C’era una volta l’Europa. Dice Barbara Spinelli sul bell’articolo su Repubblica:
“Prepararsi a neri scenari è saggezza, in politica, a condizione però che il male sia riconosciuto, detto, e non circoscritto ma proscritto. Altrimenti avremo barriere di carta, come l’esiziale linea Maginot che doveva immunizzare i francesi da assalti nazisti. Tale è l’odierno muro antincendio, e il motivo è chiaro: manca la coscienza che la crisi non è greca ma dell’intera Unione, e per questo il panico che regna ha qualcosa di sinistro. È un panico fatto di leggerezza, di ignoranza storica, di vuoti di memoria colossali. In cuor loro i capi europei sanno di mentire, quando dicono che non ci sarà contagio. Quando esibiscono tranquillità, come se tutto potesse continuare come prima, dopo il crollo greco o il no irlandese. La leggerezza è funesta, perché non è così che l’Europa ritroverà le forze e i cittadini la fiducia.”
Come non condividere questo bel passaggio. Come quando si dice che gli Stati Uniti d’Europa funzioneranno come soluzione all’attuale crisi. Oggi il Governatore della Banca d’Italia ha detto che in Europa “avverte la mancanza di fondamentali caratteristiche di una federazione di Stati”, mancanza che in verità nessuno aveva sentito fino a qualche mese fa e che ora un numero crescente di persone in posizione di “euro-comando” appare vedere come il nuovo toccasana di una situazione che nei mesi ha visto le diverse “barriere di carta” dagli stessi proposte sgretolarsi come gelati al sole.
Anche quella degli Stati Uniti d’Europa è barriera di carta, fragile per motivi che per fortuna sia la Spinelli che altri ben individuano. Ieri sul Wall Street Journal ho letto il migliore paragone sinora (fatto da un economista di riguardo statunitense, l’ex capo – scelto da Obama - del Council of Economic Advisors, il Prof. Austan Goolsbee) con gli Stati Uniti di America federali che cerchiamo di ricopiare:
“…lacking the normal safety valves to keep dangerous imbalances from destroying the monetary union, the euro hardliners are left with the idea of fiscal union. These hawks, however, misunderstand a fundamental strength of the U.S. fiscal union. They seek a union to impose budgetary discipline and structural reforms on laggard countries while the U.S. fiscal union serves mainly as an engine of subsidy.”
“… mancando le tipiche valvole di sicurezza per evitare che pericolosi squilibri distruggano l’unione monetaria, ai duri dell’euro non rimane che l’idea dell’unione fiscale. Questi falchi, tuttavia, non afferrano una fondamentale forza dell’unione fiscale americana. Cercano una Unione per imporre rigore fiscale e riforme strutturali ai paesi più arretrati mentre l’unione fiscale statunitense è di fatto un motore di sussidi”.
Già, sussidi: “su 20 anni, stati come il Minnesota ed il Delaware hanno pagato annualmente più del 10% del loro PIL di quanto non ne abbiano ricevuto in cambio. Dall’altra parte, per gli ultimi 20 anni, stati come il New Mexico, Mississippi e la West Virginia hanno ricevuto sussidi annuali di più del 12% del loro PIL”.
Ecco, quando leggo il Governatore che dice nella sua relazione: “l’azzardo morale di chi fida sull’aiuto altrui per perseverare nelle cattive politiche del passato va evitato con una forte pressione politica e normativa, esigendo il rispetto degli impegni concordati, sulla base di programmi ambiziosi ma allo stesso tempo realistici. Sta ai paesi in difficoltà attuare quelle riforme che permettano di ricuperare competitività e ridurre gli squilibri accumulati, coi tempi e la gradualità appropriati, ma senza sconti di ambizione. Sta ai paesi più forti aiutare questo processo non ostacolando il riequilibrio, realizzando progressi strutturali che favoriscano la domanda” vedo tutta l’immensa diversità tra falchi europei e pionieri americani.
Ecco perché la nostra costruzione è un gigante dai piedi di cristallo: perché non è ancorata in una solida e forte volontà culturale di restare assieme, di sentirsi europei allo stesso livello, greci e tedeschi e di riconoscere che la Grecia non sarà mai la Germania, sarà sempre la Germania di 30 anni fa, e che non c’è nulla di male in tutto ciò e che i nostri fratelli greci hanno altro che li rende speciali oltre a sapere fare PIL. Hanno un cuore caldo e pietre bianche su cui si sono seduti i filosofi che hanno ideato i nostri valori, e l’Europa ha bisogno di questo come di PIL.
Caro Visco, non ce la faremo mai così, mai.
Ma su Barbara Spinelli ed il suo articolo ho altro da dire. Ne parlerò stasera, ora scappo.
01/06/2012 @ 21:10
Gentile Professor Piga,
la Grecia è la Grecia, è uno stato al pari di tutti gli altri stati, NON è la Germania indietro di 30 anni (e mi auguro che tra 30 anni non sia come la Germania di adesso) e non ha bisogno di compassionevoli tentativi di riabilitazione.
è la forzatura dell’euro che provoca pericolosi squilibri e di conseguenza nazionalismi ed estremismi che fanno arretrare l’Europa e mettono in pericolo la pace, non la possibilità di uscire dall’euro o di dismetterlo in toto. Ci sono paesi europei che non hanno l’euro, gli facciamo la guerra? Viceversa nei Paesi con l’euro stanno rifiorendo nazionalismi distorti e potenzialmente pericolosi.
L’ “inaridimento dell’Europa” che Lei paventa, secondo me, si verifica quando ci sono politici aridi come Barroso, Van Rompuy, Merkel, ecc., avidi, senza scrupoli e incapaci di qualsiasi forma di cooperazione e di fratellanza, non quando ci sono tante monete diverse.
Le sue analisi economiche sono perfette, invece le sue teorie politiche mi sembrano lontane dalla realtà, basate su un idealismo retorico e potenzialmente pericoloso.
01/06/2012 @ 21:30
Come PIL intendevo la Germania di 30 anni fa, se legge bene vedrà che parlo della Grecia non solo in termini di PIL, criterio ristretto per capire le nazioni.
Non conosco area politica comune nella storia dell’uomo che non abbia avuto moneta comune. Certo , la potevamo fare dopo, ma l’abbiamo fatta e tornare indietro vuol dire perdere 30 anni di costruzione politica e generarne altri 30 di imbarbarimenti nazionalistici.
Quelli che lei chiama nuove fioriture di nazionalismi sono quelle non che genera l’euro, ma la prospettiva della fine dell’euro, basta guardare le loro campagne elettorali.
E la prospettiva della fine dell’Europa, e qui ci troviamo d’accordo, nasce da politici aridi, senza dubbio. Come vede non c’entra nulla l’euro e la sua perdita non risolverà la questione: quei politici aridi ci saranno pure senza l’euro, lo sa? A meno che non li si combatta. Non con i fucili, ma con le idee.
E allora che facciamo? Molliamo il terreno dell’euro invece di combatterli? E perché mai? Ci si batte con le idee e la ragione. La spunteremo. E se non la spunteremo, ci avremo provato. E’ un nostro dovere, abbiamo solo questo tempo che ci è stato dato per lasciare una traccia.
02/06/2012 @ 13:42
il punto è che l’europa non c’è mai stata…c’è stato solo e sempre l’interesse (nazionale) dei rispettivi gruppi di potere
finanziari/industriali e in modo subordinato del potere politico…
Che l’europa non esistesse me ne sono accorto pienamente
leggendo proprio lei che ne ha una un opione estremamente
legata alla sua esperienza e visione personale (come accade alle persone di cultura e erudizione eccezionale)
L’europa che abbiamo vissuto con l’eurozona in realta’
credo sia assai simile a quella che visitava mozart…si forse
ai suoi tempi i teatri erano piu’ belli ma i viaggi meno confortevoli…
A cosa è servita l’eurozona ? A spostare determiati capitali
in un determitato modo…a fare girare il sistema bancario
in un determiato modo…Adesso si puo’ dire ah i tedeschi se ne sono approfittati e cosi’ facendo hanno rovinato gli spagnalo i greci i portogesi in parte gli italiani…(perchè gli spagnoli e in misura minore gli italiani sono rovinati a prescindere l’euro sopravviva o meno) Potremmo anche dire
semplicemte che i tedeschi hanno fatto i tedeschi e quelli
del club med hanno vissuto decisamente sopra le proprie possibilita’…po ancora che i fallimenti degli stati e delle nazioni esistono e esiteranno…
Lei parla di caranza di leadership politica , ma siamo sicuri
che le classi politiche degli ultimi decenni possano smarcarsi
dall’interesse della finanza e dei grandi apparati industriali?
Per quanto mi riguarda non lo credo . La germania ha ottenuto il suo zenit quanto a benessere occupazione con l’euro utilizzando l’euro , ora non vuole restituire verso gli stati euromed si sono stati attori del miracolo tedesco…
Ma vi chiedo e perchè dovrebbe farlo? Ma voi credete che la germania i tedeschi ma anche francesi olandesi austriaci abbiamo interpretato l’eurozona e l’euro come qualcosa di diverso da uno strumento per migliora la loro condizione socioeconomica? Francamente mi arrabbiavo io stesso quando sentivo definire l’euro uno strumento perchè in effetti i parametri dell’euro hanno qualcosi di demenziale (e sono in qualificata compagnia a pensarla in questo modo)
Ma questo è il modo (l’unico) per cui è stato inteso l’euro dalla germania e dall’europa core :uno strumento atto a favorire le loro economie . Ma questa non è solo il pensiero delle elite economiche ! L’europa -come la intende lei credo- non la vuole -fin dall’inizio- il popolo tedesco quello francese quello olandese…Lei parla di deficit di leadership in germania ma in fondo penso che i politici germanici abbiano semplicemente interpretato il sentire comune del loro elettorato…IL sogno dell’europa ^federazione di stati^
ha attacchito solo in italia …per determinate ragioni culturali
e per mala fede o ignoranza dell’informazione (perchè che gli stati meno performanti i con piu’ inflazione dovessero
deflazionare c’è scritto nei trattati …e sappiamo che la deflazione non funziona se non in casi particolarissimi)
Purtroppo quello che poteva andare bene per l’elettorato
tedesco , grazie all’euro e a quello che la finanza e gli apparati economici è permesso nell’eurozona si trasformera’
in una tragedia sociale in grecia portogallo spagna e italia…
Questo perchè l’europa non è mai esistita è esitito solo l’interesse economico di determiati attori la comoda malafede di altri l’ignoranza dei processi in corso…
Una costruzione come uan federazione di stati uniti non puo’ nascere se gli attori piu’ importanti i piu’ forti della stessa non la vogliono e non l’hanno mai voluta…Il processo in corso
che stiamo viviendo nell’eurozona proseguirebbe anche se per qualche misteriorioso motivo la germania garantisse per i debiti degli euromediterranei…la germania continuerebbe a approfittarne nel suo interesse nazionale e nell’interesse
dei suoi cittadini…i mediterranei si mezzogiornificherebbero sempre di piu’ (usando l’orrenda
espressione coniata da brancaccio) ne nascierebbe una solo
una sorta di nuovo reich allargato , dove i migliori e i peggiori potrebbero andare a lavorare in germania in caso
di necessita’ (come ci dice la WB) questo è quello che non nascostamente si augurano molti italiani del nord (soprattutto leghisti) Ma non avverra’ .
01/06/2012 @ 22:13
Grazie per aver pubblicato il mio commento e per aver risposto.
Le rifioriture di nazionalismi distorti sono generate dagli squilibri causati dall’euro, infatti prima non c’erano (o meglio erano confinate a piccolissime frange di estremisti).
L’euro che sogna lei, basato sulle teorie che scrive, è un’altra cosa, non è questo euro. Vede in quanti le scrivono dicendo che la Grecia è brutta, sporca e cattiva? Altri se la stanno prendendo con la Germania. Siamo seduti su una polveriera, Barroso&c non stanno cedendo di una virgola e intanto dei bambini in Grecia stanno provando la fame. La fame in Europa era scomparsa da tempo, l’ha riportata l’euro.
Quante possibilità abbiamo che il “suo” euro e la sua idea di Europa riescano a scalzare questa classe politica e il “loro” euro?
Secondo me nessuna, così come non abbiamo avuto nessuna possibilità di non sceglierli, e allora è meglio lasciar perdere e forse i rancori si dilegueranno.
Come può sentirsi fiero di un’unione dove il cane più grosso sbrana il più debole? Come può desiderare che abbia un futuro? I nostri governanti ci stanno dando un orrido esempio di inciviltà. L’euro è solo una moneta, buttiamolo via! La fratellanza, la cooperazione e la pace non hanno bisogno di un pezzo di metallo né di banconote, ma di civiltà e buona volontà.
01/06/2012 @ 22:26
Io mi sento fiero, fierissimo di un continente che percorro ogni mese e che non è più quello che per centinaia di anni si è fatto la guerra e che i miei studenti percorrono in lungo e largo accolti caldamente e fraternamente.
La parola sbranare che lei usa in senso figurato è stata reale solo 70 anni fa.
Post hoc ergo propter hoc ?
Ripeto non è l’euro che causa la polveriera, su cui concordiamo, ma dei non-leader. Gli squilibri sono causati da ciò non dall’euro! Se è difficile vivere in un’area monetaria comune senza una unione federale che redistribuisca alle aree più povere, non è impossibile.
Un percorso simile l’hanno avuto gli Stati Uniti, ma ben altra leadership si accompagnava al progetto, ben altra pazienza, ben altra lungimiranza, ben altra pragmatica visione. Non ben altro dollaro. Fino a quando dovette arrivare la guerra , certo. ma, di nuovo, non a causa della moneta unica.
02/06/2012 @ 12:23
Professore,
non sono una “leghista” d’Europa, sono una delusa, delusa dall’egoismo, dal cinismo, dall’avidità ottusa di questa “Unione” fondata su un unico valore (il Pil) che dopo 70 anni di pace fa ritornare d’attualità, e non in senso metaforico, il termine sbranare. La Grecia se la stanno sbranando e l’hanno trasformata pure in capro espiatorio.
L’euro è solo una moneta, uno strumento imposto dall’alto, nato male e usato per creare squilibri a favore dei paesi e dei poteri forti, vogliamo farne una divinità? La cultura e la civiltà europea hanno bisogno di un pezzo di metallo per crescere? Che tristezza, l’Europa che desidero è fondata su altri valori.
Ha ragione, l’euro è solo una moneta, in sè non può provocare guerre; ma allora non può neanche realizzare un’Unione. Quindi averla o non averla non fa differenza.
L’euro è l’espressione della volontà di chi l’ha creato. Ora non c’è la volontà di migliorarlo (è evidente che è un problema di volontà, perché per qualcuno l’euro sta funzionando bene) e allora meglio dismetterlo.
O preferisce che continuino ad immolare sul suo altare greci, piigs, pensionati, disoccupati, imprenditori, intere popolazioni? Continuando a disinformare e ad aizzare le nazioni le une contro le altre?
E’ un problema di governanti, certo, e l’euro è il loro strumento (non è la moneta delle popolazioni europee come dovrebbe essere).
Non possiamo liberarci di Draghi, Barroso e Monti (così come non li abbiamo potuti scegliere) e a causa loro e della Merkel (non della Grecia) l’euro scoppierà e allora sarebbe saggio pensare ad un’uscita ordinata, civile e il più possibile indolore. ma non sarà così, purtroppo.
Se devo essere sincera poi ho molte perplessità anche sugli USA, se fossi nata là non mi sentirei tanto orgogliosa di essere parte di una nazione guerrafondaia esportatrice di democrazia avariata, devota al dollaro e al petrolio.
02/06/2012 @ 13:33
Silvia, non sopporto i giornali che quando arrivano le lettere dei lettori se ne approfittano per dire la loro contro il lettore e chiudere lì il dibattito. Quindi la chiudo qui senza aggiungere altro, registrando il mio profondo disaccordo sulle sue posizioni e prendendo atto che le nostre reciproche posizioni mi paiono ormai ben chiare e cristallizzate, al lettore terzo di farsi un’idea. Ci accomuna però tanto. Saluti.
02/06/2012 @ 13:52
Grazie Professore per il tempo che mi ha dedicato e per le sue risposte.
02/06/2012 @ 13:31
“Ecco perché la nostra costruzione è un gigante dai piedi di cristallo: perché non è ancorata in una solida e forte volontà culturale di restare assieme, di sentirsi europei allo stesso livello, greci e tedeschi e di riconoscere che la Grecia non sarà mai la Germania, e che non c’è nulla di male in tutto ciò.”
Più in breve, quella di cui lei professore avverte la mancanza si chiama “Comunità di Destino”. La UE non è una comunità di destino. E’ il risultato di un illuminismo da banchieri che ignora tutte le forze spirituali della storia, perchè non sono contabilizzabili.
Grazie per quello che scrive.