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Come aiutare Draghi? Nazionalizzando il Monte dei Paschi di Siena

Siamo – non userei la parola – anzi sì la uso la parola “frustrati”, sì, certamente. Vediamo miglioramenti nei mercati finanziari. Pensiamo che i mercati finanziari siano i soli, ed i necessari, canali tramite i quali la politica monetaria si trasmette. Non andiamo in giro con l’elicottero pieno di banconote, facendole cadere dall’alto. In Europa, si deve passare tramite le banche. Non ci sono mercati dei capitali del tipo di quelli che si hanno negli Stati Uniti, e dunque bisogna passare tramite il sistema bancario.  Ecco perché, nelle mie conferenze stampa, cerco di darvi un’analisi dettagliata dei diversi indicatori; perché ciò mostra come stiamo cercando di esaminare ed analizzare da vicino la realtà, per vedere se gli impulsi che abbiamo trasmesso all’economia da lungo tempo si traducono oggi in un maggior livello di benessere, minore disoccupazione e maggiore attività economica.” Mario Draghi, ieri, mia traduzione.

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Bisogna passare per il sistema bancario. Ma quale sistema bancario? Ci sono sistemi bancari che fanno passare meglio di altri gli impulsi monetari, specie quando questi contano di più, in una recessione come questa?

Secondo tre ricercatori che hanno recentemente pubblicato il loro lavoro sulla prestigiosa collana bostoniana dei working papers del NBER, sì.

Il loro attacco è formidabile; citano lavori precedenti sulla politica monetaria cinese che legano “l’efficacia dello stimolo monetario cinese nel 2008 alla percezione da parte degli amministratori delegati (AD) dalle banche a proprietà statale che i maggiori crediti all’economia aumenterebbero le loro probabilità di promozione all’interno della gerarchia del  Partito Comunista, piuttosto che ad incentivi economici passanti attraverso l’offerta di moneta o i tassi d’interesse. Lo stimolo monetario funzionò perché i quadri dirigenti ordinarono agli AD delle banche statali di agire come i modelli macroeconomici sostengono essi debbano agire – una forma estrema di moral suasion.”

“Un sistema bancario pienamente controllato dallo stato trasmette un aumento di 1% nella base monetaria nell’anno precedente in un – rispetto ad un sistema bancario completamente privato – maggiore aumento dello 0,3% del tasso di crescita reale dei prestiti e dello 0,81% nel tasso di crescita degli investimenti. Questi effetti variano con il variare dello stato dell’economia e della posizione della politica monetaria… La spinta derivante dalla politica monetaria associata ad un controllo statale della proprietà delle banche è maggiore durante le espansioni monetarie e la crescita economica bassa … Le banche a controllo statale appaiono sospingere la trasmissione di politica monetaria precisamente quando la sua efficacia è più rilevante”, e cioè durante le recessioni.

Perché le banche private “appaiono caute e relativamente poco reattive alla politica monetaria”?  E’ la domanda a cui vorrebbe rispondere anche Draghi, immagino.

Gli autori sostengono che forse i banchieri privati “vogliono una vita tranquilla”. Forse gli interessi degli azionisti privati non sono ben serviti da un manager che in un periodo in cui prestare è più rischioso (la recessione) si mettono a servire il bene comune, rischiando i loro soldi. Forse è più profittevole fare semplici arbitraggi che non prestare a piccole imprese poco note.

Siamo dunque pronti ad aiutare Draghi nella sua missione, cominciando con il nazionalizzare il Monte dei Paschi di Siena? Perché no.

3 comments

  1. Ma il vero problema delle banche in Italia è che sono sottocapitalizzate a causa delle fondazioni controllate dai partiti e dai politici della Prima Repubblica.
    Ma la più grande truffa mondiale è il privilegio particolare concesso alle banche che quello di operare in regime di riserva frazionaria che consente alle banche di creare credito (e quindi denaro) dal nulla.
    Per quanto riguarda il MpS credo che una nazionalizzazione temporanea (simile a quanto fece l’Inghilterra con la Northern Rock) sia l’unica via d’uscita. Se alle prossime elezioni comunali vinceranno i grillini ne vedremo delle belle

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  2. Rodolfo Davi

    03/05/2013 @ 21:38

    In effetti è la logica che Draghi sta seguendo: la sua idea è di far entrare in gioco la Banca Europea per gli investimenti, che è una banca pubblica europea, per creare un mercato di crediti cartolarizzati delle PMI. Il ruolo della EIB sarebbe o di impacchettare titoli acquistati poi direttamente dalla BCE o di soggetto che si prende il rischio ricevendo dalla BCE solo la liquidità. In entrambi i casi il rischio di credito sarebbe assunto da una banca pubblica (EIB o BCE).

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