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Viaggiate lontano, non fermatevi alla prima fermata: the Special One

Oggi alla Presidenza del Consiglio a parlare di investire nelle competenze per far ripartire il paese grazie agli appalti pubblici. Presentazione del Rapporto Tor Vergata PromoPa su “come acquista la pubblica amministrazione”.

Investimento: sotterrare una mela oggi, convinti che il melo che nasce domani ne porti ben più d’una sui suoi rami.

Investimento: spendere oggi per generare addizionale ricchezza domani.

Chi legge questo blog sa come gli appalti pubblici “competenti” possano generare maggiore ricchezza domani via effetti da domanda (sono bravo, individuo gli sprechi, che spesa non sono, li taglio e ci finanzio l’acquisto di altri beni, servizi, lavori pubblici che occupazione e produzione sono) e via effetti da offerta (sono bravo, individuo gli sprechi, aggiusto la buca sull’autostrada, il TIR italiano non rompe il semi-asse, consegna la merce prima del TIR tedesco ed … oplà l’export è nostro).

Ma la questione che oggi voglio affrontare è l’altra: dove sono i soldi per fare gli investimenti nelle competenze?

“Non ci sono soldi” non è l’unica risposta (molto frequente anch’essa) che risuona sempre alle mie orecchie. L’altra, paradossale, è questa: “non si può spendere per la spending review, basta con gli sprechi!”. Ma come. Se la spending review la facciamo è perché siamo bravi a farla, o no? E dunque siamo anche capaci di spendere bene i soldi per fare bene la spending review! O no? O no? O no?

Ma dove sono i soldi per fare bene la spending review?

Non in Consip, istituzione cardine della spending review, che anche quest’anno si vede a rischio di un taglio profondo nei fondi disponibili. Ma allora che incarichiamo Consip a fare?

Non ci sono risorse per l’Antitrust per combattere i cartelli negli appalti pubblici, appena 1 istruttoria all’anno dalla sua nascita, anno in cui il suo bilancio era ben più ampio di quello oggi. Ma allora come combattiamo i cartelli nella sanità?

Non ci sono risorse forse nemmeno per la nuova Civit incaricata di combattere la corruzione, che con cartelli e incompetenza dei funzionari pubblici gongola. Ma allora che la facciamo a fare un’Autorità Anti Corruzione senza dipendenti?

E gli ispettori per verificare gli appalti? Costano poco, sono quelli dell’ausiliaria delle Forze Armate che mandiamo a casa invece di utilizzare.

Riduciamo le stazioni appaltanti! Sono troppe! Come no, assolutamente. Ma non per spendere di meno: per spendere di più, creano il patentino degli acquirenti pubblici, la carriera come per diplomazia e magistratura, ogni anno, concorso d’ingresso durissimo, progressione legata a performance e bravura negli appalti, stipendi altissimi. Altro che risparmio di spesa sugli stipendi dei funzionari, il risparmio vero lo otteniamo dagli esiti delle gare, fatte bene. Spendi 50.000 euro in più per un funzionario bravo e risparmi 500.000 euro: un bell’investimento, non trovate?

*

Una rivoluzione. Anzi due.

La prima parte con la norma che elimina le norme, che autorizza il sotto soglia senza regole, come nel Regno Unito. Le regole che abbiamo ora sono un modo per molti per dire “abbiamo fatto il nostro lavoro, non ci rompete le scatole”. Eliminiamole alcune di queste regole. E pretendiamo che la discrezionalità ottenuta si leghi alla performance per essere premiata.

La seconda rivoluzione parte anche con tutte queste norme che attanagliano gli appalti. Che, come è sotto gli occhi di tutti, non bastano per ridurre a sufficienza gli sprechi. No, ci vuole leadership a tutti i livelli. Come abbiamo detto pochi giorni fa: se si è fatto a Salerno si fa dappertutto.

Ma se a Salerno il tutto di bello si è arrestato, se al Colonnello Bortoletti, lo “Special One” come alla fine lo chiamavano i suoi dipendenti che con lui lavoravano eccome per un obiettivo – bello -comune, non è stato offerto nessun premio dopo essersi meritato ben di più, allora la leadership solo lì non basta, deve essere dappertutto.

A cominciare dal manico.

Creiamo allora con il nuovo Governo come proporremo come Viaggiatori un nuovo Ministero, il Ministero della Qualità della Spesa Pubblica. Nonc ‘è una lira (oops … euro) in più per farlo? Non è vero. Ma comunque risparmiamo: chiudiamo l’Autorità dei Contratti Pubblici e trasferiamo il suo valente personale presso il nuovo Ministero, assieme a svariati bravissimi dipendenti dell’Antitrust e della Civit, assieme ai migliori dipendenti del Ministero delle Infrastrutture. Diamone la gestione come Ministro al Colonnello Bortoletti.

Ma poi spendiamo anche, e tanto, perché parliamo di investimenti. Per conoscere finalmente quanto e dove spendiamo, creiamo la piattaforma ICT con i dati in tempo reale degli appalti. Costa? Sì ma costa molto meno di quanto ci ridarà.

E poi tanti soldi per l’esercito di funzionari delle 200 stazioni appaltanti, competentissimi, bravissimi. E ispettori a volontà.

Premiamoli, non come oggi (vedi grafico sotto), per quello che valgono.

Così semplice, così a portata di mano. Viaggiate lontano, non fermatevi alla prima fermata.

*

Acquirenti pubblici scontenti dell’attuale premialità: Quasi la metà di chi non ritiene efficace il sistema di premialità sostiene motivazioni legate al fatto che nella realtà non si valorizza il merito o il risultato. Quasi un quarto attribuisce l’inefficacia del sistema di premialità alla forte discrezionalità con la quale viene attribuita. Anche la poca chiarezza degli obiettivi è un motivo dell’insoddisfazione. Grazie Annalisa, Simone, Andrea

2 comments

  1. “Creiamo allora con il nuovo Governo come proporremo come Viaggiatori un nuovo Ministero, il Ministero della Qualità della Spesa Pubblica. Nonc ‘è una lira (oops … euro) in più per farlo? Non è vero. Ma comunque risparmiamo: chiudiamo l’Autorità dei Contratti Pubblici e trasferiamo il suo valente personale presso il nuovo Ministero, assieme a svariati bravissimi dipendenti dell’Antitrust e della Civit, assieme ai migliori dipendenti del Ministero delle Infrastrutture. Diamone la gestione come Ministro al Colonnello Bortoletti.”

    Eccellente, solo che lei sa perfettamente che questo non succederà mai.

    Il problema dei Viaggiatori in Movimento è che hanno delle ottime proposte ma si dimenticano di spiegare quali sono le forze che da decenni si oppongono strenuamente alle “ottime proposte”.

    Se pensate di portare avanti un progetto politico senza parlare di e confrontarvi con queste forze lascerete sempre molto perplessi quelli che vi si avvicinano interessati dal vostro altissimo livello di competenza e dai principi etici ai quali vi ispirate.

    Se lei ci fa caso vedrà che in molti commenti oltre al mio si dimostra entusiasmo per le sue idee spesso proprio allo scopo di spronarvi a prendere finalmente posizione in maniera chiara e coraggiosa sia su ciò che volete ma anche “contro” chi queste cose non le vuole.

    Non lasciate tutto il campo libero ai Grillo o alle Albe Dorate.

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  2. Fabrizio Padua

    19/12/2012 @ 11:29

    Caro Gustavo,

    come non essere d’accordo su quanto dici ? come abbiamo spiegato nella proposta ICT nel programma per i Viaggiatori è anche importante potenziare gli strumenti a supporto di chi deve fare le visite ispettive, per ridurre i cosiddetti falsi positivi. Occorre cioè ottimizzare i controlli, andando a selezionare a monte dove fare i controlli, analizzando e integrando i tanti dati disponibili e fornendo modelli analitici che aiutino e supportino chi deve pianificare questa attività. Allora potremo ridurre i controlli inutili a chi non deve essere controllato, anzi al contrario premiato, e questo in tantissimi ambiti d’uso: riscossione delle tasse non pagate, filiera agro-alimentare, evasione fiscale, lotta al lavoro nero e evasione contributiva…
    Volendo riassumere in una frase: maggior Cultura del Dato = ottimizzazione dei controlli e vera spending review.

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