Qualche lustro fa, Lorenzo Bini Smaghi, allora membro della BCE, presentò a Villa Mondragone, al consueto bell’evento estivo di Tor Vergata, questa tabella della BCE sulla deflazione. La sua opinione rifletteva quella degli analisti intervistati dalla BCE per il 2009: la deflazione non è un evento probabile.
Prese subito dopo la parola Jean-Paul Fitoussi e disse una cosa che mai dimenticherò: “la deflazione – affinché possiamo dichiararla sconfitta – non deve essere “improbabile”, deve essere “impossibile”; troppo pericoloso è scherzare col fuoco e lasciare anche il seppur minimo dubbio che questa possa materializzarsi, anche con una probabilità minima”.
Aveva ragione. Abbiamo giocato col fuoco, e ora è diventato un incendio, quello della deflazione che aumenta i tassi reali per i debitori in difficoltà ed i salari reali forzando le imprese a licenziare e a non assumere.
Ora è troppo tardi, le probabilità si sono rovesciate e quello che è divenuto improbabile è che la BCE raggiunga più il suo obiettivo del 2%. Peggio ancora, le aspettative – in 7 anni di fallimenti epocali da parte della BCE - si sono consolidate attorno a prezzi stabili o decrescenti e solo un cambio di regime monetario impensabile, uno che fissi ad esempio l’obiettivo d’inflazione al 5%, forse potrò riportarci fuori dalle sabbie mobili, aiutato da una politica fiscale massicciamente espansiva.
Cominciando ora, a parlare a Francoforte di un’inflazione del 5%, forse tra 7 anni possiamo sperare di essere tornati stabilmente a quota 2%.
16/03/2016 @ 16:27
Buongiorno,
non mi sembra che la zona euro sia già in deflazione.
Il fenomeno in atto è dovuto al crollo delle materie prime più volatili (energia e alimentare) che non costituiscono di per sé uno shock deflazionistico. Consiglierei di studiare (con le pinze) il caso svizzero : dal 2009, 5 volte in deflazione con disoccupazione inesistente e crescita modesta ma positiva…
Blanchard già alcuni anni fa aveva suggerito di portare l’obiettivo d’inflazione a 4%…e Bofinger gli aveva risposto che era “pazzo”.
Scusi, quando evoca gli “errori epocali” della BCE, pensa alle Omt, al whatever it takes al QE o ad altro?
17/03/2016 @ 12:12
Ma fissare l’obiettivo al 5% significa anche cambiare molte variabili in una economia, che dopo si comportera’ con in mente quel nuovo obiettivo. E una volta arrivati al 2% non sara’ facile dire che dal giorno dopo bisognera’ ritornare a comportarsi come 7 anni prima. Penso che poi la spinta diventi piu’ forte del necessario. Ma a quel punto la frenata dovrebbe essere maggiore e via di seguito…
18/03/2016 @ 06:51
E’ l’arte del banchiere centrale. Roosevelt e la Fed ce la fecero portandola dal -11% del 1932 al +5% del 1934. Non salì mai sopra il 5%, scendendo spesso attorno al 2%. Noi non siamo capaci? UN altro fallimento della BCE.
18/03/2016 @ 03:33
La deflazione (rispetto al benchmark del 2%) aumenta il debito pubblico di x% l’anno? Dovremmo richiedere indietro i soldi alla BCE. Così facciamo anche helicopter money e finanziamo la ripresa. Molti (io pure: http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/15/deficit-e-ripresa-dei-consumi-una-domanda-semplice-ad-alesina-e-giavazzi/1341282/ ) suggeriscono una politica di bilancio espansiva. Ma la verità è che la BCE impedisce queste politiche con la minaccia di far risalire e i tassi e gli spread (Le OMT, che dovrebbero essere l’antidoto, hanno in sé troppa ambiguità). Il cuore del problema è la BCE.
18/03/2016 @ 06:52
Interessante prospettiva quella della BCE che blocca la politica fiscale. Può darsi. Io credo che sia la politica a avere paura di dire alla BCE cosa fare, o piuttosto che alla politica stia bene una BCE così. Un grave errore, l’ennesimo.
18/03/2016 @ 10:56
La politica monetaria la fa la bce che non deve tener conto degli elettori. La politica fiscale la fa i governi che devono tener conto degli elettori. Se le due politiche sono complementari, il politico non volendo correre il rischio di vedere pochi effetti della spesa pubblica preferisce dare la precedenza alla bce. E aspetta. Forse per far smuovere questa classe politica la bce dovrebbe fare politica monetaria restrittiva. Invece si porta avanti un politica monetaria espansiva ma inefficace perche i governi non la supportano con la politica fiscale.
18/03/2016 @ 23:38
Non “deve” tenere conto degli elettori? La BCE? Rudy, siamo seri. Posso anche accettare questa bella frase come normativa ma, come diceva Barro, l’economia normativa ci dice del mondo come purtroppo non è. Il punto è uno solo: Draghi tiene conto degli elettori eccome. Altrimenti non durerebbe un giorno sulla sua poltrona. La domanda chiave è quali elettori influenzano il suo comportamento. Non i greci, senza dubbio.
03/04/2016 @ 12:17
@PierGiorgio Gawronski
certamente il problema è la BCE che impedisce una politica fiscale espansiva, il suo articolo è condivisibile, ma perché allora usa la figura retorica dell’ “helicopter money” così cara a quello che lei stesso definisce “liberismo nostrano” (e non)?
18/03/2016 @ 12:17
La BCE è un organismo indipendente dalla politica. Nessuno può dirle cosa fare!
Basterebbe leggere le dichiarazioni di Dragji negli ultimi 2 anni e in Italia, l’audizione del Presidente della BCE presso la commissione affari economici delle due camere l’anno scorso.
Fare astrazione del debito e del funzionamento dei mercati finanziari, equivale a fare della BCE il capro espiatorio per coprire l’inazione e la miopia dei politici…
18/03/2016 @ 23:32
La BCE è un organismo indipendente? Lei sa di scherzare. Ha mai conosciuto un ente indipendente? Sa cosa è la politica? Poi un certo signor Milton Friedman diceva giustamente che dipendente lo era, la banca centrale, ma dalle banche e che per questo andava temuta e rimessa sotto alla politica: ma mai dubitava che da qualcuno fosse dipendente.
03/04/2016 @ 12:01
Infatti Dobas ha specificato da chi la BCE è indipendente: dalla politica.
Più esattamente si potrebbe aggiungere indipendente da una politica democratica, cioè non una testa un voto, ma un euro un voto.
19/03/2016 @ 07:46
Lei parla della Fed! Non confonda la sfera delle pressioni politiche cui è sottoposto qualsiasi organismo con l’effettiva gestione della politica monetaria da parte della BCE.
Provi ad essere un po’ più preciso rispondendo al mio primo post altrimenti siamo alla chiacchiera da bar…
19/03/2016 @ 08:34
Mi piacciono tanto le chiacchiere da bar. Se proprio vuol esser serio, le consiglio questa lettura, c’è abbondante materiale per giustificare le mie elucubrazioni http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/1467-6419.00125/abstract . L’effettiva gestione della politica monetaria è politica pura. Fatta a suon di telefonate. Ma è pur sempre chiacchiera da bar .
19/03/2016 @ 11:15
Scusi, Le sembra serio postare l’abstract di un articolo di 13 anni fa, agli albori della vita dell’euro e della BCE?
Le consiglierei a proposito l’ultimo libro di P. Artus
“La folie des banques centrales” ed fayard 2016.
Ma sarebbe interessante sapere in che misura le Omt, il takever it takes, il TLTRO, il QE sono l’espressione di una dipendenza della BCE dalla politica e da quale politica…?
19/03/2016 @ 14:02
Ma lei mi sta simpatico. Perché ovviamente l’euro ha cambiato il mondo e la storia delle banche centrali! Forse è questo il problema e la sua prossima sfida.