Bello il motto del convegno: “conoscere il presente, progettare il futuro“.
Non tanto per l’ovvio fatto che per progettare il futuro bisogna conoscere il presente. Ma piuttosto perché per conoscere il presente, specie nel campo ancora oggi così ignoto della corruzione, bisogna prima di tutto progettare il futuro: un futuro dove la lotta alla corruzione è posta come priorità. A quel punto certo che potremo conoscerla la corruzione nel presente, e combatterla, perché avremo messo a disposizione di chi la corruzione deve analizzare, prevenire, combattere, le giuste e necessarie risorse (oggi pari a briciole).
Rimane l’amarezza. Per un Paese che fino ad ora sull’informazione contro la corruzione non ha voluto investire. Non ci sono soldi, quei pochi spiccioli, per pagare statistici di valore che lavorino sulle varie banche dati delle denunce e delle condanne e mettere i risultati al servizio di chi combatte sul territorio la corruzione con poche armi e tanta abnegazione. Non ci sono soldi, pochi spiccioli, per premiare e proteggere chi potrebbe testimoniare contro la corruzione. Non ci sono soldi, pochi spiccioli, per centralizzare i dati sugli appalti in tempo reale così da bloccare sprechi ed identificare i cartelli tra imprese, spesso segnali inequivocabili della presenza di corruzione. Non ci sono soldi, due spiccioli, per finanziare la nuova Autorità Anti Corruzione.
Di buono c’è che il Paese è pronto, per appoggiare qualsiasi governo che ci metta la faccia nella lotta contro la corruzione. Una maggioranza trasversale, che taglia spesso in due i partiti, è pronta a sostenere tale azione.
22/02/2013 @ 12:47
CARO PROF.
come sempre tutto giusto.ma finchè ci saranno leggi e leggine , comuni, provinc, regioni, burocrazia borbonica ecc ecc che per ottenere non dico un documento ma
una semplice informazione per il cittadino o l’impresa bisogna avere il FAVORE
dell’amico o del conoscente ci sarà la corruzione, la tangente, il pizzo.
potrei scrivere un libro ,nel corso della mia vita, di intoppi all’INPS , alla ASL ,agli
uffici imposte , ai tribunali per finire alle forze dell’ordine .e capisco là dove il favore te lo fà la criminalità.
e cosa fà la CCIA ( a servizio delle aziende da cui è pagata ) ? le strozza con codici
e codicilli burocratici come tutte le altre istituzioni.
ma noi seguiteremo a creare enti, autorità garanti: di che cosa ???
saluti cordiali
22/02/2013 @ 14:34
Il Paese è pronto, ma affinchè sostenga e dia gambe ad una azione capillare anti-corruzione, è necessario che sia messo in condizione di sapere cosa e come avviene nelle sedi istituzionali.Per far sì che si possa entrare nel merito, finalmente, dell’azione di governo..Per questo è necessario rendere trasparente la attività istituzionale, attraverso una comunicazione istituzionale efficace ed efficiente.Solo così si può mettere in pratica il concetto di istituzione al servizio dei cittadini, e non autoreferenziale e a spot….