THIS SITE HAS BEEN ARCHIVED, AND IS NO LONGER UPDATED. CLICK HERE TO RETURN TO THE CURRENT SITE
Post Format

Rispettiamo il trattato europeo: innalziamo il rapporto PIL su debito

Se per essere selezionato alle olimpiadi sui 100 metri devo fare 10 secondi massimo, come minimo devo fare 10 metri al secondo.

*

Sono un po’ stufo di sentir dire che il parametro del Trattato europeo ci impone di ridurre il debito. Non è così. Ci chiede, siamo precisi per favore, di ridurre il debito in rapporto al PIL: che non deve essere superiore al 60 per cento, 6 su dieci.

Se faccio l’inverso di questo rapporto, il PIL sul debito, questo dunque secondo l’Europa formalmente e rigorosamente non deve essere inferiore all’inverso di 6 su 10, ovvero non deve essere inferiore a 10 su 6, e cioè 1,6 periodico, ovvero il 166,66%.

*

Ecco, vedete, è semplice. Oggi le cose stanno così.

E’ un grafico che conosciamo bene: a cominciare dall’Olanda (in rosso) con un debito PIL del 71,2% nel 2012 e proseguendo verso destra vedete i cattivi che non rispettano Maastricht con un debito su PIL superiore al 60 per cento. L’Italia è seconda solo alla Grecia.

Ricetta? Semplice, abbassiamo il debito, spostandoci a sinistra, verso il virtuoso Lussemburgo dal debito pari al 20,8% del PIL!

Un momento.

In realtà il Trattato europeo ci chiede, come dicevamo sopra, di avere un rapporto PIL su debito superiore al 166%. Ecco la situazione dei vari paesi:

E’ un grafico che conosciamo meno bene: ma che dice che a cominciare dall’Olanda (in rosso) con un PIL su debito del 140% nel 2012 e proseguendo verso sinistra vedete i cattivi che non rispettano Maastricht con un PIL su debito inferiore al 166 per cento. L’Italia è seconda solo alla Grecia con un rapporto PIL su debito pari a solo il 78% (l’inverso di 127%). Troppa poca crescita.

Ricetta? Semplice, alziamo la crescita, da subito, spostandoci a destra, verso il virtuoso Lussemburgo dal PIL pari al 5 volte il debito!

*

In economia li chiediamo effetti di “inquadramento” (framing effects): le stesse cose, dette in modo diverso, modificano, a volta radicalmente, le reazioni delle persone.

Da ora in poi in questo blog ricorderemo a tutti che il Trattato europeo ci chiede una sola cosa: di avere un rapporto PIL su debito superiore al 166%. Chissà che non capiremo finalmente cosa dobbiamo fare per rispettare la nostra Costituzione europea: focalizzarci sul far ripartire la crescita e smettere di dire che dobbiamo abbattere il debito.

5 comments

  1. Il nostro debito è sostenibile a lungo termine come certificato da comm europea. Vabbè che facciamo continuiamo a raccontare che il problema è debito pubblico?? Taccio su indebitamento in moneta estera, cambio bloccato e differenziali di inflazione che impediscono ai nostri prodotti essere convenienti. Unica strada per crescere comiciare a fare nostri interessi, e i vincoli di maastricht sono incompatibili. Ci vuole tanto a capirlo ?? No, a meno che non lo si voglia continuare a nasconderlo.

    Reply
  2. Fabio Fraternali

    04/05/2013 @ 18:29

    Purtroppo la casalinga di Voghera capisce solo quando si parla di debito/i.
    La stragrande maggioranza delle persone (e quando lo sento al telegiornale mi arrabbio!) confondono debito con indebitamento.
    Credo che il bellissimo passaggio da DEBT/GDP a PIL/Debito (che ci dice che dobbiamo agire sul Pil che deve essere tot volte il debito) sia destinato a rimanere un qualcosa per accademici o per anime belle!
    Un caro saluto

    Reply
  3. Pingback: alibi legitur | sei-uno-zero-nove

  4. io mi domando come certe persona siano proprio sporvviste di concetti di base scientifico matematiche:
    il trattato di mastricht come la legge di stabilità ci impone non un debito del 166% in rapporto al pil ma se mai il contrario cioè se produco 1000 posso indebitarmi fino a 600 e superare e il rapporto tra entrate e uscite della spesa pubblica di soli 60. i somari invece,sostengono che possiamo indebitarci di 1000+600+60 quindi di 1660 ecco perchè sto paese va in malora i somari non voleranno mai!!!!! Prima li rimetteremo a trainare i carri prima usciremo dalla crisi

    Reply

Lascia un Commento

Required fields are marked *.

*