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Il Muro di gomma si sgretola?

Con molta gioia riprendo le parole del Sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo sul Foglio di oggi sulla questione del vincolo a ridurre per l’Italia il rapporto debito-PIL ogni anno del 3% per 20 anni. Non tanto perché sono chiare (alcuni punti richiedono grandi sforzi di interpretazione) né perché danno certezza di informazione (noterete il distinguo fatto “se le indiscrezioni fossero vere”, un po’ paradossale per essere sostenuto da un alto rappresentante del Governo) ma perché dimostrano che il MURO DI GOMMA NON E’ IMPERMEABILE alle pressioni dell’opinione pubblica. Dice Polillo [in parentesi quadre alcuni miei commenti]:

Le nuove misure europee sul rientro del debito – se le indiscrezioni e ricostruzioni ieri del Foglio risultassero vere [il Foglio sosteneva che le regole della riduzione del debito-PIL del 3% annuo erano già valide dal 2012] – rischiano di creare un pasticcio indigeribile e contraddittorio. Anticipare al 2012 l’obbligo di rientro (3 punti di PIL per l’Italia) è in netto contrasto con l’obiettivo di pareggio del bilancio, previsto per il 2013. E’ evidente che il debito non può scendere se prima non si pareggia il bilancio. [frase di per sé non chiara. Il debito può scendere anche se non si è pareggiato il disavanzo, per esempio con privatizzazioni o vendita patrimonio pubblico  (ma vedi dopo). E in realtà se fosse vero che vi è la richiesta europea all'Italia di far scendere il debito-PIL del 3% nel 2012 ciò significherebbe che bisognerebbe anticipare, rispetto a quanto negoziato a Bruxelles, il surplus di bilancio al 2012 e forse anzi a fare anche un avanzo di bilancio. Sembrerebbe che Polillo dica: ci hanno dato l'OK sul pareggio di bilancio al 2013 non ci possono ora chiedere di fare ancora di più sul deficit].

A meno di non ricorrere a misure di carattere strordinario, come la vendita del patrimonio pubblico [appunto]. Qualsiasi altra misura, compresa un’eventuale imposta patrimoniale, ridurrebbe, al tempo stesso e in egual misura, deficit e debito.[qui si conferma: il bilancio in pareggio lo facciamo nel 2013, così è stato concordato e non anticipiamo né modifichiamo in senso di maggiore austerità quanto stabilito]. 

Si aggiunga che il pareggio di bilancio richiesto non è quello contabile ma quello corretto per l’andamento del ciclo, che per l’Italia significa uno sconto di 0,5 per cento di PIL: sempre che le cose non peggiorino. [qui si manda un primo messaggio a Bruxelles: non ci chiedete di fare di più se la recessione peggiora: è già qualcosa; anche se con il nostro appello in cui chiedevamo di riconoscere la grave recessione potremmo scendere ad un deficit ancora maggiore senza andare contro il Trattato].

Criterio, quest’ultimo, per dare coerenza sistemica al tutto dovrebbe essere applicato anche al debito-PIL. [frase chiave: il sottosegretario ora si riferisce al nuovo Trattato e ci dice che non è coerente chiederci di ridurre il debito-PIL del 3% ogni anno se siamo in condizioni di ciclo difficile. Il nuovo Trattato non prevede, crediamo, una particolare esenzione per i Paesi in difficoltà di ciclo. Ora Polillo sta dicendo che ciò non è logico: è forse questo un emendamento che abbiamo proposto al Trattato quando abbiamo inviato le nostre valutazioni nazionali sullo stesso il 29 dicembre? Sarebbe utile saperlo, ma comunque l'apertura di Polillo è notevole e ha un suo senso economico].

Allora è meglio tornare a quanto stabilito: si cominci dal 2015. [quindi apprendiamo che si doveva cominciare dal 2015, informazione che filtra a pezzi e bocconi, ma non è possibile, per la miseria, avere la bozza del testo della nuova porposta di Costituziobne su cui ha lavorato il Governo?]

Intanto alla crisi si deve far fronte con altri strumenti, dopo avere convinto Merkel che al fondo salva stati non esistono alternative credibili“. [bene c'è voglia di pretendere dalla Germania, andiamo avanti così, anche se quello di cui veramente abbiamo bisogno non sono più soldi per eventuali momenti di difficoltà (fondo salva stati) ma più espansione fiscale da parte della Germania che rilanci le esportazioni e dunque la crescita di tutta l'area dell'euro].

Grazie Sottosegretario Polillo per questi brandelli di utile verità. Possiamo ora essere più trasparenti ancora e conoscere il testo proposto del Trattato e la posizione degli emendamenti italiani specie sulla questione della riduzione del debito su PIL?

Buon anno!

6 comments

  1. Rudy Colacicco

    31/12/2011 @ 16:54

    Prof., al di là della totale chiarezza e logicità con cui l’altra sera ha esposto la sua proposta in TV, mi è sembrato che dalle posizioni di Polillo non emerga un “no” alla sua proposta per una diversa veduta bensì mi è parso come il Sottosegretario avesse un ruolo di colui che dovendo difendere l’operato del suo governo, doveva “andare contro” ogni proposta solo perché già si erano prese altre decisioni.

    Evoca leggermente la situazione in cui un referee di qualche journal nell’intento di rigettare un paper a priori vada alla ricerca di qualunque ancillare cosa non corretta.

    Buon anno.

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  2. Come lei fa notare, professore, quel “se le indiscrezioni fossero vere” dette da un membro del governo è paradossale, o forse solo farsesco. Che poi ogni frase del sottosegretaria debba venire da lei interpretata e chiosata con pazienza certosina la dice lunga sull’opacità che gira intorno al trattato. L’atteggiamento di Polillo mi sembra a dir poco reticente, e davvero non riesco a spiegarmi come mai questo signore è ultimamente il maggior presenzialista del governo ai talk-show televisivi, visto che in generale non dice nulla o ciò che dice è aria fritta.
    I suoi sforzi di ottimismo, prof, sono encomiabili, mi chiedo però quanto realisti.
    Vedremo… Intanto, vivissimi auguri e grazie per il lavoro che sta svolgendo.

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  3. Caro, Prof

    Ho avuto la fortuna di vederla a Piazzapulita, sono veramente contento che una persona come lei stia trovando spazio in questi contesti (e mi riferisco a quello televisivo e dei mass media italiani), troppo spesso ostaggio di un ignoranza unica al mondo.

    Continui così.

    Luca (suo ex allievo)

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  4. Caro Gustavo,
    spero tu ti renda conto di quanto sia paradossale essere costretti a decifrare le parole di un governante come misteriosi geroglifici o quartine di Nostradamus.
    Dovrebbe esserci un dibattito pubblico nel Paese su questi argomenti, e non un popolo assembrato in silenzio davanti a chiuse porte ad attendere la sentenza.
    Mi chiedo cosa ne penserebbe Pertini.

    Un abbraccio

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    • Da noi deve partire l’esempio di attaccamento agli istituti democratici e soprattutto l’esempio di onestà e di rettitudine. Perché il popolo italiano ha sete di onestà. Su questo punto dobbiamo essere intransigenti prima verso noi stessi, se vogliamo poi esserlo verso gli altri. Non dimentichiamo, onorevoli colleghi, che la corruzione è nemica della libertà.
      E ancora
      Per me libertà e giustizia sociale, che poi sono le mete del socialismo, costituiscono un binomio inscindibile: non vi può essere vera libertà senza la giustizia sociale, come non vi può essere vera giustizia sociale senza libertà. Ecco, se a me socialista offrissero la realizzazione della riforma più radicale di carattere sociale, ma privandomi della libertà, io la rifiuterei, non la potrei accettare. [...] Ma la libertà senza giustizia sociale può essere anche una conquista vana. Si può considerare veramente libero un uomo che ha fame, che è nella miseria, che non ha un lavoro, che è umiliato perché non sa come mantenere i suoi figli e educarli? Questo non è un uomo libero

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