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Il (vero) trilemma europeo

Ecco dove morde il mio trilemma politico: non si possono avere simultaneamente globalizzazione, democrazia e sovranità nazionale. Dobbiamo scegliere due dei tre.

Se i leader europei vogliono mantenere un regime democratico, devono effettuare una scelta tra unione politica e disintegrazione economica. O rinunciano esplicitamente alla sovranità economica o si adoperano per metterla attivamente al servizio dei cittadini. La prima cosa comporterebbe essere sinceri con i propri elettori e costruire uno spazio democratico al di sopra dello stato-nazione. La seconda cosa significherebbe rinunciare all’unione monetaria al fine di poter dispiegare politiche monetarie e fiscali al Servizio della ripresa di lungo termine.

Dani Rodrik, ieri.

Dani Rodrik è un valente economista. E ha scritto un leggermente confuso ma quanto mai importante articolo, stimolante, di cui sopra vedete un paio di citazioni chiave da me tradotte. Per facilitarvi la comprensione, vi dico che Rodrik intende per globalizzazione, in questo caso, la mancanza di volatilità del tasso di cambio, ovvero la moneta unica, l’euro. La sovranità nazionale di cui parla la oppone alla (maggiore) rappresentatività e al potere decisionale delle istituzioni politiche europee.

Non potrei essere più radicalmente in disaccordo con la sua analisi.

Il suo trilemma fa acqua perché implica la seguente (erronea) conclusione: non si può avere democrazia con un insieme di stati sovrani che esercitano le prerogative in termini di politica economica con una valuta unica; non si può avere una valuta comune  se si ha democrazia e stati sovrani; non si possono avere stati sovrani se si ha una valuta unica in un regime democratico.

Invece sì, si può. E lo dico perché abbiamo un caso che lo dimostra, un caso alquanto rilevante visto che è quello che ci ispira: gli Stati Uniti, che non hanno avuto un governo federale centrale fino al secondo decennio del secolo scorso, una democrazia con moneta unica in cui ogni stato gelosamente manteneva prerogative di politica economica senza cederle al centro.

Ma possiamo riportare l’analisi ai giorni nostri, guardando all’area dell’euro. Il tema portante di Rodrik? Se vogliamo mantenere la democrazia, dobbiamo scegliere tra euro con potere a istituzioni europee sovranazionali oppure politiche nazionali sovrane fuori dall’euro.

Sbagliato, di nuovo. Potremmo tranquillamente vivere ancora qualche decennio, fino a quando non maturiamo un’identità culturale collettiva europea, all’interno dell’area dell’euro e di un accordo economico complessivo in cui i Paesi in avanzo nei conti esteri si impegnano a effettuare politiche economiche espansive e (leggermente più) inflazionistiche per ridurre le tensioni politiche dei paesi in difficoltà che, alle prese con un disavanzo estero, al contempo si impegnano a effettuare riforme significative e appropriate  (senza austerità, perché altrimenti esse rischiano di vedere rovesciate le loro democrazie).

In realtà un trilemma però c’è. Eccolo il vero trilemma, lo chiameremo il trilemma di Piga:

non si possono avere simultaneamente austerità, democrazia e una valuta comune. Dobbiamo scegliere due dei tre.

Con austerità e valuta unica non si ha democrazia. Le troike di Fondo Monetario Internazionale e Commissione europea comandano.

Con austerità e democrazia non si può avere l’euro: se ne esce a voto di maggioranza delle popolazioni sofferenti.

Con democrazia e una valuta unica non si può avere austerità, ma una politica fiscale espansiva per tutelare l’occupazione, curare la recessione e assicurare la solidarietà – e dunque l’unione – nell’Unione.

La sfida è tutta qui.

3 comments

  1. letto in inglese , rispondo qui perchè mi rivolgo al pubblico italiano : Il trilemma Piga io l’ho gia’ letto ! oltre un anno fa
    in un paper della DB bank (se non mi credete ve lo cerco!)

    Diceva i paese dell’eurozona devono riallinearsi , il riallineamento
    potrebbe essere come da prosposta piga a carico dei creditori (reflazione) oppure a carico dei debitori (deflazione)
    e che questo potrebbe creare un po’ di turbolenza sociale…
    (disoccupazione ecc…quello che sappiamo gia’…)

    Nel paper si specificava che per la germania ovviamente sarebbe preferibile che fossero i ^debitori^ a deflazionare …

    Ora vi chiedo dov’è la sede la sede della bce? in germania ovviamente …è un caso^ ^ ^?
    Chi è il maggior azionista della bce ?forse DB bank?

    In fondo pur con tutti i problemi che nascono dalla deflazione
    i paesi euromediterranei stanno reggendo (dal punto di vista della germania…) quindi avanti cosi’…(non sto’ scherzando è quello che pensano veramente)

    Quanto alla democrazia…in italia? ma tutti sanno che il prossimo governo dovra’ continuare le politiche di monti…

    ce lo dicono i ^premi nobel^ :all’italia servono 5anni (di recessione) per superare la crisi .
    ‘ naturalemente l’italia è una democrazia e se qualcuno vincera’ in maniera chiara le prossime elezioni è giusto che governi .
    A patto pero’ di dare chiari segnali sui temi della tabilizazione e delel riforme ‘
    Spence
    http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1LGCZ6

    Chi fa questa dichirazione sa di cosa parla perchè si è comfrontato con il presidente monti di recente…
    Il presidenente monti ha dichiarato negli usa che le sue
    riforme permetteranno di abbassare i salari in futuro

    Quindi austerita’ e mancanza di democrazia possono convivere nell’europa dell’euro

    Reply

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