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Il coraggio, dov’è?

Ecco stasera mi ricordavano che la politica industriale, specie nell’Italia delle piccole, o è per le piccole imprese o non è. Che le grandi sanno fare da sole.

Forse per questo due anni fa avevano approvato tra gli applausi in Parlamento lo Statuto delle Imprese, legge che riservava grande attenzione teorica alle piccole.

Che prevedeva, tra le tante cose mai applicate, che …

Il 30 giugno 2013 è passato e, come avvenuto con il Governo Monti nel 2012, invano: nessun disegno di legge è stato presentato  per la piccola, per la seconda volta. Monti mi confessò in televisione di non aver mai saputo che esistesse un tale obbligo di legge. Forse anche Letta lo dirà un giorno?

Sarebbe stata, la presentazione di questa legge, questa sì, ragione di esultare, altro che spiccioli europei come quelli appena ottenuti.

Ci vuole coraggio per fare le cose semplici; coraggio e persistenza; coraggio, persistenza e passione; coraggio, persistenza, passione e leadership.

Ma il coraggio, e tutto il resto, tutto ciò che non ci fa temere la sconfitta e l’andare a casa pur di cercare la vittoria e non la mediocrità, non il pareggio con melina, non s’inventa.

5 comments

  1. la sensazione che ho è che si stia attuando una politica atta a mettere in difficoltà un sistema economico (e tutti i mezzi sono buoni) in modo di abbassare il rating e aumentare il prelievo di ricchezza a favore del sistema finanziario. Se poi molte pecore muoino per effetto della tosatura eccessiva non è negativo, anzi, il sistema economico va ancora più in difficoltà……etc..Figursi se si fa una politica di attenzione alle pmi!

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  2. Vero Professore!
    Verissimo che quando ci poniamo con sincerità di fronte alla difficoltà riusciamo a penetrare il senso profondo della situazione, e che nella gravità delle cose tutto ciò che conta è la determinazione di portare a compimento tutto ciò che deve essere fatto.
    Avanzare con decisione inoltre eviterebbe di rimanere nel pericolo troppo a lungo. Parliamo ormai di un periodo di 10 anni?
    Abbiamo tutti noi bisogno di essere e diventare uomini e donne coraggiosi oltre che capaci di riorganizzare il confuso groviglio di elementi che giocano a favore di questa denso e caotico incubo del nostro tempo, grazie per ricordarlo sempre.

    Nella sua meravigliosa rassegna cinematografica che ci propone nei sui sempre interessantissimi post suggerirei a questo punto anche la frase “…per essere ricordati da uomini…” da “Il Gladiatore” di Ridley Scott

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  3. roberto barbieri

    06/07/2013 @ 09:49

    SI RICORDA prof, CHE LE SCRISSI CHE PER INCREMENTARE ,subito, I POSTI DI LAVORO NELLA PMI BASTEREBBE PORTARE A 50 DA 15 IL “requisito ” PER ESSERE CONSIDERATE PMI ??

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    • Roberto Lorenzetti

      09/07/2013 @ 10:10

      Concordo. Questo è vero in un periodo di stabilità o crescita, oggi mi sa che è dura

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  4. Mi sta venendo un fortissimo dubbio che l’unico compito del governo Monti e la sua continuazione con il governo Letta, sia solo quella di SOTTRARRE la maggior quantita’ di denaro possibile dalle tasche degli Italiani, dopodiche’ ci diranno:
    Volete la Lira, va bene, va benissimo…andate pure a quel paese
    Dopodiche’ scopriremo che il ritorno alla Lira non e’ la catastrofe che ci stanno facendo credere.
    Infondo, a ben riflettere, se io faccio lavorare un contadino dandogli delle Lire in pagamento e quello mi produce vino e patate che poi magari in parte vendo agli U.S.A ricavandone US.Dollars con cui mi compro petrolioo altre materie prime, penso di ottenere un beneficio per tutta la comunita’.
    Infatti la produzione agricola non esportata verrebbe venduta sul mercato interno con pagamento in Lire, fornendo benessere al popolo.
    Per il consumatore finale non fa gran differenza se andando dal panettiere riceve il pane contro esborso di Lire anziche’ di euro.(purche’ gli diano il pane)
    Basta che lo Stato ne garantisca la circolazione all’interno.
    In alternativa si puo’ far lavorare il contadino puntandogli contro un fucile, alla fine si venderebbe comunque il suo prodotto, ottenendo US.Dollars dall’estero con cui comprarci la materia prima.
    Se mancano gli euro nella nostra economia e pertanto si imballa il sistema, per un Principio Economico che dice:
    In mancanza di un bene primario si ricorre ad un SURROGATO, cosa aspettiamo ad inventarci una Valuta Interna con cui tentare di fermarci di fronte al Baratro, questa volta si, non quello di Monti!
    Saluti Giovanni

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