Leggete, leggete. Leggete della nostra Pompei e del suo triste abbandono. Leggete, leggete e rileggete:
Mezza Pompei sta per crollare, oggi sulla Stampa.
Avete letto? Non proseguite prima di aver letto, se ci tenete a questo nostro bellissimo Paese.
E poi pensate un attimo. Fermatevi solo un secondo. Non chiudete la pagina web dicendo: che schifo di paese, l’Italia. Non dite: non c’è speranza. Né rallegratevi perché … Dopo mesi di annunci e promesse, è arrivata in soccorso l’Unione europea con 105 milioni di euro. Con questi soldi, che saranno accreditati nei prossimi mesi, il piano straordinario può partire. Il nuovo monitoraggio durerà dal 2012 al 2014 e farà da guida ai restauri. La soprintendenza ne ha già una trentina nei cassetti, finora bloccati per carenza di quattrini. La previsione è di metterli a gara non prima dell’estate. Dunque i lavori partiranno nel prossimo autunno. Il 2 gennaio hanno preso servizio i sospirati nuovi assunti.
Continuate a rileggere, con calma. Leggete: Il 2 gennaio hanno preso servizio i sospirati nuovi assunti. In questo caso, l’attesa è stata solo parzialmente ripagata: 9 architetti (in tutto diventano 16), 13 archeologi (ce n’era solo uno!) e un funzionario amministrativo. «Un’iniezione di energia indispensabile», spiega la soprintendente. Continuano a mancare geometri per seguire i cantieri (incarico fondamentale) e custodi. Ora sono solo 30 per ciascun turno su una superficie di 40 ettari. Un anno dopo. E’ passato oltre un anno dal crollo della Scuola dei gladiatori, definito dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano «vergogna per l’Italia». All’epoca, si gridò che bisognava fare tutto e subito per «salvare Pompei». Dopo un anno sono arrivati venti funzionari. Ci vorranno tre mesi per i quattrini e un altro anno per far partire i restauri straordinari. Sui contributi finanziari privati siamo fermi agli annunci. Insomma, né tutto né subito.
Ora ancora. Non chiudete la pagina, rileggete questo ultimo passaggio.
105 milioni di euro. Arrivati finalmente. Autunno. 105 milioni. Dall’Europa. Perché non abbiamo i soldi. “Invece se collassa, te ne accorgi solo dopo”.
Ho pensato, in macchina. Il PIL italiano. 1600 miliardi di euro. Il 10% di 1600 sono 160 miliardi. L’1% sono 16 miliardi. Lo 0,1% sono 1,6 miliardi. Lo 0,01% sono 160 milioni di euro. 0,01% di PIL. 0,01% di PIL.
Ecco. Noi facciamo manovre da 30 miliardi di euro, 2 o 3% del PIL. Per rimborsare il debito. E diciamo che non possiamo spendere. Non possiamo spendere. Chiediamo 105 milioni all’Europa e spenderemo in autunno. In autunno, 105 milioni, dall’Europa.
Ora ditemi che non è possibile. Spendere quello 0,01% di PIL in aggiunta a quanto ci da l’Unione Europea per rendere Pompei al suo antico splendore, quello prima che fosse sommersa da una seconda pioggia di bruttezza ed incuria, due millenni dopo. Per pagare geometri, custodi, architetti, archeologi, pagare pagare pagare. Spendere subito, domani mattina.
I primi scavi di Pompei
Fino a quando Pompei non sia tornata al suo antico splendore.
Ecco da dove rinasce l’Italia. Il Rinascimento è a portata di mano, basta pretenderlo.
06/01/2012 @ 13:25
lo Stato stanzia per i bb.cc (tutti, intendo beni archeologici, architettonici, storico artistici, demo-etno-antropologici, diffusi sul territorio e nei musei, per le biblioteche e gli archivi lo 0,25 % del PIL. Basta vedere le cifre europee per capire a che punto siamo. Ma questo non sarebbe il problema, spendere è diventata una fatica inesprimibile. Dalla Delibera di spesa, alla nomina staff, alle varie tappe del progetto, alla gara, all’affidamento dei lavori passano mesi, in alcuni casi anche più di un anno (per gare complesse, internazionali ecc.). Ci sono fasi insuperabili per la legge sui contratti pubblici, ci sono stasi micidiali per l’intasamento degli uffici: i geometri, caposaldi di tutte le Soprintendenze se ne stanno andando uno a uno in pensione e oggi fare il geometra nello Stato paga ? in termini economici ? no di certo (Euro netti media 1200/1400 ?) in termini di prestigio ? lasciamo perdere. Un RUP (enormi responsabilità, nessuna assicurazione, se richiesta i Dirigenti ti dicono fattela tu privata, sì con quali soldi ?) Archeologo, Architetto.. prende Euro netti 1400/1750 fine carriera, eppure lo fa, ha alta specializzazione, ha pubblicato i suoi studi, lavori, restauri (spesso meglio e di più di un Universitario), ma non vale niente per lo Stato (vale meno della metà di un commesso del Senato, un decimo di uno stenografo del Parlamento), questa è la verità.
Nonostante questo si lavora tanto, tantissimo, anche in ferie…. perchè si è scelto questo lavoro. Ma poi non si può finire un giorno sì e uno no sui giornali se c’è un crollo. Ben vengano i fondi straordinari, ma l’ordinario è fondamentale, il flusso quotidiano di lavoro di manutenzione, è là che abbiamo i problemi maggiori. Ci chiediamo ma prima, le soprintendenze avevano nei propri ruoli operai, falegnami, giardinieri, oggi è tutto legato agli appalti, così se non si riesce a fare… l’erba non si taglia, il muretto si sgretola. E il turista di turno denuncia. E i giornali fanno titoloni. E’ stato chiesto tante volte di costruire un codice degli appalti speciale per i BB.CC., le case di Pompei non si possono trattare come un km di strada da asfaltare. E’ difficile preventivare con certezza ogni voce di perizia prima di avviare i lavori, finisci nelle varianti (mai uscendo dal budget, sia chiaro, non si può) e non la finisci più di adattare, modificare, cercare soluzioni, perchè i bb.cc. sono così, complessi, delicati, pieni di sorprese, continuamente. E’ il loro bello, da un certo punto di vista, anime vive, non cose morte.
Detto questo, ma ci sarebbe molto di più da dire, sono stata in passato e continuo ad essere assolutamente sicura che il nuovo Rinascimento passa dalla loro cura integrata con la valorizzazione dei mestieri, dalla diffusione della conoscenza e soprattutto dal loro inserimento in un territorio sano, bello, curato, agibile.
Io spero che i 105 milioni europei per Pompei vadano impegnati e spesi bene, spero che non prevalgano altre dinamiche, lo spero per Pompei e per la rinascita di questo Paese. Ma si deve vigilare. La straordinarietà da noi è purtroppo a volte tragicamente negativa.
06/01/2012 @ 19:53
Risposta piena di spunti operativi, grazie.
06/01/2012 @ 16:26
Su Pompei confermo tutto, visto che ci sono andato poco tempo fa. La vigilanza è assolutamente inadeguata tanto che numerose case sono state oggetto di scritte e graffiti.
E’ paradossale come una delle poche voci in attivo per il nostro paese venga trascurata e lasciata in uno stato di degrado di cui, per quanto cerchi, non trovo paragoni in nessun’altra parte del globo. Sommando l’incapacità cronica ad investire in questo settore con la politica di assunzioni illustrata si ricava la dimensione del fallimento.
06/01/2012 @ 17:36
Fino alla metà degli anni ’80 si svolgevano regolari concorsi, molto selettivi (2 temi scritti e un’orale) ogni 2/3 anni per assumere funzionari tecnico-scientifici nell’Amministrazione dei beni culturali. L’ultimo vero grande concorso risale al 1979/80. Era una prassi di rinnovo costante che ottemperava al dettato costituzionale che nella PA si entra per concorso, poi è saltato tutto. Per molti molti anni non ci sono più stati concorsi, ci sono state immissioni dirette (poche), poi il nulla. Sono ripresi in anni recenti con quiz di selezione (!!). Intere generazioni di tecnici sono rimaste fuori. Il corpo dei funzionari (quelli che fanno funzionare la macchina della tutela, della conservazione, degli allestimenti e delle aperture di musei e mostre ecc.) è invecchiato, e ora ha cominciato ad andarsene, una emoraggia. Tutto questo non passa senza incidere nella carne viva del patrimonio culturale. Possiamo rimediare a tanto scempio ? forse sì, ma si deve inventare qualcosa.
06/01/2012 @ 18:44
Aggiungo che, al di là del problema morale di conservare la nostra memoria, c’è un positivo ritorno economico negli investimenti e nella spesa in cultura. Qualche anno fa lessi in uno studio se non ricordo male della Camera dei Deputati, che il moltiplicatore era il più alto di tutti gli investimenti.