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La rivoluzione negli appalti è un’altra cosa

Sono stato da più parti sollecitato a smentire/chiarire il contenuto del post de Linkiesta Confindustria punta alla centralizzazione degli acquisti ma per Piga, ex  Presidente CONSIP, sarebbe un disastro.

Secondo loro avrei detto: “Speriamo che abbiano imparato dai nostri errori – si riferisce agli  anni in cui il Professor Piga è stato presidente – e che la CONSIP  centralizzi un po’ meno perché uccide le piccole imprese. La CONSIP serve  soprattutto per centralizzare i dati e fare da benckmark di riferimento ma se fa  gare grandi è un disastro per il territorio”.

Secondo Linkiesta la mia frase cozza contro la previsione di Confindustria che nel suo Progetto per l’Italia chiede di “estendere agli enti territoriali l’obbligo di ricorrere alle convenzioni CONSIP per tutti gli acquisti di beni e servizi, ristrutturando profondamente il funzionamento della stessa CONSIP, grazie alla progressiva digitalizzazione della PA.”

Credo che la mia frase sia stata ben riportata. Magari direi più correttamente “perché uccide le piccole imprese se centralizza troppo”. Ma confermo: centralizzare troppo (i.e. fare gare troppo grandi) uccide le piccole imprese. Il rischio esiste sempre ma, in questa recessione, la tutela delle piccole imprese è essenziale. Spero vivamente che Consip non rifaccia gare grandi, anzi so per certo che non lo farà, perché ha imparato dagli errori del passato (che si fecero, lo ripeto, sotto la mia Presidenza). E dunque spero che il piano di Confindustria non sia seguito.

In una cosa Confindustria ha ragione: Consip va valorizzata molto di più. Magari dandogli quelle risorse che il Governo Monti ha previsto di levargli. Alla faccia della retorica sulla spending review, che in realtà non si è mai fatta.

Valorizzare Consip. Per fare cosa? Per fare gare “più piccole” di quelle di allora, ma fatte così bene da diventare benchmark di riferimento per tutta Italia, senza danneggiare le piccole imprese e lasciando autonomia ad altre stazioni appaltanti più vicine al territorio di appaltare. Consip ha tutte le professionalità per farlo. Lo fa già. Il suo marketplace per acquisti sotto soglia è inoltre una splendida realtà (che nacque anch’essa nei miei anni in Consip, ma esplose come successo più tardi) invidiata all’estero.

*

Ma il Progetto di Confindustria ha torto anche per quanto non dice. Ben di più va fatto per assicurare una volta per tutte una rivoluzione nel mondo degli appalti pubblici a favore del Paese e del suo sviluppo.

La rivoluzione che i Viaggiatori chiedono al nuovo Governo di avviare richiede un profondo cambiamento culturale, altro che Consip e basta.

Una lotta senza quartiere alla corruzione negli appalti. Che non spetta a Consip. Una lotta senza quartiere alle collusioni e cartelli negli appalti. Che non spetta a Consip. Uno sforzo gigantesco per formare acquirenti pubblici competenti. Che non spetta a Consip. Un investimento gigante nell’organizzare le stazioni appaltanti attorno al raggiungimento del risultato, con enormi premi ed incentivi. Politica che non spetta a Consip. Compresa la riduzione del numero di punti ordinanti, da più di 10.000 a meno di 1000. E un investimento non gigantesco ma coraggioso nella centralizzazione informatica dei dati per ogni singola gara d’appalto ed una previa autorizzazione a contrarre legata alla verifica della bontà della commessa rispetto ad altre simili. Centralizzazione dei dati che può spettare a Consip ma meglio ancora se prevista nel nuovo Ministero della Qualità della Spesa Pubblica che richiediamo noi Viaggiatori.

Tutte cose mai fatte dai precedenti Governi.

E, last but not least, qualcosa che Confindustria non sottoscriverebbe mai, l’obbligo di riservare il sotto soglia negli appalti pubblici alle PMI europee. Una norma semplice semplice da far tremare i polsi. Non in America, dove si riserva il 23% degli appalti alle PMI in nome della concorrenza (come d’altronde si fa in Cina e Brasile).

Progetti, Agende? Perché no. Ma i Programmi sono ben altra cosa, specie quando riescono a battersi per rappresentare gli interessi di quegli attori meno tutelati eppure tra i più dinamici di una collettività. Tenetelo a mente quando dopodomani leggerete il Primo Programma per l’Italia dei Viaggiatori.

2 comments

  1. Ministro della qualità della spesa pubblica? È come si relazionerà con il ministro della QUANTITÀ della spesa pubblica (MEF)? È con il ministro delle PROCEDURE della spesa pubblica (funzione pubblica)? E soprattutto con i ministri che hanno responsabilità sugli OBIETTIVI della spesa pubblica (difesa, infrastrutture, sviluppo economico, interni, ecc.). Prof, mi sembra una proposta bizzarra che se realizzata creerà solo una inutile (e certo costosa) poltrona!

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    • MEF? Cosa è MEF? Diverrà MCE, ministero della crescita economica. Quello che lei chiama la quantità.
      Ministero infrastrutture e parte del MEF incaricato di verificare la spesa (parte di RGS) andranno a fare parte del MQSP. La qualità.
      Il numero di Ministeri totale scende da 19 a 14.
      Non fa mai male essere bizzarri, obbliga a discutere di cose che abbiamo dato sempre per scontate. E quando molte di queste sono dannose per il Paese, non fa così male.
      Guardi il tutto e poi capirà i dettagli, non viceversa. Grazie per lo stimolo.

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