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La regolazione in vendita. Non a tutti.

C’è il vantaggio del conflitto d’interessi in politica che deriva dallo scriversi leggi a vantaggio del proprio business. C’è poi quello di ottenere, in quanto politico e imprenditore, favori resi al proprio ramo di business nel settore Y da parte di imprese del settore X che sperano in tal modo che il politico possa restituire il favore con una regolazione più accondiscendente del settore X stesso.

Stefano Della Vigna, Ruben Durante, Brian Knight ed Eliana La Ferrara analizzano cosa è avvenuto ai ricavi Mediaset da pubblicità negli anni in cui Berlusconi è divenuto attivo in politica, in particolare quelli in cui era Presidente del Consiglio. Verificando che non solo sono cresciuti, ma che sono cresciuti maggiormente grazie alla pubblicità pagata da imprese in settori più regolati dalla politica. Possibilmente, chissà, nella speranza da parte delle aziende clienti di Mediaset di ottenere il favore in ritorno di una minore regolazione da parte della politica?

Secondo gli autori: 1 miliardo di euro su di un orizzonte di 9 anni i maggiori profitti dal qui pro quo per il gruppo Mediaset; 2 miliardi i profitti attesi dalla regolazione più favorevole per le imprese clienti di Mediaset.  Un ritorno per entrambe.

Non tutti settori hanno investito di più, durante gli anni del Governo Berlusconi, in pubblicità in Mediaset (in ordinata leggete quanto cambia la spesa su canali Mediaset da quando arriva Berlusconi in politica, in ascissa il grado di regolazione del settore) . La finanza sì, la telecomunicazione sì, la sanità sì (in rosso). D’altronde, erano i più regolati. I giocattoli (in verde) no. Poco regolati, hanno disdegnato il ricorso a queste forma indiretta e in conflitto d’interessi di lobbying e hanno addirittura diminuito la pubblicità sui canali Mediaset.

I giocattoli. Ho una grande simpatia per i giocattoli.

 

C’è un’altra dimensione che il grafico non cattura. Chi è che non si fa pubblicità sui canali televisivi perché non ha le risorse per farlo? Esatto, le PMI. Non le vedrete mai su  un grafico come questo. Ma soffrono certamente anche loro, di più anzi, di regolazione avversa, costosa, che le rende più oneroso il competere sui mercati. Se le grandi ne escono alla grande, da questo qui pro quo, le piccole ne escono ancora più in difficoltà di prima.

Che ci ricorda più in generale che la regolazione, direttamente o indirettamente, sarà sempre a svantaggio delle PMI. Troppo piccole per difendersi da sole. Troppo piccole per attaccare da sole. Troppo brave le grandi ad accedere al potere, accordandosi con esso.

E’ tempo che le PMI vengano esplicitamente aiutate. Ma senza trucchi né furbate: con la forza di una politica industriale espressamente dedicata alla loro protezione e crescita.

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