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Che aspettiamo? Ditemelo voi.

Mario Draghi, in attesa delle elezioni tedesche, non può che ripetere un mantra sbagliato, quello che l’austerità muore con abbassamento delle tasse o della spesa corrente. Ridurre la spesa corrente è recessivo, se non si individuano gli sprechi, per definizione.

Se io compro una fila di sedie che mi serve per l’aula del primo anno alla mia università di Tor Vergata, questa spesa non solo crea occupazione nel settore della lavorazione del legno ma genera maggiore comprensione del mio corso da parte dei miei studenti che non devono stare in piedi. E’ spesa corrente, che genera maggiore produzione in un momento in cui chi viene tassato per finanziarla non spende, e ha anche il bell’effetto di migliorare la produttività dei nostri giovani nel lungo periodo.

Impedirmi di comprarla, la fila di sedie, è mossa recessiva, austera, che aumenta la disoccupazione, giovanile e non, che Draghi dice di voler combattere. E rende meno svegli i miei studenti (sperabilmente quando vengono alle mie lezioni imparano qualcosa di utile).

Certo se quella fila di sedie la compro a 100 quando potrei comprarla a 80, ciò implica che 20% di quella spesa non genera più occupazione, ma solo sprechi, che arricchiscono il produttore di sedie a scapito del contribuente. Non c’è maggiore occupazione di falegnami dovuta a quei 20, e gli studenti non diventano più intelligenti avendo l’università pagato 20 euro in più.

Sono quei  20 euro che Draghi dovrebbe precisare che vuole tagliare. E che vanno tagliati. Non gli 80.

*

Ma Damiano e Massimiliano, due lettori, non sono contenti. Vogliono sapere cosa è questa storia degli sprechi, dove sono, se non è la “solita balla”.

E allora prendiamo i dati. Ci sono i dati Istat-Ministero Economia e Finanze, le famose indagini conoscitive, incredibile strumento di rilevazione degli sprechi, lasciato a se stesso da chi forse non ha interesse a identificare gli sprechi. Lì Damiano e Massimiliano possono trovare contezza degli sprechi.

E’ da quei dati che nasce l’incredibile lavoro dei tre economisti italiani, Bandiera, Prat e Valletti sull’American Economic Review (la rivista più prestigiosa al mondo per gli economisti), che quei dati usano, dove scrivono che:

“Quanto spreco negli acquisti di beni e servizi potrebbe essere eliminato nel portare “il peggiore al livello del migliore? … Se tutte le stazioni appaltanti dovessero pagare gli stessi prezzi della decima migliore su cento, la spesa scenderebbe del 21%. .. Dato che le spese di beni e servizi sono l’8% del PIL, se gli acquisti ricompresi nel nostro campione fossero rappresentativi di tutti gli acqusiti di beni e servizi, i risparmi andrebbero dall’1,6% al 2,1% di PIL!”

A cui andrebbero sommati gli sprechi non tanto dovuti ai prezzi ma alle eccessive quantità acquistate. 3% di PIL? Certamente. 50 miliardi di euro. Risparmi. Da usare per farci spesa vera.

Eccolo un esempio per Damiano e Massimiliano (ma sui dati Istat tanti altri esempi sono rintracciabili).  Le fotocopiatrici, a noleggio.

In blu i prezzi spuntati dalla centrale d’acquisto Consip, in verde i prezzi medi delle altre amministrazioni, decisamente maggiori. Perché sono stati autorizzati questi acquisti in verde? Chi ha controllato?

Non sono un tifoso della centralizzazione (anche perché impediremmo a qualcuno di riuscire a comprare a prezzi migliori di Consip, oltre a mettere in difficoltà tante PMI) , ma dell’analisi centralizzata dei dati in tempo reale e dei controlli capillari della qualità delle forniture e dei lavori, sì.

Un incredibile volano di sviluppo, le risorse derivanti dall’individuazione degli sprechi. Che aspettiamo? Ditemelo voi.

14 comments

  1. Eh si, LE FOTOCOPIATRICI….
    Mi sembra di vedere il film Jonny Stecchino quando Benigni parla dei problemi della Sicilia…. Il traffico !!! Possibile che sia l’unico esempio di sprechi multimilionari che le viene in mente, professore? Le chiedevo un esempio di spreco multimilionario (non peanuts, come le fotocopiatrici) ed ecco che spunta … il traffico.
    Ma possibile che quando si parla di sprechi tutti ne parlano ma nessuno li indica concretamente? Che cosa frena i professori, i politici, dalll’indicarli concretamente? La paura di perdere finanziamenti e consenso?
    Ora un esperto come lei di spesa pubblica, ha pure presieduto la consip, possibile che non sappia concretamente quali sono gli sprechi, oppure anche lei tiene famiglia? In quest’ultimo caso, ci risparmi le lezioni generiche, please.

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  2. La legge già esiste, ma come al solito….
    Le sue ricette sono:
    1. Analisi dei dati sugli acquisti: ma è la “ragione sociale ” dell’osservatorio degli appalti pubblici dell’Autorita’ di Vigilanza sui Contratti Pubblici… Chi ha mai visto una di queste analisi? Chi ha mai visto i dati che per legge dovrebbero pubblicare?
    2. Controlli capillari della qualità delle forniture e dei lavori. Ma con 25 mila soggetti realizzatori, 7-8 organi di controllo nazionali,…. Chi ha mai visto una efficace azione di controllo? Chi ha memoria di un recente controllo che abbia portato ad una qualsiasi conseguenza significativa sul processo degli acquisti di un ministero o di un altro ente?

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  3. Luigi Biagini

    08/05/2013 @ 08:52

    Senza contare che questi sistemi sono un ricettacolo di sistemi di corruzione di cui non è stato stimato l’effetto!

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  4. Fabrizio Padua

    08/05/2013 @ 09:56

    Parole sacrosante che spiegano in linguaggio semplice dove si possono recuperare i 50 miliardi (quante risorse !) che sono la base della finanziaria dei Viaggiatori in Movimento.
    Penso che questo sia il vero snodo della discussione sulle risorse che mancano e che dobbiamo insistere come un mantra (corretto) portando esempi ed esempi.
    Un esempio come quello delle fotocopiatrici a cui fa seguito un altro esempio e un altro ancora perchè solo con esempi concreti possiamo spiegare a tutti cosa significa risparmiare negli appalti.
    Penso anche che sia importante valorizzare il lavoro delle convenzioni MEF che la Consip sta portando avanti perchè la distanza tra la riga intera e quella tratteggiata è scandalosamente alta.

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  5. Il mio parere, assolutamente non suffragato da dati, è che gli acquisti della PA siano così cari perché le aziende scontano i lunghi tempi di incasso del credito.
    Se si riuscisse davvero a rispettare i termini di pagamento, poi, si potrebbero sanzionare le amministrazioni viziose.

    Questi numeri sono mostruosamente alti e, sinceramente, mi sembra poco probabile riuscire a liberare risorse pari al 3% del PIL. Però, almeno, ci sono degli obiettivi chiari e un piano di lavoro. Che, credo, è quel che manca alla politica attuale, troppo preoccupata a comunicare, ma non si sa bene che cosa…

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  6. Lorenzo Donati

    08/05/2013 @ 11:56

    Caro Prof, grazie per il chiarissimo articolo e per aver “linkato” le indagini Istat-Ministero !

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  7. Gentile professore, purtroppo a volte non è così facile evitare gli sprechi perchè gli strumenti messi a disposizione sono fatti male. Mi chiarisco con un esempio. Abbiamo dovuto acquistare un maximonitor da collegare al pc per la videoproiezione delle lezioni dei docenti in un’aula di formazione (certo, magari gli architetti che hanno fatto i lavori di ristrutturazione dell’aula avrebbero potuto pensare, anzichè a fare le pareti in legno, di lasciare uno spazio per i più classici – e meno costosi – schermi e videoproiettore, ma lasciamo stare, perchè la questione attiene alle competenze – scarse – dei liberi professionisti). Siamo andati su consip e abbiamo cominciato a cercare “televisori”: appaiono oltre 3000 referenze. Mettiamo altri parametri di ricerca, ma quello che maggiormente interessa per un televisore, i pollici, non c’è! Dopo una giornata di occhi distrutti sul monitor, poichè le referenze continuano ad essere oltre 2000, decidiamo di andare a vedere in un centro commerciale più o meno il costo di un televisore da 50-60 pollici, e vediamo che all’incirca si aggira sui 1000 €. Ritorniamo su Consip e mettiamo il costo come parametro di ricerca ed otteniamo finalmente una sessantina soltanto di referenze. Dico io: costerebbe tanto mettere a disposizione un servizio di assistenza tecnica che consenta ad un povero impiegato – che non può essere tuttologo – di orientarsi in quel guazzabuglio di offerte? Mi fa rabbia pensare che abbiamo dovuto sprecare quasi tre giorni per fare un’acquisto che avrebbe richiesto poche ore, così come mi fa rabbia pensare che magari mettendo un altro range di prezzo avremmo forse potuto risparmiare magari anche 100 euro. E’ un piccolo aneddoto, ma il fatto che certi strumenti si fanno senza tener minimamente conto del modo con cui gli impiegati lavorano effettivamente!

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    • Grazie. Trasferisco a Consip e vediamo se ci rispondono. Ma il suo intervento è come dovremmo organizzarci per il miglioramento: con più risorse, dedicate a scovare inefficienze e nuove opportunità.

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  8. massimiliano aita

    09/05/2013 @ 08:04

    Prof. Piga sappia che per me lei e’ una luce in questo desolante panorama di funzionari e burocrati che ci propinano teorie economiche quasi fossero dogmi di fede.
    La mia richiesta concernente i dati sugli sprechi nasce dal fatto che quando mi trovo a discutere in merito alla mia convinta adesione alle sue teorie, mi viene chiesto: ok tu sei per maggiori investimenti pubblici e per tagli non lineari. Ma cosa taglieresti?
    Ecco il suo post mi ha fornito una risposta.
    La ringrazio.

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  9. Pingback: Che aspettiamo? Ditemelo voi. « Sud – Il Blog di Gianfranco Miccichè

  10. Valerio Poi

    09/05/2013 @ 15:30

    Non sarebbe difficile coniugare i paramentri Cosip nazionali con le possibili iniziative in termini di acquisto da perte dei vari soggetti locali/setoriali: basterebbe una norma che laasciasse libere le amministrazioni di acquistare “fuori consip” ma solo a patto pagare prezzi più bassi rispetto al listino Consip. Inoltre si potrebbero inserire dei meccanismi di “premialità” sui risparmi che le singole amministrazioni riescono a ottenere sui “listini consip”.

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  11. Pingback: Le sedie del Prof. Gustavo Piga economista | democratici&riformisti

  12. Non sono sbagliate le istituzioni o le leggi italiane, ( anche perchè non potrebbero essere tali in un mondo globalizzato dove si conosce tutto e tutti in un batter di ciglia),bensì MOLTISSIMI dei POTENTI posti ( …. da chi?) a capo di queste istituzioni che sono la rovina dell’Italia.

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