È finalmente chiaro a tutti che l’imposizione fiscale in Italia deve scendere… come finanziare la perdita di gettito?
Una riduzione delle imposte di dimensioni adeguate a far ripartire un’economia disastrata come la nostra deve essere notevole: attorno al 4 per cento di Prodotto interno lordo (Pil) in un orizzonte di due-tre anni…. Tali tagli farebbero però aumentare il deficit.
L’alternativa è una sola. Cominciare immediatamente con un piano aggressivo di riduzione delle aliquote e di dismissioni del patrimonio pubblico e annunciare tagli di spesa da far partire tra un anno, dopo che, sperabilmente, la riduzione delle imposte abbia contribuito a far riprendere l’economia.
È probabile che un piano di questo tipo faccia aumentare il deficit per un anno o due. Di quanto, dipenderà da come l’economia risponderà ai tagli di aliquote e dalle altre misure da avviare comunque per la crescita.
L’esperienza recente dimostra che l’effetto espansivo di riduzione delle tasse compensa la diminuzione della domanda dovuta ai tagli alla spesa. Ma ci possiamo permettere i deficit temporanei che si manifestassero nel periodo intercorso tra i tagli di imposte (subito) ed i tagli di spesa (un po’ ritardati)? La riposta è sì, a patto che le riduzioni delle spese siano credibili.
Alberto Alesina, Due scelte credibili, Corriere della Sera, ieri.
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Che l’imposizione fiscale debba scendere (cosa su cui I Viaggiatori in Movimento scommettono) non mi è chiaro per niente. Specie dopo aver letto questo articolo di Alberto.
Che auspica un taglio delle tasse non immediatamente finanziato da taglio di spese. E’ un peccato due volte, questa idea.
Primo peccato. Perché se il taglio di spesa venisse da taglio di veri sprechi, non quelli della politica, ma della politica degli appalti, non farlo subito sarà stato un’enorme spreco di opportunità, una perdita di un altro anno di governo della cosa pubblica. Perché rinviare a domani qualcosa che serve a tutti oggi? Tanto più se prendiamo atto che il taglio degli sprechi non è recessivo: taglia trasferimenti da un tipo di cittadino (l’imprenditore che ottiene extra profitti ingiusti vincendo la gara d’appalto a prezzi più alti di quelli ottenibili) ad un altro (il contribuente che paga per tali sprechi), senza dunque levare ricchezza al Paese nel suo complesso e senza accelerare la recessione. Anzi, liberando risorse per finanziare (subito) i tagli delle tasse che vuole Alberto oppure maggiore spese, vere spese, non sprechi. Anche perché se questo governo dimostrasse di sapere individuare gli sprechi (finalmente!) potremmo dargli fiducia sul potere di spendere, perché avrebbe dimostrato di sapere spendere bene.
Secondo peccato. Perché non si capisce la logica sequenziale della proposta. Se Alesina chiede minori tasse oggi e minori spese domani è perché sa bene, o crede, che i tagli fatti bene siano impossibili e dunque che si debba andare a tagliare non sprechi ma vera domanda pubblica, esattamente come ha fatto Monti con Bondi, tagli a casaccio, lineari, senza una metodologia forte dietro e soprattutto senza una squadra professionale e ampia di ispettori della spesa.
Sapendo bene ciò, sa che questi tagli lineari sono più, non meno, recessivi del taglio delle tasse, come dimostrano tutti gli studi del Fondo Monetario Internazionale, in barba al suo enigmatico riferimento che “L’esperienza recente dimostra che l’effetto espansivo di riduzione delle tasse compensa la diminuzione della domanda dovuta ai tagli alla spesa” : quale esperienza recente please??
Ma non c’è bisogno di chiederglielo: è lui stesso che ammette che non è così quando chiede che il taglio della spesa sia rinviato di un anno; perché sa bene che un taglio contemporaneo di tasse e spese pubbliche sarebbe recessivo perché l’impatto del secondo sovrasta il primo!
Rovesciando il paradigma: un aumento di spesa è ben più espansivo di un taglio delle tasse in questo contesto economico.
Ne segue naturalmente, ma Alesina non lo ammetterà mai, che quello che dobbiamo fare, subito e non domani, è un taglio degli sprechi negli appalti che finanzi il motore più rapido di ripresa che abbiamo: non il taglio delle tasse ma l’aumento di vera domanda pubblica, come lo stesso Alesina ammette, ma senza dirlo. Investimenti, investimenti, investimenti.
I tagli della spesa non devono essere credibili, devono essere mirati, al taglio degli sprechi. Quello che deve essere credibile è il rientro della spesa pubblica appena usciti dalla recessione, quando potremo finalmente mettere mano a quelle riforme che consentiranno che la crescita sia duratura e di lungo periodo, finanziando così una riduzione permanente della tassazione, senza dover ridurre il ruolo utile della spesa pubblica per imprese e cittadini.
Concentriamoci dunque a stabilire in Europa, in questa Europa ammalata di crisi da domanda, un meccanismo credibile per ridurre la spesa pubblica quando (e solo quando) l’economia tirerà al bello, cosa che non siamo ancora riusciti ad escogitare. Altro che le idiozie, che paiono non finire mai, della Commissione europea e del suo 3% di deficit su PIL da rispettare che genera solo austerità.
05/05/2013 @ 12:01
che schifo!
Anche lei per la svendita del patrimonio pubblico e l’ incenerimeto dei servizi pubblici.
Ma non era lei che diceva “si vende una volta sola” e che ora “chi vende non fa un buon affare”
Durante unacrisi comequesta LA SPESA PUBBLICADEVE AUMTAREA DEFICIT, altr che balle!
Dove siano le prove che lei cita asproposito che tagliare la spesa pubblica porti benefici duranteuna crisi lo sa solo lei e i suoi compari libersti straccioni!
La storia dice esattamente il contrario, caro Gustavo Piga!!
05/05/2013 @ 12:11
chiedo scusa , ma ho postato di getto , leggendo le prime righe (mi hano fatto troppo inc***are, e ho smesso di leggere), credevo fossero sue, invece erano del solito “duo de Rege” dell’ economia italiota.
Chiedo umilmente scusa, ripeto, ma leggere sempre le solite ritrite fesserie mi fa perdere il lume della ragione, lo ammetto
e approfitto per aggiungere un dato.
il dato “virtuoso” sul contenimeto dela spesa pubblica durante espansone(seppure tenue) dell’ economia è unarealtà in riguardo all’ Italia.
n dato per tutti: L’ Italia è L’ UNICO paese della UEM che in questi anni di euro ha DIMINUITO i suoi dipendenti pubblici.
05/05/2013 @ 13:12
Ma è troppo divertente tutto ciò, lo dico con sincerità Marco!!
Un caro saluto
gp
05/05/2013 @ 13:56
guardi, dottore, la prenda come un dato del livello di esaperazione di un italiano (e sud europeo) medio, mediamete informato.
Non concordo con lei sulle soluzioni (una Europa diversa è impossibile, secondo me) ma credo che chi studia l’ economia come lei in maniera “laica” prenda il sopravvento nel dibattito pubblico sui vari Alesina e Giavazzi spinti da una sempre piu’ evidente visione ideologica (e perliamo di una ideologia che potrebbe portarci alla fine della civile convivenza, come la storia ci insegna)
06/05/2013 @ 08:10
La prendo come una cosa bellissima. Grazie.
05/05/2013 @ 17:39
Chi ha incastrato Rienhart e Rogoff?
Oscure forze tramano per diffondere la verità
versione con sottotitoli (visibili solo su desktop e laptop)
https://www.youtube.com/watch?v=qr_bypQ7kes
06/05/2013 @ 08:13
In concreto cosa vuol dire tagliare gli sprechi agli appalti?
07/05/2013 @ 07:55
Sprechi…? Tutti ne parlano, come dell’evasione fiscale, ma poi (anche qui) quando si tratta di trovarli … tutti tacciono.
Professore, ci faccia TRE ESEMPI SPECIFICI di sprechi (multimilonari, non peanuts) che potrebbero essere colpiti migliorando l’allocazione della spesa pubblica. GRAZIE.