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Agende vuote e cambiamento

La cosa più interessante a cui ho assistito questa settimana, ad un convegno su appalti e controlli, è stata la testimonianza di un ufficiale dei carabinieri. E’ un Colonnello, si chiama Maurizio Bortoletti, ed è stato fino a poco tempo commissario straordinario dell’ASL di Salerno (8000 dipendenti circa), incarico che ha concluso nel luglio del 2012, dopo 1 anno e mezzo di attività.

Alcuni di voi lo conoscono già. Se cliccate su you tube il suo nome troverete abbondanti video su di lui.

Perché? Perché ha esibito, nei mesi del suo mandato, un attivismo determinato a rimettere contabilmente in piedi una ASL i cui conti pubblici erano assolutamente fuori controllo. Ereditava un risultato di esercizio annuale in rosso di circa 250 milioni di euro (a fronte di previsioni ovviamente più rosee, circa … 3 volte più rosee) ed un debito di circa 1,7 miliardi di euro.

Recitano le sue slides: “Nel 2010 il Collegio Sindacale ha mosso 625 rilievi o osservazioni, con 155 pareri negativi e decine di atti trasmessi alla Corte dei Conti, a decine dei quali non era mai stata data risposta;  contro la sola ex ASL SA2 di Salerno, una delle tre unificate, al 31 marzo 2011 erano pendenti  518 ricorsi del personale sulle circa  8 mila unità presenti, uno ogni 18 dipendenti, per un controvalore stimato in 9 milioni di euro. Dati spaventevoli, cui si aggiungevano 802 ricorsi dai fornitori dell’Azienda, 237 citazioni per danni, 327 altre cause a vario titolo e 40 liti pendenti davanti al TAR per un controvalore stimato di sola quota capitaria di 207 milioni di euro.”

Sta di fatto che nel 2012, i risultati sono tornati in nero e, aggiunge in maiuscolo, tutto ciò:

“SENZA RISORSE AGGIUNTIVE, A LEGISLAZIONE INVARIATA, SENZA TAGLI LINEARI, SENZA CHIUDERE NULLA (tranne un Presidio riconvertito dopo un sequestro del NAS di piastra operatoria e farmacia), SENZA TOGLIERE NULLA AI CITTADINI.”

In realtà mentre il futuro è stato rimesso in carreggiata, il passato (ed i relativi debiti pregressi) sono stati messi un po’ più in secondo piano, causando, mi dicono, grandi difficoltà ad alcune aziende.

Detto ciò, i risultati sono impressionanti. Come impressionante (in ben altro senso) è stata la volontà della Regione Campania di non rinnovare il mandato al Commissario (oggi la ASL di Salerno è tornata in gestione ordinaria) e soprattutto di non utilizzare questa esperienza maturata per affrontare il nodo delle ASL napoletane delegandogli analoghi potere.

La stampa contro, il non rinnovo del mandato. Il Colonnello si chiede, o ci chiede di chiederci, alla fine, con un qualche scetticismo se “fare, conviene?”.

Ma non è di questo che vi voglio parlare.

Il Colonnello si è alzato per andare a sedersi in platea. Gli chiedo di restare ancora un attimo. C’è qualcosa che non mi torna e gli chiedo di spiegarmi.

“Come ha potuto generare il cambiamento, senza cambiare gli uomini?”.

Una domanda semplice. Una risposta semplice.

“Hanno visto che facevamo sul serio. Le riunioni, ogni mattina, la tracciatura delle attività, il cronoprogramma, la rialfabetizzazione di tutti. I pagamenti regolari. Ci hanno creduto. Si sono impegnati. Anche quelli di cui tutti mi parlavano male.”

Le stesse persone. Hanno visto la leadership, hanno visto che non erano le solite parole, hanno visto l’impegno. La leadership, può risolvere tutto. Se questa è vera, pervade gli spiriti ed infonde coraggio e nulla è impossibile. Mi rammenta tutto ciò un grandissimo film con Robert Redford, Brubaker, ve lo consiglio.

Mentre parla penso al Governo Monti, alla sfilata di tanti ministri a Pompei, alle tante parole. E nessuno che sia rimasto lì a Pompei a presidiare, mentre i muri continuano a crollare, in attesa che arrivino i fondi europei. I fondi europei. Come se dovessimo aspettare i fondi europei per Pompei.

Come se la Camorra non se la stia ridendo oggi, di fronte a tutta quella parata di ministri che sono passati e non sono più tornati. Come se la Camorra non sarebbe stata sconfitta se fossimo rimasti. Rimasti, come il Colonnello, fino a quando ha potuto. Se solo avessimo voluto. Se solo volessimo restare, ogni volta, a curare il Paese là dove ha bisogno di essere curato. Là dove vi è bisogno di combattere per restituirgli dignità.

Fino a quando non resteremo, fino a quando non combatteremo per la gente, il loro benessere e la loro dignità, fino a quando parleremo di riforme senza interessarci a curare il male, qualsiasi Agenda, anche la migliore, è vuota. Anzi, è peggio di vuota: genera disperazione, scetticismo, abbandono.

9 comments

  1. Riccardo Colangelo

    16/12/2012 @ 18:19

    La leadership, al contrario dell’autorità, non si delega, ma si riconosce.

    Per questo è requisito fondamentale il “contenuto” di chi la esercita.

    Non è un particolare secondario che il Dr. Bortoletti sia un Colonnello dell’Arma dei Carabinieri, quella “nei secoli fedele”, quella di Salvo D’Acquisto, quella col più basso indice di “mele marce”. Non ho dubbi, per quanto ne so, che sia una persona estremamente capace, ho avuto già occasione di parlarne con te, ma la sua appartenenza all’Arma e la sua capacità personale e professionale a mio parere son un tutt’uno.

    Il fatto che lo abbiano ringraziato e salutato non mi meraviglia. Parli dei politici a Pompei? Hai visto a che punto sono le gare urgenti sponsorizzate da Monti e con scadenza 24 aprile 2012? vai sul sito della Soprintendenza.

    Purtroppo la politica è come il mare: se non lo argini, erode i castelli di sabbia che hai costruito sulle spiagge, rendendo liscia ed uniforme la battigia. Ama l’omologazione. Ricordiamo “Scipione detto anche l’Africano” (http://www.youtube.com/watch?v=hk-pNpQXPQk) quando Catone (Gassman) dice che “questi so’ tempi de gente piccola, so tempi de nani”, e a Scipione (Mastroianni) che si accusa delle peggiori nefandezze, dice di fermarsi, perchè “Basta esse’ come l’artri, meglio mai, ma peggio è inutile, …. UGUALI”

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    • Un gioiellino di film. Bellissimo il punto in cui Scipione affranca generosamente gli schiavi e quelli protestano perché non vogliono assolutamente diventare liberi; poi alla prima occasione ne approfittano per chiedergli di prenderli di nuovo come schiavi e lui per disperazione è costretto a cedere.

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  2. Brubaker del 1980…sta dicendo che si deciderà a andare fra la gente per capire e per risvegliarli?

    Non ci credo proprio, ma se fosse sarebbe una cosa straordinaria.
    Io cerco solo un movimento che faccia precisamente questo; se davvero succederà vedrete che non solamente vi renderete conto che senza questo passaggio nessun progetto politico di cambiamento potrà mai realizzarsi ma soprattutto che acquisirete una prospettiva nuova sia nell’analisi che nella progettazione (per esempio superando queste distinzioni fra “noi” e “loro”; tenga presente che il vero segreto del colonnello era proprio quello se ci pensa…).

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  3. Caro Prof., complimenti per questo intervento . Al nostro Paese serve ottimismo e voglia di fare, le competenze sicuramente non mancano . La qualità viene dall’alto, speriamo di trovare i giusti “condottieri”…..

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  4. Pingback: Agende vuote e cambiamento | elenabombardieri

  5. Caro prof, nella sua posizione ritrovo le mie parole, queste cose le ho ripetute ad amici e parenti tante volte. Anche la storia ce lo dice, un leader può cambiare tutto. E’ ciò che spero da tempo, che nella nostra nazione venga allo scoperto un leader, che sia tale, che sia competente, che voglia il bene, che accenda il cuore di tutti noi. I cervelli non fuggirebbero più all’estero, quelli che fuggirono tornerebbero, gli inventori italiani non andrebbero più a creare le silicon valley in california ma potrebbero crearle qui da noi. Professore ma dov’è il nostro leader? Tantissimi lo stanno aspettando, anche quelli che non se si rendono bene conto di quanto tutto veramente cambierebbe

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  6. |In realtà mentre il futuro è stato rimesso in carreggiata, il passato (ed i relativi debiti pregressi) sono stati messi un po’ più in secondo piano, causando, mi dicono, grandi difficoltà ad alcune aziende.|

    Dettagli? Se si potesse definire meglio questo aspetto il giudizio sull’ operato e sull’ effettività del risanamento guadagnerebbe in oggettività, ed eviterebbe il sospetto di essere di fronte ad uno spostamento dei problemi nei bilanci altrui, dei quali, in fondo, a chi importa?

    In altre parole si potrebbe dire che un piccolo default mimetizzato e non riconosciuto faccia meraviglie?

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