THIS SITE HAS BEEN ARCHIVED, AND IS NO LONGER UPDATED. CLICK HERE TO RETURN TO THE CURRENT SITE
Post Format

L’ipocrisia di chi non ricorda Roosevelt

E’ un’emorragia che continua … i senza lavoro giovani … si è parlato tanto in questi giorni… del nuovo governo, della velocità … in realtà le misure che si intravedono e quelle che da anni sono state messe in opera non sono state capaci minimamente di invertire la tendenza

Crescerà ancora la disoccupazione… Renzi twitta che è allucinante che ci vuole subito il Job’s Act…

Ma che cosa si può fare? … Non è alla portata di un governo decidere di creare 3.300.000 posti di lavoro, neanche 300.000 posti di lavoro neanche 3000 posti di lavoro.

Enrico Mentana, oggi all’apertura del TG la 7.

*

Davvero caro Mentana?

Quei 45.000 di disoccupati giovani in più in 1 anno, davvero non era alla portata del governo passato evitarli?

Li ha forse creati il cuneo, che è rimasto fermo? O piuttosto l’austerità che non si è arrestata e che non era necessaria nemmeno per l’Europa?

E lei non crede che sarebbe stato possibile spendere 1000 euro al mese netti per ognuno di loro per 12 mesi, 45 milioni al mese, 540 milioni in un anno, per assumerli per 1 anno solo nel “nostro” servizio civile all’interno della Pubblica Amministrazione? All’università? Nei pronto soccorsi? Nelle Pompei? Nei tribunali? Nei parchi? Nelle città d’arte?

540 milioni sono 0,033% di PIL: avrebbe tremato l’Europa? Avrebbe detto no? Suvvia, basta con questa ipocrisia.

Evitando che quei 45.000 si seccassero come i rami d’inverno, facendo morire il loro spirito per inattività, per depressione, per rassegnazione. Scaldandogli la speranza in attesa del ritorno del sole caldo della ripresa.

Non era possibile farlo? Non è possibile farlo?

*

E’ già successo, nel 1933, con Roosevelt che firmò il 6 maggio il Works Progress Administration, il WPA: dei 10 milioni di disoccupati statunitensi nel 1935, 3 furono aiutati ottenendo lavori finanziati dal WPA. Altro che sussidio di disoccupazione, umiliante secondo Roosevelt: in cambio di un salario questi lavoratori costruirono autostrade, scuole, ospedali, aeroporti e parchi gioco per i bambini. Restaurarono teatri, come il Dock Street Theater a Charleston, South Carolina (vedi immagine).

Nel 1940 l’economia Americana ritrovava forza grazie alla Guerra e nel 1943 il Congresso sospese il WPA.

*

No caro Mentana, si poteva e si può fare tanto, basta ipocrisie. Non il Job Act, ovviamente, che a nulla serve in una recessione da domanda. Ma il servizio civile, senza fronzoli né anglicismi, è l’unica soluzione in questa drammatica congiuntura e negarlo è l’ipocrita risposta di chi non vuole venire incontro al più grande spreco di tutti, quello di una generazione di giovani.

14 comments

  1. Certo, ma se facessero una cosa del genere poi qualcuno potrebbe accorgersi che:
    - il governo può fare molto
    - l’Europa può essere gestita
    - non abbiamo bisogno di interventi esterni
    - non è inevitabile svendere il nostro patrimonio
    - non facciamo proprio schifo
    Poi come giustificano la marea di cazzate (si può dire?) che ci raccontano da anni?

    Reply
  2. Massimo GIANNINI

    01/03/2014 @ 10:54

    Io direi semplicemente che é l’pocrisia di chi non vuol capire che il problema non é dal lato dell’offerta, non é nella competitività delle imprese basata sul prezzo e non é nel cuneo fiscale. Tra l’altro bisognerebbe vedere come coprono il cuneo fiscale (se sono i tagli lineari alla spesa pubblica addio domnada aggregata).
    Insomma il problema gnerale é la mancanza di domanda indotta dall’austerità e non l’offerta e la sua competitività. Caso mai quindi bisognerebbe ridurre le tasse pagate da lavoratori e consumatori e non ridurre il costo del lavoro delle imprese facendogli aumentare gli utili e perpetuando un modello produttivo sbagliato e poco innovativo.

    Reply
    • Massimo Giannini di Repubblica o un omonimo?
      Come non è questione di competitività di prezzo? Allora i tedeschi perché hanno fatto le riforme Hartz? Perché da noi deliberatamente si agisce via austerità per ridurre la domanda interna, in modo da rendere positivo il current account (CA)?
      Pace poi se questo porta a disoccupazione e disperazione.
      L’importante è il PIL, il CA, migliorare la posizione finanziaria netta sull’estero.
      Finchè sei nell’Euro solo questo puoi fare. E loro lo stanno facendo su richiesta della Troika.
      I problemi sociali sono secondari.
      La distruzione della capacità produttiva non è importante, basta che il current account sia positivo. Ovviamente per fare questo nell’attuale quadro devi distruggere la domanda interna.
      Voi invece volete aumentarla. Ma poi il CA ripeggiora.
      Bellissimo esempio di cane scemo che si morde la coda.
      Nicobra

      Reply
      • Un saldo può essere in equilibrio con diversi livelli di PIL. Non conosco nessuna teoria della crescita che faccia dipendere il tasso di crescita di una economia dal livello del saldo delle partite correnti.
        Il punto vero: non peggiora! Detto che gli appalti pubblici generano un effetto diretto che è tutto a favore delle imprese nazionali, lei si rende conto che la nostra competitività, la nostra capacità di generare idee e venderle sui mercati, è distrutta da questa crisi che uccide aziende? Se lei quelle aziende le fa sopravvivere con la domanda interna, il potenziale di export del Paese si tiene. Se non lo fa, si condanna alla morte: si chiama isteresi, effetti di lungo periodo di shock di corta durata. Avrà un bel saldo corrente in equilibrio con zero PIL. Altro che propensione marginale ad importare… qui conta la propensione totale a fare impresa ed occupare. L’austerità che mette a posto il suo adorato saldo di CA la farà quando torna il bel tempo, stia tranquillo.

        Reply
      • Massimo GIANNINI

        02/03/2014 @ 09:06

        Un omonimo.
        La competitivita di prezzo é una nozione di competitività di breve periodo (pochi anni e nemmeno). Che i tedeschi l’abbiano perseguita all’inizio con l’Euro é probabilmente vero. L’Italia fece invece l’esatto contrario (si ricorda l’aneddoto di listini prezzi all’export trasformati con un cambio 1 € 2000 lire arrotondate o anche prezzi che da 2000 lire si trasformarono in 2 €). Il fatto é che la competitivita di prezzo non é facile da misurare e non si misura un paese contro un paese e dipende da molte variabili nei mercati globali. Lo studio di Banca d’Italia del dicembre 2005 http://www.bancaditalia.it/statistiche/quadro_norma_metodo/metodoc/nomed66/suppl_66_05.pdf mostra come ando’ la cosa nei periodi precedenti e successivi all’introduzione dell’Euro. Nel medio e lungo periodo entra poi in gioco la competitivita di innovazione e tecnologica che é quella perseguita dai tedeschi con successo anche in mercati non Euro. Per l’Italia sappiamo invece come é andata con l’insoddisfacente evoluzione della produttività e un modello di specializzazione orientato nei settori a più basso contenuto tecnologico, dove maggiore è la presenza dei paesi emergenti e minore la dinamica della spesa a livello mondiale. Ovvero ci si é deindustrializzati e distrutto capacità produttiva; tra l’altro indebitandosi ma investendo in niente o in settori a basso valore aggiunto o come si dice non-tradeable esempio opere inutili, appalti gonfiati nella spesa pubblica, finanza, ecc., insomma in settori che non portavano alla crescita del PIL o ad aumenti di produttività.

        Reply
  3. Prof Piga, non penso che il job act non serve in questa situazione di contrazione della domanda. Servirà invece a rendere meno onerosi i licenziamenti e quindi a contribuire all’unica svalutazione competitiva che ci rimane, quella sul lavoro che vedrà nei fatti una compressione del salario reale. Diceva quel tale che a pensar male si fa peccato, ma credo proprio si vada in questa direzione.

    Reply
    • Aspettiamo di vedere chi ha ragione? Mi verrebbe di dirle no. Ne ho visti tanti di Fornero e so l’orrore dell’errore, che porta via 2 anni di dibattiti e di legiferare. Intanto i numeri su disoccupazione schizzano via.

      Reply
  4. Prof. una domanda impertinente.
    Non sono economista, non ho conoscenze matematiche.
    Ho cominciato ad interessarmi di macroeconomia a livello dilettantistico, perché nel 2008 non capivo cosa stava succedendo e perché. Non ricordo come, sono arrivato al blog neweconomicperspectives.org che è uno dei blog MMT.
    Lì ho cominciato a capire i difetti dell’euro. Poi ho letto Krugman, Billy Mitchel, Mosler, Bagnai, Lei e vari altri.
    Ho scoperto che l’economia è un campo minato. Quando ti sembra di aver capito qualcosa di un autore, poi approfondendo, scopri che quello stesso ha detto anche il contrario.
    L’autore che più mi ha stupito è Mundell. Dopo aver letto il suo primo lavoro sull’OCA, mai avrei pensato che potesse essere favorevole all’Euro.
    Quindi sappia che tutto quello che dico è soggetto a dubbi.
    Ora la domanda impertinente.
    Credo che sappia che la MMT propugna la Job Guarantee (JG) o Employer of last resort (ELS). Loro però dicono che l’Euro è stata una pazzia che andrebbe quanto prima eliminata. Tenga presente che di tutto quel che la MMT dice, questa è la cosa che più mi lascia perplesso.
    Lei sta proponendo qualcosa di simile alla JG, però è fermamente pro euro, anche se vede i problemi.
    MMT dice che la banca centrale deve agire di concerto al tesoro e deve stabilizzare i tassi di mercato, ma anche dei titoli di stato, agendo, se c’è bisogno, anche nel mercato primario.
    Lei come pensa di ottenere stabilità nel mercato dei titoli di stato?
    I rendimenti adesso sono in discesa.
    C’è chi dice che ciò sia dovuto alle parole di Draghi dell’estate 2012.
    Altri dicono che sia in atto uno spostamento di capitali dai paesi emergenti verso i periferici dell’eurozona alla ricerca di qualche frazione di punto percentuale di rendimento in più.
    Probabilmente questo è l’inizio di un ciclo di Minsky. Quando questi capitali avranno dubbi e si sposteranno su altri assets, lei come pensa di poter rispondere, stante l’attuale quadro istituzionale?
    Nicobra

    Reply
    • Grazie Nicola. E’ effettivamente campo minato? Per me per esempio no. E credo sia così per molti altri bravi economisti, appassionati a dibattere i temi che lei elenca ed altri. Ho imparato da economisti come De Cecco che la storia è un elemento essenziale per sminare il terreno. Da Mario Baldassarri l’importanza della distinzione tra fenomeni aggregati e scelte individuali. Da Lorenzo Pecchi (ignoto ai più, una grande mente, è un banchiere oggi e fraterno amico) l’esigenza di semplificare per capire meglio e di capire meglio per semplificare.
      Gli spread scendono perché l’Europa mostra voglia (una masochistica voglia? non so, certo stupefacente) di resistere unita. Draghi non c’entra nulla, le sue scelte sono quelle che gli impone la politica dominante (tedesca? in larga parte, ma non solo, non dubito che Francia ed Italia abbiano giocato un ruolo seppur piccolo). La domanda che lei pone forse può essere rigirata chiedendosi se secondo me questi spread sono “sottostimati” nel senso che torneranno a salire. E, anche se non è quello che lei mi chiede, è domanda a mio avviso essenziale da porsi. Io credo fortemente che sì, la continuazione di politiche che non diano un segnale di solidarietà forte sono destinate a spaccare l’Unione. Un’Unione è per definizione solidarietà o non è. E penso che i mercati sottostimino (anche se lo comprendono molto bene) il ruolo della solidarietà forte per il futuro dell’Europa. L’ordine di politica monetaria a Draghi è stato importante ma assolutamente non sufficiente. Vedremo.

      Reply
      • Anche io credo che lo spread aumenterà. Secondo me col meccanismo di Minsky.
        Volevo precisare che rileggendo il post mi son reso conto di non essere stato chiaro.
        Quando dicevo: “Tenga presente che di tutto quel che la MMT dice, questa è la cosa che più mi lascia perplesso.”
        Con quella frase intendevo che la cosa che più mi lascia perplesso della MMT è la JG non il fatto che loro dicono che l’Euro è una pazzia.
        La prossima volta rileggerò meglio prima di mandare il post
        Nicobra

        Reply
  5. Roberto Evoli

    01/03/2014 @ 19:45

    Eccellente articolo !

    Professor Piga. La seguo nel suo blog ormai da 2 anni, così come l’ho apprezzata nei suoi interventi in alcune trasmissioni televisive.

    Come mai una persona della Sua preparazione e soprattutto con una grande visione economica (ha sempre sostenuto che questa crisi debba essere affrontata con maggiore spesa pubblica, in investimenti e non corrente) non è ancora a servizio di un governo (di destra o sinistra, poco importa) ?

    È una sua precisa scelta o è volutamente ignorato ?

    Grazie

    Reply
    • Ahia… troppi commenti di questo tipo. Ma no, ho declinato qualche gentile offerta un po’ troppo lontana dal mio credo. Sul resto parlo spesso con politici più vicini, vedremo! Ribadisco: entrare in politica elimina una libertà unica, che ti da l’università (per questo siamo pagati poco :-) ) , di dire la tua quasi sempre, e anche un privilegio, di vivere assieme ai giovani. Quindi alla fine non è che mi son nemmeno dato un gran da fare per cercarlo … anche se l’esperienza dei Viaggiatori è eccezionale. Ribadisco che lavorare al Parlamento europeo sarebbe un sogno: così tanto da imparare e da conoscere!

      Reply
      • se desidera cosi’ tanto il parlamento europeo sono
        stupefatto che il pd (principale forza europeista) non le abbia
        ancora riservato un posto sicuro nelle liste dei candidati..

        le poche possibilita’ di sopravvivenza di questo assetto europeo(
        che prescindono il volere dell’italia e sono nelle mani di francia germania e marginalmente uk e olanda ) avranno bisogno di persone come lei…

        quello che penso è che se la linea di pensiero dominante
        in europa è ^sbagliata^ e lo è stata e lo è
        e per ragioni e motivi inconfessabili ma ben chiari per chi ci ha guadagnato (perchè se parliamo dei danneggiati gli avvantaggiati restano nell’ombra apparentemente ma ben presenti…)
        la presenza di persone ben intenzionate e competenti non potra’ fare la differenza… perchè il punto di rottura e di flesso sara’ invevitabile .

        Mi spiace e mi scuso di avere usato precedentemente toni troppi accesi su questo blog : sapendo di scrivere banalita’
        in fondo scrivo per sfogare e su impulso di un rabbia verso questa inutile (ma per qualcuno utile e voluta) crisi
        la cortesia con cui gestisce questo blog non meritava quei sovratoni fuori luogo

        Reply

Lascia un Commento

Required fields are marked *.

*