Gary Marcus è un noto Professore della New York University, psicologo cognitivo di fama. Ma oggi è agli onori delle cronache per il suo ultimo libro, “Guitar Zero” (che non ho letto!). Dove racconta come si è messo per 3 anni alla prova cercando, da quarantenne, di apprendere a suonare la chitarra, da zero appunto.
Uno dei temi trattati nel libro è quello del come si fa a quarant’anni ad acquisire una nuova abilità, se non la si possiede in maniera innata. Non facile. Ma con allenamenti pedanti e pignoli dopo 3 anni oggi possiamo dire che se Gary Marcus suona ad un matrimonio la gente non scappa più via. Vale dunque (sembrerebbe) la regola delle 10,000 ore di allenamento per farcela, contro la teoria del “periodo critico” che sostiene che se vuoi imparare qualcosa meglio iniziare da giovane.
Lo dico perché leggendo di Marcus mi è subito venuto in mente il discorso di Obama sullo Stato dell’Unione e l’importante passaggio in cui si preoccupa di coloro che perdono un lavoro:
“io parlo con gli imprenditori, che vogliono assumere negli Stati Uniti ma che non trovano I lavoratori con le abilità adatte … Industrie in pieno boom in settori di scienza e tecnologia hanno 2 volte più posti disponibili dei lavoratori che abbiamo per svolgere quella mansione. Pensateci: richieste di lavoro insoddisfatte quando milioni di americani cercano lavoro. Ciò non è accettabile. E sappiamo come risolverlo.
Jackie Bray è una madre single del North Carolina, licenziata come meccanico. Poi Siemens ha aperto un impianto di gas a turbine in Charlotte, e ha dato vita ad un accordo con il Central Piedmont Community College. L’azienda ha aiutato l’università a progettare corsi in laser e robotics. Ha pagato le tasse d’iscrizione di Jackie, e l’ha assunta per operare nell’impianto.
Voglio che tutti gli Americani che cercano lavoro abbiano le stesse opportunità di Jackie…. Dobbiamo dare alle università vicino a comunità le risorse affinché diventino dei centri per lo sviluppo di una carriera lavorativa, posti in cui insegnare alle persone quelle competenze di cui hanno bisogno ora le aziende locali.” (mia traduzione)”
Roba seria di cui parlare durante un a recessione, in cui il rischio più grande è che la perdita di lavoro si tramuti in disoccupazione di lunga durata e poi in uscita dalla forza lavoro per incapacità di aggiornare le proprie conoscenze, competenze e abilità.
27/01/2012 @ 17:28
Lo spirito di adattamento e la speranza nel futuro è già patrimonio dei giovani “uomini”. Purtroppo esiste in Italia ancora una folta schiera di “più uguali…. e figli di…..” che incidono negativamente in questo necessario cambio di prospettiva. Un cambio che consente di non vivere da “fallito” quella che è una prova delle effettive capacità di una persona di sapersi modellare alle diverse esperienze che la vita ci offre con sempre maggiore frequenza, oggi più che mai. Occorre abbandonare le nostre false certezze ed andare incontro al futuro con coraggio ed entusiasmo.
27/01/2012 @ 17:53
Assolutamente. Concordo. Ma nel momento della difficoltà non bisogna lasciare soli coloro che non hanno colpe dei loro insuccessi.