Leggo che il Ministro Cancellieri parla di un nuovo approccio alla gestione dei beni sequestrati alla mafia.
Dal Corriere: Anna Maria Cancellieri che in un’intervista al Sole 24 Ore e all’Unità arriva anche a prospettare la possibilità di vendere i beni sequestrati alle cosche. Un aspetto sul quale in passato c’è stata sempre molta cautela per il pericolo che gli stessi mafiosi potessero rioomprarsi, anche sotto falso nome, quello che è stato confiscato dallo Stato. «La legge che regola il sequestro e la confisca dei beni alle mafie va rivista -dice il ministro- perchè è stata concepita quando i sequestri erano pochi e soprattutto vanno rivisti i criteri base dell’Agenzia dei beni confiscati…Il rischio che tornino nelle mani dei clan esiste, ma vorrà dire che saranno nuovamente sequestrati e confiscati e lo Stato ci guadagnerà due volte». ».
Spero che l’approccio nuovo veramente non stia in tutto ciò. Sarebbe drammaticamente vecchio, per non dire di peggio.
Il Ministro Cancellieri potrebbe fare invece qualcosa di molto più innovativo e semplice. Usare questi beni immobili per affittarne gli spazi ad un prezzo molto conveniente (minore di quello di mercato) a nuove imprese, start-up, per un periodo non superiore a 3 anni, il tempo necessario per permettere a queste di dimostrare con meno ansia la loro bravura.
Lo fanno gli inglesi, Ministro, perché non possiamo farlo anche noi? Un piccolo sforzo per una grande battaglia di civiltà, Ministro, che ne dice?
07/05/2012 @ 10:02
Mi permetto di aggiungere, concordando con lei, che questi beni, in larga parte immobiliari, possano essere utilizzati quali strumento di garanzia per “nuove imprese, start-up, per un periodo non superiore a 3 anni, il tempo necessario per permettere a queste di dimostrare con meno ansia la loro bravura”. Bisogna sempre ricordare che soprattutto in Sicilia non è tanto difficile fare nuove iniziative imprenditoriali quanto accedere al credito.