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Traslocare e tagliare costa, fatelo bene!

L’altro ieri a Porta a Porta ho chiuso ammonendo che non fare bene la chiusura delle Province in questo periodo di recessione avrebbe potuto comportare problemi, per i cittadini ma soprattutto per le piccole imprese, e che bisognava curare bene l’organizzazione del processo di chiusura se non volevamo aggiungere benzina al fuoco della recessione.

Su Twitter alcuni fedelissimi scettici mi hanno criticato.

Si vede che conoscono poco la macchina statale e burocratica. Ma non quella italiana. Quella presente in tutto il mondo.

Negli Stati Uniti da tempo stanno chiudendo le loro … province: le basi militari. Ebbene è notizia di pochi giorni fa che questo processo di chiusura, che è partito nel 2005 e doveva chiudersi a fine 2011, coinvolgendo 800 luoghi militari e spostando 125000 persone, ha generato un aumento rispetto alle previsioni di 21 miliardi di dollari di costi, 67 per cento, riducendo il valore presente del progetto del 72%. Nuove costruzioni, appalti imprevisti eccetere eccetera eccetera. Chissà perché.

Io immagino che l’occasione sarà ghiotta affinché nella creazione di questi nuovi uffici chiudendone di vecchi, anche nel nostro bel Paese, si finisca per spendere di più.

Non solo, ma che nel rimbalzarsi la cessione di competenze, imprese e cittadini che vorranno il loro certificato verranno a sbattere contro nuovi ostacoli e burocrazia e ritardi. E’ nella natura delle cose. Ma è anche preoccupante, specie in questo momento di grave recessione che impatta sui più piccoli molto di più che sui più grandi, che, come sappiamo, vincoli e regole fanno ben più presto a aggirarli o risolverli.

Non vuol dire essere contro i tagli delle province. Vuol dire pretendere i numeri e le quantificazioni precise del “trasloco provinciale”, monitorare il processo di cambiamento, verificare i costi e gli imprevisti, bloccare le spese inutili del “trasloco”.

Quello di bello che c’è nel documento degli Stati Uniti è che vi è una organizzazione, il GAO, il Government Accountability Office, che fa questo di mestiere e lo fa bene. Possiamo sperare che la nostra Ragioneria faccia altrettanto? Mi sia concesso di dubitarne.

Se non vogliamo che quello che è ovvio come risparmio si trasformi in ulteriore costo, è bene che Bondi o chi per lui siano delegati a supervisionare e rendicontare tutto ciò.

2 comments

  1. Giorgio Zintu

    13/07/2012 @ 08:41

    Non occorre spostarsi negli Stati Uniti per verificare i costi di chiusura di “qualcosa”. Qui ancora paghiamo, tutti, per enti “disciolti” cinquanta e più anni fa. Quindi le procedure di chiusura richiedono un’attenzione meticolosa, se non si vuole che la fine delle Province finisca per costare di più della loro sopravvivenza.
    Ci sarebbe poi da valutare, domanda al professore, quanto si risparmierebbe dalla riorganizzazione delle ASL e dei servizi erogati che spesso nulla hanno a che fare con la sanità.

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  2. Giorgio Zintu

    13/07/2012 @ 09:20

    Sto rivedendo la puntata di Porta a Porta e trovo quello che lei ha detto molto sensato, in particolare sui compiti e sul rilievo dell’impiego pubblico come fattore importante per lo sviluppo delle imprese. Invece Vespa va a parlare dei sistemi premianti! Infatti poi tutto è finito in caciara o confusione come spesso accade in queste trasmissioni.

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