Chiunque vinca in questa cacofonia politica ha bene in mente quale sia la questione più importante da portare a casa una volta ottenuta la agognata vittoria?
Lo spread? L’IMU? La vendita degli immobili? Per favore.
Sentiamo un osservatore di mercato neutrale, ex banchiere centrale alla Bank of England, Buiter oggi capo economista di Citigroup.
“Continuiamo ad attenderci che la Grecia lascerà l’area dell’euro nel prossimo anno o due. La probabilità di una uscita della Grecia (Grexit) nel brevissimo termine è scesa, il ché riflette un cambiamento di atteggiamento tra le nazioni creditrici dell’area euro, specie la Germania, che paiono aver deciso che i probabili costi economici ed elettorali di una uscita greca a breve superino i costi pressoché certi di un finanziamento addizionale della Grecia appena sufficiente per rimanere nell’area euro per il momento. Ma non vi è nessun segno che questi creditori intendano ristrutturare il debito greco a sufficienza oppure moderare l’austerità fiscale (che richiederebbe finanziamenti addizionali) a tal punto da permettere all’economia greca un qualche spazio vitale per riprendersi. Il debito pubblico greco sul PIL probabilmente toccherà il 193% nel 2013 nel contesto di un PIL che continua a crollare (collapse è il termine usato, NdR), malgrado il concambio del debito nella primavera del 2012 e l’intensa austerità fiscale. Gli obiettivi del programma greco rimangono irragiungibili per il prossimo futuro. mentre il disagio sociale e la fatica da austerità continuanao a crescere. In assenza di ripresa la Grecia con tutta probabilità uscirà dall’euro anche se non spinta a ciò dai suoi creditori.”
Già. Lo dicono i mercati, mica io.
Quest’analisi fa il paio con l’ottima visione su Vox EU di Jens Nordvig, che parte da dove finisce l’analisi Citigroup:
“Dato che i partner dell’eurozona con tutta probabilità non cercheranno di spingere di per loro la Grecia fuori dall’euro, dovremmo concentrarci piuttosto su quali parametri politici domestici in Grecia farebbero scattare l’uscita. Da questo punto di vista possiamo immaginare che la probabilità di una uscita greca sia funzione della probabilità di elezioni anticipate in Grecia e di una sconfitta dei partiti favorevoli alle riforme: Neo Democratia (ND), PASOK e la Sinistra Democratica… Sondaggi di opinione recenti tutti piazzano SYRIZA in vantaggio su ND. Nel frattempo, Alba Dorata, il partito estremista di destra, sta per divenire il terzo partito, distanziando abbondantemente il PASOK. Dato che il partito vincente ottiene un bonus di 50 parlamentari … una vittoria di SYRIZA potrebbe anche bastare per assicurarsi una maggioranza. Stimiamo che la probabilità di vittoria di SYRIZA in una elezione anticipata sia attorno a due terzi … Ed una elezione anticipata potrebbe essere causata da una serie di eventi. Un fallimento dell’attuale governo di approvare future condizioni dalla Troika … nel 2013 …. è una via. Una graduale emorragia di parlamentari via da ND, Pasok e Sinistra Democratica è un’altra strada. E’ difficile stimare i rischi cumulati di elezioni anticipate, ma una stima attorno al 25% sembrerebbe realistica.“
“Rispetto alla Grecia i sondaggi puntano ad un clima politico altamente instabile. E ciò indica che elezioni anticipate, dovessere essere indette, potrebbero causare un drammatico risorgere dei timori di uscita dall’eurozona. Altrettanto importanti, i rischi politici non sono confinati alla Grecia, così come dimostrato dai recenti sviluppi in Italia“.
Già. L’Italia. Che farà l’Italia dopo le elezioni? Quell’Italia di cui parla Citigroup quando commenta ancora:
“E’ nostra opinione che i programmi anti spread con BCE che durerebbero fino a due anni non restaureranno la sostenibilità fiscale in Spagna ed Italia. Le riduzioni immediate dei costi di finanziamento associate agli aiuti sarebbero utili, ma troppo piccole per influenzare i conti fiscali. Ben più rilevante, gli andamenti dei saldi pubblici (debito e deficit, NdR) continueranno a risultare peggiori delle proiezioni ufficiali a causa di una crescita più debole (in parte dovuta ai moltiplicatori fiscali che si rivelano più grandi di quanto ci si aspetta), una interruzione di austerità addizionale (dovuta alla crescente stanchezza), o ambedue. Per quanto riguarda l’abilità dei programmi delle varie troike di riportare questi Paesi alla sostenibilità fiscale, la situazione è simile a quella di Irlanda e Portogallo (per la quale si prevede … insostenibilità, NdR).”
Grecia, Italia, Europa. Ecco per cosa si vota a febbraio. Altro che spread, IMU, immobili.
Per votare per salvare l’Europa e con essa l’Italia dovete votare contro tutto quello che ha reso la Grecia un paese triste, stanco, stremato. Tutti i politici che hanno voluto l’austerità senza capire che questa distrugge le fibre dell’entusiasmo europeo debbono essere mandati a casa se vogliamo che l’Europa si salvi. Tutto il resto che ascoltate non è politica, è l’anti-politica. E a noi l’anti-politica non è mai piaciuta.
18/12/2012 @ 07:21
Potresti suggerirci qualcuno che si è opposto per poterlo votare?
Sinceramente Monti mi sembra accolto da tutti come il salvatore a parte M5S e pochissimi partiti molto piccoli…
Mi spiace perché l’articolo è ottimo, ma vedo difficile metterlo in pratica…
18/12/2012 @ 07:43
euro è la moneta dei creditori. è stato un mezzo per essere sicuri di riprendere tutti i loro soldi prestati agli stati indebitati. (Non si accettano più svalutazioni sui crediti!) Le grandi banche avevano visto un grande business e l’euro è stato un mezzo per non avere perdite! Non frega niente a nessuno dell’Europa e le teorie sono sempre state create a supporto di qualche esigenza!
18/12/2012 @ 09:24
L’austerità è stata sostenuta (qualcuno dice controvoglia, ma mi sembrano lacrime di coccodrillo) da PDL UDC e PD. Il Professor Piga sta dicendo che non si devono sostenere questi partiti?
18/12/2012 @ 09:27
Lei giustamente scrive:” Per votare per salvare l’Europa e con essa l’Italia dovete votare contro tutto quello che ha reso la Grecia un paese triste, stanco, stremato. Tutti i politici che hanno voluto l’austerità senza capire che questa distrugge le fibre dell’entusiasmo europeo debbono essere mandati a casa se vogliamo che l’Europa si salvi”.
Le chiedo quale formazione politica italiana votare a febbraio allora?
Le uniche che sono contro l’austerità sono forse il Movimento 5 Stelle (con posizione assai confusa su rinegoziazione interessi sul debito pubblico) e Rifondazione Comunista (che propone di violare il fiscal compact).
Non siamo messi beni salvo improbabili sorprese dell’ultimora.
18/12/2012 @ 11:03
Non ho capito, sinceramente, l’analisi che fa Citigroup su Syriza. “Favorevoli alle riforme”…ma se quelle riforme sono il motivo per cui la Grecia è così com’è oggi? Sono le riforme che qui lei avrebbe definito “la stupida austerità”, con qualche eccezione visto che come tutte le analogie non va tirata troppo, e la Grecia non è l’Italia per tante ragioni.
Syriza è un partito fortemente (oserei dire “troppo”) europeista e filo-euro, come ha dichiarato ad esempio qui: http://ilcorsaro.info/nel-palazzo/rovesciare-il-potere-costruire-lalternativa-liberare-leuropa-intervista-ad-alexis-tsipras-di-syriza.html
A meno di non pensare che la Grecia non possa giocare nessun ruolo nella sua crisi, e dipendere solo dalla benevolenza dei suoi numi tutelari, l’idea che un approccio favorevole alle riforme in Grecia aiuti la risoluzione della crisi europea mi sembra un po’ un controsenso. Una controparte consapevole di cosa le spetta – in termini di elasticità rispetto a politiche anticicliche e di lotta a disoccupazione e povertà – è sempre meglio di una passiva: così come un governo italiano che rendesse consapevoli i propri partner dell’eventualità di una propria uscita accelererebbe, secondo me, le riforme senza le quali l’uscita dall’euro si auto-avvererebbe. Mio padre questo lo sintetizzava in un proverbio: “C’ha più colpe lo schiavo del padrone.”
18/12/2012 @ 11:06
Bene Professore mantenga sempre alto il faro sulla realtà greca: pochi capiscono che “persa” la Grecia è persa l’Europa…….
18/12/2012 @ 11:10
Aggiungo anche: molto bene la netta presa di posizione contro i predicatori di una vuota austerità…..
18/12/2012 @ 11:11
Gentile Prof.
Volevo chiederle: secondo lei la ricetta proposta dai promotori di farmareildeclino ovvero meno spesa pubblica meno tasse uguale più crescita è una soluzione: inefficace, inefficiente o un alternativa sensata che può funzionare?
Secondo Lei quali sono i punti di forza/debolezza di questa teoria?
19/12/2012 @ 13:43
Mi permetto: “Finora, la maggior parte dei modelli utilizzati dalle istituzioni internazionali (fra cui quello della Commissione europea, su cui sono basati i programmi di aggiustamento dei Paesi in difficoltà e le previsioni di crescita) indicava il moltiplicatore fiscale a 0,5: cioè a ogni punto percentuale di taglio del deficit corrisponderebbe mezzo punto di minor crescita. Secondo i nuovi calcoli dell’Fmi, realizzati sotto la guida del capo economista Olivier Blanchard sulla base di dati per 28 economie dallo scoppio della crisi del 2008 a oggi, il moltiplicatore si collocherebbe in realtà fra lo 0,9 e l’1,7.” tratto da questo articolo del Sole 24 Ore . Capiamo quindi bene come le ipotesi di taglio della spesa pubblica di FiD in recessione pari, ad esempio, all’1% del PIL possa portare ad uno spettro di peggioramento che va dal – 0,9 al -1,7% PIL. Che porta ad un’aumento del rapporto deficit/PIL con conseguente ricaduta su debito pubblico/PIL, a cui FiD risponde con…abbattimento debito pubblico e taglio di spesa pubblica…quindi vede benissimo che, stando a quanto riferito da Blanchard, la teoria di Fermare il Declino (dell’acqua con lo scolapasta) lascia un pochino il tempo che trova…se cala il PIL (al denominatore), in automatico aumenta il rapporto col debito che sta al numeratore. Ciò che bisogna fare però è aumentare in qualunque modo il PIL, perchè se il moltiplicatore fiscale all’inverso fa danni, possiamo riconoscere che di converso ogni aumento di spesa pubblica (per beni e servizi ecc., per scuole, polizia, ospedali) genera un ritorno, per ogni euro investito in recessione (o depressione come ora), pari ad 1 o addirittura 1,7 euro…ma qui interviene l’UEM: spesa pubblica? No grazie, pareggio di bilancio!!! E rientro dai debiti (che non sono causa della crisi) via Fiscal Compact…direi che la UEM agisce un pochino come farebbe FiD se fosse al governo…con i risultati a cui tutti noi, ahinoi, assistiamo…
18/12/2012 @ 12:37
Capisco il suo appello , ma la “politica” sembra tutta assorbita dal dogma del “ristagno risanatore” come avrebbe detto il compianto prof. F. Caffè, senza margini di riflessione su (più che) possibili alternative. Il problema della sovranità monetaria rimosso per troppo tempo appare in tutta la sua centralità. Pensa vi siano “politici” in grado anche solo di affrontarlo ? Non mi spiacerebbe leggere qualche nome. Mi duole confessare che , per quel che mi riguarda,la cattiva abitudine a non votare è diventato un vizio cronico che desidererei ardentemente vincere.
18/12/2012 @ 12:58
Professore suvvia, che cosa aspetta a farsi avanti…l’Italia ha bisogno di persone come lei, non parli di leaders, lo faccia lei, il leader!!!!
18/12/2012 @ 13:02
Suvvia professore si lanci in politica, faccia il leader!!!!!!!!!! In tanti la stiamo aspettando!
18/12/2012 @ 23:35
Evviva Gustavo Piga!!!! Ci dice quel che molti sentiamo intimamente ma per varie paure non riusciamo a esplicitare. Senso di vergogna della verità? Qui si segnala che è in discussione la scelta ideologica, prima che economica e politica, neoliberale. E’ la scelta ideologca neoliberale che sta uccidendo il pianeta. Dagli anni ’70 ad oggi abbiamo subito varie fasi della sua applicazione: la costante è l’umiliazione della dignità e della coscienza delle persone, per renderle definitivamente dipendenti e inerti rispetto alle scelte di massimizzazione del profitto del capitale (lo so è un linguaggio vecchio, ma si capisce). Finché questa ideologia colpiva il resto del mondo (terzo mondo) ma avvantaggiava l’Occidente, non ce ne siamo voluti accorgere. Adesso, per ragioni strutturali del ciclo capitalistico, l’ideologia neoliberale sta attaccando anche l’occidente, e ce ne accorgiamo. Che esista una destra neoliberale, non sorprende. Ma che esista una sinistra (centro sinistra) più neoliberale della destra, è inaccettabile. Questi fantocci goffi mascherati di pallido rosato sono dei traditori ideologici (ricordiamoci la forte critica pasoliniana al PCI). Quindi, se l’offerta per votare è neoliberale, di centro, di centro sinistra, o di centro destra, e non si ritiene opportuno votare M5S, che si abbia la dignità di NON VOTARE con il porcellum per eleggere dei servitori muti e scemi dell’austerità. Che si eleggano da soli, con una minoranza degli aventi diritto.