Uscito oggi, a pagina 28 del Corriere della Sera.
Caro Direttore,
come segnala Beppe Severgnini, i giovani sono fuori, nella sostanza, da qualsiasi programma elettorale dei partiti. Come le giovani imprese, aggiungo.
Eppure proprio su di loro, sulla loro “protezione” dagli interessi costituiti e sull’espansione delle loro opportunità passa il rilancio del Paese.
Le critiche di Severgnini paiono far emergere, per avere un dibattito serio la necessità di : a) spiegare come dedicargli risorse e come finanziarle, b) creare programmi “sistemici” che non siano meri “cerotti su di una frattura”, c) rendere più semplici le assunzioni, d) non tagliare la spesa pubblica dedicata ai giovani.
L’Associazione che presiedo, I Viaggiatori in Movimento, voterà oggi il suo Programma per l’Italia. All’interno di esso giovani e piccole imprese ricevono la maggiore attenzione. Perché per un programma liberale e solidale al contempo, combattere la mancanza di pari opportunità è la priorità, condizione propedeutica prima della battaglia per il merito. Come diceva il Premio Nobel Sen, senza pari opportunità il merito è un meccanismo di perpetuazione della dominanza di coloro che già hanno. E pari opportunità richiede un forte investimento pubblico per colmare gli svantaggi di partenza che in Italia abbondano, sia per i giovani che per le piccole imprese, le piante più fragili ma anche più fertili potenzialmente del nostro giardino.
Il nostro programma prevede: 1) l’aumento delle retribuzioni dei docenti scolastici dello 0,3% di PIL (5 miliardi di euro) a fronte di una riforma (che dettagliamo) che renda la scuola ancora più efficace nell’insegnamento; 2) l’aumento dello 0,3% di PIL (5 miliardi di euro) delle retribuzioni dei ricercatori universitari e degli enti di ricerca, per avviare il rientro dei cervelli sul serio, a fronte di una riforma (che dettagliamo) delle università che premi la qualità degli Atenei su ricerca e didattica; 3) una spesa dello 0,5% di PIL (8 miliardi di euro) per assistere, con le migliori case di consulenza che abbiamo, le PMI nel formarsi sulle funzioni organizzative, dove è dimostrato stentano di più nell’avvio; 4) un credito d’imposta come in Francia (ma da noi riservato solo alle PMI) per le spese in ricerca e sviluppo dello 0,3% del PIL (5 miliardi di euro); 5) 0,6% di PIL (10 miliardi di euro) riservato ad un servizio civile temporaneo e non ripetibile negli uffici pubblici (musei, patrimonio, ospedali, tribunali, università, scuole, parchi ecc.) per giovani disoccupati ed inoccupati di 1 o 2 anni così da migliorare al contempo la qualità dell’azione pubblica, caratterizzata da una età media tra le più alte al mondo.
Un totale del 2% di PIL (più di 30 miliardi di euro) che dimostriamo nel nostro programma essere assolutamente finanziabile dal taglio vero (non casuale e non lineare, così da non essere recessivo) degli sprechi negli appalti pubblici. Gli appalti oggi occupano circa il 12% del nostro PIL e contengono sprechi di prezzi e quantità ben superiori al 20%. Anche qui indichiamo le riforme che vanno fatte (sono a portata di mano se un Governo lo volesse veramente) per consentire questo risultato.
A livello europeo, quando sarà possibile, come noi auspichiamo, procedere verso un esercito continentale o quando avremo una Tobin tax, proponiamo di dedicare le risorse così ottenute ad un conto corrente bancario con 1500 euro annuali per ogni giovane alla sua nascita da utilizzare dopo la maggiore età solo per istruzione o formazione professionale nelle imprese.
Nel mercato del lavoro, oltre a proporre massima flessibilità per i contratti a tempo determinato, per un periodo massimo di 24 mesi, con un adeguato livello retributivo, per compensare il lavoratore della flessibilità per l’impresa, proponiamo la eliminazione straordinaria dell’Irap per gli assunti a tempo indeterminato – di qualsiasi età – per un periodo di tre anni (anche questa finanziata da tagli dell’1% di PIL a parte dei sussidi alle imprese).
Non è vero che non si può. Si deve solo volere.
Gustavo Piga
21/01/2013 @ 19:23
Caro Professore,
come sa io credo fermamente che Fare per fermare il declino possa essere un buonissimo interlocutore per i Viaggiatori in Movimento. Insieme a Franco Peracchi saremo lieti di analizzare tutte le vostre proposte e vedere se riusciamo a farle nostre.
Elena Bombardieri
21/01/2013 @ 21:29
Ottimi punti, soprattutto l’aumento salariale collegato alla flessibilità contrattuale (ogni rischio, come quello di perdere il lavoro a breve, deve essere correttamente retribuito).
Quello che mi chiedo è se non ci siano già delle associazioni/piattaforme nelle quali sviluppare proposte politiche di questo tipo e dar loro magari anche più risonanza.
Da buoni economisti, mi aspetto poi un’analisi costi-benefici sulle linee del programma e maggiori dettagli sull’attuazione. Nel frattempo, vi seguo con interesse.
Massimiliano Terzi
21/01/2013 @ 21:33
Grazie. speriamo presto di averla tra noi.