Scusate ma non resisto. Facciamo parlare gli imprenditori ai quali il Ministro Fornero chiede di avere “un atteggiamento più volto all’investimento”. Snaidero, per esempio, da sussidiario.net: leggendolo si vedono bene i problemi di domanda (aggregata e di credito) e anche di offerta di credito:
“Cosa dobbiamo fare ancora? Quando vediamo ottimismo e crescita possiamo anche investire. Ma in un momento come questo chi investe? Dove? Per cosa? Per un mercato in caduta? Senza dimenticare che le risorse per gli investimenti non si trovano così facilmente, dato che le banche hanno chiuso i rubinetti dei finanziamenti …. Quello della ripresa dell’attività dopo le vacanze è un grossissimo problema per le aziende. Se devo essere sincero sono molto preoccupato, perché sento alcuni colleghi, soprattutto titolari di piccole imprese, che sanno già che avranno ulteriori difficoltà a settembre quando si dovrà ricominciare. Certo, ci sono aziende che vanno bene e guardano al futuro con un certo ottimismo, ma la maggior parte ha grosse difficoltà.”
Da che cosa dipendono queste difficoltà?
Principalmente dal mercato interno, che è totalmente fermo, come si è visto dai dati diffusi negli ultimi giorni. Inoltre, il mercato estero sta cominciando a rallentare e la concorrenza straniera si sta facendo più aggressiva. Noi dobbiamo competere con grandi gruppi internazionali che godono di condizioni più favorevoli rispetto alle nostre, che vanno dal credito fino alle tasse. Le difficoltà stanno quindi aumentando e c’è chi sta pensando di andarsene … In questi giorni ho chiamato due colleghi che hanno un’azienda meccanica in Piemonte. Questi industriali sono pronti a chiudere la fabbrica e a trasferirla all’estero. Del resto qui la pressione fiscale è altissima per le imprese e mi hanno spiegato di essere stanchi di lavorare solo per pagare le tasse. Questa mentalità si sta instaurando e consolidando tra gli imprenditori. Io stesso vivo a Udine a due passi da Slovenia e Austria e le assicuro che aumenta il numero degli imprenditori che si chiedono: perché devo rimanere in Italia a prendere bastonate da tutte le parti?
Lei ha citato prima gli ultimi dati macroeconomici che confermano una recessione per l’Italia. Pensa che nei prossimi mesi siano destinati a peggiorare?
Purtroppo ritengo di sì. Del resto in queste vacanze sei italiani su dieci sono rimasti a casa. Si tratta di un segnale molto preoccupante da non sottovalutare. È una catena: la gente resta a casa, il turismo non gira, si consuma meno, le imprese ne risentono, la produzione diminuisce… Non vedo ancora, dopo il decreto sviluppo, delle misure per la crescita. Questo è il grosso problema del nostro Paese. Speriamo che venga fuori qualcosa, ma nel momento in cui ci fossero delle eventuali misure per la crescita, dovrà passare del tempo perché abbiano effetto e si cominci a recuperare.
In questi ultimi giorni si sta parlando di un piano di tagli degli incentivi e delle tasse alle imprese da parte del governo per stimolare la crescita fino all’1,5% del Pil all’anno. Cosa ne pensa?
Possiamo fare tutte le considerazioni e le previsioni che vogliamo, ma nel momento in cui viene presentato un progetto di legge o un decreto c’è il rischio che venga “snaturato” nel passaggio parlamentare. Apprezzo molto quello che ha fatto il governo nella fase iniziale, ma mi pare che da novembre di misure di crescita non se ne siano viste. Da parte nostra abbiamo anche lanciato la proposta di portare l’Iva sull’acquisto di mobili per la prima casa al 4%, ma non è stata presa in considerazione. Nessuno ne parla.
Sembra molto sfiduciato.
Di solito sono ottimista, ma in questo momento sono veramente combattuto. Non riesco a spiegare bene questa sensazione, ma so che è condivisa da altri imprenditori.
Vista la situazione e le parole del ministro Fornero, si sente di dire qualcosa al Governo?
Anche loro stanno combattendo una dura battaglia. Mi auguro che la si possa vincere assieme. Non serve a nulla che una parte accusi l’altra. Quindi dico: ritroviamo lo “spirito di squadra”.
*
Più chiaro di così. Domanda, domanda, domanda. Che manca (assieme a offerta di credito, per trovare compromesso con miei lettori, ma rinnovo l’invito alla lettura di altro post di oggi).
Non so quanto Snaidero venda alla Pubblica Amministrazione. Ma vedo che anche lui chiede un aiuto diretto come l’IVA sui mobili. Se vendesse molto alla P.A. chiederebbe più spesa pubblica via appalti.
Sta di fatto che manca domanda aggregata. Snaidero non si lamenta delle troppe tasse (cosa che farebbe bene a fare comunque): si lamenta delle troppe tasse ORA. Distinguiamo dunque il problema ciclico da quello strutturale: farlo è fondamentale per evitare che queste aziende scappino ORA dal Paese o chiudano ORA per sempre. Troppe tasse o poca spesa pubblica? Non importa tanto questo quanto il fatto che dobbiamo agire massicciamente come Europa sulla leva fiscale.
L’Italia può farlo finanziandosi col taglio degli sprechi, risorse che vanno reimmesse subito, non domani, nell’economia, scordandonci di ripagarci il debito che fa crollare il PIL e salire il debito su PIL. La Germania può farlo di più di noi, creando un vantaggio per tutta l’area euro, facendo ripartire anche il nostro export (sì, più export italiano salva la Germania perché salva l’euro, ecco il paradosso che sempre più tedeschi hanno ben chiaro in mente).
Dobbiamo rifiutarci a tutti i costi di firmare il patto Anti spread in cambio di austerità: se lo facessimo a quel punto sarà finita. E’ l’ultima stazione, parlatene, chiedete crescita subito, in cambio di riforme quando usciremo dal tunnel.
10/08/2012 @ 08:29
Professore ma cosa aspettiamo a mettere i banchetti per strada? A sollecitare la GENTE a scendere democraticamente per strada per manifestare il proprio dissenso, che è l’ UNICA cosa che li potrà fermare e convincere ad abbandonare la strada del rigore?
Lei sa perfettamente cosa ci aspetta qust’ autunno e inverno e peggio nel 2013…lasci da parte le dichiarazioni di principio sull’ Uomo e sull’ Etica che sono deleterie e trovi parole forti che muovano la gente e gli imprenditori tutti insieme perché sennò per essere stati moderati oggi ci toccherà essere eroici domani e non conviene a nessuno.
Glielo dico perché lei ha intenzione di muoversi mentre altri no ma lei deve capire quello che non sembra voler accettare e cioè che l’ unica speranza (non certa) di salvezza viene dal riuscire a sensibilizzare la massa dei cittadini per spingerli a far sentire la loro voce e per far questo occorre che lei alzi con urgenza il tono. Se lei cerca su internet ci sono siti che stanno preparandosi per quest’ inverno a sfruttare i disordini sociali per compiere azioni esteme, alcuni parlano di prendere il potere…dobbiamo per forza lasciare il pallino ai peggiori? Professore dica chiaramente cosa stiamo rischiando, denunci gli scopi di chi con la politica di rigore sta giocando una partita spregiudicata in cui pensa o di vincere tutto o di far rovesciare il tavolo.
10/08/2012 @ 09:03
un peggiorato stato economico (in seguito alle politiche di “austerità”) è funzionale ad una maggior redditività del capitale prestato, in quanto il soggetto debitore presenterà rating sempre peggiori con conseguente aumento degli interessi.
10/08/2012 @ 10:09
Carissimo signor Roberto Snaidero,
anche se lei ha una grande e famosa azienda e io sono una comunissima cittadina, ci accomuna il fatto che entrambi siamo vittime di un’antidemocratica Europa che non esiste (come spiega l’antropologa Ida Magli) se non come folle progetto imperialistico e della sua moneta unica che ne è il principale strumento.
Le hanno fatto credere che con l’euro avrebbe avuto dei vantaggi (tipo pagare meno i dipendenti, come sempre avviene quando le valute non possono fluttuare), ma non le hanno spiegato che alla fine lei stesso sarebbe stato vittima del sistema. Infatti, come lei stesso ha scritto è una catena: se i dipendenti delle aziende italiane ed europee non vengono pagati adeguatamente, se l’Europa è zavorrata dall’austerità, la domanda interna non potrà mai crescere.
Quindi siamo tutti, tutti gli italiani ma non solo, sulla stessa barca; è inutile recriminare e rimproverarci a vicenda (anzi la ringrazio per essere rimasto qui a lottare insieme a noi per un Paese moribondo), dobbiamo fare fronte comune contro l’austerità del regime che sta uccidendo il nostro Paese, le nostre aziende e le nostre culture (italiana, greca, tedesca, spagnola…) figlie di secoli di storia.
La pressione fiscale è altissima, ma non perché il tabacchino o l’idraulico non fanno lo scontrino o la ricevuta (per sopravvivere) o perché l’impiegato del comune fa la pausa caffè troppo lunga o perché ai parlamentari regalando l’agenda di pelle. Siamo tutti sottoposti a ricatto in un regime del terrore volto a trasformare l’Italia in uno stato vassallo e a far pagare i costi alle aziende piccole e medie e ai cittadini.
Non ci sarà mai nessuna misura per la crescita, ma solo una svendita sottocosto dei beni pubblici e delle aziende italiane fatte volutamente svalutate per favorire le grandissime élite (a cui evidentemente neppure lei appartiene) che si approprieranno di tutto quello che abbiamo costruito e che ci appartiene.
L’attuale governo è il nostro nemico perché non ci rappresenta e attua riforme antidemocratiche, antisociali e anticostituzionali. Se non capisce che il governo le è nemico anche quando attua misure che danneggiano i dipendenti e i cittadini tutti (che alla fine si sono ritorte anche contro la sua azienda) non ha speranza.
Il debito pubblico è nato PRIVATO e dipende principalmente dall’azzardo morale delle banche che gli stati si trovano costretti a salvare a spese di tutti noi, facendo morire i Paesi.
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-10-22/banche-pigliatutto-081326.shtml?uuid=Aatwj2EE
Il Fiscal Compact, il Patto Antispread, l’austerità e prima ancora i trattati europei non sono affatto stupidi, anzi stanno funzionando benissimo nella loro opera di distruzione dei Paesi, delle piccole e medie imprese e dei popoli, scopo per i quali sono stati ideati e attuati.
Forse le farà impressione sapere di stare nella stessa barca dei suoi dipendenti (e poco la consolerà aver avuto una cabina di prima classe quando la barca affonderà, anzi lei ha da perdere più di noi) ma si sarà reso conto che i signori Monti, Fornero, Passera & c. se fregano dei suoi appelli esattamente come se ne fregano di quelli del prof. Piga. Loro non ci rappresentano, non stanno lavorando per noi, ma CONTRO di noi. Quindi l’unica speranza per l’Italia è restare uniti e remare tutti insieme.
Penserà che una cretina qualsiasi come me non può spiegare nulla a una persona come lei e avrebbe ragione se le mie semplici parole non si basassero sulle teorie e le analisi di grandi economisti (tra cui premi Nobel come Krugman) sostenute qui in Italia da validissimi economisti e divulgate principalmente:
- dal prof. Bagnai (su Goofynomics)
- dal prof. Claudio Borghi (forse quello più in linea con la sua posizione?)
e dal prof. Piga (che però non riconosce la responsabilità dell’euro, il che, a mio modo di pensare, rende sterile la sua preziosissima opera).
Con grande stima e la speranza di poter contare su di lei per il futuro della nostra Italia.
10/08/2012 @ 10:54
“Cosa dobbiamo fare ancora? Quando vediamo ottimismo e crescita possiamo anche investire. Ma in un momento come questo chi investe? Dove? Per cosa? Per un mercato in caduta? Senza dimenticare che le risorse per gli investimenti non si trovano così facilmente, dato che le banche hanno chiuso i rubinetti dei finanziamenti.
Sono parole forti Prof,mi ritornano in mente le lezioni di Paesani in merito gli animal Spirits degli imprenditori, siamo in un contesto dove gli spiriti animali vivono un crollo senza precedenti, il ministro Elsa Fornero giustamente non può affermare in pubblico: imprenditori non investite i vostri capitali, però dovrebbe comprendere che uno stato forte può essere in grado di supportare l’attività d’impresa come ha già dimostrato nei precedenti post di questo blog, queste riflessioni possiamo condividerle, avviarci dibattiti interessanti, però devono arrivare nella zucca dei funzionari e dei dirigenti che si trovano al governo, che viviamo una crisi da domanda sono riusciti a comprenderlo anche studenti che non necessariamente sono di Economia grazie a questo blog molto chiaro, ormai è evidente anche ai muri che la domanda aggregata è crollata, sono state evidenziate anche strategie per rilanciarla, cosa possiamo fare ancora? lei prof è l’unico che può vantare contatti con soggetti al governo e con il mondo delle istituzioni, se non vogliono comprendere allora incomincio a credere veramente prof che vi siano interessi più importanti rispetto al rilancio di un ‘eurozona.
10/08/2012 @ 14:50
Che il ministro Fornero soffra di miopia credo sia ormai un fatto evidente. Tuttavia credo che le osservazioni di Snaidero siano da considerare con qualche elemento critico:
a) non e’ possibile ridurre il problema della competitivita’ delle imprese italiane al solo problema fiscale che e’ comunque uno dei fattori critici. Tantomeno non possiamo ipotizzare scaglioni IVA ciascuno a beneficio della propria industria ed impresa. Anche in questo caso noi Italiani pecchiamo sempre della ricerca dei propri interessi specifici e non quello dell’interesse nazionale e di sistema economico.
b) la ricerca di ‘sistemarsi’ oltre confine e’ un atto di libera iniziativa, lo faccia e basta. Non vedo in Slovenia o Austria dei sistemi industriali che possano apportare vantaggi di lungo periodo (R&D, Universita’ e Ricerca, porti/aeroporti, subfornitura, tasse e tributi, regole sull’occupazione, ecc…) mentre e’ chiaro che in momenti come questi i nostri vicini di casa ‘regalano’ concessioni per la localizzazione delle imprese a tempo determinato per poi riprendersi con gli interessi quanto concesso ma nel lungo periodo.
c) questo dimostra ancora che anche gli imprenditori italiani devono ‘svecchiarsi’ dalle logiche di loggia di mercanti, investire loro stessi nella ricerca e diversificazione di impresa e del rischio e localizzarsi piu’ vicino a quei mercati dove la domanda e’ in forte crescita. Brasile e India, altro che Slovenia e Austria! Ma con le proprie risorse…se poi accettassero anche il capital venture rinunciando anche a una fetta di proprieta’ (anche temporaneamente) non sarebbe poi male. Immissione di managers internazionali a livello corporate pagandoli anche profumatamente se fosse necessario.
d) tutto questo non nega il fatto che l’Italia debba rivedere e di molto anche la politica fiscale. Io sostengo un’imposta sui redditi molto piu’ contenuta e aliquote IVA differenziate sul territorio (regioni), sul modello dei singoli stati USA, dove secondo la geografia naturale ed economica siano necessari in modo alquanto differenziato interventi dello stato e del governo Federale, e dove lo stato Federale provvede allo standard unico ed omogeneo in settori di competenza federale, quale difesa, salute, esteri e rete delle infrastrutture federali.
10/08/2012 @ 15:44
secondo me firmare il patto antispred fa parte di una strategia per togliere il potere alla popolazione in quanto saremo obbligati a seguire le indicazioni della BCE o di chi per esso. I partiti politici sanno che perderanno le elezioni e quindi, per mantnersi al potere, il governo firmerà il patto antispread. Il fatto del debito pubblico è una bufala per imporre regole antidemocratiche e mantenere lo status quo (prova ne è il Giappone che ha un debito elevatissimo e tassi di finanziamento bassissimi-basta guardare le immagini del dopo tzunami e paragonarle con quelle del terremoto in abbruzzo http://www.feeldesain.com/japan-one-year-after-tsunami.html). Come più volte riportato su questo post il probema vero è la crescita della domanda aggregata. Le misure di austerità porteranno l’italia verso la grecia (io abitando in una regione a statuto speciale spero nell’autoderminazione e nell’uscita dall’italia che non ha mantenuto i patti). Senza crescita l’italia è senza speranza ed il fallimento si avvicina.
10/08/2012 @ 20:37
Leggendo questi post si ha una rappresentazione in miniatura di quale sarà lo stato d’ animo degli italiani quest’ inverno.
O cominciamo a fare qualcosa adesso tutti insieme trovando degli interessi “comuni” anche fra le forze sociali tradizionalmente contrapposte o prepariamoci ad assistere a una shark feeding frenzy di rabbia, paura e quel che è peggio di gruppetti politici pronti a sfruttare il malcontento irrazionale di chi è sull’ orlo della disperazione.
Guardi che ha ragione Livan, lei è uno dei pochissimi che può fare qualcosa, ma è assolutamente necessario che tutti gli italiani vengano chiamati a far sentire la loro voce democraticamente, uniti da una nuova idea di patto sociale che è compito degli economisti come lei individuare e proporre.
Una sua collaboratrice parlava della parresia; ecco prendendola nel senso autentico del termine lei dovrebbe fare il parresiastes lasciando da parte le mediazioni a tutti i costi. Solo la consapevolezza da parte di chi prende le decisioni che la gente ha capito e non è più disposta a subire passivamente può sparigliare il gioco in un finale di partita altrimenti segnato.
16/08/2012 @ 05:42
Chi ha la possibilità di fare una cosa, ha il dovere morale di metterla in atto
Lei caro prof. ha questa possibilità, sprecarla sarebbe un delitto