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Scommettiamo? Ecco il DEF di Renzi in anteprima

Scommettiamo che?

Tra pochissimi giorni il governo Renzi produrrà la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza di aprile. Tutti attendono con ansia di conoscere i suoi piani sul deficit pubblico rispetto al PIL dei prossimi 4 anni: la Merkel, Hollande, Juncker, ma soprattutto i cittadini italiani e specialmente gli imprenditori italiani che, sulla base di quanto scriverà il Premier, decideranno quanto investire dei loro denari in Italia generando sviluppo ed occupazione.

Fino ad oggi, leggendo i DEF che si sono succeduti, hanno deciso di non investire: le promesse manovre da 35 miliardi di euro in pochi anni (anche se non mantenute che conta? gli imprenditori vogliono certezze, non dubbi, prima di investire) avrebbero scoraggiato anche il più ottimista tra di loro. Massici aumenti di tasse e tagli di domanda pubblica, quanto basta per chiudere i battenti dell’azienda per andare all’estero o per rinunciare comunque a espandersi. Da qui la stasi del PIL e la crescita del rapporto debito-PIL che affliggono il Paese.

La tabella più sotto ben sintetizza le fallimentari politiche annunciate da Renzi in questi ultimi 2 anni, sempre caratterizzate da due aspetti: il costante rinvio del raggiungimento di quanto promesso all’Europa in termini di bilancio in pareggio a medio termine ed il costante rilanciare con nuovi programmi di austerità a 4 anni per rassicurare l’Europa.

Per esempio ad aprile dello scorso anno promise il bilancio in pareggio nel 2018. Un anno dopo lo rinvia al 2019. Lo rinvia, certo, ma al contempo lo conferma come obiettivo.

Scommettiamo che? Scommettiamo che il nostro Governo la settimana prossima proporrà qualcosa di molto simile a quanto previsto nella tabella sotto (la riga “prevedibile”) ovvero una conferma dell’ottusa austerità a 4 anni obbedendo all’idiotico Fiscal Compact? Non che lo speri, ma ormai questo Governo è riuscito nel convincere tutti che è quello che farà e non ripongo grandi speranze in alcuna novità. Sarà interessante vedere di quanto sbaglierò (non ho parlato con nessuno al Tesoro, giuro).

C’è un’alternativa? Certo che c’è, è quella che indico sotto, che ci fa risparmiare 35 miliardi di manovra austera, genera PIL e dunque spazio per ulteriori investimenti pubblici e prevede una sottostante spending review (con tutto il tempo necessario) che libera ulteriori risorse da spendere in investimenti pubblici: quella di lasciare il deficit al 3% di PIL per tutti gli anni a venire. Così facendo crolla il debito su PIL (che sale con l’austerità e scende dunque con il suo contrario).

La prego Presidente, ci stupisca con il suo coraggio, rispetti i Trattati europei (il Fiscal Compact non lo è) lasciando il deficit al 3% di PIL ma mandi a quel Paese Junker, Merkel ed il pavido francese. Scommettiamo che li lascerà talmente basiti che non avranno il coraggio di reagire ed, anzi, la imiteranno?

Scommettiamo?

5 comments

  1. Professore, credo che il nostro CORAGGIOSO Presidente del Consiglio scegliera’ la prima

    ipotesi.Ripone troppa Fiducia in questo signore.Le politiche antiausterita’ andavano affrontate

    prima. Oggi e’ improbabile che possano cambiare.La Germania il prossimo autunno va ad

    Elezioni.

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  2. Salve professore.
    Vorrei chiederLe sulla base di quali studi econometrici Lei prevede che con un deficit/PIL pari al 3% per 4 anni di fila il rapporto Debito/PIL dovrebbe essere “in declino”.
    Non le sembra un po’ troppo ottimistica la Sua valutazione sul moltiplicatore della spesa italiana?

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    • Sa, debito e PIL sono all’incirca (:-) ) uguali. Se aumenta investimento di 1, in deficit, numeratore e denominatore aumentano di 1 per definizione, quindi il rapporto rimane lo stesso. Se ha un minimo di impatto aggiuntivo su PIL, eccolo che scende. La seconda evidenza, ipotizzando come minimo linearità, è che l’opposto, l’austerità, ha fatto aumentare il rapporto. E’ difficile dirle di più perché tentativi come quanto suggerito sono stati fatti raramente in questa Europa, ma una cosa la sappiamo, cosa fa l’austerità al debito su PIL.

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      • Correzione (a suo favore prof.):

        Il rapporto debito/PIL scenderebbe anche in assenza di qualunque impatto moltiplicatore degli investimenti. Per assurdo, facendo investimenti infiniti, il rapporto tenderebbe al 100% (Teorema di L’Hôpital).

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