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Renzi non abbia paura dell’Europa e dei segreti di Pulcinella

Rimango colpito, in attesa dei dettagli, dal fatto che Renzi abbia deciso di “pagare in 15 giorni” i debiti commerciali della Pubblica Amministrazione facendo ricorso alla Cassa Depositi e Prestiti.

Colpito positivamente perché indubbiamente l’idea è giusta per risolvere alla radice la questione della liquidità delle imprese a cui spettano questi soldi così in ritardo sborsati.

Mille volte su questo sito avevamo detto: emettete titoli di Stato, BTP, e con i soldi pagateci le imprese. Subito. Nessuno lo aveva fatto, imbarcandosi invece in astruse soluzioni tutte volte ad evitare di rivelare il segreto di Pulcinella, ovvero che il debito italiano vero, reale, è più alto di quel 134% di PIL rilevato dalle istituzioni europee, perché ad esso vanno aggiunti i debiti commerciali che tipicamente sono contabilizzati “sotto la linea”. Così facendo abbiamo ucciso tante imprese che non hanno ricevuto quanto dovuto in tempo per sopravvivere.

Colpito però anche negativamente perché Renzi non abbandona l’auspicio, come i suoi esimi predecessori, di fare i conti senza l’oste e di lanciarsi in un’operazione artificiale, coinvolgendo la Cassa, proprio per evitare l’inevitabile, ovvero per evitare che il debito pubblico rilevato dall’Europa non aumenti con l’operazione rimborsi alle imprese. Ovvero per evitare di rivelare il segreto di Pulcinella.

Si rassegni Renzi: la Cassa Depositi e Prestiti avrà un credito con la Pubblica Amministrazione che andrà alla fine pagato e apparirà nei conti pubblici. E forse Renzi si dovrà rassegnare prima: la Cassa per pagare dovrà trovare i soldi in Tesoreria, riducendo le disponibilità del Tesoro che dovrà emettere più debito per ricostituirle. E forse Renzi si dovrà rassegnare ancora ancora prima: è infatti possibile e probabile che le istituzioni europee dicano no al suo schema via Cassa.

Ma perché mi preoccupo di questo se la sostanza è comunque quella giusta? Per due ordini di motivi.

Il primo ha a che vedere col fatto che, pur di nascondere il suo segreto di Pulcinella come Monti e Letta, perderà tempo per ideare soluzioni tanto fantasiose quanto complicate, ritardando il sollievo per l’economia.

Il secondo è più profondo. Renzi non deve avere paura di cosa dirà l’Europa. Renzi deve anzi dimostrare a questa Europa che quando questa sbaglia non siamo disposti ad assecondare le sue stupidaggini. Renzi può tranquillamente permettersi di emettere BTP e con la liquidità ottenuta ripagare subito le imprese come lui giustamente desidera. Salirà il debito per le statistiche ufficiali? E chi se ne frega, tanto il mercato sa bene che questo in realtà è rimasto uguale a prima, con più BTP e meno debiti commerciali. Anzi il mercato apprezzerà questa voglia renziana di mettere fine alla recessione e gli spread scenderanno.

Se lo farà, con buona pace di Ollie Rehn o chissà chi altro dei geni europei che ci hanno governato sinora, avrà dato il segnale più importante di tutti: che la musica è cambiata e che la cacofonia sinora ascoltata in Europa avrà vita breve. Un risultato incredibilmente importante.

8 comments

  1. concetta sorropago

    27/02/2014 @ 09:39

    Come sarebbe bello se tra le tante “notizie” ed “analisi” del servizo pubblico di informazione si dicessero le cose come stanno davvero come ha fatto lei in quest’articolo! Ovviamente non in seconda serata su rai “n”in trasmissioni di nicchia, ma nel tegiornale di Rai 1 alle 8 di sera. Spiegando agli italiani che anche i bilanci degli Stati possono essere, diciamo cosi’, un po’ manipolati. Certo sarebbe auspicabile una maggiore ed ampia informazione, da parte di esperti e media, per spiegare che molti paesi europei hanno fatto ricorso, e stanno continuando a farlo, a questa prassi, di cui non ricordo piu’ il nome….

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  2. Debito con le imprese o btp, sempre debito è, giusto, lo stesso debito. Allora forse si evitano i btp perchè su questi si paga un interesse?

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    • Il paragone che faccio io è con la formula Cassa: CCDDPP che si indebita a tasso BEI e quindi costa effettivamente meno (ma poco meno).
      Il paragone che lei fa è però credo con il mantenere la situazione attuale dove non si paga: siamo qui nella piena illegalità dove non si pagano gli interessi di mora. In questo senso ha ragione lei, c’era un incentivo a non ripagare i debiti.

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  3. Fabio Fraternali

    28/02/2014 @ 11:19

    Se lo sanno fare loro, lo sappiamo fare noi

    Sono stato il primo studente di dottorato che ha avuto il Prof. Roberto Perotti quando arrivò ad insegnare alla Columbia University dopo avere lui stesso preso il dottorato al MIT di Boston. Dubbio onore per lui (lo feci impazzire ed ebbe santa pazienza a tollerarmi) grande onore per me. Mi fece le pulci su qualsiasi passaggio, su qualsiasi equazione, su qualsiasi affermazione. Un lavoro folle, ma che rese il successo finale con il titolo di dottore di ricerca la più bella medaglia al petto che posso ancora oggi appuntarmi, una spinta ad andare avanti con entusiasmo quasi infinito.

    http://www.gustavopiga.it/2013/se-lo-sanno-fare-loro-lo-sappiamo-fare-noi/

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