…Un disegno perseguito con costanza nel tempo, sul quale non ci siano le penose divisioni partigiane di oggi, un disegno che vada oltre le reazioni, comprensibili ma estemporanee, che da noi accompagnano la scoperta di ogni singolo caso di corruzione politica. Il caso scoperto riguarda una Regione? Aboliamo le Regioni! Riguarda il finanziamento pubblico dei partiti? Aboliamo il finanziamento pubblico! Da qui all’”aboliamo i partiti” il passo non è poi così lungo… Non è aggredendo singolarmente … i luoghi in cui la corruzione si manifesta che si sradica un fenomeno così profondo e ramificato… per combattere la corruzione una singola legge non basta, … occorre un indirizzo prioritario, che permei per un lungo tempo, al di là del ricambio dei governi, tutte le leggi e gli atti amministrativi. Un indirizzo fatto proprio da una élite politica degna di questo nome.
Michele Salvati, oggi sul Corriere della Sera.
Già Michele. E’ così. Lo scriviamo da tempo. Nessuno di noi crede in questa legge anti corruzione, nemmeno come simbolo Michele.
Perché ha cancellato prima addirittura di portarla in aula la possibilità, proposta della Commissione nominata da Patroni Griffi, di proteggere credibilmente i testimoni di corruzione remunerandoli col 20% della mazzetta, come avviene per altri paesi che la lotta la fanno credibilmente, come gli Stati Uniti. Perché crea una Autorità anti corruzione con 3 dipendenti, senza poteri specifici, facendo il verso a quella già fallimentare che caratterizzò lo scorso decennio.
Perché non fa nulla per fare entrare nei gangli delle amministrazioni pubbliche quella competenza negli appalti pubblici e quella remunerazione del risultato che è l’unico modo di lentamente debellare, al di là delle inutili pene spuntate, il fenomeno. Perché non richiede l’obbligo di depositare tutta l’informazione sugli appalti pubblici su una piattaforma (ancora oggi fantasma, cosa aspetta Bondi a pretenderla?) prima di potere avviare il contratto, così da poter verificare con altri contratti la non anomalia del prezzo rispetto a quello di altre amministrazioni.
Perché nulla è stato avviato di quella parte della legge chiamata Statuto delle imprese (approvata 1 anno fa) che chiede che ogni regolazione e permesso amministrativo (che permette l’intermediazione pubblica e dunque la corruzione) sia prima valutato nei suoi costi per le imprese. Tra parentesi, cosa è avvenuto, Ministro Patroni Griffi, alla relazione sulla riduzione e trasparenza degli adempimenti amministrativi a carico di cittadini e imprese prevista per il 31 marzo di ogni anno dallo Statuto delle Imprese e che recita “Il Dipartimento della funzione pubblica predispone, entro il 31 marzo di ciascun anno, una relazione annuale sullo stato di attuazione delle disposizioni di cui ai commi 1 e 2, valuta il loro impatto in termini di semplificazione e riduzione degli adempimenti amministrativi per i cittadini e le imprese, anche utilizzando strumenti di consultazione delle categorie e dei soggetti interessati, e la trasmette al Parlamento.”?
E, già che ci siamo, Ministro Passera a quando la legge prevista dallo Statuto delle imprese uscire “entro il 30 giugno di ogni anno il Governo, su proposta del Ministro dello sviluppo economico, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive modificazioni, presenta alle Camere un disegno di legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle micro, piccole e medie imprese volto a definire gli interventi in materia per l’anno successivo” ? Lo sappiamo tutti che sono le PMI a soffrire ben di più le barriere della regolazione inutile costruite per corrompere.
La battaglia contro la P.A. che non funziona non si vince con gli annunci, né con l’abbandono della funzione pubblica e la minimizzazione del suo ruolo.
Così come non si abbandona l’economia italiana alla tempesta nell’attesa che spunti il sole, tragicamente mettendo a repentaglio la sopravvivenza dell’equipaggio, come stiamo facendo con questa politica fiscale austera così stupida.
Un esempio per tutti basterà a sintetizzare come abbiamo abbandonato la dura battaglia di breve e lungo periodo per il dovere dell’azione pubblica, questa feconda azione a tenaglia che rilancia l’economia e la società italiana.
Le carceri.
“Ecco il pacchetto svuota carceri a costo zero”, titola oggi il Corriere. Costo zero? E’ costo zero far fallire il ruolo deterrente e rieducativo della pena detentiva? Rinunciare a trattare dignitosamente le centinaia di persone ammassate in squallide e puzzolenti stanze, mandandole a casa col messaggio che lo Stato non ha tempo da perdere con loro e aumentando dunque il tasso di criminalità nella società?
E’ costo zero rinunciare a dedicare le caserme in disuso a carceri di bassa sicurezza, una volta appropriatemente rese decorose per i condannati? O rinunciare a costruire nuovi carceri? Con 10-15 miliardi di euro per le carceri potremmo rilanciare PIL ed occupazione nel settore delle costruzioni, settore che (en passant) da lavoro a tanta gente particolarmente in difficoltà in questa fase del ciclo. 10-15 miliardi dunque di costo che generano valori ben più ampi di benessere materiale e sociale (e stabilità dei conti pubblici).
La tenaglia virtuosa della pubblica amministrazione che uccide nel breve la recessione e che nel lungo si mette a disposizione del settore privato per facilitarne le fatiche e le sfide, per abbattere oneri e corruzione e per fornire competenze, è questo a cui rinunciamo ogni giorno ascoltando frasi fatte e programmi basati su annunci demagogici che “meno Stato è bello”.
E’ questa tenaglia che vogliamo costruire con i Viaggiatori in Movimento? Certo.
Perché nel rinunciare a ricostruire il nostro Paese mettendo assieme pubblico e privato, nell’insistere a demolire il settore pubblico e basta, pensando che questo sia il modello vincente (mai adottato da nessun Paese a cui ambiamo paragonarci) sta il declino del nostro Sogno.
30/09/2012 @ 11:20
non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire. Bell’articolo prof! ma potremmo ancora aggiungere che nulla è stato fato per rivedere la questione della prescrizione di questi reati :qualcuno si è chisto quanti reati contro la PA finiscono nel baratro della prescrizione? qualcuno ha sentito su di sé la responsabilità di dircelo e fare chiarezza?. IN un paese in cui anche la stampa non riesce a distinguere verità da finzione e far passare un prescritto come un innocente, è diritto dei cittadini quello di poter avere notizie certe, valide e inconfutabili. E accanto a queste informazioni avere il diritto di esercitare azioni democratiche, ovvero una scelta consapevole delle proprie istituzioni e rappresentanti.
Inoltre, guardate dove siamo riusciti ad arrivare sull’incandidabilità…Fa pena, si fa pena e non ci vogliono mezzi termini, non ci vuole quel politically correct e rispetto per le istituzioni che ci vogliono imporre. GUardate oggi i risultati: leggo sul Fatto di oggi (http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/09/30/voto-in-sicilia-esercito-dindagati-e-condannati-dallassociazione-a-delinquere-alla/367955/) che alle prossime elezioni SIciliane ci sarà ancora una volta la sagra del malaffare candidata…Ma chi se ne frega? Tanto poi basta tagliare , tagliare tagliare cosicché quel poco di buono che ancora resiste riesca a soccombere e sparire per sempre, così il capitale umano siciliano così creativo, brillante e pieno di quel sole che dentro gli uffici di banche palazzi non sono e saranno mai in grado di vedere e neppure di immaginare sarà stroncato sul nascere.
http://www.youtube.com/watch?v=JgdYTM1zujQ&feature=related
01/10/2012 @ 09:00
D’accordo su tutto ma tutto quello che accade puzza di tremendamente già visto già fatto. Non c’è ombra di innovazione ma solo di finzione. Per il punto sul DDL Anticorruzione vediamo venerdì prossimo alla tavola rotonda con Transparency International cosa ancora si può fare, ammesso che possiamo fare qualcosa.
01/10/2012 @ 11:20
Scusate ma da quel che leggo da molti mesi ormai, TI ha accolto spesso con plauso l’operato del governo Monti sul ddl.e adesso 1/10/2012 fate una tavola rotonda per veder cosa si può fare?? A mio avviso, puzza anche questo di terribile iprocrisia delle istituzioni italiane.
01/10/2012 @ 12:06
Ieri sera, caro professore, ho visto un film che rievocava una strage di oltre cento persone avvenuta realmente attorno al 1500, in un paese dell’America del Nord, grazie all’Inquisizione, il popolo prima inebetito, poi accusandosi l’un l’altro di stregoneria arrivò al punto, dopo tante morti, di ribellarsi a quella carneficina. Osservavo i canonici venuti a giudicare, e inevitabilmente mi è sorto un paragone, terribile, mi creda: ho pensato a questo governo, fatto di bancari e contabili che, a mio avviso, con boria neanche tanto mascherata, impongono al popolo sacrifici a copertura di disonestà e imbrogli avvenuti nel corso dei decenni passati, da persone che oggi riscuotendo fior di pensioni, non devono rispondere di nulla. E il popolo? Il popolo tace inebetito, non si raccapezza, e va avanti giorno per giorno, con l’angoscia di non sapere cosa succederà domani. Questi signori di oggi che decidono del nostro futuro, che appaiono in televisione a volte sorridendo, quando si parla di disagi gravi per i cittadini (vedi Polillo e Profumo a “In onda” sul canale La7), senza vegognarsi di venire redarguiti dal presentatore, in questo caso Telese, dimostrano di sentirsi al di sopra di tutto, non essendo stati eletti dal popolo, quindi, a mio avviso, vivono questa esperienza come regalia che loro elargiscono allo Stato Italiano, fatta dalla loro esperienza e calibro professionale, sul quale sarebbe pure da discutere, perchè certamente non pensano di andare a “pestare i piedi” ai vari baroni dall’Università, alla Sanità e P.A., persone con le quali nella loro vita hanno interagito e interagiscono frequentemente visto la loro dimensione sociale. Come può pretendere, caro Professore, che la ministra Fornero, raddrizzi il tiro, quando andando a parlare in una fabbrica alcuni mesi fa, con spiegati davanti a sè tutti gli operai, sventolò una carta dicendo questo è il debito che abbiamo, dobbiamo risolverlo! Chi lo deve risolvere, l’operaio che porta a casa € 1.000,00-1.200,00, dovendo passare una vita a driblare tra conti dii spese correnti e mantenimento della famiglia? Abbiamo vissuto al disopra delle nostre possibilità, ci è stato detto, al disopra di quali possibilità, prendersi una macchina più comoda, magari con un finanziamento, una casa con una stanza in più per i figli con un mutuo ventennale? E’ questo vivere al disopra delle nostre possibilità? Be’ che la Fornero guardasse ai suoi colleghi ed altri professionisti, tra cui quelli della P.A. che fra stipendio, consulenze e conferenze forse avrebbero potuto essere meno ingordi. Non si può sperare in loro, Professore, sono i cittadini che devono unirsi e prendere delle iniziative, se aspettiamo da loro, ci ritroveremo fra un po’ anche a pagare l’aria che respiriamo, in nome di un Europa unita.
02/10/2012 @ 09:17
Lei parla di carceri, giustamente, io aggiungo: le scuole ! i miei figli, i nostri figli in aule asfittiche, adolescenti in containers (!!) dove d’inverno si sta in classe con il piumino e ad aprile al primo sole si schiatta dal caldo. E la scuola superiore é stata rinnovata 3 anni fa !!! Per la cronaca siamo a Cittadella (PD);quanto lavoro da fare nelle scuole pubbliche italiane, molte del tutto da rifare. Faccio suo l’appello e la prego, insista con questo argomento. c’é molto da demolire, per poter ricostruire. Una scuola migliore più moderna, adatta ai tempi.grazie
02/10/2012 @ 22:45
Ma come le scuole? Certo le scuole!!! Proprio oggi siamo partiti da lì, abbiamo incontrato i rappresentanti della scuola con la nostra ssociazione http://www.iviaggiatorinmovimento.it . Perché non ci segue? E non si iscrive? Abbiamo bisogno di proposte!!