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Arrestate l’incubo dei giovani. Arrestate il Grande Spreco

Giovannini ci prova, almeno lui. Il tentativo mirava a 200.000 assunzioni (di giovani) in tre anni.

Ma il bilancio sinora è veramente magro: 9284 domande di cui, secondo il bell’articolo di Marro sul Corriere, ben 8.308 si riferiscono ad assunzioni concluse prima, che sarebbero avvenute comunque.

Lasciamo parlare Marro e , soprattutto, gli imprenditori:

Un mezzo flop, insomma. O una goccia nel mare, come preferite, considerando che, per esempio, i giovani che non studiano e non lavorano sono più di due milioni e che quelli disoccupati (hanno perso un lavoro o lo cercano senza trovarlo) sono 654 mila, in aumento di 34 mila nell’ultimo anno. Paolo Agnelli, 62 anni, bergamasco, re dell’alluminio in Italia e presidente di Confimi, associazione delle piccole imprese: «Un imprenditore assume un giovane se gli serve, cioè se ha lavoro», ma se per fare questo supera la soglia dei 15 dipendenti e finisce sotto i vincoli dello Statuto dei lavoratori in materia di rapporti sindacali e licenziamenti ci pensa su due volte «perché uno con 16 dipendenti non è mica la Fiat».

E il sottosegretario Dell’Aringa:

I primi incentivi stanziati a giugno sono stati poco utilizzati e sulle assunzioni dei giovani le imprese vanno con i piedi di piombo. Senza una ripresa dei consumi, le aziende non investono. Per questo dobbiamo cercare di dare alle famiglie qualche soldo di più da spendere“.

Ma va.

Come abbiamo sempre detto: bassi tassi d’interesse, abbattimento del cuneo fiscale, bonus per assunzioni a poco servono in una crisi da domanda di cui questo Governo e l’intera Europa persistono a non capire la causa. Che i tassi scendano serve a poco se la gente non domanda credito perché non crede nel futuro e si rifiuta di investire. Idem con il cuneo: chi mai assumerà se il costo del lavoro scende se poi non crede nel domani? E i bonus per giovani? Idem.

I giovani vanno salvati ora, sono 2 anni che chiediamo al Governo Monti e Letta di guardare in faccia alla realtà (chi pagherà per questa inazione e per i danni che ha causato, quello che il Premio Nobel Stiglitz, ammonendo Monti guardandolo negli occhi, chiamò il Grande Spreco?)  e comprendere che l’unico modo per ridare ottimismo e reddito per i consumi ai giovani è quello di assumerli per due anni, non rinnovabili, per non fargli perdere ottimismo e competenze.

Nei pronto soccorsi.

Nei musei.

Nelle scuole.

Nelle forze dell’ordine.

Nella Protezione Civile.

Nei tribunali.

Nelle carceri.

Negli uffici dei Ministeri dove il vecchiume domina.

Nelle università.

Nella protezione dei parchi e dei luoghi ad alta densità di turismo.

Nelle nostre ambasciate e consolati.

1000 euro al mese per 24 mesi e ne vedrete delle belle, altro che questi risultati. Basta fare finta di parlare di giovani senza lottare per metterli al centro della nostra vecchia società. Sveglia, sveglia, sveglia, ascoltate i Viaggiatori in Movimento, unitevi a loro, e comunque date la sveglia se non vi va di unirvi a noi.

44 comments

  1. Antonello S.

    03/11/2013 @ 16:01

    Sono pienamente d’accordo. Il mercantilismo sfrenato non può e non deve essere il propellente principale di un economia, solo perchè consente di non stampare moneta per acquisirla dall’estero, facilitando l’obbligo del pareggio di bilancio ma, contestualmente, creando molti altri problemi alla popolazione.
    Molto meglio sviluppare la domanda interna con la responsabilizzazione dei giovani da assumere nei lavori sopra citati e magari con un bel taglio alle aliquote irpef e un impennata degli appalti pubblici di ristrutturazione (scuole, strade, ospedali, istituti pubblici e verde in genere, rimozione amianto ecc.).
    Il lavoro ci sarebbe e tanto…quelle che mancano sono le risorse.
    D’altronde finchè il Governo continua ad obbedire, supinamente prono, ad assurde regole come quelle imposte dal Fiscal Compact, saremo costretti a raschiare il fondo della botte con la spending rewiew che, se potrebbe rappresentare una modalità etica in condizioni di mercato ottimali, diventa inutile ed anche pericolosa in una fase di recessione, drenando comunque ricchezza dal circuito economico per poi inevitabilmente disperderla negli obblighi sovra-nazionali, se, chiaramente, non specificatamente destinata ad un progetto di sviluppo.
    O sbaglio?

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  2. Tanto per dare un’idea dell’assurdità di chiedere agli attuali governanti di uscire dalle politiche di austerità leggetevi questo articolo del Wall Street Journal

    http://online.wsj.com/news/articles/SB10001424052702304213904579095481787193644

    Vi si dice che in base al metodo di calcolo della Commissione Europea la Spagna ha un tasso di disoccupazione strutturale altissimo (23%) e quindi essendo considerato strutturale si richiede maggiore austerità.
    La cosa incredibile che si legge nell’articolo, è che in Europa qualcuno si è opposto e ha proposto nuovi metodi di calcolo secondo i quali il deficit dei paesi europei in difficoltà NON SAREBBE STRUTTURALE (come invece dice la Commissione Europea secondo gli attuali metodi di calcolo) ma piuttosto dovuto alla recessione (economic slump), non a troppa spesa o bassi introiti fiscali. Una simile conclusione porterebbe ad allentare le politiche di austerità imposte ai paesi in difficoltà ma, come fa notare a questo proposito Paul Krugman nel suo post “Sin and Unsinn” (Peccato[inglese] e assurdità [unsinn in tedesco]):

    “…the Commission was about to change the way it estimates structural unemployment. But Germany has blocked the move.”

    http://krugman.blogs.nytimes.com/2013/11/02/sin-and-unsinn/?_r=0

    Ora chi è che commette il Peccato e l’Assurdità?
    Solo quelli che impongono un’austerità che mette in ginocchio Paesi interi o anche quelli che continuano a rifiutarsi di tagliare i ponti con questa Europa opera di tecnocrati spietati al servizio di élites internazionali?

    In queste condizioni, con gli intellettuali che restano nelle loro torri d’avorio o che continuano inutilmente a cercare di portare alla ragione un potere evidentemente reazionario, con i partiti di governo tutti senza eccezione supini ai diktat della Troika, ai cittadini non resterà che dare il proprio voto a chiunque avrà il coraggio di proporre l’uscita dalla moneta unica e magari anche dall’Unione. Non è la scelta migliore e per lo più sarà fatta sull’onda di provocazioni populiste che non si sa in cosa sfoceranno; ma meglio quello che l’asservimento o il cerchiobottismo.

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    • pero’ non capite che a molti l’austerita’ e la disoccupazione strutturalmente alta fa comodo…diciamo a qualcuno (molti è eccessivo) fa comodo ad un certa confindutria per cui è trascuarabile il mercato ‘interno’ nazionale e anche ai concorrenti esteri piu’ o meno interessati ….

      ragionando cinicamente non si capisce perchè non si possa ripete
      l’esperienza delle primavere arabe in alcuni stati deboli dell’eurozona…si favorisce la creazione di sacche di poverta’
      e frustrazione sociale per indobolire e disarticolare gli stati sovrani (piu’ o meno democratici ,sono particolari ..) e sfruttanarne la debolezza per accuparne i mercati acquisirne
      le ricchezze le aziende indobolire i suo tessuto produttivo
      bloccarne la crescita economica e sociale per eliminare un concorrente…
      Sembra un discorso un po’ generico ma l’instistenza con cui si punta a privatizzare e a portare il controllo all’estero delle aziende a controllo pubblico (leader ) come eni finmeccanica le municipalizzate è ben piu’ che sospetta…chietete a francia e germania se accettano di cedere non dico le controllate dallo stato ma anche aziede private in settori strategici…

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  3. Concordo, e anche la nuova e tanto celebrata Garanzia Giovani di matrice comunitaria sulla quale tanto Letta e Giovannini contano e che prende avvio in questi giorni, rischia di essere l’ennesimo spreco, anzi, l’ennesimo regalo ai corsifici, se non accompagnata da una robusta politica di sostegno alla domanda!

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  4. Rolando Bagnoli

    04/11/2013 @ 11:44

    Il ragionamento di Marco ha un fondo di grande verità, io parlo anche per la parte politica con cui sono schierato (SEL) che pure sta’ all’opposizione, ma occorre essere più decisi nel contestare la politica europea. Ormai il tempo non c’è più o si cambia rotta VELOCEMENTE se no non rimane che l’uscita dall’Euro. Questo devono fare una sinistra responsabile, e gli intellettuali ugualmente responsabili, per non lasciare il campo libero al populismo, con tutti i possibili aspetti negativi.

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  5. Rolando Bagnoli

    04/11/2013 @ 11:50

    Marco ha ragione, io parlo per la mia parte politica (SEL) che pure sta’ all’opposizione, occorre più chiarezza e più decisione nel denunciare la politica europea, è stato generato un mostro neoliberista. Il tempo ormai stringe o cambia la politica europea e via dall’euro. Non ci sono più altre strade, altrimenti questa operazione la faranno le forze populiste da sole con tutti i rischi del caso. Questo è l’atteggiamento che devono assumere sia una sinistra responsabile, sia intellettuali che guardano la realtà senza la lente deformante del pensiero unico imperante.

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    • Rolando: via dall’euro c’è solo più austerità. Come ha detto Riccardo Bellofiore oggi: dopo la svalutazione del 1992, l’immensa manovra di Amato. Guardare il nemico negli occhi, senza paura, è essenziale.

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      • Ma il prelievo forzoso non servì solo come tentativo (inutile) per evitare l’uscita dallo SME PRIMA DELLA SVALUTAZIONE? Dopo svalutazione ci fu surplus e crescita NONOSTANTE la politica di rigore di Amato. Perché lei continua a stravolgere i fatti per difendere l’indifendibile? Lo sa benissimo che fuori dall’euro ci sarebbe ossigeno per le nostre imprese che potrebbero finalmente ricominciare ad esportare.

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        • @andrea t : le aziende italiane esportano esportano …
          è ilmercato interno che con l’euro muore…e con la deflazione si spegne ogni possibilita’ di ripresa…
          fuori dall’euro all’inizio ci sarebbero un paio di anni duri
          non c’è dubbio…ma poi piu’ inflazione e crescita possibilmente e…l’inizio di una nuova politica economica…
          l’euro e il mercato comune senza barriere per l’italia (e specialmente i piccoli) è esiziale…è un esperimento cinico spietato e fallimentare

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      • a me spiace che nessuno -non dico Piga- parli del ’92
        della svaulutazione del perchè delle cause delle conseuenze
        è il buco nero della storia d’italia…mi rendo conto che sia estremamente difficile parlarne da parte di chi ha ambizioni politiche e di carriera negli apparati…e non ne faccio una colpa
        ovviamente …ma se non si analizzana il ’92 non si puo’ capire
        perchè siamo arrivati fino qui

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    • chi crede a un cambiamento della politica di austerità, ne vedrà delle belle. si legga questo, purtroppo in tedesco.

      http://lostineu.eu/irrsinn-trifft-regionen/

      in due parole, brüssel, cioè berlino vuole bloggare i soldi dei fondi strutturali EU per i paesi che non si mantengono al austerità.
      questo vuol dire tagli tagli tagli a destra e sinistra.

      non si puo continuari di questo passo, per me non ce nessuna alternativa o l’italia esce dal e-zona o perderà il suo tessuto industriale con consequenze disastrose, altro che uscita dall euro.

      l’italia avrebbe dovuto attivare cia da tempo una Task force con i cervelli piu lugidi del paese, economisti, mathematici, juristi, per studiare un uscita dall euro.

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      • Non sapevo che ci fosse un video, lo cercherò.
        Se ti ricordi alla riunione dell’8 marzo c’era uno che parlava dei grillini.

        Perché il punto è che il vostro tentativo (dei Viaggiatori) funzionerà solamente se saprete parlare alla gente. Ora la gente di suo deve fare il primo passo che è quello di “voler partecipare”; gli unici che siano veramente “gente” (non la vorrai tutta già col dottorato di ricerca in economia, no?) e che vogliano appassionatamente partecipare oggi sono i grillini.
        Tu senza la gente non concluderai nulla ma la gente senza di te (senza gli intellettuali in generale ma io dico in particolare senza di te) non concluderà nulla.
        I grillini hanno bisogno di qualcuno che interpreti la loro rabbia ossia la sappia canalizzare in un progetto ma anche, importante, gliela sappia spiegare razionalmente; non parlo quindi solo dei militanti cinque stelle ma della gente, dei cittadini, di quelli che ancora non sono consapevoli.
        Il vero scopo Gustavo non è un decoroso benessere per tutti ma uguale dignità ossia tutti possono e “devono” avere i mezzi per essere consapevoli, partecipare e poter fornire un contributo per la comunità. Il leader deve interpretare la propria comunità e i suoi membri per questo fine.
        Il vero leader non guida tirandosi dietro gli altri, insegna a camminare, a spingere tutti insieme e se scopre che il gruppo può fare da solo quella è la sua vera vittoria.
        Ora l’8 marzo fra le brillanti proposte c’era quella di fare dei Viaggiatori una lobby “come la National Rifle Association” (sic) o quella di proporsi al PD come supporto (ri-sic); mi auguro che gli eventi porteranno a posizioni meno moscette e a un impegno sul campo.
        Adesso comunque sarebbe molto importante approfondire coi 5 stelle, secondo me; guarda che Grillo non né male intenzionato né stupido e sta facendo una cosa intelligentissima: non è mai chiaro fino in fondo in economia proprio perché sa che la gente non sarebbe in grado di seguirlo al di fuori dei sentieri “sentimentali”; questo perché per spirito elitario della nostra intelligentsia il movimento manca di gente come te che possa non solo elaborare progetti ma renderli comprensibili e dare fiducia alla gente facendogli sentire che c’è lui (tu) ad aiutarli nel confronto con un potere sempre più oppressivo.
        Dai voce al popolo Gustavo, ascoltalo e “traduci” le sue istanze, non limitarti a proporre soluzioni a leader che sai già che hanno tradito; puoi farlo, è il tuo popolo e sai che i tuoi colleghi non sono ancora disposti a sporcarsi le mani. Ma la via è solo quella.

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          • Ahahah…e s’è visto l’8 marzo quanta attenzione…;)

            Ero tornato dal Brasile di corsa perché avevo avuto un problema e non riuscivo a parlare bene (alla fine non era niente e nessuna conseguenza ma lì per lì facevo un po’ di fatica a coordinarmi, per così dire). Insomma sono venuto per tentare l’impresa titanica di smuovere il cuore di un consesso di signori “troppo” laureati per essere appassionati ma mi impicciavo un po’ e ci sono stati dei leggeri screzi con qualcuno…non è che potevo stare a spiegare tutta la pappardella però non mi aspettavo quella reazione.
            Akuna matata naturalmente, anche perché più andrete avanti più capirete che sul singolo punto che il problema non è la crisi economica ma lo svuotamento della democrazia; che quindi sarà indispensabile imparare a parlare alla gente faccia a faccia perché la sola proposta che potrà sperare di avere successo sarà una proposta che sia “nuova” e la sola novità che abbia valore è che il leader dica “Da solo col mio gruppo dirigente non posso fare nulla: ho bisogno di voi ma voi dovete armarvi di piena consapevolezza”; su questo singolo punto ho ragione io.

        • Molto interessante, Marco. Molto appassionante. Si può non essere d’accordo su alcune cose, ma c’è vita nel tuo commento.

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          • E lo so Cristina ma come mai non si discute della frase di Bellofiore al convegno coi 5 Stelle che dice (seccato) che non vuole un economista che si rivolga solo al principe?
            E a chi la diceva quella frase Bellofiore?
            E quando Gustavo diceva che bisogna fare certe proposte in Europa ma gli altri dicevano “ma chi glielo dice all’Europa”? Allora Gustavo rispondeva che questa cosa gli faceva saltare la mosca al naso perché ovviamente “siamo NOI che dobbiamo dirglielo”; ma Bellofiore e Cesaratto non si sono mossi di un millimetro dalla loro posizione e hanno detto entrambi che qualsiasi proposta non passerà mai se prima non si formerà un movimento dal basso.
            E cosa vuol dire? Molto semplice e cioè che B. e C. non si riconoscono nel NOI di Gustavo. Secondo voi perché? Perché sono di sinistra e Gustavo no? Errore, la risposta non è così banale, purtroppo.
            Inoltre la mia impressione personale è stata che Gustavo non abbia perso la fiducia ma si chieda come mai la sua proposta non solo non venga accolta (che sarebbe comprensibile) ma addirittura si preferisce opporre delle resistenze che sembrano, ohibò, non essere dirette al merito…Chissà come mai, eh?

            Le ipotesi sono due: o ho frainteso io o voi dovreste imparare a guardare la realtà negli occhi perché se non date delle risposte alle questioni che ho appena posto non caverete un ragno dal buco.

          • Marco in realtà non ha detto che si rivolga al Principe, ma che sia servo del principe. Nessun rischio, sorry :-)
            Un movimento dal basso non lo faccio con B e C, sorry Marco. Diciamo che non credo sarebbero funzionali agli interessi che mi interessa proteggere né al successo eventuale di una tale operazione.
            E’ vero, c’è tanta realtà che non riusciamo a guardare negli occhi. In realtà è anche (non “solo”) perché lavoriamo molto tutti. Pare banale, lo so, o deludente, ma è così.

        • Grillo fa show non fa politica , quanto a linea di politica
          economica non si capisce come possa averne una …dato
          che dovrebbe studiare a fondo e circondarsi da un team
          di persone di fiducia :o pzioni aleatorie …se si eclude prodi ovviamente…(grade amico e consigliere del finto ribelle grillo) tra l’altro la sua principale idea politica economica -che usa in maniera strumentale- è il decrescismo -_- (perfettamnte in linea con un politica deflattiva…maltusianamente omogenea ai montiani…)
          bisogna essere davvero male informati per credere che lo show di grillo sia una geniale trovata politica…
          poi che grillo sia bravo a contenere la rabbia popolare
          e ad interpretarla è verissimo…è una funzione preziosa..
          probabilmente andra’ avanti per anni il m5s : che le giovani generazione non riescano ad organizzare nulla di meglio è gia’ una condanna nei loro confronti (nei confronti dei giovani italiani intendo )

          quanto al programma politico di Piga in europa è lo stesso di obama e degli usa…gia’ è stato consigliato alla germania cosa dovrebbe fare per favorire il riequilibrio in europa…e lo hanno detto proprio gli usa e …L’FMI…(che hanno un peso politico decisamente superiore a chiunque altrosenza dimenticare che occupano la germania con diverse basi militari…)

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          • Geniale trovata politica è una sintagma tuo non di altri.

            Grillo ha fato il 25% senza contributi elettorali, ha unito la gente che mai come oggi è del tutto sfiduciata e disinformata il che è un risultato come la si voglia girare.

            Chiediti piuttosto come mai la gente, grillini in particolare, ha perso totalmente fiducia negli intellettuali.
            Grillo è pieno di contaddizioni ma ha dato identità e voglia di partecipare a un gruppo; le vostre proposte passeranno solo se saprete fare altrettanto, tienilo presente.
            E per di più questo significa, caro Rob, che dovrete saper parlare anche a quel 25% che ha votato Grillo…ci siamo con le implicazioni, sì?
            Ma la cosa pazzesca è che sono l’unico che dice queste ovvietà; tutti preoccupatissimi di perfezionare l’analisi economica, se è meglio Keynes o Von Hayek, di disquisire sugli economisti di acqua salata o dolce però il problemino di come veicolare il messaggio a una popolazione divisa e scarsamente informata non interessa a nessuno.

          • Marco ti consiglio di seguire paolo barnard : dice pressapoco le cose che dici tu…in maniera piu’ colorita :)
            se la popolazione è disinformata è perchè è voluto!
            Per tanti motivi ma essenzialmente perchè il bail in
            lo dovranno fare i piccoli rispamiatori i pensionati e lavoratori italiani ….
            Quanto a Grillo è un grande comico e un grande intrattenitore :mega recessione mega disoccupazione
            e i problemi che tratta sono i prezzi del ristorante della camera , gli stipendi dei politici (ridicolo e comunque funzionale alla deflazione) e altre amenita’
            Grillo è un genio , fare politica sul serio sarebbe anche una cosa pesante e drammatica in un contesto di crisi
            specialemente per le generazioni piu’ giovani, lui
            riesce a fingere di fare politica (tradendo il mandato di chi gli ha dato fiducia!) continuando a farsi amare i stimare dal suo pubblico!
            In questo concordo con il presidente napolitano (una persona che quando ha avuto potere si è trovato a fare la cosa sbagliata nel momento sbagliato (monti)!
            e a dire la cosa giusta -discussione sullo sme nel ’78- quando potere non ne aveva ) a Grillo non interessa nulla del destino dei suoi elettori ‘grillini’ !

  6. Ecco i primi attacchi a Gustavo Piga; da parte di Dagospia al punto 3 dell’articolo

    http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/davide-serra-apparecchia-anche-la-discesa-di-saccomanni-a-londra-dalla-treccani-il-nome-65849.htm

    Questa però non è solo la voce di un organo di informazione abbastanza “strutturato” ma è anche l’opinione di moltissimi forum indipendenti sul web – specie a sinistra – dove, quando mi è capitato di parlare del professore, ho ricevuto un bel po’ di rispostacce sdegnate. L’ultimo, su Sollevazione (seguitissimo) dice che l’intervento di G. al convegno 5 Stelle gli ha fatto venire la scarlattina (stupendo poi il caso dell’alto magistrato di cui non dirò il nome che veniva spessissimo qui con toni pomposissimi, non riceveva risposta – a naso direi che Gustavo non ne amava l’esibizione troppo marcata di superiore competenza – e se ne adontava alquanto in altri siti).

    Insomma qualcosa c’è da dire: io ho una mia idea del tutto arbitraria sulla possibile traiettoria che si seguirà ma mi stupirei molto se si limitasse tutto a una questione di poltrone più o meno redditizie e/o prestigiose.
    Purtroppo però l’atteggiamento ancora troppo accomodante, quasi timido nei confronti del potere e la scarsa attenzione al “messaggio al popolo” da parte del professore e del suo Movimento – il cui sito, ossia il contatto col popolo del web, che fra meno di 15 anni sarà il popolo tout court, è sostanzialmente inesistente non si sa perché – provoca una reazione negativa da parte di molte persone di buona volontà che vorrebbero darsi da fare per il nostro Paese e per la Democrazia, minacciati entrambi; ma sfortunatamente rende plausibile anche l’ambivalente attacco di Dagospia che potrebbe sì essere un messaggio preventivo di avviso a non esagerare, però alla fine diventa credibile anche come denuncia di banalissima caccia alle poltrone – alla quale non credo – proprio perché le posizioni del professore e del suo Movimento non di decidono a “decollare”.
    Senza decollo si resta appunto sull’ambivalente, facilmente attaccabile da un lato e difficilmente amabile dall’altro, indipendentemente dalle intenzioni certamente genuine; è anche vero che per decollare bisognerebbe buttare la zavorra.

    Reply
  7. Ho visto il tuo intervento e le domande finali.
    La tua relazione è stata perfetta e l’unica veramente propositiva ma aveva ragione Bellofiore alla fine (in parte condiviso da Cesaratto) quando ha detto che qualsiasi proposta non potrà realizzarsi se non attraverso una lotta dal basso.
    Il basso significa “il basso”, quello che chiamo “sporcarsi le mani”; ma non è vero che “la gente ragiona per slogan” come si diceva al convegno da più parti. Capire per slogan è un modo tutto sommato efficace di orientarsi non avendo i mezzi culturali per “capire”; ma la spinta a capire, ad approfondire, a impegnarsi per guadagnare la consapevolezza la devono dare gli intellettuali decidendosi a impegnarsi sul campo.
    Altrimenti resta solo il principe e sai molto bene qual’è l’opinione del principe sul ruolo degli intellettuali; questa crisi mette in gioco anche voi.

    Reply
    • Antonello S.

      08/11/2013 @ 10:47

      Ho seguito l’interessante “dibattito” e posso dire di essere d’accordo sul fatto che gli intellettuali sono gli unici che possono catalizzare tutti i vari movimenti sovranisti e di protesta, impegnandosi sul campo.
      Lascerei perdere quelli di “sollevazione” perchè a sentire solo si potrà agire soltanto quando scenderà la manna dal cielo e quando cominceranno ad apparire ufficialmente i primi extra-terrestri.
      L’uscita troppo a sinistra appare onestamente un tantinello utopica.
      Confesso di aver scoperto solo recentemente il sito del Prof.Piga e quindi non posso esprimere giudizi sulle sue posizioni.
      Però lui mi sembra una persona onesta ed equilibrata, e questo è sufficente.

      Siccome il mio auspicio è quello di assistere al verificarsi di uno sforzo coordinato fra economisti, politici ed intellettuali padroni della materia, e con idee in comune, vorrei segnalare anche le opinioni di Giovanni Zibordi – Cobraf.
      Le trovo molto ragionevoli ed esaustive.

      Reply
  8. è inquietante che il disagio provocato dalle politiche economiche attuali non trovi formi di protesta, ma resti sempre sotto forma di analisi; c’è una debolezza organizzativa nel trovare forme di protesta valide

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  9. Ma che ci fai con B e C, se volevano muoversi davvero lo avrebbero fatto tanto tempo fa.
    Mi era parso che ci fosse stato un lieve attrito e le tue frasi sembrano non smentirlo. Ma certamente interpreto male io.

    Comunque non mi interessano B e C, mi interessa il fatto che in Italia non esiste un movimento politico alternativo al mainstream tecnocratico, non esiste più voglia di partecipare e erroneamente mi ero convinto che in questo blog a un certo punto ci sarebbe stato il colpo d’ala.
    Ma come dite voi: “nessun rischio, sorry”. ;)

    Reply
      • Ah no, nessuna provocazione, non giriamo la frittata, sorry.
        Sono venuto qui come in altri siti solo a cercare di far capire la gravità quello che stai dicendo anche tu e cioè (riporto le tue parole): “Concordo sull’assenza di alternative attuali al mainstream.”
        Sarà responsabilità di qualcuno, che dici?

        Evidentemente (sempre dal mio punto di vista) non ci si rende conto della importanza e dell’estrema urgenza di creare un punto di vista alternativo per cui succede quello che è successo (con toni molto british) al convegno dei 5 Stelle.
        Cesaratto se l’è presa un po’ come può osservare chiunque si voglia guardare il giro finale di domande e risposte; Bellofiore ha parlato di economisti che servono il principe…
        Lasciamo perdere le mie interpretazioni che come tutte le inerpretazioni possono non essere completamente esatte e prendiamo piuttosto la tua risposta con le tue parole:

        “Un movimento dal basso non lo faccio con B e C, sorry Marco. Diciamo che non credo sarebbero funzionali agli interessi che mi interessa proteggere né al successo eventuale di una tale operazione.”

        E vediamo se ho provocato.
        Ho detto che B e C hanno risposto in maniera molto chiara al tuo “glielo diciamo noi” dicendoti che tra voi non può esistere un “noi” (senza dire perché). E tu infatti confermi esplicitamente che non vuoi fare il “noi” con B e C. Perché? Perché avete interessi diversi difficilmente conciliabili (sostanza delle parole tue poco sopra).
        Dove ho provocato, di grazia?
        Sono rimasto molto stupito (allibito) dall’atteggiamento di tutti gli economisti presenti, compreso il moderatore 5 Stelle, per cui ho fatto presente qui che si sta perdendo tempo a sottolineare le differenze (in modo molto polemico sotto i toni british) invece di cercare disperatamente punti di incontro e così si sta facendo il gioco del nemico.

        Ora so che è inutile chiedere quali siano “gli interessi che ti interessa proteggere” (parole tue) e perché questi interessi non sono gli stessi di B e C, ma ti faccio presente che la domanda se la sarà fatta anche qualcun altro, immagino.

        Voi continuate a non capire che prima di poter difendere gli “interessi” bisogna ricreare degli ideali; probabilmente per degli economisti è un discorso astratto ma la situazione concreta (concretissima) è che siamo divisi lungo le vecchie frontiere intellettuali/politiche, credendo stupidamente di avere interessi diversi e inconciliabili, mentre il nemico è compatto nell’approfittare del nostro sbandamento.

        Ora leggere da da parte tua che “gli interessi che ti interessa proteggere” sarebbero addirittura ostacolati da B e C significa in altri termini che si sta con un piede di qua e uno di là;
        un po’ come quando hai proposto a Monti di leggere il tuo programma, proprio a quel Monti il cui piano era quello di distruggere la domanda interna come ha esplicitamente detto alla CNN in questo video impressionante (dall’inizio fino al secondo 22):

        https://www.youtube.com/watch?v=Gyv4NJ3UwpM

        Quindi il professor Piga dice che manca domanda, dice che Stiglitz ha preso “a cannonate” Monti nel famoso incontro e poi va a La7 a chiedere al professo Monti di leggere il suo programma? Ma come mai? Forse voleva provocare…

        Allora uno si domanda sapendo che non avrà risposta e che gli si dirà che sta provocando: ma come, con B e C la cui opinione sulla necessità di una politica espansiva è la stessa di Gustavo non si può fare niente perché gli interessi del prof Piga non coincidono con i loro né loro sono in grado di difenderli, però curiosamente Gustavo pensa che può fare qualcosa insieme a Monti che la pensa in maniera opposta e che sta intenzionalmente distruggendo quella domanda che Gustavo ritiene importantissima?

        E’ strano non trovate? E per forza che Cesaratto se l’è presa e Bellofiore ha parlato dei servi del principe. Non è Gustavo il servo del principe, ovviamente; l’ho già detto è una cosa più sottile che infatti non è stata detta esplicitamente e che rappresenta tutto il gap incolmabile che separa le forze sociali ostinatamente divise anche di fronte al nemico comune; ma non ha importanza, sarebbe un discorso toppo lungo.
        Il dato di fatto che conta è solo che qui il colpo d’ala che io credevo molto possibile non ci sarà mai; altri se ne erano accorti prima.

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        • Non pensavo che la parola “provocare” creasse tale convinta reazione, mica è una brutta parola a casa mia :-) . Ma no Marco, scusa ma è chiarissimo quali sono gli interessi a cui pensiamo noi: c’è scritto sul logo dei Viaggiatori. Piccole imprese, giovani, res publica. Noi su questo non transigiamo e semplicemente non vedo né in Sergio né in Riccardo questo afflato, tutto qui. La politica fiscale espansiva (al di là del fatto che la chiedevano tutti meno Monti prima delle elezioni e ora non la fanno minimamente) non è collante sufficiente. Bisogna indicare come e dove usare le risorse. In questo sta la nostra unicità: nella bontà a nostro avviso della soluzione proposta (come vedi siamo ancora vivi, contro tante aspettative, e siamo vivi perché il nostro messaggio piace a tante persone che ci chiamano a spiegarlo e raccontarlo e perché il nostro messaggio filtra nella società, anche senza che noi si cresca a sufficienza, in maniere spesso invisibili che sono incompatibili coi tempi brevi della politica).
          C’è poi la convinzione che unirsi meramente ad altri contro l’austerità (vedi Alberto Bagnai) non sia sufficiente per aiutare il Paese. Lo stesso Alberto, dal suo campo, concorda con me: l’unica volta che ho cercato di parlargli di un’alleanza l’ha rifiutata, e credo ora che avesse ragione a respingerla, ora lo so. Stiamo cercando Marco altri attori che non siano quelli che menzioni tu, ce ne sono altri. Ti ripeto il problema che correttamente menzioni tu è quello di non sporcarsi le mani a sufficienza e questo effettivamente è vero.

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          • “La politica fiscale espansiva (al di là del fatto che la chiedevano tutti meno Monti prima delle elezioni e ora non la fanno minimamente)…”

            E infatti a chi hai chiesto di leggere il programma espansivo dei Viaggiatori? A Monti che dice queste cose davvero impressionanti alla CNN

            https://www.youtube.com/watch?v=Gyv4NJ3UwpM

            Il problema è che nello slogan dei Viaggiatori manca il lavoro e per questo non potresti unirti a economisti di sinistra, per questo a loro che sarebbero “espansivi” come te preferisci Monti (espansivi intendo fiscalmente… ;) ).

            Sporcarsi le mani significa capire che non si può rimanere trincerati nelle vecchie divisioni per “interessi” che corrispondono a un mondo che sta per essere spazzato via.
            I Viaggiatori non lo capiscono, a sinistra sono sfiduciati avendo perso la capacità di parlare col popolo e “sentire” come lui per cui stiamo lasciando campo libero a un nemico comune che sconfiggeremmo agevolmente fossimo uniti.
            A quel convegno ho visto l’ariostesco “campo di Agramante” in versione salottiera ma non per questo meno diviso e litigioso. Vi siete beccati quasi tutti in un modo o nell’altro senza che nessuno si sia fermato a dire: “Ragazzi cosa possiamo fare in comune? Quanto tratto di strada possiamo fare insieme? Perché la gente ha perso fiducia in noi?”.

            Voi intellettuali e anche i 5 Stelle presenti (in altro modo) siete follemente autoreferenziali proprio nel momento storico che più di tutti richiederebbe delle grandi anime capaci di immaginare il nuovo, non solamente di aggiustare alla bell’e meglio il presente o di cogliere l’occasione per riproporre vecchie idee che hanno fatto il loro tempo.

          • pardon se replico brevemente (apprezzando sempre l’affabilita’ del prof Piga e e quel filo di ipocrisia molto politically correct che nel contesto italiano piace…)

            l’austery non giunge come asteroide dal cielo stellato..
            è la conseguenza dei trattati e delle regole europe…che gli europei si sono dati..non l’ha inventata la merkel
            perchè è cattiva…i tedeschi non sono cattivi (fanno i loro interessi e non si curano degli altri questo si)
            Prima di parlare di lotta all’austerita’ e stati uniti d’europa dovreste riuscire a stracciare o cambiare i trattati come ha detto prodi (se ho capito bene)

            Quanto i trattati europei saranno cambiati (o li si mettera’ in discussione seriamente) il vostro messaggio e intento potrebbe essere credibile e incisivo . La vostra scommessa è un cambiamento radicale dei trattati europei . Ma non l’avete esplicitata
            direttamente. Parlare di lotta all’austerita’ è fuorviante
            (E un moderato rilancio della domanda interna in germania non cambia le carte e…la misera prospettiva dell’eurozona)

  10. Marco! È assurdo prendere Grillo e il M5S come strategia di riferimento. Un paragone che non ha senso. Grillo è già una realtà ben definita, chi lo desidera seguire già lo segue. Ridicolo pensare di emulare il fenomeno comunicativo.
    L’attività di grillo è un processo che si sviluppa nel corso di un ventennio almeno. Una strategia di sovversione straordinariamente riuscita nel suo primo step e che ora mostra non poche lacune.

    Qui invece parliamo di importanti approfondimenti di assoluta chiarezza, di benefiche scelte e cose da fare, soluzioni per la complicata crisi economica e per il futuro. Concrete attuabili anche subito se solo lo si volesse. Esposizioni precise che dissolvono dubbi. Saranno magari effetti poco appariscenti, meno visibili di una strategia aggressiva d’attacco, non si formeranno legioni no, ma proprio perché consequenziali a valutazioni reali i risultati saranno completi ed equilibrati, solo così potranno garantire efficacia a lungo termine. Qui vediamo un obiettivo autentico e ben definito, senza effetti speciali, ma di penetrante chiarezza e disarmante coerenza. Cose concrete, non bramosie suggestive frettolose e improvvisate. È anche certo che per fare, per spingere avanti soluzioni è necessaria la forza e il potere. Sarebbe però il tempo di cominciare a pensare a un potere che non sia quello della sopraffazione ma neppure quello della rabbia. Pensiamo piuttosto a un potere che scaturisce da una giusta determinazione, che divenga capacità concreta di agire.
    Devo dire dei Viaggiatori che oltre ad essere persone specializzate sono sopratutto persone normali che lavorano, che studiano, che hanno famiglia , non esenti da tutte le tribolazioni del nostro tempo, che hanno voluto sfidare un baratro decidendo comunque di essere un gruppo di lavoro e di sostenitori che con azione costante si impegnano con sforzo e grande generosità in un tentativo di “Rinascita”per il Paese.
    Bè devo aggiungere e lo dico veramente, che la loro accoglienza è straordinaria , come è straordinaria la considerazione che da subito riescono a dare alle persone tutte e alle loro iniziative, e come tutte le forme di partecipazione offerte siano per loro siano importanti e accolte con gratitudine. È poco?

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    • Cristina! Per cortesia, nessuno ti costringe a leggere quello che scrivo però se non lo fai mi attribuisci cose che non ho detto.
      Quello che serve adesso sono

      1) le idee

      2) saper parlare alla gente

      Ora i Viaggiatori hanno le idee ma non sanno parlare alla gente cosa che invece Grillo sa fare splendidamente.
      Succede però che gli intellettuali non si avvicinano al Movimento e quindi è presumibile che i 5 Stelle avranno delle difficoltà non avendo le competenze necessarie per sostenere una lotta politica di lungo periodo.
      E perché gli intellettuali non si avvicinano all’UNICO movimento che si oppone al mainstream (e Gustavo stesso poco sopra rileva che manca un’alternativa al mainstream)?
      Vasta risposta e non mi va di dilungarmi, vediamo piuttosto il motivo per cui tu scrivi:

      “È anche certo che per fare, per spingere avanti soluzioni è necessaria la forza e il potere. Sarebbe però il tempo di cominciare a pensare a un potere che non sia quello della sopraffazione ma neppure quello della rabbia. Pensiamo piuttosto a un potere che scaturisce da una giusta determinazione, che divenga capacità concreta di agire.”

      Lo sai che hai scritto, Cristina?

      “Vogliamo tirarci fuori da una situazione che per noi sta diventando pericolosissima ma non vogliamo perdere i nostri privilegi rispetto ai ceti meno abbienti”

      Tutto qua, molto semplice.

      E infatti Gustavo critica a spron battuto l’austerità, sostiene le tesi di Stiglitz contro Monti, parla dell’importanza della domanda e poi (ma guarda caso) va da Monti a La7 a chiedegli di leggere il progamma dei Viaggiatori. Proprio Monti che ha detto alla CNN che si sta intenzionalmente distruggendo la domanda. Non è che abbia molto senso al di fuori della visione che comunque il vero “noi” i Viaggiatori lo possono fare col potere, non con la gente alla quale dovrebbero concedere troppe cose che gli costerebbero la rinuncia al privilegio.

      Ma non è un problema quello che penso io, capisci? La riprova ve la darà il consenso della gente e quello lo avrete solo se diventerete un partito che cerca di ottenere dei voti, qui sul web tutte le chiacchiere (le mie o le tue) stanno in piedi allo stesso modo.

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      • Se lo dici tu Marco? Grazie.
        Interessante conoscersi attraverso la tua immaginazione. Non avrei mai saputo di aver scritto quelle cose.

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  11. e per la gioia del pro Piga …

    ”Di fronte alla possibilita’ di un conflitto , si rendo allora a presentare la cooperazione con un bene in sè. Ma questo significa dimenticare che , in realta’ , cooperazione e conflitto sono strettamente legati . Infatti , il conflitto è parte integrante della cooperazione , cosi come troviamo che le forme residuali di cooperazione esistono nelle forme piu’ violente di conflitto .
    Se la teoria dei giochi ha reso popolari le nozioni di ‘gioco a somma zero’ o di ‘vincente/vincente’ occorre ricordare che essa descrive un universo unidimensionale , dove gli attori hanno preferenze stabili . Ma , ancora una volta , la realta’ appare assai diversa. La cooperazione non si stabilisce solo quando attori o paesi scoprono di avere un interesse a cooperare . Si stabilisce anche quando gli stessi attori o paesi hanno i mezzi per ‘punire’ un paese che piegasse il processo di cooperazione
    a suo solo vantaggio . In altri termini , la permamente minaccia di un ricorso al conflitto è il vero collante della cooperazione .
    Se infatti una situazione di conflitto è certo inferiore a una situazione di cooperazione , la stessa situzione di conflitto spesso è superiore a una forma di cooperazione piegata ai soli fini di uno o alcuni attori . Eppure questa è esattamente la situazione nella quale si trova l’eurozona . La germania ha piegato il meccanismo a proprio vantaggio , come dimostrano le statistiche riguardanti il suo commercio con l’estero .Siamo dunque di fronte al vero problema che sta’ alla base della nozione di ‘cooperazione’ .Le relazioni franco-tedesche saranno infine rafforzate o indebolite dall’eurozona?

    J.Sapir ‘bisogna uscire dall’euro? ‘

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    • Un po’ contorto ma condivisibile. Non mi pare tuttavia che sia la Germania a aver piegato il meccanismo, ma noi a non aver “giocato” il “naturale” gioco del conflitto (che in Paesi come gli Stati Uniti oggi si è molto attenuato rispetto agli inizi). Non è comunque tanto questione di punire la Germania ma di “credibilmente” minacciare la punizione, concordo. E l’unica mossa credibile è un’alleanza tra paesi extra Nord. Che non ha ovviamente nulla a che vedere con l’uscita dall’euro.

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  12. nota a quanto dice Sapir : il predominio delle politiche della germania (che sono quelle notificate nei trattati e che informano il mandato della bce) sull’eurozona è stato VOLUTO espressamente dai leaders italiani che firmaroni i trattati
    Che esplicitarano la necessita’ dell’italia a ‘legarsi e vincolarsi alle regole tedesche (g.carli ) .Questo era evidentemente anche il preciso interesse della confindustria italiana dell’epoca che mi sembra non sia risparmiata nel dedicare attenzioni alla memoria della figura di carli .

    Ora penso che Draghi allora presidente della banca d’italia o bersani (o forse anche berlusconi non saprei ) abbiano incitato gli italiani a fare come la germania…non è un caso…
    E che la mediana della ricchezza in germania sia piu’ bassa che in italia piu’ che un sintomio di un eloquenza senza precedenti.

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  13. Condivido in toto gli interventi di Rob.

    Una breve sul M5S:

    a) che sia formato dagli attivisti più appassionati, mediamente più colti e che abbiano mediamente una struttura valoriale ben piantata credo sia per lo più pacifico a qualsiasi osservatore;

    b) che la cultura politica, più o meno veicolata a questo gruppo culturale italiano, storicamente in sordina ma ben presente nelle aree con la propensione al volontariato più alte del mondo, sia eccellente a livello locale, sta emergendo con forza; (anche il concetto di “decrescita”, a livello locale, può avere un senso);

    c) a livello nazionale, purtroppo, è triste constatare come in realtà si presti a chiudere il cerchio delle politiche depressive, oppressive e antidemocratiche del dis-valore politico, socio-economico e antropologico chiamato USE (o, allargando la visuale, chiamato “mondialismo”).

    Come già faceva notare Feldstein (tra i tanti), l’Euro avrebbe acceso la conflittualità tra i paesi intraUEM, in una condizione normata da Maastricht poi enforced in Lisbona in cui si predispongono rapporti multilaterali basati sull’estrema concorrenza (e non sulla cooperazione pro-USE).

    Bene: vogliamo l’anschluss tramite austerity e tornare a lavorare nelle miniere della Rhur?

    Non capisco come si possa proporre ad una forza politica, giovane, mal influenzata e messa sotto mobbing in Parlamento, uno scenario di compromesso con chi ci ha già raso al suolo in un contesto già previsto di impossibilità di cooperazione. Sindrome di Stoccolma?

    Va da sé che chi vuole la moneta unica vuole l’austerity e quelle politiche deflattive per cui perderemo completamente libertà e benessere.

    I giovani? frega solo a chi si sta già organizzando per reclutare disperati da intruppare nel prossimo conflitto.

    Ancora un paio d’anni d’austerity eurista e per mangiare una scatola di fagioli faranno la fila per essere imbarcati verso il sud-est asiatico.

    Ma chi riesce a dormire la notte prendendosi una responsabilità così?

    Reply
  14. Già i giovani. Certo hanno bisogno di un lavoro, ma in mezzo alla strada ultimamente ci sono troppi trentenni con famiglia e figli a carico.
    Io mi trovo in questa condizione, con un’esperienza lavorativa come responsabile commerciale di oltre 15 anni, in settori anche diversi, ho acquisito nozioni di marketing, tecniche di vendita, di intrermediazione, nozioni amministrative e contabili, nonchè di segreteria, utilizzo il PC ad occhi chiusi, non ho problemi con i software gestionali che imparo ad usare nel giro di un giorno, parlo inglese abbastanza bene, lo capisco bene, oltre ad una notevole capacità di vendita e bella presenza. L’ultima che mi è capitata è stata di insegnare a fare le fatture e a compilare un F24 al titolare che aveva una bella laurea in filosofia appesa al muro!
    Ecco però ho 36 anni e nel mio CV non è presente una laurea e quindi la soluzione è mettermi in proprio, perchè ormai il commerciale interno stipendiato al max è il figlio del capo che ha sì una laurea in marketing ma che di vendite contratti non sa un tubo e tu dovresti insegnarli, ovviamente allo stesso prezzo e vedendoti pure declassare! Scusate lo sfogo ma altro che dipendenti pubblici da assumere qui c’è tutta l’imprenditoria da rifare.

    Reply
  15. Professor Piga, buonasera,
    ho ascoltato il suo intervento, vorrei chiedere:

    1) se in Germania aumentano i redditi dei lavoratori, non perderebbe competitività? Se fosse disposta a perderla, non avrebbe evitato in principio questo genere di politica mercantilistica?

    2) se ANCHE nello stato dove l’euro ha permesso il maggiore successo, è aumentata la disparità di redditi, non è logico concludere che il modello promosso dall’unione europea sia reazionario e antisociale, quindi un modello da rifiutare e combattere?

    3) se lei difende gli interessi dei piccoli (e medi) non le pare che l’euro dovrebbe essere suo “nemico” visto che è l’espressione e lo strumento con cui i “grandi” stanno distruggendo anche il ceto medio e medio-alto e le PMI?

    4) saprà sicuramente che la politica economica della Germania del cancelliere Angela Merkel è finita nel mirino di Bruxelles, che sembrerebbe pronta a lanciare un’inchiesta per far luce sull’enorme surplus delle partite correnti. Secondo lei i PIGS siamo noi?

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    • Buonasera Chiara.
      1) Non vedo perché. Dipende dall’andamento della produttività.
      2) No. Le disuguaglianze possono essere causate da tantissimi fattori e sono, i loro aumenti, pervasivi in tantissime società non euro.
      3) No, è l’austerità il “mio” nemico.
      4) Non capisco.

      Reply
  16. Pingback: Più che un job act, servirebbe uno Steve Jobs act -

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