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Di Richard (Burton) e Riccardo (Fiorito) e dell’euro-divorzio

Giusto 1 anno fa un amico ed economista della pasta di Riccardo Fiorito andò ad arricchire, con un articolo sul Foglio, le fila del gruppo degli anti-euro. Immagino non abbia cambiato idea. Fu un grande dispiacere. Superiore, per un romanista come me, al lasciar andare via Marquinhos, un pezzo da 90, al nemico. Anche perché Riccardo era colui che più di qualsiasi altro poteva testimoniare della validità dell’unica alternativa che rimane per salvare l’euro. Visto che quel partito si accresce mi si lasci ragionare, per la n-sima volta, sulla debolezza del pensiero anti-euro.

Gli studi scientifici di Riccardo dimostrano inequivocabilmente quello che negli Stati Uniti è “common knowledge” ed in Europa parte del dibattito proibito: che in una recessione l’unica variabile significativa per uccidere la stessa sono gli acquisti di beni e servizi della Pubblica Amministrazione.  Sebbene lo ammettesse, assieme al suo coautore Schwartz, quando ricordava che le minori spese pubbliche possono essere utili proprio ora, ovvero in quelle “recessioni che sono meno frequenti e più devastanti dei semplici cicli negativi”, identiche a quella in cui ci troviamo, fece cadere tale considerazione nel vuoto con fretta inusitata che non è tipica del suo metodico ragionare.

Lo stimolo degli acquisti pubblici alla domanda interna in Italia ed in Europa tutta, fatta in deficit nei Paesi creditori e finanziato dal taglio degli sprechi nei Paesi debitori dell’area euro, è il modo per tornare tutti a crescere, sostenendo vicendevolmente le proprie esportazioni, riducendo al contempo gli squilibri commerciali tra aree dell’euro e migliorando la competitività italiana rispetto a quella tedesca, grazie alla maggiore inflazione che si creerebbe in Germania.

Se qualcuno può rinfacciarmi che la proposta di cui sopra, che porto avanti da due anni sempre meno inascoltato, sia utopistica per questa Europa, ancora più lo è, quanto a opposizione che genererebbe nell’establishment europeo, quella da lui proposta.

Più di tutto, la politica conta. Pensare, come faceva Riccardo con Schwartz, che “la costituzione … di due aree dell’euro” sia “sperabilmente temporanea” era ed è un wishful thinking che tradisce una sottovalutazione del DNA di questo Continente e delle ragioni della costituzione dell’euro. La mattina dopo che le due aree euro siano costituite esse saranno radicalmente nemiche, pronte a rinfacciarsi senza ritegno, inesorabilmente, anni di soppressi stereotipi che echeggeranno da vicino quelli di epoche in cui l’Europa si preparava con inesorabile cecità alla seconda Guerra mondiale. Un divorzio non può essere seguito da un nuovo fidanzamento, Richard Burton e Elizabeth Taylor sono l’appassionata eccezione che conferma la regola.

E anche a seguire la loro improbabile ipotesi che possa esistere ancora una improbabilissima BCE unica comune alle due aree divorziate, questa imporrebbe ai Paesi dell’euro Sud una tale austerità da rendere impossibile qualsiasi ripresa, da loro auspicata, delle esportazioni via tasso di cambio.

“Chi non è al tavolo è sul menu”, dice un mio collega catalano. Chi è contro l’euro va ad arricchire il partito di quelli che ci faranno mangiare da Stati Uniti e Cina, pronti a godere delle divisioni interne europee.

Apprezzo del loro ragionare l’intuizione corretta dell’impossibilità di proseguire sotto queste condizioni di austerità, per l’evidente stress che la recessione causa al tessuto sociale del Paese, disoccupazione e morte d’imprese in primis. Hanno dunque il merito di proporre qualcosa che impedisce che, al tavolo dei grandi, si sia divorati con troppa sofferenza come sarà perseguendo le politiche dell’austerità che porteranno, come giustamente fanno notare i nostri due, alla dissoluzione inevitabile dell’euro tra massimo un paio di anni. Ma che consolazione è una morte rapida rispetto ad una poco più lenta?

22 comments

  1. Caro Gustavo,
    grazie per la citazione. Ti ho succintamente risposto su twitter (@riccardofiorito) solo per dire che l’articolo con Schwartz – comune, bravo ed innominabile amico – voleva solo indicare una extrema ratio per difendere in quei difficili momenti Euro e BCE. Non era contro l’Euro, anzi: e non solo perché suggeriva – come osservi attentamente – una soluzione temporanea. Se non avessi paura di sembrare presuntuoso, a volte penso che forse l’ha letto chi ci aspettavamo lo facesse, quale che sia stato il disinteresse di pubblico ed esperti.

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  2. Grazie per l’attenzione. Ti ho risposto succintamente su twitter (@riccardofiorito) ed approfitto del blog per aggiungere due parole. L’articolo con Schwartz – pseudonimo di un comune, bravo ed innominabile amico – voleva solo in quei momenti drammatici fornire una soluzione – temporanea come del resto noti – alla crisi dell’Euro e della BCE. Non ero e non sono contro l’Euro e l’articolo con Schwartz intendeva contribuire in tal senso. A volte penso che sia stato letto da chi ci premeva lo leggesse, anche se i commenti del pubblico e degli esperti sono in effetti mancati.
    ciao!

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  3. Marianna Cipriani

    29/07/2013 @ 10:10

    GENTILE PROF. PIGA,

    RIGUARDO ALL’EURO, PERCHE’ NON POSSIAMO FARE COME GRAN BRETAGNA, DANIMARCA, O SVEZIA?

    GRAZIE E UN CORDIALE SALUTO,

    MARIANNA CIPRIANI

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    • E’ un’ottima domanda. Bisogna prima chiedersi perché non si fece allora come loro. Perché si aveva un progetto diverso. Tant’è che come lei vede la Gran Bretagna di giocare al tavolo con l’Europa (purtroppo) ha poco interesse. E quel progetto era politico prim’ancora che economico. Tornare indietro vuol dire arrestare quel progetto politico. Poco male, dirà lei, basta che l’economia si riprenda. Può darsi che abbia ragione, anche se io non sono d’accordo, ma il punto non è qui. Il punto è che l’economia non si riprenderà, perché l’austerità continuerà a prevalere e/o le relazioni internazionali ed intracommerciali subiranno un arretramento ben maggiore di quello odierno tra UK ed Italia.
      Come faccio a dirlo? Fare ora come UK et co. (lira e marco) è diverso del fare come UK e co. allora, quando avevamo valute nazionali. Una cosa è decidere di non sposarsi, una cosa è decidere di divorziare. Il più delle volte la seconda opzione si rivela drammaticamente costosa. Certo un divorzio può fare anche bene, ma non alla coppia, ai singoli. Quindi non mi non mi si venga a dire che tutto sarà identico a come sono oggi le relazioni tra UK ed Italia.

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  4. Rottigni Guglielmo

    29/07/2013 @ 11:52

    “Chi è contro l’euro va ad arricchire il partito di quelli che ci faranno mangiare da Stati Uniti e Cina, pronti a godere delle divisioni interne europee.”

    Figuriamoci se non veniva agitato lo spauracchio della CIIINAAA…

    Mancano solamente le carriole, poi ci sono tutti i luoghicomuni.

    Sinceramente, ma un poco di coerenza no? Come si fa a sostenere che: “Apprezzo del loro ragionare l’intuizione corretta dell’impossibilità di proseguire sotto queste condizioni di austerità, per l’evidente stress che la recessione causa al tessuto sociale del Paese, disoccupazione e morte d’imprese in primis. ” e poi, indifferente al ridicolo affermare che: “che consolazione è una morte rapida rispetto ad una poco più lenta?”.

    Se è impossibile proseguire in queste condizioni, è impossibile. Punto.

    Se l’acqua scarseggia, la papera NON galleggia. Chiedersi se l’anatra preferisca venire arrostita o bollita, non ha alcun senso.

    Buona vita

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    • Ma buona vita è una cosa positiva? Certo che punto, è impossibile. Ma capirà che una cosa è concordare che non si può andare avanti così e ben altra è indicare una soluzione. Chi pensa che eliminando un biglietto di carta si alterano i rapporti di forza politica prevalente mi fa sorridere. Magari fosse così semplice. Insomma immagini che la papera galleggerà quando il giardiniere riempirà di acqua lo stagno. E che il giardiniere si rifiuti di farlo. La papera non galleggia, e a poco serve dare al giardiniere il tubo collegato al rubinetto o un secchiello pieno d’acqua. Combatta l’austerità, altro che euro.

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      • Rottigni Guglielmo

        29/07/2013 @ 22:20

        È intesa come augurio positivo: “Che possa godere di una buona vita”.

        Ora, è possibile pensare che austerità e moneta siano (o possano essere) due facce della stessa medaglia? Che l’euro non sia una moneta ma “un metodo di governo”?

        Letta, in queste ore, sta facendo lo Junker… Dice (un po’ di giorni fa…) che venderà parte di ENI e Finmeccanica. Poi smentisce di fronte alle critiche. Ora riprende a sostenere questa tesi… Insomma, è pur vero che ragionare per parallelismi non è come agionare per equazionii, ma “se fa il verso di un’anatram cammina come un’anatra e vola come un’anatra, probabilmente è proprio un’anatra”.

        Buona vita

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        • Esattamente. Ci siamo. E lei per tutta risposta che propone? Di far fuori l’euro e non il metodo di governo? Si troverà senza euro sempre con Junker, peggio che mai. Ci vuole un respiro profondo e grande concentrazione per capire cosa è che si deve veramente combattere.

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  5. Gent.mo Prof. Piga, probabilmente lo ha letto anche Lei questo articolo; io personalmente lo trovo molto ma molto interessante. Sarebbe il caso qualcuno lo girasse al Prof. Panebianco facedogli magare notare che il motto statunitense “location, location, location” sta diventando “education, education, education” e che la spesa pubblica, in questo caso, non solo è cosa buona e giusta ma soprattutto reddittizia.
    Buon lavoro e grazie per quel che fa.

    Ivan

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    • @Ivan / : Bellissimo articolo. Anche se San Francisco pare che da sempre sia un luogo attraversato da una sorta di magica sorgente vitale. Lo percepisci all’istante appena entri in contatto con la città. L’America è una terra per certi versi molto, molto discutibile per noi, ma proprio per le sue grandi contraddizioni ha prodotto nel 2008 il miracolo Obama, solo un grande paese lo poteva immaginare, un paese dove forse ancora tutto è possibile.

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  6. Le proposte del Prof.Piga indicano che è ancora possibile un tempo di progresso pieno di speranza, ma ancora per poco temo. Il tempo stringe e le opportunità di dominare il male si riducono molto rapidamente con le emergenze che incalzano. L’occasione di cambiare rotta non durerà per sempre! È urgente mettere in atto queste istruzioni, lavorare con determinazione e perseveranza per cogliere tutte le possibilità che ancora offrono strategie capaci di dominare e sconfiggere il male di questo terribile decennio.
    Che altro deve fare Piga? Questo acuto e saggio studioso senza riserve, che ama questo paese totalmente, con concretezza! Che sente forte su di sé la responsabilità di quanto lasceremo alle future generazioni, appassionato a tal punto da rendersi instancabile nel suo desiderio di spiegare, senza dare limiti alla sua disponibilità verso chiunque.
    Chi ritiene valido questo progresso dovrebbe realmente sostenerlo, è opportuno cogliere questa grande opportunità di cambiamento prima che l’irrimediabile abbia davvero il sopravvento!
    Abbiamo qui una guida elevata, capace di tenere la giusta direzione, inesauribile nella sua costante valutazione di dove si celi il pericolo e gli accadimenti con il loro rapidi mutamenti, sarebbe bene unirsi a questo poderoso tentativo, a questa spinta piena di positività e di concretezza, che ci porterebbe in alto, fuori da questa oppressione.
    Ho compreso bene cosa fare, sono solo una piccola goccia in questo oceano in burrasca ma la mia scelta l’ho fatta , da Viaggiatrice mi sono messa in marcia, assieme a tanti altri che sono con Lei, così generoso da progredire senza stancarsi mai.

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  7. davvero non riesco a seguirla professore. Anche lei agita lo spettro della Cina e degli Usa quando i nostri “fratelli” europei ci fagocitano senza ritegno ed hanno il volto ripugnante di un Van Rompuy.
    Lei sembra non poter offrire altra alternativa se non quella a quale cannibale donarsi.
    Il progetto europeo è stato concepito nella menzogna e questo ormai – per quanto mi riguarda – è chiarissimo.
    Credo comunque di poter condividere con lei l’assoluto pessimismo – se gli è che lei altrettanto nutre questo pessimismo e non sia una mia cattiva interpretazione – riguardo una classe politica assolutamente inetta a prevedere ieri gli effetti disastrosi della unione monetaria quanto oggi a rifondare una politica economica incentrata sul recupero della sovranità monetaria.
    L’Euro ha definitivamente distrutto l’Europa.

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    • Non si combatte Van Rompuy combattendo l’euro: Van Rompuy rimarrà lì a dirle come la politica monetaria dell’Italia con la lira dovrà esser molto più restrittiva di prima per evitare inflazione. Lei guardi negli occhi Van Rompuy e lo mandi a casa, altro che euro. Per fare questo deve fare un partito che non sia anti euro (perdita di tempo inutile) né pro austerità (tutti quelli che vede in Parlamento nella sostanza). Deve unirsi con gente di buona volontà che creda nel valore di fare impresa, di fare occupazione, di dare solidarietà, di dire basta agli sprechi, di investire le risorse degli sprechi in nobili imprese e coraggiose costruzioni di futuro insieme. Tutte queste cose insieme, veramente e credibilmente.

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      • ma è dietro l’euro che si trincera il non governo dell’unione europea. E’ SOLO mettendo in forte discussione l’euro che si può sperare di scuotere la ostinata perversa condotta economica di burocrati rappresentanti di nessuno e che a nessuno devono rispondere. Condivido il suo timore di una uscita dall’euro se alla guida del paese rimane la stessa gente come quella che ci ha portato così inopinatamente nell’unione e che non saprebbe utilizzare la ritrovata sovranità. Del resto i Ciampi e gli Amato i Prodi abbondano i Paolo Baffi ahimè no.
        Condivido anche il suo appello ad unirsi allo sforzo delle persone dotate di buona volontà e apprezzo particolarmente i suoi studi sulla dinamica degli sprechi e su come risolverla.
        I miei rilievi non intendono in alcun modo minare o disconoscere il merito della sua azione che seguo con molto interesse.
        con immutata stima

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        • Grazie. Capisco bene che mettendo in gioco l’euro vi sia da parte di alcuni una strategia “costruttiva” di salvare l’Europa svegliandola. Ma si gioca col fuoco facendolo. Meglio è mettere in forte discussione l’austerità: corre meno rischi perché punta al cuore del problema.

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  8. Luigi Biagini

    31/07/2013 @ 13:18

    “Lo stimolo degli acquisti pubblici alla domanda interna in Italia [...] finanziato dal taglio degli sprechi nei Paesi debitori dell’area euro, è il modo per tornare tutti a crescere, sostenendo vicendevolmente le proprie esportazioni, riducendo al contempo gli squilibri commerciali tra aree dell’euro e migliorando la competitività italiana rispetto a quella tedesca, grazie alla maggiore inflazione che si creerebbe in Germania.”
    Sarebbe l’uovo di colombo.
    Il problema non è trovare una soluzione economica ad una crisi economica, ma riuscire a far ragionare i politici chiarendo una volta per tutti che il disastro è politico e si è originato in 30 anni non in un giorno!
    Continuare a tirare fuori dal capello la soluzione NoEuro oltre che ad essere controproducente è destabilizzante (Shiller Docet)
    Svegliamo questi “Animal Spirit” con un po’ di sano taglio di spesa pubblica improduttiva, diminuiamo le tasse e incentiviamo la ricerca pubblica e privata!

    Draghi continua a ripeterlo: il problema non è monetario, la BCE non può fare molto di più, [e poi in maniera molto eufemistica dice] i politici dove sono? Semplice a non prendere decisioni!

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  9. stefano fait

    01/08/2013 @ 20:21

    Una cosa mi sfugge della posizione degli eurofobi. Come pensano di uscire dall’eurozona?
    I governi sono contrari. L’opinione pubblica è massicciamente contraria nonostante anni di propaganda euroscettica disseminata principalmente dalla stampa anglosassona e debitamente tradotta in italiano da siti di “informazione” alternativa.
    Pensano di mobilitare contro l’euro una popolazione che non si è mobilitata contro l’austerità?
    bah…

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    • Credo che sia meglio non sottovalutare. L’euro è un perfetto capro espiatorio per coloro che soffrono. Prolungare la loro ingiusta sofferenza è uccidere euro e con ciò uccidere l’Europa. Basta basta basta con austerità.

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      • stefano fait

        04/08/2013 @ 19:16

        La totalità dei sondaggi degli ultimi due anni indicano che è molto più facile mobilitare la gente contro l’austerità che contro l’euro. Secondo me significa che molti analisti hanno sottovalutato il discernimento delle persone comuni.
        D’altronde ci sono anche valide ragioni per sospettare che il paletto sarà conficcato nel cuore dell’euro non dalle popolazioni europee, ma dalle autorità tedesche, anche se mi pare sia una mossa suicida e certamente non nell’interesse dell’economia tedesca.
        L’unico risultato sarà un’escalation di rappresaglie senza fine e una generazione di cittadini europei conquistati alla causa del nazionalismo, del razzismo e dell’anti-europeismo.
        Perciò no, non credo di sottovalutare la situazione, anche perché lo scotto lo sto avvertendo anch’io (e non poco).

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