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8 mesi di Governo Monti e di blog e quello che va tentato

Riassumendo per il GR3 per domani mattina cosa potevamo fare meglio e cosa possiamo ancora fare oggi, mi sono riguardato il blog. Un pezzo di vita!

Cosa potevamo fare meglio?

Intanto teniamoci a mente che lo spread senza MM sarebbe stato veramente alto. Sono spese per interessi risparmiati. E teniamo a mente che del senno di poi son piene le fosse.

Ma grazie a MM avevamo più potere al tavolo negoziale europeo. Che si è seduto pensando che Debito/PIL alto vuol dire abbassiamo il Debito e lo spread crollerà. Invece di dire alziamo il PIL e anche il Debito crollerà grazie alle maggiori entrate fiscali. Se avesse combattuto per la crescita avrebbe, a quel tavolo: a) chiesto in cambio del Fiscal Compact l’aumento del debito per pagare tutte le imprese dei ritardati pagamenti, essenziale quando il credito si arena; b) chiesto (e io credo ottenuto) un rinvio al 2015 del deficit pubblico a zero. E invece no, ha confermato i target al 2013, quei target che ai mercati non interessavano, identici a quelli del … governo Berlusconi.

E poi c’erano le pulizie di casa. Beh, qui la follia di fare riforme irrilevanti (taxi e farmacie per chi già non le ricorda più) o chiaramente dannose (come quella del lavoro) che hanno avuto la vera colpa di farci perdere tempo preziosissimo. Per fare per esempio a novembre la spending review, la madre vera di tutte le riforme, che ci da le risorse per spendere e rilanciare l’economia. E la mancata concertazione con le banche per chiedere, in cambio delle garanzie che gli abbiamo regalato, l’obbligo di prestare di più al sistema economico.

Già, avete ragione, non sarebbe bastato, c’era di mezzo l’Europa dei 27 nani che non funziona. E quindi ora, mi chiede il giornalista, che fare?

Cosa non fare: a) insistere su inutili eurobond o scudi anti spread irrilevanti come dimensione e dannosi perché legati all’austerità; b) fare un’altra bella manovra di aumenti delle tasse o tagli lineari così da far schizzare verso l’alto il debito PIL, tanto per cambiare, con la cresciuta conseguente recessione.

Cosa accelerare: a) rimborsi alle imprese dei ritardati pagamenti e b) spending review. Ma ci sono 300 persone che stanno lavorando 24 ore su 24 su questi temi? Abbiamo preso il meglio che c’è in Italia per affrontare in un batter d’occhio queste questioni essenziali?

Cosa inventare: a) usare i maggiori risparmi della spending review accelerata per fare vera spesa pubblica e non sprechi, così da aumentare il PIL e far crollare il deficit pubblico: appalti appalti appalti, occupazione occupazione occupazione; b) concertazione con sindacati e imprese immediata per scambiare un aumento di IVA con riduzione immediata del costo del lavoro. Già un aumento di IVA, quello appena evitato. Ma tanto qui non si consuma e non si assume, tanto vale farlo subito lo swap tra tipi di tassazione per produrre reddito e dare segnale ai tedeschi che anche noi, che non abbiamo l’anello al naso, abbiamo capito la loro lezione che solo con buona concertazione alla lunga si vince, uniti.

Cosa tentare: la sola mossa veramente rilevante. Unire Portogallo, Grecia, Spagna e richiedere la modifica del trattato per quanto riguarda la sottoscrizione di titoli di stato in asta da parte della BCE. In cambio, quell’1% di PIL di spesa per interessi risparmiata al primo anno garantire ai tedeschi di dedicarla, questa sì credibilmente e non come le dismissioni immorali e inutili, alla riduzione del debito. L’Unione fa la forza, anche qui. Se poi si dirà no a 4 paesi dell’euro, tutti avranno capito. Forza Monti. Forza. Forza!

6 comments

  1. Mi spiega che senso ha chiedere a Monti di fare imorovvisamente il contrario esatto di quello che sta pervicacemente facendo da quando è al governo fino adesso? Lei sa perfettamente che Monti non lo farà mai quindi a cosa serve scrivere un post simile?

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    • Perché la gente intelligente cambia, specie davanti a circostanze che dimostrano gli errori precedenti. Perché alcune cose non sono contrarie a quanto lui pensa (accelerare su spending review). Perché su alcune cose secondo me non ci sta pensando (alleanza con Portogallo, Grecia e Spagna) ed è bene mettergli il dubbio in testa.

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      • Aumentare l’IVA. Mah. Deprimere i consumi interni per competere su un mercato internazionale ed europeo … depresso. Due domande depresse non fanno una domanda allegra. Non lo trovo particolarmente geniale professore. Riproporre la ricetta alla tedesca, sia pur modificata, non funziona in mancanza di qualcuno che compra indebitandosi.

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        • In effetti non è geniale. Rimango un fan della spesa pubblica. Ma per non annoiarvi ribadisco che una ricomposizione del carico fiscale potrebbe avere un qualche impatto. Saluti.

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  2. 1. Cosa NON fare, punto a):
    qualsiasi “ammontare-tetto” di intervento antispread è in sè controproducente, perchè risulta in un invito implicito ma inequivocabile a vendere titoli al più presto, finchè c’è un compratore (“fesso” perchè il tetto gli porterà minusvalenze appena finisce i fondi). Il tetto è di per sè un indice della effettiva e realistica intenzione, di chi lo fissa, di abbandonare l’euro o di non crederci, solo sfruttandolo (i tedeschi uber alles e, in generale, le “confindustrie”), finchè si può, a fini deflattivi del lavoro;

    2. Cosa “accelerare” a) rimborsi alle imprese: non è compatibile con una veloce politica deflattiva dei salari che è il principale obiettivo e che esige la “crescita” della disoccupazione e lo smantellamento del sistema manifatturiero e industriale italiano (secondo richiesta tedesca); b) spending review: certo che la accelereranno e comunque non SARA’ MAI, DA QUESTI SIGNORI, CONVERTITA IN SPESA PUBBLICA perchè devono pagare le quote degli “inutili” efsf (residui pendenti) ESM (quote d’entrata di giugno e ss.) nonchè degli swap sul debito (rigorosamente alla chetichella ma che potrebbero mangiarsi tutta la spending “cut”);

    3. Cosa “inventare”: a) non basta (utopicamente) usare in spesa il “frutto” della spending review per “tagliare” il deficit: i “moltiplicatori”, (solo teoricamente maggiori), di “poco”, cioè quello che può realmente tagliarsi e reimpiegarsi, danno un risultato da “poco”, considerando obiettivamente i differenziali rispetto al moltiplicatore di quello che si taglia (cioè non sarebbe spesa”nuova” ma “diversa”), e quindi i differenziali sarebbero molto prossimi allo “zero-virgola” sia del PIL che della disoccupazione. IL discorso cambia solo se si vuole in realtà privatizzare pensioni e salute (mediante sistema finanziario-assicurativo privato..che gioca sugli OTC derivatives)
    b) lo scambio aumento IVA/riduzione costo del lavoro.
    ADESSO? In questa fase? Comunque sarebbe un ulteriore “incisione”, con moltiplicatore, sul PIL, in meno, e sull’INFLAZIONE, in più, (con diminuzione del gettito, come attestano i fatti), che assottiglierebbe ulteriormente il valore “differenziale” – rispetto allo status quo- della ipotetica spesa proveniente da spending review.
    In ogni modo, dati gli squilibri “reali” delle bdp, e commerciali intra UEM in genere, agevolerebbe solo la caduta della domanda aggregata interna (consumi e risparmi-investimenti), risolvendosi, in fase recessiva già pronunciata, in ulteriore disoccupazione.

    La deflazione salariale non serve a “inseguire” la germania, perchè non è pensabile che lei stessa desideri che colmiamo il gap competitivo da lei instaurato agendo in prevenzione sul costo del lavoro; e infatti, in questo fase ciclica, oltre e indebolire la domanda non può, oltretutto, essere accompagnata da alcuna significativa “spesa” di adeguamento delle prestazioni pubbliche pro-lavoro (cioè quello che ha fatto la germania spendendo sopra il tetto UEM per finanziare la deflazione, e per generare stabile riduzione di import e aumento dell’export e PRIMA, NON MENTRE, SI VERIFICA UNA RECESSIONE).

    La deflazione salariale “prociclica” (cioè ora), serve solo al futuro probabile shopping di imprese (banche) tedesco-nord UE, in Italia, in un prossimo futuro, risultato inevitabile della meravigliosa “ideona” della UEM (ormai lo sostiene anche il FMI).
    Ovvio che la germania, se fosse vincolata allo spirito e alla lettera “corretta” delle clausole UEM, dovrebbe in realtà “REFLAZIONARE”, come dice De Grauwe e, per la verità, tutto il cucuzzaro degli economisti più prestigiosi (tranne i tedeschi…chi sa’ perchè?)

    PS: l’euro\dollaro è passato da 1,5 a circa 1,2 nell’ultimo anno. La partita corrente extra-UE italiana aumenta il suo saldo, un “palliativo” ma qualcosa…peccato che l’inflazione non sia decollata nel corrispondente 20%, come sostengono i difensori dell’euro italiot in riferimento al ritorno a moneta nazionalei: si tratta in fondo di un svalutazione, in realtà deprezzamento, di circa il 20% e l’inflazione è…diminuita (da 3,5 a 3 e qualcosa, ma certo poteva essere di più senza aumenti IVA…e diminuzione gettito che ne è derivato :-) )

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