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Intervista oggi sulla Stampa su nomina Antitrust

La Stampa 20.11.11
“All’Antitrust bisognava nominare un economista” Piga: inascoltato l’appello di 180 esperti del settore

di Raffaello Masci

IL GIURISTA PITRUZZELLA «Farà benissimo, ma nel suo curriculum manca la difesa di mercato e consumatori»
LIBERALIZZAZIONI «Sono essenziali per il Paese e riguardano materie di competenza del Garante»
METODO DI SELEZIONE «In Gran Bretagna si invia al Parlamento una domanda con le esperienze
fatte»

ROMA Firmatario Gustavo Piga insegna economia politica presso la seconda Università di Roma e ha sottoscritto l’appello a non scegliere un  giurista per la presidenza dell’Antitrust

Questa è la prima riforma dell’era  Monti, che ci piaccia o no: ricordiamocelo bene». Esordisce così, senza nascondere una certa vena polemica, l’economista Gustavo Piga, commentando la recente nomina di Giovanni Pitruzzella ai vertici dell’Antitrust. Piga che insegna economia politica presso la seconda Università di Roma insieme ad altri 180 economisti italiani che insegnano in tutte le università del mondo, aveva inviato un mese fa un appello ai due presidenti di Camera e Senato (e al  Quirinale, per conoscenza), affinché valutassero l’opportunità, nella congiuntura in cui versa l’Italia, di indicare per i vertici dell’Antitrust un  economista, dopo tanti giuristi. Non per campanilismo professionale, ma perché questa competenza sarebbe stata più adeguata alle esigenze della globalizzazione dei mercati. Il loro appello è rimasto sostanzialmente inascoltato, anche perché quando è arrivato i due presidenti avevano, probabilmente, già fatto la loro scelta, caduta sul costituzionalista palermitano Giovanni Pitruzzella, luminare del diritto e grande amico personale del presidente Renato Schifani, di cui è pure l’avvocato di fiducia. Su questo nome, sui suoi rapporti con Schifani, così come sulle altre sponsorizzazioni politiche di cui gode, ieri c’è stata una polemica piuttosto vivace che ha visto tutte le autorità siciliane schierate a difesa del neo-nominato e molte riserve sollevate da mezza sinistra: Paolo Gentiloni del Pd, Antonio Di Pietro (Idv), Claudio Fava (Sel) e altri.
Perché cita Monti, professor Piga, che c’entra? Sulla nomina all’Antitrust il governo non interviene.
«Lo so, lo so. Non ho detto che è una riforma di Monti, ma dell’era Monti, nel senso che il nuovo presidente del Consiglio dovrà fare i conti con questa nomina, dal momento che in Italia tutta la materia inerente alle liberalizzazioni del mercato, sia dei beni che dei servizi, non fa capo a un ministero, ma a una Autorità garante. E le liberalizzazioni sono un punto centrale della nuova stagione di governo. Se Monti vorrà agire su questo fronte dovrà vedersela con Pitruzzella».
Che, magari, risulterà essere l’uomo giusto al posto giusto.
«Certamente. Anzi, me lo auguro di cuore, per il bene di tutti. Né, come economista, sono così chiuso nel mio orticello da non riconoscere che altri giuristi – da Amato e Tesauro – hanno ricoperto al meglio il loro incarico presso l’Autorità garante del mercato. Magari il professor
Pitruzzella saprà fare altrettanto bene e perfino meglio».
C’è un però, vero?
«C’è una perplessità, inutile negarlo. Ho letto attentamente il curriculum del neopresidente dell’Antitrust: voci come concorrenza del mercato, tutela del consumatore, posizione dominante, conflitto di interessi cioè le materie principali di cui l’Antitrust si deve occupare – non compaiono tra le materie da lui studiate. Poi, invece, ha una altissima competenza in tutto ciò che riguarda lo sviluppo del Sud, ed è indubbio – per quel che posso capire io – che sia un luminare nel suo campo. Ma che c’entra con l’Antitrust? Questo mi chiedo».
Insomma, professore, che fine ha fatto l’appello?
«Abbiamo ricevuto una cortese e-mail dal presidente Fini, nella quale si assicurava che le nostre osservazioni sarebbero state tenute in considerazione. Saluti, ossequi, eccetera».
Avete avuto la sensazione che la politica spartitoria – uno a te e uno a me – abbia avuto la meglio?
«Guardi che io non ce l’ho con la politica. Anzi: credo che debba essere la politica a fare delle scelte rilevanti come quella di nominare i vertici di una Autorità di garanzia. Eccepisco, semmai, sui metodi di queste scelte».
Si spieghi.
«In Inghilterra per fare un esempio che conosco tutte le persone che credono di avere titolo per ricoprire una simile carica possono presentare un loro curriculum. C’è una commissione che valuta tutte queste proposte, fa una prima scrematura e poi presenta a chi deve nominare una rosa ristretta di nomi. Insomma: la competenza è il requisito fondamentale».
Piuttosto che le amicizie e le cordate, vuole dire?
«Non mi faccia dire di più. La saluto».

One comment

  1. I metodi, come le parole sono molto importanti! ecco un esempio di quel che vorrei non leggere più.

    http://www.repubblica.it/rubriche/la-scuola-siamo-noi/2011/11/21/news/lasciti_gelmini-25342821/?ref=HREC2-2

    Non è ammissibile che decreti con elargizioni così ingenti passano inosservati e possano esser firmati da un momento all’altro senza alcuna valutazione.
    Speriamo, che il nuovo PM insieme al Ministro dell’Istruzione inizino anche se non soprattutto da questo.

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