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Merkel e Letta siano come Pitt ed Abe e sconfiggano gli Zombie

Bellissimo il film sugli Zombie con Brad Pitt, per chi riesca a tollerare scene disgustose assai di morsi e mutazioni. Tante le cose belle, magari un giorno ci rifletto su in un post, mi interessa solo ricordare qui che alla fine il virus che salverà la razza umana (anche se il punto è che questi Zombie sono “molto” umani) è quello considerato il peggiore e più letale, il nemico. Ma in condizioni straordinarie, soluzioni straordinarie.  

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Certo, dovremmo festeggiare se il problema del debito delle Pubbliche Amministrazioni con le imprese volge a soluzione. Sono 2 anni che l’avevamo messo al centro di questo blog, subito messo nel Programma dei Viaggiatori in Movimento come tema prioritario di riforma, altro che mercato del lavoro della Fornero.

Ma in questo Paese non si è ancora capito che la globalizzazione richiede una politica molto ma molto più veloce e competente per allenare le imprese a competere in un mercato così grande che è impossibile possano percorrerlo senza sostegno, suggerimenti e regole intelligenti. Finché si voteranno partiti fatti di persone poco capaci o poco interessate alle esigenze di persone e imprese, difficile battersi da pari a pari con Germania e Cina.

Risolvere la questione dei debiti delle P.A. in questo contesto in cui il problema finanziario, specie per le piccole, diventa tra i più importanti, è rilevante eccome.

2 cose sappiamo. Sappiamo che stanno crescendo le imprese con ritardi commerciali nei pagamenti. E sappiamo anche (vedi Bollettino economico recente della Banca d’Italia) che l’offerta di credito si restringe e aumentano le sofferenze bancarie in rapporto ai prestiti.

E’ ovvio che sono due fenomeni che si infiammano grazie alla benzina dei ritardati pagamenti della pubblica amministrazione:  se lo Stato mi paga in ritardo, io pago i miei fornitori in ritardo. Circolo vizioso numero 1. E poi. E poi prendiamo il settore delle costruzioni, quello che soffre di più dei debiti P.A. non pagati. Lo stesso settore i cui investimenti stanno crollando (-3,9% nell’ultimo trimestre contro il -3% nazionale). In parte perché non trovano credito, e non lo trovano perché hanno maggiori sofferenze, dovuti ai mancati rimborsi del settore pubblico. Circolo vizioso numero 2.

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Veniamo alle parole sulla restituzione di quanto loro dovuto alle imprese. Quelle di Saccomanni. Parole positive perché denotano perlomeno una sensibilità che il precedente Governo non ha avuto. D’altronde il problema è diventato sempre più grave, era inevitabile che se ne accorgessero anche i muri.

Leggiamole in codice le sue parole (Adnkronos) – ”Al momento attuale, la cifra che abbiamo materialmente messo a disposizione nei confronti degli enti…”  e poi “ “non vedo ostacoli di carattere politico – ha affermato – ma solo ostacoli di carattere tecnico operativo“.

Poi ci sono i fatti. E così, scordandoci per un attimo che i 40 miliardi che il Ministro dice di voler affrontare entro fine anno sono probabilmente (non sappiamo ancora quanti sono!) solo un terzo della massa dei crediti, scordandoci anche che nulla sappiamo di cosa sta avvenendo ai nuovi crediti che dovrebbero per legge essere pagati in 30-60 giorni (ma chi sta controllando?) non possiamo però scordarci che non si è scelto di fare come la Spagna (che ha centralizzato il processo dei pagamenti nelle mani dello Stato che ha anticipato il denaro dovuto dagli enti locali) e dunque ecco spiegato perché Saccomanni parla di somme “messe a disposizione” e non necessariamente pagate. Le “difficoltà operative” di cui parla Saccomanni sono il contrario di quanto chiedeva Daniele Franco, oggi Ragioniere Generale dello Stato, quando vestiva i panni di alto dirigente della Banca d’Italia e parlava al Parlamento spiegando: “procedure automatiche ed indipendenti dalle capacità amministrative e dalla discrezionalità dei singoli enti”.

E oggi che non è più in Banca d’Italia, ora che ha il pallino in mano, sarebbe bello se riuscisse a imporre quella linea che raccomandava allora. Per ora prendiamo atto che la stessa Banca d’Italia afferma nel suo ultimo Bollettino che sul pagamento dei debiti sussiste un “ampio margine di incertezza… per possibile ritardo erogazioni” che “condiziona” l’efficacia delle manovre di politica economica di questo Governo.

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E infine, oltre a parole e fatti, rimane IL DUBBIO, quello principe. Supponiamo anche che tutto andasse bene, che i debiti fossero ripagati … in tempo, chi ci garantisce che verranno utilizzati per trasformare questa liquidità nei necessari investimenti che rilanciano l’economia e l’occupazione? Nessuno.

Perché, come dice di nuovo Banca d’Italia, “l’ampio margine di incertezza” è anche legato all’”uso che ne faranno imprese” prendendo atto del rischio che “a fronte di elevati margini di capacità inutilizzata e di una domanda debole accantonassero per scopi precauzionali una quota rilevante della liquidità ricevuta”.

Già la maledetta domanda interna, debole, a causa del pessimismo imperante, che resiste a qualsiasi antidoto e uccide il paziente. Uno solo è il vaccino che può ristabilire l’organismo e renderlo sensibile a tutte le altre medicine rinvigorenti: la maggiore domanda di beni, servizi e appalti da parte del settore pubblico. Finanziata con i tagli degli sprechi imperanti.

Talvolta gli antidoti migliori vengono dal nemico apparente. E’ bene farsene una ragione.

Lo zombie della recessione si abbatte con l’antidoto della spesa pubblica, che in tempi normali è spesso una disgrazia per il settore privato, ma che oggi è, accettiamolo prima che sia troppo tardi, la sola via di salvezza. Letta e la Cancelliera Merkel, come Brad Pitt che si inietta su se stesso il virus potenzialmente letale per poi invece riuscire prima a sopravvivere e poi a sconfiggere gli zombie, dovrebbero iniettarlo – il virus salvifico della spesa pubblica – in tutto il Continente, con un gesto di coraggio che, per ora, riconosciamo (noi ed i mercati) solo al Premier giapponese Abe.

Un rischio certo. Ma meglio rischiare e forse abbandonare la nave per non esserci riusciti che portare in porto, sereni, una barca piena di Zombie.

4 comments

  1. Finanziare domanda pubblica tagliando gli sprechi? Quindi non maggior domanda pubblica ma solo una riqualificazione della spesa. Operazione meritoria ed indefferibile quanto si vuole ma assolutamente non sufficiente. Cosa si intende poi per sprechi? sembra siano risorse bruciate. Non è così. Anche la “cattiva spesa” si traduce in domanda di beni e servizi. Il mitico forestale calabrese compra il pane dal fornaio. E Batman Fiorito mangia ostriche.

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      • Ovviamente non difendo gli sprechi. Sottolineavo solo che pensare di rilanciare la domanda interna con la sola riqualificazione della spesa pubblica mi sembra molto ottimistico.

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  2. Vorrei lanciare una idea-provocazione.
    Per far ripartire l’economia, siamo d’accordo, necessita far ripartire la domanda.
    La domanda riparte se si mettono in tasca i soldi ai consumatori privati, oppure se lo Stato, di sua iniziativa inizia a spendere in Opere Pubbliche NECESSARIE.
    Il problema che viene continuamente sottolineato e’ la Mancanza di Denaro.
    Vengo al punto.
    I trattati internazionali impediscono alla Banca Centrale Europea di prestare denaro direttamente agli Stati.
    I trattati Internazionali pero’ non vietano che la B.C.E. possa REGALARE denaro agli Stati.
    Supponiamo che la B.C.E Regalasse 2 mila miliardi di euro all’Italia, obbligandola nel contempo ad accettarli e pagare il proprio debito pubblico.
    In tal caso l’Italia verrebbe a Risparmiare circa 80 miliardi di Euro ogni anno, per interessi sul debito.
    L’Italia, potrebbe allora REGALARE 50 miliardi di euro all’anno alla B.C.E per i prossimi 40 anni, restituendo in tal modo il regalo (sono Istituzioni e non persone, pertanto il tempo e’ un fattore non determinante…la Chiesa esiste da 2 mila anni)
    Con i restanti 30 miliardi potrebbe perseguire una politica economica Diversa dalla Austerita’ Espansiva, cogliendo magari l’occasione per REDIMERSI.
    I 2 mila miliardi usati per pagare il debito pubblico, tornerebbero in circolo nell’economia, creando Domanda Aggiuntiva per un SuperCircoloVirtuoso!
    Cosa migliore sarebbe se buona parte di questo denaro ” SI SPARASSE NEL CASINO’ DELLA FINANZA” oppure venisse Dirottato sui Debitori Privati affinche’ possano Estinguere i vari Mutui e Rinegoziarli a tassi piu’ vantaggiosi, disinnescando in tal modo un altro potenziale pericolo per l’attuale situazione!
    Sono sicuramente un inguaribile ottimista, tuttavia, a livello teorico, visto che la B.C.E. “regala denaro all’1 percento” alle banche, che poi lo riprestano al 5 percento allo stato Italiano, rinunciando essa stessa al guadagno del 4 percento penso la cosa possa essere fattibile!
    Soprattutto nell’ottica di SALVARE l’EUROPA (se e’ vero che sono cosi’ Europeisti)
    Come giustificazione ci si potrebbe inventare un GIUBILEO, la nascita del rampollo reale inglese, la vittoria ai mondiali di calcio, la beatificazione di un Papa, i 100 anni di Napolitano, di Ciampi…
    Inoltre sarebbe l’occasione per chiarire finalmente se la B.C.E. ha il potere di stampare denaro per Autorita’ Divina, per Autorita’ conferita dai vari Stati Sovrani
    oppure per essersi AUTOARROGATA tale diritto…
    (per eventuali problemi tecnici che potessero derivare dal pagamento di 2 mila miliardi di debito, potremmo comunque Confidare nei Tecnici di Bankitalia, peraltro lautamente retribuiti ed in grado di Monitorare la situazione)
    Proviamo una volta a pensare ad una Unificazione EUROPEA partendo dal pagamento di tutti i Debiti con una semplice operazione di REGALO immediato e RESTITUZIONE del REGALO in un certo Lasso di Tempo…
    ( andiamolo a raccontare ai Bilderberg vari…allle ELITE ..)
    Saluti Giovanni

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