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Salvare l’Europa dalla sua fine

Da “I demoni” di Dostoevskij, una traccia per capire il bivio dell’Europa di oggi?

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Sciatov: “Nessun popolo s’è ancora mai ordinato secondo i principi della scienza e della ragione; non c’è mai stato un simile esempio, se non per qualche momento, per stoltezza… La ragione e la scienza hanno sempre avuto nella vita dei popoli, ora e dal principio dei secoli, un solo compito secondario e servile; e così sarà sino alla fine dei secoli. I popoli si compongono e si muovono con un’altra forza che comanda e domina, ma l’origine della quale è sconosciuta ed inspiegabile. Questa forza è la forza dell’insaziabile desiderio d’arrivare alla fine mentre allo stesso tempo si nega la fine. E’ la forza della continua ed incessante affermazione della propria esistenza e della negazione della morte. (…)
Lo scopo di ogni movimento popolare, in ogni popolo e in ogni periodo della sua esistenza, è unicamente la ricerca di Dio, del proprio Dio, di un Dio, assolutamente proprio e la fede in lui come nel solo vero. Dio è la personalità sintetica di tutto il popolo, preso dalle sue origine sino alla fine. Non è ancora mai successo che tutti o molti popoli avessero un Dio comune, ma sempre ciascuno ha avuto un Dio particolare. E’ indizio della decadenza delle nazionalità, quando gli dèi cominciano a diventar comuni. Quando gli dèi diventano comuni, muoiono gli dèi e la fede in essi e muoiono insieme gli stessi popoli. Quanto più forte è un popolo, tanto più particolare è il suo Dio. Non c’è ancora mai stato un popolo senza religione, cioè senza una nozione del bene e del male. Ogni popolo ha la propria nozione del bene e del male e un proprio bene e male. Quando presso molti popoli cominciano a farsi comuni le nozioni del bene e del male, allora i popoli si estinguono, e allora la stessa distinzione tra il bene e il male comincia a scomparire. Mai la ragione è stata in grado di definire il bene e il male, od anche di separare il male dal bene, sia pure approssimativamente; al contrario, li ha sempre confusi in modo vergognoso e meschino; mentre la scienza ha dato soluzioni brutali (…)”

Stavroghin: “Ne dubito (…) voi riducete Dio a un semplice attributo della nazionalità… (…)”

Sciatov: “Riduco Dio a un attributo della nazionalità? … Al contrario, innalzo il popolo a Dio. Ed è forse mai stato altrimenti? Il popolo è il corpo di Dio. Ed ogni popolo è popolo solo finché possiede il suo dio particolare; finché esclude tutti gli altri dèi del mondo senza nessuna conciliazione finché crede che col proprio dio vincerà e scaccerà dal mondo tutti gli altri dèi. Così hanno creduto tutti i popoli dal principio dei secoli, tutti i grandi popoli, almeno, tutti quelli che si sono in qualche modo segnalati, tutti quelli che sono stati alla testa dell’umanità. Non si possono negare i fatti. Gli ebrei non vivevano che per aspettare il vero Dio, ed hanno lasciato al mondo il vero Dio. I greci divinizzavano la natura ed hanno legato al mondo la loro religione, cioè la filosofia e l’arte. Roma ha divinizzato il popolo nello Stato ed ha lasciato ai popoli lo Stato. La Francia durante tutta la sua lunga storia non è stata che l’incarnazione e lo sviluppo dell’idea del dio romano, e se ha precipitato, infine, nell’abisso il suo dio romano e si è data all’ateismo, che si chiama per ora da loro socialismo, l’ha fatto unicamente perché l’ateismo è più sano del cattolicesimo romano. Se un grande popolo non crede che la verità sia in lui solo (proprio in lui solo ed esclusivamente in lui), se non crede di esser lui solo capace di risuscitare e salvar tutti con la sua verità, e di esser chiamato a farlo, esso si converte subito in materiale etnografico, e non è più un grande popolo. Un vero grande popolo non può mai rassegnarsi a una parte secondaria nell’umanità e nemmeno a una parte principale, ma vuole assolutamente ed esclusivamente la prima. Se perde queste fede non è più un popolo(…)
Voi siete ateo, perché siete un signorotto, l’ultimo signorotto. Voi avete perduto la distinzione del bene e del male, perché avete cessato di conoscere il vostro popolo. Una nuova generazione va sorgendo, direttamente dal cuore del popolo, e non la conoscete affatto, né voi… né io (…) Sentite procuratevi Dio col lavoro; tutto l’essenziale sta qui, altrimenti voi scomparirete, come una vile muffa; procuratevelo col lavoro.”

Stavroghin: “Dio col lavoro? Con quale lavoro?”

Sciatov: “Con quello del contadino. Andate, abbandonate le vostre ricchezze…Ah voi ridete, temete che sia tutto un gioco di bussolotti?”

Ma Stavroghin non rideva.

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