Sbaglia due volte Juncker a dire che il Governo italiano rischia di non essere operativo. Uno perché i governi non operativi funzionano alla grande: Germania, Spagna e Belgio lo dimostrano.
Due perché i Governi di questi 5 ultimi anni sono stati largamente non operativi. Non basta dire 4.0 perché il Paese si riprenda. Anzi, abbiamo bisogno di cose basilari, altro che 4.0, abbiamo bisogno di un Governo 1.0 che faccia tutte quelle cose veramente essenziali che servono al Paese.
Un esempio per tutti è emerso durante la discussione due giorni fa del rapporto dell’Osservatorio sulle costruzioni dell’ANCE, sulla famigerata e drammatica questione dei ritardati pagamenti delle pubbliche amministrazioni che tagliano le gambe ai fornitori della P.A., specie ai più piccoli che si finanziano (quando ci riescono) a costi ben peggiori delle grandi, e con esse ai fornitori dei fornitori ecc. ecc.
Ovviamente luccicano gli occhi quando vediamo i grafici che ci propinano da anni al Ministero dell’Economia e delle Finanze in cui i tempi di pagamento sono in picchiata, con un ritardo medio di 84 giorni (sempre superiore a quanto reso obbligatorio dall’Europa).
Ma tutti sappiamo qual è il trucchetto per abbassarli, in presenza di fattura elettronica: basta chiedere (e il potere di ricatto delle P.A. sui fornitori è in questo senso ovviamente enorme) di posticipare l’emissione della fattura. Basterà citare quanto contenuto nel sondaggio alle imprese Ance per capire la dimensione dell’inganno.
“Il 92% delle imprese segnala di avere subito almeno una prassi gravemente iniqua da parte della P.A. (richiesta di ritardare l’emissione dei SAL o l’invio delle fatture: richiesta di accettare, in sede di contratto, tempi di pagamento superiori ai 60 giorni; richiesta di rinunciare agli interessi di mora in caso di ritardo) nel corso del secondo semestre 2017. In particolare, più dei due terzi delle imprese (il 69%, la percentuale più elevata dall’entrata in vigore della direttiva; una percentuale in costante crescita nelle ultime rilevazioni) segnalano che le Amministrazioni chiedono di ritardare l’emissione degli Stati di Avanzamento Lavori (S.A.L.) o dell’invio delle fatture; il 60% delle imprese segnala che le Pubbliche Amministrazioni chiedono di accettare, in sede di contratto, tempi di pagamento superiori ai 60 giorni; al 37% delle imprese viene chiesto di rinunciare agli interessi di mora in caso di ritardo”.
Ma che razza di Governi possono essere così incompetenti e indifferenti dal consentire ciò? Governi che pensano 4.0 e non 1.0.
Governi che non hanno la capacità di portare a 0, come in Corea, o a 7, come in India, i giorni effettivi per il pagamento delle fatture dei propri fornitori. Governi che hanno il coraggio di dire: da domani tu sarai pagato in 1 ora da una banca, ed il debito con la banca lo assumiamo noi, Pubblica Amministrazione. Paura che cresca il debito pubblico perché da debiti commerciali invisibili diverrebbero debiti conteggiabili ai sensi del Trattato di Maastricht e del Fiscal Compact? Appunto. Una serie di governi paurosi che non hanno avuto il coraggio di dire all’Europa, “io pago, perché la mia priorità è la crescita, non le finzioni contabili”, logica che, ne son certo, avrebbe convinto pure i tanti europei stanchi dei trucchetti italiani dei Governi 4.0. Compreso Juncker.
Dateci un Governo 1.0, addetto alle cose basilari che servono al Paese. Grazie.
05/03/2018 @ 11:42
QED il M5S, che non ho votato, diventa il primo partito
Non per meriti suoi quanto per stupidità dell’avversario
Era ovvio fin dal 2013
Ah ma dimenticavo…è un movimento di pancia…si sgonfia subito…
Il bello è che nel 2013 non aveva ancora una reale fisionomia, poteva in buona parte essere plasmato dall’esterno
Ma le persone incompetenti hanno insistito nel loro meschino opportunismo fino a ritrovarsi relegate ai margini mentre altri diventano ministro dell’economia
05/03/2018 @ 13:11
Lo sapevo che la trovavo qui a ricordarmelo Marco carissimo, che bello.
Diciamo che ex-post ha avuto ragione, ma ex-ante non cambierei una virgola.
I margini della vita attuale mi stanno bene addosso, mai avrei potuto diventare parte della Lega o di quei 5 stelle di allora. L’importante è sentire di aver svolto un ruolo essenziale con i propri studenti e nel portare il Paese a maturare l’esigenza di sconfiggere il Fiscal Compact senza uscire dall’euro. Grandi soddisfazioni, Marco, tuttora, senza un’oncia di invidia per i Ministri.
Un abbraccio.
05/03/2018 @ 14:03
Cito:
“Ex ante non cambierei una virgola”
Cioè dichiara che è pronto a ripetere gli stessi errori.
Lei è cosí.
La saluto.
05/03/2018 @ 17:33
Ma non riesce mai a sorridere.
Non è esatto quello che scrive. Ho solo detto che data l’informazione di allora agirei uguale, non che con l’informazione di oggi agirei uguale. Ma è irrilevante quello che so oggi, perché la storia si è già fatta.
05/03/2018 @ 19:38
Professore non la metta sul sentimentale
Sono contentissimo di questo risultato e ho sorriso tanto pensando a lei e a quel piccolo funzionario delle poste che ripeteva sdegnato che il M5S sarebbe crollato di lí a poco
Li conosco molto bene i funzionari dello Stato, sa?
Ma solo quelli di livello più alto del signore delle poste, proprio i vertici.
E sono tutti cosí, magari meno goffi, però sempre tanto paurosi e incapaci di staccarsi dai loro schemini (grazie ai quali vengono promossi, una utilità ce l’hanno).
Lei piuttosto non vuole nemmeno considerare dei punti di vista diversi con una pertinacia degna di miglior causa
Il M5S poteva diventare tante cose e proprio per l’assenza colpevole e ignava della società civile si è trasformato in un ”partito” che rischia di diventare un secondo Pd.
Rifletta (sorridendo) sui motivi per i quali vi siete rifiutati di riconoscere una realtà che era evidente.
E su quelli che hanno portato altri suoi colleghi a poter realmente influire sui fatti politici del paese…
P.S. Non se ne crucci troppo però, conosco bene i sindacati e abbastanza i resti dei partiti comunisti che sono altrettanto tetragoni e rigidamente ancorati alle loro “certezze”.
Diciamo che in questo senso lei è un vero comunista.
Smile, please
05/03/2018 @ 20:45
Boh non capisco molto, troppo complesso. Aggiungo solo questo.
Mi conosce poco, in questo momento e da qualche anno mi appassionano altre cose, cambiare la vita degli studenti mi riesce meglio della politica e credo di influire realmente molto (non so se di più di altri colleghi e non mi interessa) e mi fa sorridere tantissimo.
Ci siamo rifiutati per un motivo molto semplice: perché erano contro l’euro e perché abbiamo erroneamente pensato che ce l’avremmo fatta a convincere un PD conservatore a sposare il referendum. Succede. Pentito? Ripeto, per nulla. Lo rifarei oggi? No, ma che c’entra il mondo è cambiato.
Sono felice che M5 abbia mollato sull’euro, come la Lega di fatto. Sono contento della loro vittoria perché qualcuno rappresenterà finalmente chi merita di essere rappresentato e non lo è stato drammaticamente negli ultimi 8 anni. Potevano essere rappresentati meglio se noi… bah, può darsi, non è successo, sì è un peccato, ma insomma non pigliamoci troppo sul serio.
Un caro saluto.