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A cosa serve disegnare un intervento di politica economica se non si è in grado di gestirlo?

Dal grande Direttore Patte Lourde riceviamo e volentieri pubblichiamo.

Le imprese efficienti non durano a lungo in un sistema economico inefficiente. Se concordiamo con questa affermazione, viene spontaneo domandarsi: se il nostro sistema economico è così inefficiente come hanno potuto le imprese italiane crescere ed affermarsi a livello globale, portando il nostro Paese nel G7?

Forse il sistema non era così inefficiente o meglio le inefficienze erano  riassorbite da meccanismi (svalutazioni) che pur qualche costo dovevano avere e su cui non ci siamo interrogati abbastanza.

Ora che questo meccanismo non c’è più e non è sostituibile da altri meccanismi di mimetizzazione, perché una svalutazione interna avrebbe effetti devastanti sui già deboli consumi e sugli investimenti, emerge prepotentemente la necessità di capire cosa non andava, cosa ci impedisce di competere con le economie più aggressive, e soprattutto se stiamo risolvendo il problema.

Credo che la nostra attenzione debba concentrarsi di più sulla qualità della pubblica amministrazione che – come un fattore della produzione non efficiente – oggi annulla parte del valore aggiunto nel Paese. Le troppe leggi, fatte soprattutto di eccezioni alla regola, tanto che non è più chiaro quale essa sia, imbrigliano l’azione amministrativa e la costringe in ambiti discrezionali ristretti.

Forse è stata la stessa Amministrazione che, per ridurre le responsabilità individuali, ha fatto sì che fosse imbrigliata tra regole ed eccezioni. Ma così facendo non ha aiutato il Paese e nemmeno se stessa.

La discrezionalità amministrativa va recuperata, cosa che richiede una pubblica amministrazione qualificata e cosciente del suo ruolo. Dove l’azione di controllo non sia punitiva del singolo (salvo il caso di dolo), ma sia a favore della buona amministrazione della cosa pubblica.

A cosa serve disegnare un intervento di politica economica se non si è in grado di gestirlo? Anzi c’è da chiedersi come si fa a concepirlo l’intervento senza il supporto analitico dell’Amministrazione preposta alla cura dell’obiettivo politico!

Oggi che si inizia a discutere di competenze delle amministrazioni locali sarebbe bene avviare un ragionamento su limiti della nostra architettura amministrativa e ridare fiducia ed efficienza all’intero apparato amministrativo.  Non dimentichiamo l’articolo 97 della Costituzione

« I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione. »

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