Più anti-Bundesbank di così Draghi non poteva essere:
“… vediamo un aumento dell’inflazione insufficiente nei paesi dell’area euro non sotto stress a riportare l’inflazione media al 2%. (Così) l’aggiustamento verso il basso dell’inflazione dei paesi sotto stress diventa probabilmente più duro e certamente di più lunga durata, soprattutto se le rigidità nominali implicano che prezzi e costi non si aggiustano rapidamente.”
Poi ci racconta come sono l’apprezzamento del cambio dell’euro e la contrazione del credito a legarsi in maniera viziosa, così da contribuire a peggiorare le aspettative sui prezzi, avvicinandoci sempre più al momento chiave in cui questi cominceranno a decrescere: la deflazione. Credito, cambio, aspettative: tre variabili tutte nelle mani di Draghi e della BCE. Ma il suo discorso è tutto responsabilità ed inazione (“l’obiettivo del 2% d’inflazione va raggiunto nel medio termine”: wow, così sì che influenziamo le aspettative degli operatori sulla lotta alla deflazione!).
Ci fu un tempo. In cui un altro leader, Franklin Delano Roosevelt, FDR, si legò le mani, in maniera irresponsabile, a generare più inflazione per far ripartire l’ottimismo, la domanda di beni, l’occupazione, la crescita, la coesione sociale.
Altri tempi, altri leader: ma è colpa di Draghi se i leader si sono in questa nostra epoca eclissati?
FDR trasformò in una notte il debito indicizzato all’oro in debito in dollari, e diede contemporaneamente il segnale che non avrebbe accettato il disastroso aumento del costo reale del debito pubblico che sarebbe avvenuto con la deflazione con titoli in dollari che pagavano tassi d’interessi vicino allo zero ma pur sempre positivi (vicini allo zero come oggi…). Anzi, che l’avrebbe in parte fatto scomparire, il debito pubblico, inflazionando subito l’economia (altro che obiettivo di medio termine…).
E così fece: la deflazione e l’attesa di essa sparirono (inflazione dal -26% al +13%!) e con essa i tassi reali a breve si abbassarono, facendo ripartire l’economia.
Chi dice a Draghi ed alla Bundesbank che stanno camminando sull’orlo del burrone? Dove è la politica che si riappropria della gestione del tasso di cambio deprezzandolo, chiedendo a Draghi di portare a logica conclusione le sue analisi, comunicando a tutti i mercati che l’obiettivo è riportare ora e subito il tasso d’inflazione medio al 2% “whatever it takes”?
Questa BCE è dipendente, dipendente e schiava di una Politica responsabile, così responsabile da distruggere l’Europa.
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28/05/2014 @ 11:51
Il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble ha già detto ieri che non si può deviare dalle politiche intraprese e che il rapporto euro/dollaro non è così alto da danneggiare l’europa.
Con questo presupposto dove vogliamo andare?
28/05/2014 @ 15:19
Professore, lasci stare il tasso di cambio che è solo una baggianata. Il tema è quello dei rapporti geopolitici.
29/05/2014 @ 05:19
Caro Professore, dopo la lettura di questa analisi lucidissima (come al solito) mi torna ancora più forte la perplessità della Sua partecipazione alle elezioni in una lista come quella di Scelta Europea…..
01/06/2014 @ 20:06
E’ stata un’esperienza stupenda, formativa come non mai. Mi ha avvicinato alla politica, a tanti piccoli grandi imprenditori, al territorio. Mi ha permesso di diffondere le mie idee in modo diverso a persone nuove. Ho contribuito a portare una visione diversa di cosa voglia dire essere liberale in tempi bui. Non ho sentito contraddizioni, perlomeno non di più di quelle, diverse, che avrei sentito dentro altre liste interessanti, che non mi hanno offerto nulla. Altre liste, che mi hanno offerto un posto e che ho ringraziato rifiutando, mi avrebbero creato problemi.
01/06/2014 @ 13:06
Ecco, io invece spero che un nostro FDR trasformi in una notte il debito indicizzato all’euro in debito in lire.
Voglio essere irresponsabile!
PS. Dopo le elezioni di domenica scorsa si è finalmente capito che gli USE non si faranno mai?
01/06/2014 @ 20:01
Interesting parallel. Non condivido, ma non male.