano e che nulla cambi. E bisogna combattere seriamente la corruzione presente nella politica con le istituzioni e gli strumenti appropriati e non svilire le persone che credono nella politica.

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      • per ora temo che i fatti e l’esperienza (decenni di storia di mala politica con i risultati che vediamo) sono dalla mia parte, purtroppo.

        Certo ! ci sono i politici in gamba (e gli italiani in gamba) ma la volonta’ di cambiare necessita ben di piu’.

        Spero comunque di poterti dare ragione al piu’ presto, tempo ne e’ rimasto poco. Saro’ ben lieto di rimangiarmi le mie parole !

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    • Giacomo Gabbuti

      04/01/2012 @ 10:01

      Credo che invece l’onorevole abbia ragione, mi permetto di riformulare la questione così: non è lo specchietto degli stipendi dei politici “a contratto” in parlamento a fare il debito, quanto l’infiltrazione della “politica” in tutti i gangli vitali dello stato, dalla sanità alle autorità garanti. Per ogni concorso truccato o promozione regalata, per ogni servizio pubblico distrutto da assunzioni clientelari, per ogni regolamentazione affidata ad “incompetenti” spendiamo molto di più che per le pensioni d’oro (che rimangono eticamente inconcepibili). Se dimezzassimo il numero dei parlamentari senza evitare che chi rimane fuori dal parlamento finisca nei consigli di amministrazione di aziende pubbliche, banche o quant’altro, non andremmo di molto avanti, anzi.

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  3. Gentile Prof. Piga ho pubblicato quanto segue sul Post di Luca Sofri (www.ilpost.it) e consiglio a tutti i suoi attenti lettori di pubblicizzare al massimo le sue tesi, che trovo tra le poche realmente lucide e concrete in questa situazione contingente:

    “”Finalmente qualcuno che dall’altra parte dell’oceano comincia a svegliarsi, l’ossessione del debito da ripianare a tutti i costi, anche provocando una recessione lacrime e sangue come quella che il Governo Monti sta accelerando, è una follia.
    In Italia qualcuno ci sta provando sgolandosi inutilmente (penso a Gustavo Piga ospite di Formigli qualche giorno fa: http://www.gustavopiga.it) e quoto da un suo articolo illuminante in proposito:

    “sul piano fiscale, i governi europei ed il Fondo Monetario Internazionale devono riconoscere che programmi immediati di austerità fiscale non funzionano. Molti paesi sono inviluppati in un circolo vizioso recessivo. Tagli di breve periodo dei bilanci hanno portato a crescente disoccupazione che a sua volta ha fatto calare le entrate fiscali. E ciò ha portato alla richiesta di maggiore austerità… Il mio grande timore è che qualsiasi progetto di accordo fiscale che dovessero raggiungere i leader europei a Marsiglia … sarà senza alcuna novità di rilievo. Un approccio decisamente migliore sarebbe quello di riforme strutturali immediate a contrazioni fiscali successive all’uscita dalla recessione. Paesi come l’Italia dovrebbero attuare riforme per migliorare la flessibilità del mercato del lavoro e per ridurre I costi al fare impresa. Ma dovrebbero fare politiche di riduzione del deficit solo lentamente, perché quello di cui questi paesi necessitano più di qualsiasi altra cosa per rimanere solventi è di riprendere il loro percorso di crescita economica.”

    Consiglio lettura ed al Post un maggior rilievo a quanto esposto dal Professor Piga:
    http://www.gustavopiga.it/2012/la-fata-obama-convochi-subito-il-g8/“”"

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  4. Ma certo ! Che bello.

    Allora cominciamo col ripulire la classe politiche, tagliando i loro sprechi. Loro sono la causa degli sprechi.

    Ma non e’ quello il problema vero, che gia’ tutti sanno e comprendono perfettamente. Il problema non e’ la classe politica ladra, come tutti sanno e comprendono. Il problema non e’ lo spreco….

    Il problema e’ la volonta’ di aggiustare, cambiare. Non c’e’. Ma quanti siamo a volere un vero cambiamento ? quattro gatti. Il problema e’ il cittadino. Il problema e’ triviale, ovvio, ma finche c’e’ lo spaghetto alla fine nessuno fa niente. Questi sono meri fatti.

    La spesa publica in Italia !? difesa, ordine pubblico, infrastrutture (in parte almeno) ma in Italia ??? difesa = zero. Ordine pubblico non ne parliamo nemmeno. Infrastrutture, meglio l’Afghansitan. Ma il debito cosa diavolo ha finaziato ? eheh la sappiamo tutti.

    Ma shhhhhhh, nessuno fa niente. Si molti italiani chiacchierano, e chiacchierano, siamo bravissimi con le chiacchiere. Ma alla fine non facciamo niente. Scherzo poco qui: non c’e’ volonta’.

    Ma a un certo punto qualcosa fare scattare la volonta’ – a un certo punto la “Gente” di dovra’ incazzare….ma cosa ci dovra’ succedere a tale scopo ??

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  5. Battaglie all’insegna della volontà sono già iniziate da tempo, e questo blog non è che un’altra accurata strategia per portarle avanti. Saremo pure in pochi, ma se non ne abbiamo voglia, inutile indignarci.
    1- E’ vero che molti politici lavorano male e per interessi personali. E’ un dato di fatto. Chiediamoci che fare? Un esempio viene da Brasile che ha adottato una legge, Ficha Limpa (Fedina penale pulita), secondo cui individui condannati anche in primo grado per reati contro la pubblica amminsitrazione non possono cadidarsi. E’ una legge che desta comunque qualche sospetto in quanto non sappiamo se le denunce vengono usate per eliminare l’avversario politico di turno da chi ha maggiore potere, però è un punto di partenza che potremmo studiare dato che in Italia godiamo di penalisti, amgistrati e teorici di scelte strategiche e deterrenti tra i migliori al mondo!

    2-Professore, un’altra autorità NO! facciamo funzioanre quelle che già esistono, rendiamole complementari tra di loro altrimenti finiamo nell’imbarazzante situazione, come quella attuale, di avere molte autorità con limitate mansioni o peggio ancora che evitano di procedere per evitre di “pestare i piedi” ai colleghi inerti di un’altra autorità. Perché invece non vengono istitutite commissioni come la attuale Giovannini sugli appalti? Perché non chiediamo una volta per tutte che tutti id ati sugli acquisti pubblici siano resi disponibili pubblicamente?? qui è sempre il Brasile che ci da una lezioncina di democrazia!

    2.bis- E’ utile ricordare tra l’altro, l’ammontare di risorse che in questi ultimi anni sono state destinate alle autorità in questione. Nell’agosto del 2010, il SaeT ha ricevuto 2 milioni di euro dal Ministero della Funzione Pubblica da utilizzare per le attività anticorruzione nei tre anni successivi. Qualucno si è chiesto cosa sta facendo o ha fatto (dato che un anno è già passato) il Saet?

    3-La qualità degli appalti. Qualche giorno fa ne ha parlato in un altro post. E’ importantissimo. E’ vero che la UE non ci permette di introdurre sistemi di bonus/malus e vengor rating, ovvero una PA non può decidere di escludere dalla gara un concorrente che in passato è stato inadempiente su un contratto aggiudicato. Ma questo se non erro si applica ai contratti sopra soglia comunitaria. Perchè non guardiamo al sottosoglia e al sistema dell’e-procurement. Sui cataloghi dei fornitori potremmo avere un rating oggettivo, che non si basi sui feedback dell’acquirente (altrimenti rischiamo la compravendita dei feedback (si veda anche lo studio di Dini-Spangolo in merito) ma venga elaborato in base alla informazioni elettroniche raccolte. In una situazione del genere, quando la PA procede agli inviti nelle richieste di preventivo o all’acquisto diretto dovrebbe considerare anche il parametro qualità.

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  6. Marta, tante buone idee.

    Brava (consentimi) sull’allertare sui i pericoli di una nuova autorita’, siamo matti ? in Italia sarebbe solo un’altra fonte di imbrogli contro la nazione. Gustavo stesso parla di ridurre gli sprechi e per far cio sarebbe il caso di iniziare con lo snellire un apparato di Stato di dimensione assolutamte comiche (da piangere).

    Apprezzo anche la linea suggerita da quanto fatto in Brasile, anche se sarei, nel caso gravissimo dell’Italia, molto piu’ severo con le pene. Mi viene in mente il problema dell’evasione fiscale: la prima cosa che farei, per me ovvia, sarebbe di rendere l’evasione un atto criminale. Cioe’, finisci in GALERA. E ci rimani, come negli USA, per esempio.

    E vabbe’, di nuovo, le idee sono tante, le soluzioni molteplici, ma insisto che manca, ancora, la volonta’. Mi riferisco alla volonta’ della nazione, del singolo cittadino che … ancora oggi, non si rivolta.

    La rete di corruzione e imbrogli in Italia e’ talmente estesa e ramificata che tutti alla fine ci marciano e dunque manca l’incentivo alla rivolta. Dal deputato, all’operaio schiavo dei sindacati al portiere di casa mia: they all get a piece of the pie. Non gli interessa cambiare. Non ancora, ma quella torta prima o poi gli scoppia in faccia. Spero presto.

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  7. Credo che la corruzione in politica sia sottovalutata. Penso che l’esempio calzante sia quello di una cellula tumorale, che una volta che si viene a creare ne genera di altre che al loro volta fanno lo stesso fino ad infettare il sistema e portare alla morte. Ecco la mala-politica fa questo, si insinua a tutti i livelli e genera inefficienze se non buchi che poi inevitabilmente dovranno essere sanati. Mi viene in mente ovviamente il sistema delle pensioni e dei vitalizzi: contributi pagati dai parlamentari all’anno: 17 millioni di euro, contributi che lo stato trasferisce loro: 200 millioni di euro. E io pago, come disse Totò.

    Le soluzioni che si devono trovare devono essere fatti in modo tale che il sistema poi si AUTOTUTELI.
    ESEMPIO: evasione fiscale, deve diventare conveniente non evadere. COME?
    SOLUZIONE: Si può scaricare tutto dalle tasse (anche la penna bic, o il panettone natalizio). In questo modo a tutti conviene dichiarare le spese per ridurre l’imponibile e si vede subito dove vanno a finire i soldi.

    Altra considerazione: perchè studiare e accumulare capitale umano se poi contano più le raccomandazioni e le conoscenze? Ecco cosa provoca la corruzione..Bisogna ricominciare a premiare il merito.

    Il problema fondamentale è che ogni classe si autoprotegge, la classe politica in primis, quelli che prendevano la pensione in base all’ultimo stipendio (altra cosa allucinante) ecc.
    Ripeto che trovo FONDAMENTALE istituire uno stato che si autoprotegga da comportamenti simili. Ci vuole una coscienza sociale e delle persone che guardino al futuro delle generazioni successive, non solo al proprio tornaconto.
    Il mio più grande rammarico è che la maggior parte di questi politici non vedranno (nè sconteranno) mai i danni che hanno recato a questo paese.

    Gustavo diceva, giustamente, che ce ne sono alcuni che lavorano in modo serio.OK allora perchè non hanno alzato la voce per denunciare tutto questo mangia mangia?

    Einstein diceva: “Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato”

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