THIS SITE HAS BEEN ARCHIVED, AND IS NO LONGER UPDATED. CLICK HERE TO RETURN TO THE CURRENT SITE
Post Format

Lo spreco è la piu’ preziosa risorsa per salvare l’Italia e l’Europa

Buon 1° maggio.

Del discorso del premier Letta (di cui ho apprezzato il coraggio dell’approccio e del messaggio con la cancelleria tedesca) mi stupisce una sola cosa. L’assenza di qualsiasi menzione per quella che è stata una delle poche idee innovative del Governo Monti.

La spending review.

Idea innovativa finita ben presto non solo nel nulla, ma anzi peggio: costruita frettolosamente e con pochissime risorse umane e nessun ispettore sul territorio, il team costituito dal solo Bondi ha finito per fare di un’opportunità di rilancio dell’economia uno strumento di accelerazione di tagli lineari recessivi.

Ma l’idea c’era tutta, quella di creare una sorta di Ministero del Controllo della Qualità della Spesa come quello proposto dai Viaggiatori in Movimento.

Non potevamo sperare che il Premier creasse dalla mattina all’indomani tale Ministero, né che costituisse l’altro da noi richiesto, quello per le Piccole Imprese.

Ma il fatto che non vi sia stato nessun accenno alla spending review mi stupisce. E deprime un po’.

Perché non è possibile parlare di lavoro senza risorse. Quelle risorse senza le quali non potremmo avviare un programma come quello che chiediamo da un anno, ed ora è ancora più urgente di allora, un servizio civile temporaneo e non ripetibile per i giovani all’interno della Pubblica Amministrazione. Quelle risorse che servono per stimolare subito maggiore domanda pubblica alle imprese di beni, servizi, lavori, così che si freni l’emorragia occupazionale che non potrà mai essere arrestata da maggiore domanda di famiglie ed imprese, estenuate dal pessimismo che genera la trappola europea dell’austerità.

Ebbene? Dove sono queste risorse? C’è chi dice (basta sentire l’amico Stefano Lepri a Radio 3 ieri quando ci siamo confrontati sul programma del nuovo governo) che non ci sono. Che incredibile realismo, quello di Stefano. Realismo che mi abbatte e che combatto. Certo, non ci sono se pensiamo che questo Governo rimanga come tutti gli altri, indifferente al problema, incapace di agire, incompetente nel rivoluzionare il funzionamento della macchina pubblica. Una incredibile abdicazione, una umiliante resa, una incredibile ammissione di impotenza.

Negli appalti l’Italia spende circa il 16% del suo PIL. Gli sprechi documentati (altro che i risibili sprechi  dei parlamentari) sono di circa il 20%. Cioè di quel 16%, circa il 13% è vera domanda alle imprese che genera occupazione e PIL, il 3% un mero spreco ovvero trasferimento dal contribuente all’imprenditore.

Che sia per corruzione (a proposito, perché nulla è stato detto nel discorso introduttivo sulla lotta a questa rafforzando la nuova Autorità Anti Corruzione, oggi ancora senza quasi dipendenti?) o, più frequentemente, per incompetenza, quel 3% di PIL sprecato è il più grande Tesoro che abbiamo a disposizione per rilanciare lo  sviluppo ed il lavoro. Circa 50 miliardi! Altro che “soldi che non ci sono”. 50 miliardi che, tagliati, non fanno male all’economia, ma redistribuiscono solo, ridando indietro soldi dall’imprenditore al contribuente. Soldi dovuti.

Soldi dovuti. Che ci sono. Basta volerli trovare. Basta voler organizzare un gruppo ampio di ispettori, finanzieri, auditor, statistici, informatici. Informatici? Certo, come in Tunisia, come in Corea, dove si può controllare in tempo reale – grazie ad una unica piattaforma internet – tutte le gare fatte (noi possiamo farlo tipicamente con … qualche anno di ritardo).

Se da lì non parte la rivoluzione, niente risorse. Senza risorse , mai saremo credibili in Europa. Senza risorse, mai potremo far ripartire da noi stessi la macchina dello sviluppo. Senza risorse, e la volontà di trovarle, mettiamo a rischio l’Europa perché questa, concordo con Letta, ”è in crisi di legittimità ed efficacia proprio quando tutti i Paesi membri e tutti i cittadini ne hanno più bisogno”. L’Europa, non l’euro.

5 comments

  1. Piattaforma informazioni sugli appalti: la legge esiste e in più riprese assegna questo compito all’AVCP, che non lo ha mai fatto, ovvero non ha mai pubblicato i dati dell’osservatorio dei contratti pubblici (legge istitutiva dell’AVCP) e neppure i dati sugli appalti aggiudicati come previsto dal DL 52 (spending 1). La legge esiste anche in Italia, occorre solo che chi di dovere la rispetti e / o che qualcuno la faccia rispettare… Ma pare che da anni tutti se ne freghino.

    Reply
  2. Livan Marranzini

    01/05/2013 @ 22:10

    “Che sia per corruzione (a proposito, perché nulla è stato detto nel discorso introduttivo sulla lotta a questa rafforzando la nuova Autorità Anti Corruzione, oggi ancora senza quasi dipendenti?) o, più frequentemente, per incompetenza, quel 3% di PIL sprecato è il più grande Tesoro che abbiamo a disposizione per rilanciare lo sviluppo ed il lavoro. Circa 50 miliardi! Altro che “soldi che non ci sono”. 50 miliardi che, tagliati, non fanno male all’economia, ma redistribuiscono solo, ridando indietro soldi dall’imprenditore al contribuente. Soldi dovuti.”

    Bel messaggio per chi afferma che non ci sono soldi, ovviamente questa Autorità dovrà avere soggetti che non siano di nomina Politica, ormai abbiamo completamente perso la fiducia in questo tipo di nomine, si inseriscono persone che fanno comodo e non creino conflitti, sarebbe un bel segnale per il paese e per L’Europa, si aspettano in molti segnali di cambiamento, questo sarebbe uno dei primi dal quale ripartire.

    Reply
  3. Fabrizio Padua

    02/05/2013 @ 08:14

    Il punto nodale è proprio questo.

    Ottimizzare gli appalti pubblici con innovazione e competenza per recuperare il 3% di PIL, una cifra enorme, 50 miliardi.

    Penso che non dobbiamo smettere un momento di insistere su questo punto, documentando e spiegando con semplici esempi in modo che la gente possa capire bene che questo è lo snodo decisivo.

    Reply
  4. Elena Gajani Monguzzi

    02/05/2013 @ 08:52

    Racchiudo in due concetti di prioritaria attuazione (concetti che, peraltro, da nessuno ho sentito pronunciare a chiare lettere e con contenuti efficienti ai fini della loro efficace applicazione) la formula per un risanamento della situazione attuale, indissolubilmente legata all’idea di nuovo modello economico: 1) definanziarizzazione dell’economia (la netta separazione tra banche per il prestito e banche per i giochi della cosiddetta alta finanza potrebbe essere un passo iniziale?); 2) rimoralizzazione generale su basi di pura lealtà di tutti, nessuno escluso, ciascuno nel proprio ambito e sulla base delle proprie effettive competenze (rimando a http://www.pleonastico.it/modules/news/article.php?storyid=248 e a quanto affermato da Lisa Undiemi in piú riprese: quando dovessimo recuperare fondi indebitamente sottratti, chi potrebbe gestirli secondo criteri di equa redistribuzione? Solo una politica sana! Qualcuno sta facendo qualcosa contro la corruzione – che vuole dire un sacco di cose, soprattutto anche in Italia – o si rincorrerà sempre il fare qualcosa per?).
    Occorrono, in tutti, lealtà e competenze giuste al posto giusto, dall’artigiano al politico, dal ragioniere all’economista, dal funzionario al consulente, dall’impiegato al presidente del Consiglio di amministrazione, dallo studente al preside.
    EGM

    Reply

Lascia un Commento

Required fields are marked *.

*