Cosa si aspetta dalla riunione dei 4 leader oggi a Roma, Prof. Piga? E dalla riunione del 28 del Consiglio di Europa? Mi guarda speranzoso l’addetto economico dell’ambasciata X in Italia. Come pensa che i Governi possano convincere i popoli quasi allo stremo? E i mercati ormai così scettici? Come vincere?
Ecco, salgo sul ring. E penso a una metafora imperfetta (ve lo dico poi perché imperfetta). Penso a che tipo di boxeur siano i mercati e i popoli, se hanno qualcosa in comune. Leggo su Wikipedia che “l’incalzatore, o “in-fighter”, in inglese, è un pugile dall’aggressione continua, per questo chiamato anche “pressure fighter”, che tenta di rimanere addosso all’avversario, aggredendolo con continue raffiche e intense combinazioni di ganci e uppercut”. Ecco, sì, i mercati sono degli infighter senza dubbio. Ma anche le popolazioni, non mollano. Mettono alle corde i governi. Votano solo nuovi partiti, quando insoddisfatti, abbandonano governi lenti.
I governi, appunto. Questi incerti e potenti attori, che tipo di boxeur sono? “Il picchiatore, in inglese “slugger”, è solitamente un pugile carente di tecnica e di gioco di gambe, che compensa queste carenze con la pura potenza dei propri pugni.” Ecco, certamente i governi sono i picchiatori del ring.
E leggo infine anche che, senza stupirmi più di tanto: “I puncher e i picchiatori tendono a vincere gli aggressori/in-fighter perché, cercando di avvicinarsi, gli aggressori/in-fighter finiranno invariabilmente dritti incontro ai più potenti colpi dei primi.” A parità di forma, naturalmente.
Immagino George Foreman, picchiatore, contro Frazier, costante pressure fighter. Guardate come parte all’attacco Frazier. A Foreman basteranno pochi colpi per chiudere la sfida. Devastante.
Sarà pur tempo che i Governi europei la smettano di essere messi sotto scacco dalla pressione dei popoli e del mercato ed escano dall’angolo. Sorprendendo, facendo qualcosa di nuovo, di non prevedibile, e poi sferrando il colpo micidiale.
Ecco come.
Mi aspetto che oggi si dia una risposta all’incredibile dono che ci ha fatto la Grecia con le sue elezioni. E’ la Grecia che è in credito con l’Europa. Per non avere fatto calare il buio su di essa, come il black-out del 2003 al confine svizzero immediatamente estesosi a tutto il nostro Paese. Incredibili elettori, quelli ellenici, specie quelli che non sono andati a votare, pur di non dare il voto a chi desideravano darlo per istinto, al partito anti-euro. Se dovessimo pretendere dalla Grecia tutto quanto gli chiedevamo prima dalle elezioni, i mercati alzeranno gli spread europei perché questi sanno che Stati forti che meritano fiducia sono gli Stati dove è forte un contratto sociale condiviso dalla popolazione. Se oggi alla Grecia che si sacrifica non riconosciamo nulla, domani gli altri elettori sapranno che niente gli spetterà in cambio di sacrifici. Sarebbe la fine.
Siamo dunque usciti dall’angolo con questa geniale mossa a sorpresa. La Grecia? Fratelli volenterosi da aiutare.
E poi arriviamo al prossimo Consiglio di Europa. Usciti dall’angolo, con popoli e mercati speranzosi di esser in presenza di leader di un Continente finalmente meno rigidi e più attenti alla ricerca di una soluzione pragmatica, ecco l’annuncio.
No, niente eurobond, così ovviamente capaci di mandare in bestia i tedeschi per la ovvia visibilità del trasferimento verso i cittadini greci che spicca nei tassi d’interesse più alti che questi comporterebbero rispetto a quelli legati ai Bund.
No, niente eurobond ma il cambio del mandato della BCE verso la crescita economica con l’abolizione contestuale dell’obbligo di non sottoscrivere i titoli dei governi europei in asta.
Bingo. Questo sì che è il colpo vero. Che farà crollare gli spread e dare spazio fiscale per generare crescita. Che non farà imbestialire i tedeschi ma solo innervosirli un po’.
E che darà gioia a popoli e mercati.
Ecco perché la metafora è imperfetta. Mentre Frazier a questo punto è a terra, devastato dal pugno di Foreman, i mercati e gli elettori, dalla mossa azzardata ma geniale dei nostri Governanti, traggono entusiasmo e nuova vita. Una carezza micidiale, direi.
Certo la partita non finisce qui. Ma ho detto all’addetto commerciale che non sono tempi per spingersi più in là di fine giugno.