L’ironia della sorte vuole che sia la Banca Centrale Europea a pubblicare i lavori che indicano come uscire dalla crisi ora e subito.
La politica monetaria, lo ripeto, è la morfina che lenisce il dolore. Le riforme (ma quelle giuste!) sono la terapia di riabilitazione del malato, quelle a lungo termine. La morfina è inutile come la terapia se prima non rimettiamo in piedi il malato, ora e subito. Ci vuole la medicina. La medicina.
E per guarire da questa recessione c’è solo un mezzo. Quello indicato anche dalla Banca Centrale Europea nell’ultimo tema di discussione pubblicato (ovviamente con tanto di preavviso in prima pagina che la BCE non condivide necessariamente le opinioni contenute nel lavoro!) da tre ricercatori (due dei quali della BCE) di spessore, lavoro anche pubblicato su una delle riviste scientifiche di economia più importanti al mondo, l’American Economic Review.
Cosa dicono questi 3 ricercatori con dovizia di dati ed analisi statistiche? Che la crisi del 2007-2010 nell’area dell’euro sarebbe stata molto peggiore se non ci fosse stata, a ridurne l’impatto negativo, la politica fiscale fatta di maggiore spesa pubblica e minori tasse. Leggiamo il riassunto del lavoro, più chiaro di così:
Quanto ha contribuito la politica fiscale nell’area dell’euro al tasso di crescita del PIL durante la Grande Recessione? Noi stimiamo che politiche fiscali discrezionali hanno aumentato il tasso di crescita del PIL trimestrale durante la crisi fino allo 1,6%.
Ho due cose da aggiungere. Primo, sappiate che l’Italia in quel periodo di politiche discrezionali (stimoli fiscali approvati in quegli anni dal Parlamento con scelte mirate, appunto chiamate discrezionali) non le ha fatte, ed è stato uno dei pochi Paesi a non farle. Quindi questo dato fa riferimento a tutti gli altri meno che a noi. Secondo, sia chiaro: in questo studio nemmeno si mette in dubbio di che politiche fiscali si tratta. Non certo dei tagli alla spesa di cui scrivono settimanalmente i miei colleghi Alesina e Giavazzi sostenendo come questi siano espansivi, quando tutto il mondo e tutti i dati (e questo lavoro della BCE è solo l’ultima testimonianza) dicono che solo con più spesa (e meno tasse) la medicina per rimettere in piedi il malato funziona.
Guardiamo più nel dettaglio (nel post sotto in inglese vedrete in blu l’impatto “buono” della spesa nella crisi “rossa” che ci ha attanagliato e che continua a farlo) nel grafico le componenti più rilevanti che hanno aiutato il ciclo a non essere stato ancor più negativo di quanto non sia stato.
E’ un bellissimo arlecchino vero? Guardate quel rettangolo blu scuro con le strisce, assomiglia alle cravatte dell’Inter. Ecco quello è il contributo (quasi sempre positivo) di più spesa per appalti di beni e servizi (spesa corrente). E che ne dite di quel rosa color muro di Roma con angoli retti rosso chiaro? Belli no? Beh, quelli sono le spese per appalti di lavori (spese in conto capitale). Chiaramente i due meccanismi più importanti per bloccare il crollo della produzione e dell’occupazione nell’ultimo orribile triennio fino al 2010. Qualche pignolo noterà che il rettangolo rosa degli investimenti pubblici è marginalmente negativo nel primo trimestre 2009 (2009 Q1)? Bravo! E’ così. Infatti, si legge nel lavoro, ciò è dovuto ad un calo degli appalti nelle costruzioni a causa delle cattive condizioni del tempo nell’inverno 2008. Maledetto tempaccio che riduce il potere della spesa pubblica per appalti.
Insomma, la medicina è una sola. Bisogna spendere di più, spendendo bene. Non solo in lavori ed infrastrutture, ma anche in manutenzione e beni di consumo. E i vantaggi non si limiteranno al PIL, ma genereranno anche maggiore civiltà. Che dici Piga? Dico di leggersi oggi a pagina 27 il Corriere della Sera dove si narra di come i nostri eroi della squadra mobile di Cosenza hanno prima pedinato e poi arrestato Franco Presta, latitante, considerato uno spietato killer della ‘ndrangheta. Leggete, leggete. Leggete di come gli inseguimenti e appostamenti sono stati fatti con le macchine private dei poliziotti quando la Panda (la Panda!) della polizia si è bloccata. Leggete del magistrato che dice “non abbiamo mezzi, ci tolgono anche le scorte” e del procuratore aggiunto: “ci sono rimaste solo 100 risme di carta e 20 cd e non possiamo andare avanti con le ordinanze cautelari. Sino ad oggi è stato possibile lavorare solo perché il sindaco di San Lorenzo del Vallo ci ha fornito la carta”. Altro che Bisin e De Nicola che dalla prima pagina di Repubblica di ieri dicono che il crimine non peggiora con meno Stato.
Ecco, se mandassimo Draghi ed i suoi ricercatori in Calabria la soluzione l’avrebbero. Con più PIL e meno criminali in giro grazie a più appalti di risme di carta e più Panda. Spesa finanziata dal taglio di sprechi che questo Governo, come tanti prima di questo, si ostina a non mettere al centro della sua azione.




