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Quel sacrificio greco che non possiamo sottostimare

E’ questa, che vi vado a raccontare, una storia già raccontata diecimila volte. Che io copio.

La storia di un Continente, l’Europa, pronto a mille battaglie di civiltà.

Gli Europei, un esercito di 27 nazioni con 27 capi, attendevano che il loro leader desse un segnale per una crescita culturale che svelasse al mondo la potenza benefica dell’Europa.

Ma il leader pareva bloccato, incerto. Una crisi economica, una semplice crisi economica fermava la ripartenza verso ben altre conquiste.

I popoli europei si dichiarano sempre più impazienti e insoddisfatti. Minacciano di abbandonare il progetto europeo. I loro capi non riescono a tenerli calmi.

Venne chiesto ad un indovino di dire come se ne sarebbe potuti uscire. E costui disse al leader ed ai 27 capi: “Ricordate tempo addietro, quando diceste ai mercati che mai e poi mai avreste permesso ad un Paese di non onorare i suoi debiti?”.

Sì, rispose il leader.

“Ebbene per avere mentito, oggi dovete sacrificare quello che avete di più sacro e bello, la terra di Grecia, chiedendogli austerità”.

Quando sentì queste parole, il leader batté la terra con lo scettro, e non poté trattenere le lacrime. Poi parlò, con la voce piena di dolore. “Tu dici bene, o indovino, e io non posso, certo, disobbedire. Ma non posso sacrificare la Grecia, dove è nata Europa! Da qualunque parte io guardi, con l’austerità, ecco, non vedo che dolore, dolore, e dolore!”

Molti dei 27 capi si accostarono al leader, ricordandogli che era stato prescelto proprio per prendere le decisioni difficili. “E ora, davanti alla prima difficoltà, ti spaventi? Dobbiamo dunque pensare che preferisci la Grecia ed i suoi concittadini alla credibilità del nostro debito?”

Il leader si lasciò persuadere e insieme con i generali preparò la lettera ai Greci in cui chiedeva austerità e sacrifici, promettendo che ben presto la loro economia sarebbe tornata a splendere.

La Grecia ed i suoi cittadini caddero nell’inganno. Fecero l’austerità. Condannandosi ad un durissima recessione.

Ed ecco apparire un vecchio dalla barba bianca che ben presto esclamò, “Fuggì dall’Europa, o Grecia, se resti qui, nell’area dell’euro, morirai! La verità è che all’Europa non interessa la tua crescita, ma solo che tu riesca, in un modo o nell’altro, a ripagare il tuo debito”.

Ecco però che alla Grecia si rivolse un altro leader, nobile e coraggioso. “Grecia, non fuggire e non aver paura! Finché io vivo, nessuno ti toccherà! Io ti salverò, anche a costo di essere solo contro tutti!”

Ma la Grecia non ascoltava più. Aveva deciso che avrebbe, per amore dell’Europa, fatto quanto richiesto. “Dov’è l’altare? Io sono pronta per il sacrificio.” E si avviò.

Coloro che più amavano la Grecia cominciarono ad odiare il leader che questo sacrificio aveva imposto a questa bellissima nazione.

Davanti agli altri piccoli leader la Grecia si presentò, degna, per l’estremo sacrificio.

*

Il mito vuole che, proprio nel momento del sacrificio, Ifigenia sparisse dall’altare ed al suo posto comparisse “una cerva bianca, snella, bellissima, che aspettava quietamente di essere sacrificata”. L’armata greca poté ripartire alla conquista di Troia dopo essere rimasta a lungo in porto bloccata dai venti.

Fin qui il passato, fin qui Ifigenia. La Grecia ha accettato, con il suo voto, di non dire no all’euro, almeno ancora per un po’.

Mi è parso utile parlare di Ifigenia e di Agamennone per dire grazie ai Greci. Non è masochismo, quello dei greci, è veramente l’ultima occasione che ci offrono per capire che c’è qualcosa là fuori di meraviglioso, di ideale, un progetto chiamato Europa che nessuno ha ben capito tra i nostri piccoli leader.

E non è ironico che siano proprio loro, proprio i greci, a sacrificarsi per darci un’ultima occasione di ritrovare noi stessi ed abbandonare gli errori del passato. Non è ironico, ha una sua tragica bellezza, come Ifigenia appunto.

Gli errori del passato. Perché se Ifigenia venne sacrificata fu perché qualcuno, Agamennone, aveva detto di esser “più forte e potente degli Dei” e questa arroganza non era andata giù ai fautori del Destino. L’arroganza di chi non si piega intelligentemente al mutare improvviso degli eventi virando il vascello a seconda dei venti, di chi è re senza sapersi fare rispettare, di chi prende ordini pensando di darne, questo condannò la figlia di Agamennone, Ifigenia. Non sue colpe, colpe altrui.

L’occasione che ci regala la Grecia è unica. Non va persa. Ritroviamo il senso della direzione in questa tempesta, navigando stavolta gentilmente sotto costa per preservare la vita dei passeggeri, tutti i passeggeri, anche quelli più deboli e apparentemente meno … utili. Il tempo bello tornerà e ci troverà, se avremo ben navigato nel frattempo, in piena e robusta forma per attraversare qualsiasi mare ed arrivare dovunque si sia deciso di attraccare. A quel punto anche coloro che più ci saranno grati, coloro che furono salvati, i più deboli, saranno capaci di contribuire magnificamente al viaggio comune.

13 comments

  1. Ma l’hubris (attitudine vista come ambivalente e non esclusivamente negativa, da Prometeo a Ulisse) non dovrebbe nascere dal conflitto di interessi (cioè dalla cura del particulare nazionale contrapposto a quello dei “soci”), come nel caso della Merkel.
    Questa non è una regina, leader dell’europa, ma solo una “occupante” con la forza delle nuove “armi” monetarie-valutarie innescate dalla specifica configurazione dell’euro.
    Se i greci hanno una responsabilità è quella di avere avuto, come l’Italia, una classe politica che ha visto nell’euro un volano per i propri affari irresponsabili e il proprio consenso, spargendo, al contempo, una propaganda terroristica che li proteggesse dalla verità sull’euro stesso come innesco di inevitabili squilibri strutturali a favore dell’”occupante” (che partiva consapevolmente con lo scarto di inflazione e lo ha amplificato deliberatamente per un disegno di dominio continentale…e ora chiede il conto, facendo anche la morale ai vinti).

    Questa propaganda terroristica ha prodotto ancora ieri i suoi effetti deleteri (portando all’ennesimo probabile compromesso che solo prolungherà una penosa agonia. Come già è accaduto in Irlanda, dove si è votato con la pistola alla tempia della fine degli “aiuti”, del bacio della morte di chi, contemporaneamente, affila il coltello dello strozzino che si prenderà i beni di una comunità ormai indifesa)…

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  2. Alessio Salzano

    18/06/2012 @ 08:58

    La meravigliosa mitologia greca ci dice che la storia ha un seguito…dopo la guerra di Troia, Agamennone torna in patria e Clitemnestra, sua moglie, irata per la scelta del marito di sacrificare la figlia, lo uccide con la complicità del proprio amante.

    Oggi sono ottimista, e penso che quando la crisi sarà superata e l’Europa ne sarà uscita più forte e più unita, non ci dimenticheremo di chi ha interpretato il ruolo del leader arrogante, del leader nobile e coraggioso, della vittima, e così via…e a quel punto, a qualcuno toccherà interpretare il ruolo di Clitemnestra e mettere fuori scena gli arroganti Agamennone che indeboliscono la nostra povera Europa.

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  3. Giuseppe Pizzino

    18/06/2012 @ 09:09

    Siamo tutti Greci. Siamo tutti Europei. Ma il dio finanza a cui sacrificare sembra non essere mai sazio. I debiti è vero vanno onorati ma è anche vero che il costo deve essere sopportabile. Come può un popolo sdebitarsi quando per ogni cento euro di debito deve pagare venticinque alla finanza. Quanto è ingorda questa finanza ? La solidarietà è misurata in tassi d’interessi ? L’Europa o meglio il sistema delle banche centrali Europee è solidale al 25 con la Grecia, al 12 con il Portogallo, al 7 con la Spagna ? Quando finirà questo sistema di misurazione di credibilità di uno Stato di un popolo Sovrano in tassi d’interesse ? La culla della cultura occidentale si misura con uno spread ? Ma non siamo tutti stanchi di essere valutati da banchieri ?

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  4. Rolando Bagnoli

    18/06/2012 @ 17:53

    Ebbene sotto il peso dei ricatti in Grecia, alla fine, hanno vinto coloro che avevano creato il problema; ma questo non credo che darà più possibilità di uscita, semplicemente aggraverà ancora il problema. Per fare gli interessi della finanza dovremo morire di malattie che si chiamano austerità e rigore. A meno che i popoli non si sveglino e impongano un cambiamento del corso degli eventi. in Grecia, nonostante tutto, in tanti hanno scelto questa strada.

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  5. voi volate alto…(e a me viene in mente cronos al massimo…)

    piu’ prosaicamente pochi giorni fa ho ascoltato un politico importante di quelli ‘bocconiani’ e informati e perfettaemente consapevoli dei fatti che se la bce (leggi germania) non decide di intervenire per bloccare i tassi di spagna e italia , l’italia gia’ a luglio sara’ costretta a chiedere l’intervento dell’Fmi…

    oggi è uscito l’articolo di brunetta che dice (malamente) le cose giuste :
    http://www.ilgiornale.it/interni/cosi_germania_e_diventata_ricca_crisi_altri/18-06-2012/articolo-id=592975-page=0-comments=1

    la germania non si muovera’ …se avesse potuto/voluto l’avrebbe gia’ fatto ..nessuno si vuole assumere la responsabilita’ di fermare una situazione insostenibile
    stiamo assistendo al ^gioco delle sedie musicali^
    spero vivamete che l’italia abbia la prontezza di sedersi
    un attimo prima che la musica sia finita…

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    • Scusa Rob, ma Brunetta non ne azzecca una:
      - si capisce che non ha la più pallida idea di cosa sia un’area VALUTARIA (non monetaria) ottimale
      - atribuisce all’europa un regime di cambi flessibili “fino all’entrata in vigore dell’euro” che in realtà non esiste dal 1981=SME (inventandosi un “dovevano” svalutare”);
      - ignora il meccanismo degli scarti inflattivi/tassi di cambio reale, tra l’altro su livelli assoluti di inflazione in sè trascurabili (solo non esattamente convergenti, per la ricercata convenienza della germania) come strumento principale di competizione commerciale in questo assetto ormai trentennale;
      - inventa un “dividendo” dell’euro (bassi tassi) che in realtà non c’è stato se non in misura trascurable in comparazione con i costi che, da subito, imponeva alla domanda aggregata il “vincolo” (risalente comunque allo SME e solo meno intenso ma non irrilevante, come dimostra il 1992 e la conseguente ripresa della nostra bdp…con inflazione che non crebbe),
      -ignora che le banche, più tedesche che francesi, non “giocano” con i paesi “periferici” ma semplicemente finanziano con crediti ai privati il loro surplus programmato e quindi hanno, fino ad oggi, guadagnato da prospettive di debolezza indotta, contando sulla conseguente garanzia pubblica, cioè sul debito pubblico di “soccorso” come conseguenza e non come causa di tali squilibri strutturali (da debito privato, generato da fattori valutari e vincoli vantaggiosi per chi, germania, partiva da inflazione più bassa comprimendo la domanda interna, scorrettamente verso i partners UEM);
      - quindi ignora che la causa della crisi sta nell’indebitamento privato generato dalla aggressiva politica tedesca di svalutazione interna (tassi di cambio reale e deflazione) non nelle riforme strutturali mancate (ovviamente intende stagnazione-diminuzione dei salari reali attraverso l’indebolimento\precarizzazione dei livelli occupazionali e tagli alla spesa pubblica, cose tra loro incompatibili come ha mostrato la germania nella competizione euro, realizzata appunto con deflazione salariale assistita da aumento del sussidio-integrazione di una vasta sottoccupazione-precarizzazione)

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  6. Luca b , non penso che brunetta anche volesse avrebbe trovato
    oppurtuno scrivere le cose che dici…che lo sme avesse una banda di oscillazione mi sembra sia vero(adesso non ricordo a memoria cosa ha scritto di preciso brunetta) non è importante la precisione dell’analisi di brunetta…la cosa rilevante è che stanno uscendo dei dati e delle analisi sui problemi dell’eurozona sempre piu’ realistici su stampa mainstream ..e questo significa qualcosa…

    quindi luca non conosco bene il lettore medio del giornale
    ma ho l’imprssione che di fronte ad espressioni come area valutaria ottimale o tasso di cambio reale potrebbe incominciare ad avere il mal di mare^^…concordo sostanzialmente con la tua analisi superprecisa luca -per quanto il dividendo dei tassi bassi credo proprio ci sia stato e che sia stato assai male utilizzato da nostri ^grandi^ banchieri – concordo che poteva aggiungere
    magari che il debito pubblico italiano è diminuito non aumentato nella prima fase dell’euro -ecco come ci siamo giocati i tassi bassi-
    Pero’ se consideri come è stata analizzata finora la crisi sulla stampa mainstream in italia possiamo riconoscere che l’analisi di brunetta è piuttosto rivoluzionaria…per il suo significato politico …se brunetta dice queste cose è perchè siamo giunti in una situazione disperata
    Guarda ad esempio anche repubblica pubblica i dati dei giganteschi surplus della germania :
    http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1GFBOX

    senza spiegarne le cause , ma il significato è chiaro : o la germania si impegna e garantisce -in parte- per i paesi in crisi
    o ci sara’ il divorzio

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  7. Luca b. nella parte finale di quanto scrivi c’è un piccolo errore nel senso che i sussidi (il valore dei sussidi) in germania sono diminuti questo in funzione e corentemente con la politica molto aggressiva verso il contenimento dell’inflazione e della leggere deflazione salariale…e l’occupazione è aumentata …e mi dirai a scapito dei poveretti del club med …ma quest’ operazione in germania è stata accetta socialmente , ha avuto un largo sostegno politico …per questo ora l’opinione pubblica in germania ci dice : fate come noi fate i sacrifici , che poi starete bene come noi…ed è improbabile opporsi dicendo il tasso di cambio reale l’area valutaria ottimale le politiche fiscali differenti l’ethos ecc…Questo è il punto focale e centrale
    LORO sono convinti di avere ragione e in italia non è mai stato aperto un vero dibattito sulle ‘loro’ ragioni…Quindi ti ringrazio di avermi portato a queste riflessioni che sintetizzano le posizioni in campo…

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    • Secondo i dati OCSE i sussidi diretti e indiretti in Germania sono complessivamente aumentati, come già il suo debito e la sua spesa pubblica mentre gli altri li diminuivano (1999-2007).
      Questi sussidi in senso economico, considerati in sede macro, includono, infatti, OLTRE ai veri e propri sussidi di disoccupazione:
      -integrazioni salariali e altre forme di welfare (es; affitti fiscalizzati in tutto o in parte) per lavoratori\lavoratrici part-time, precarizzati a termine e non continuativi e così via. Si tratta del complemento indispensabile delle varie Hartz;
      - sussidi diretti alle imprese: germania 1% del PIL, Italia 0,4%. E abbiamo pure mandato Giavazzi a tagliarli ancora (anche se Passera lo ha respinto con perdite, tanto più che il sistema italiano si serve di banche mandatarie retribuite per l’istruttoria. Notare che se si crede che esista un moltiplicatore della spesa pubblica (e esiste), questa mera differenza di incentivi diretti da sola potrebbe spiegare il differenziale di crescita.

      Notare ancora che, nel complesso di tale disegno di erogazioni pubbliche, abbiamo avuto un sussidio globalmente sul lato dell’offerta, cioè deflattivo di costi privati a carico del pubblico, unito a misure (imperative) di contenimento salariale.
      Ti dice qualcosa in termini di “aggressività” commerciale sui vicini e di redistribuzione, verso i profitti, della ricchezza all’interno della germania (se ci unisci oltre un decennio di salari reali a incremento 0)?
      Certo che il popolo tedesco protesta: i sacrifici li hanno fatti ma i frutti loro non li hanno visti e aspettavano che arrivassero, ma senza che gli avessero spiegato che sarebbero stati, se pure mai li vedranno, a scapito esclusivo dei lavoratori-consumatori degli altri paesi.
      Ma neppure li vedranno, perchè incassati profitti manifatturieri da surplus CAB e interessi finanziari a gogo (anche dalla Grecia, scaricando il rischio poi sulla BCE), la domanda totale UEM crolla e si ritroveranno peggio di prima…
      Meritano davvero di uscire dall’euro, perchè in tal caso non sapranno con chi prendersela e dovranno vedersela coi propri governanti…(http://blogs.ft.com/gavyndavies/2011/11/27/thinking-the-unthinkable-on-a-euro-break-up/#axzz1hLkfU0vx)

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      • Luca non ci siamo capiti : la spesa dello stato tedesco per sussidi -diretti ed indiretti – verso il settore privato è aumentata ,quindi quello che dici è corretto naturalemente
        (anche con politiche fiscali atte a promuovere la competitivita’delle aziende )
        ma questo è noto -è un uscito un papar fmi (o imf) recentemente che lo ‘certificava’ (volete il link ? se volete lo cerco ..)
        Quindi la storia dei piigs profilgate è proprio una bella storia
        nel senso che è stata la germania a spendere…(ovviamente il discorso per banche private è differente)

        Quello che è diminuta (in senso aggregato non saprei in assoluto ) è la spesa pro-capite , ovvero i sussidi che vengono dati di default a tutti …i sussidi per viviere per i figli per la casa popolare (che chiamano kidergeld ecc.. ovvero i SOLDI ) ci sono sempre stati …ma sono stati limati con l’entrata dell’euro…per favorire la deflazione e il contenimento dell’inflazione …esci oggi un articolo esplicativo di giacchè al riguardo
        http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/19/i-peccati-dei-greci-e-dell%e2%80%99europa/267802/

        Ora da quello che so i sussidi che sono aumentati sono in sostanza sgravi fiscali e aiuti per l’innovazione , ma puo’ tranquillamente essere che i famosi ^sussidiati hartz^ siano stati portati a svolgere lavori part-time a basso costo per integrare la diminuzione del loro sussidio base e che questo part-time sia una forma mascherata di sussidio al settore privato (trattamente fiscale di favore ecc…)

        Quindi siamo d’accordo luca , i sussidi sono aumentati come la spesa ^pubblica^ dello stato…in germania
        quello che intendevo e che la ^paghetta^ (che comprende la casa popolare) di default a cui ogni tedesco aveva diritto è diminuita seguendo la stessa logica deflattivo/competitiva illustrata da giacchè…

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  8. Qual’è il punto importante : il punto è che i lavoratori tedeschi hanno accettato consapevolmente la leggera deflazione delle ritribuzioni e ora pretendono che la facciano anche in italia e spagna grecia portogallo irlanda…perchè a livello di informazione mainstream gli è stato detto i paesi dell’eurozona in crisi devono fare i sacrifici (implicitamente intendendo come abbiamo fatto noi )per riguadagnare la competetivita’ ^perduta^ e poi staremo tutti bene e faremo qualcosa per puntellare l’europa…Questo è il punto :hanno fatto in modo che l’opione pubblica pretendesse agli altri la deflazione…
    Non è semplicemente possibile spiegargli che questa deflazione non funzionera’ e portera’ al fallimento degli stati
    In germania- non so quanto consapevolmente- hanno fatto partire un meccanisco che rende impossibile qualsiasi rinegoziazione della deflazione per riallineare i paesi eurozona in crisi…perchè non avrebbe il necessiario consenso sociale

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    • Premesso che è un piacere per me discutere per meglio “focalizzare”, il problema di questa (consapevole) chiusura alla rinegoziazione, ormai esteso alla Commissione UE, è trattato da De Grauwe (scusa se è poco) in limpida analisi qui: In search of symmetry in the eurozone
      Paul De Grauwe*
      No. 268, May 2012-Su CEPS (lo dovresti trovare in pdf).
      PS è vero che l’ammontare pro-capite del working welfare in ger è diminuito, ma la riforme Hartz hanno allargato la platea dei beneficiari (tanto che persino gli ingegneri spagnoli vanno lì e ne fruiscono in attesa di adeguata occupazione)

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