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Perché prendere Bondi per fargli fare il contrario di Steve Jobs?

Non mi sento molto di parlare di spending review senza avere trovato i documenti necessari per capire la proposta. Magari domani.

Oggi ne abbiamo parlucchiato a Baobab di Radio 1, prima di sapere di Bondi, e mi parevano cose di buon senso che si sono dette (dopo il sesto minuto di registrazione).

Ho solo da dire 2 cose.

Primo. A me pare che se tutto ve bene, troveremo 5-10 miliardi per tagliare le spese. Al di là di come lo faremo  (cosa essenziale su cui voglio aspettare i dettagli) una cosa è certa: se queste risorse non saranno reimmesse nell’economia ma andranno a ridurre il debito, allora il PIL, l’occupazione, l’immenso disagio che c’è nel Paese, aumenteranno, non diminuiranno. Sarebbe follia, letteralmente. C’è bisogno di speranza tramite la politica economica. Non di cilicio.

Secondo. Enrico Bondi (p.s.: magari un giorno avremo qualche trentenne, come nel Regno Unito, dove la Spending Review è affidata a Danny Alexander, 39enne, la metà degli anni di Bondi?).

Nulla da dire sul suo fantastico Curriculum Vitae. Davvero. Ma in realtà non capisco perché sia stato scelto, forse si sono sbagliati. Enrico Bondi è un eccelso tagliatore di costi aziendali. Voi sapete che un’azienda funziona cercando di massimizzare i profitti per i suoi azionisti, dati da ricavi meno costi. Quindi se tagli i costi, in maniera intelligente, ottieni maggiori profitti e la tua azienda tira. Certo un’azienda si può anche rimettere su come ha fatto Steve Jobs, ridando vita con fantasia alla sua capacità di vendere prodotti nuovi ed utili, agendo cioè sul rilancio di vendite e ricavi.

Ecco. Qualcosa di simile si può dire dello Stato italiano. Come qualsiasi altro Stato il suo compito è di fare bene per i suoi azionisti, ovvero i cittadini. Cioè “vendere” (gratuitamente) eccelsi servizi (detti pubblici) a imprese e cittadini minimizzando al massimo i costi per gli stessi (ovvero le tasse).

Quindi dovevamo, per fare quel che Bondi ha fatto così bene in Parmalat, assumere qualcuno che riducesse le tasse. Se poi volevamo uno Steve Jobs (che bello!) avremmo avuto bisogno di qualcuno che ridesse i colori alla spesa pubblica, rendendola efficace per questo bellissimo Paese, aumentandola se del caso in questo momento di gravissima recessione (vedi punto sopra).

Ma mi pare che abbiamo preso un Bondi per fare il contrario di Steve Jobs e allora sono proprio confuso.

16 comments

  1. Egregio Professore Piga,
    per quanto riguarda il primo punto,Spending Review voglio far rilevare che è iniziata nel lontano 1981 guidata allora ministro Beniamino Andreatta e dall’attuale ministro Piero Giarda assieme al professor Mario Baldassarri.Quella fu la vera spending review.

    Attuale governo del Professor Monti ha aumentato la spesa.Si il debito pubblico è aumentato sotto questo governo. I tagli sono una mistificazione,la spesa pubblica è sempre aumentata,ci sono stati tagli inferiori rispetto alla spesa aggiuntiva.Per poter raddrizzare la politica economica, basta tasse aggiuntive bisogna tagliare la spesa e bisogna modularla in maniera tale di trasporla immediatamente in maggiori sgravi alle famiglie e sgravi volti a creare occupazione cioè meno Irap e basta che a dire non si può è la Ragioneria generale dello Stato.
    Guardiamo di fronte il ciclo economico; nel 2012 avremo meno 2% di Pil cioè fortissima recessione, nel 2013 più 0,… o meno 0,6% Pil quindi nei prossimi 12/18 mesi il pil italiano sarà inferiore a quello di questo momento di 2 o 2,50% in meno. Avremo 400/450 mila disoccupati in più e non saranno i giovani ma i capi di famiglia.Se questa è la prospettiva del ciclo economico vanno fatti tagli mirati,puntuali e verticali agli sprechi e alla corruzione della spesa pubblica (acquisti PA in settori della sanita o i fondi perduti distribuiti a pioggia). Non c’è più tempo occorre sosstenere subito famiglie e imprese.
    A parità di deficit pubblico ciò che conta ai fini della crescita economica è il livello della qualità di spesa pubblica e il livello e qualità del prelievo.Quindi la ricetta è basse tasse,bassa spesa.
    Evitare la formazione di deficit aggiuntivo ma che volgano a equilibrio di bilancio a un più basso livello di spesa pubblica e a un più basso livello di pressione fiscale.

    Secondo.se dopo cinque mesi il governo dei tecnici chiama un tecnico straordinario,Bondi,e nomina una commissione è un modo per rinviare le decisioni.

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    • Grazie. Dei 3 personaggi che menziona, per un verso o per un altro abbiamo grande mancanza: uno non c’è più, uno non lo considerano tenendolo fuori, uno non lo considerano tenendolo dentro. Sono stati e sono 3 personaggi di spessore umano e tecnico eccezionale. Senta, la spesa di qualità, per come la vedo io, non è né meno, né più. E’. Potrebbe essere meno o potrebbe essere più. Un esempio per farle vedere le cose cosme sono semplici e complesse. Immagini che spende 500 euro per 1 macchine (uguali) per fare le tac a 100 euro e 2 a 200 euro. Sprechi di 200 euro (potrebbe comprarle tutte e 3 a 300). Ora lei riduce gli sprechi e compra una quarta tac a 100 euro. Spesa totale monetaria ? 400, scesa. Spesa reale totale? 4 tac, invece di 3, salita. Benessere? Maggiore.
      Questo Paese è affamato di spesa pubblica di qualità, di cancellazione di sprechi, di rilancio del suo pubblico per sostenere il suo privato nella lotta globale dove vince chi ha alle spalle un pubblico forte.
      Meno tasse? OK, se vuole, ma ricordi che in una fase così di ciclo economico, le famiglie risparmiano e le imprese non fanno investimenti.
      Evitare …. ecco io concordo al 100% con quella sua frase e penso sia fattibile.

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  2. Giuseppe Pizzino

    01/05/2012 @ 06:55

    Ha ragione, ancora una volta, manca sempre una figura del tipo Steve Jobs, magari versione Italica, in questo consiglio di amministrazione. Ma sono oltre che confuso anche preoccupato in quanto il Dottor Bondi è stato un “curatore fallimentare” della Parmalat ! Siamo già a quel punto ?

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    • Vediamo, speriamo faccia bene, è nel nostro interesse. Davvero. Ormai la nomina c’è e dobbiamo augurargli tutto il bene possibile perché faccia bene per l’Italia.

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  3. maroni (da quello che ho sentito ) avrebbe proposto di abbassare
    di 15punti le tasse alle aziendi produttive (seguendo il modello svedese) riprendendo una proposta di luca ricolfi .
    La proposta sarebbe stata fatta direttamente a mario monti che avrebbe risposto : dissento completamente .

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  4. Giorgio Zintu

    01/05/2012 @ 08:51

    Nulla da aggiungere. La Repubblica gerontocratica persegue la sopravvivenza della specie e la corruzione rimane sul podio. Good night and good luck, Italia!

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  5. Giuseppe Pizzino

    01/05/2012 @ 09:01

    Ma cosa impedisce di vendere o conferire in un fondo patrimoniale partecipato dai fondi esteri, pieni di liquidità, parte del patrimonio non strategico o ancora peggio improduttivo, inutile e costoso, in modo tale da ridurre il debito e di conseguenza la spesa per interessi, che ogni anno paghiamo con nuove tasse, sottraendo risorse che potrebbero essere destinate alla crescita ed allo sviluppo ? Quale è l’arcano ? Tutti i padri di famiglia hanno fatto questo nell’ultimo lustro, chi vendendo la seconda casa, chi la seconda auto, chi impegnandosi anche i gioielli di famiglia. Perché la gestione dei conti di uno Stato deve essere diversa da quella di una famiglia ?

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  6. Professore, non c’è da confondersi. E’ tutto molto chiaro. Peccato però che la risposta è dentro di loro, ma purtroppo è sbagliata.

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  7. Tra pochi giorni si apre a Roma il Forum PA: la più immensa e imbarazzante fiera dello spreco degli enti locali: gli stand di Regioni, Province e Comuni presenti tracimano di paccottiglia che nulla ha a che fare con il loro core business (ovvero una sana amministrazione): penne, matite, blocchi di post-it, pennette usb, calendari, portachiavi, metri a nastro riavvolgibili … Materiali che hanno una logica pubblicitaria per un’impresa privata, ma lasciano qualche dubbio quando riportano la dizione ASL di xxx oppure Comune di yyy.
    So benissimo che non si risana lo Stato smettendo di produrre blocchi di post-it con il logo del Garante della Privacy (esistono davvero, ne ho preso un foglio a futura memoria, e nella stessa edizione di Forum PA distribuivano anche cappellini), ma ritengo che per decoro gli enti pubblici dovrebbero rispettare il denaro che gestiscono anche per quanto riguarda le spese di minore entità.
    Anche se poi, sommando tante piccole spese, ne risultano cifre che, immesse sanamente nell’economia, potrebbero portare a risultati migliori rispetto al foraggiare produttori di gadget e tipografie di “amici”.
    Forse la visione etica di Bondi, oltre che la sua competenza tecnica, riusciranno a fare recuperare parti di questa spesa improduttiva e ammettiamolo, poco decorosa in tempi di crisi.

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    • condordo !
      ma almeno queste penne, matite, blocchi di post-it, pennette usb, calendari, portachiavi, metri a nastro riavvolgibili …fossero
      prodotti in italia…per la maggior parte saranno prodotti nel far east
      quindi oltre alla spreco non aiutano neppure l’economia!

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  8. Nicola Evoli

    01/05/2012 @ 12:59

    Professore la sua analisi e’ semplicemente perfetta. Aggiungo: abbiamo un Presidente della Repubblica che come soggetto non e’ solo una figura rappresentativa ma politica, quasi una forzatura costituzionale. Un governo di non eletti e per di più’ VECCHI alla ricerca del nuovo che o non conoscono o non possono gestire con la forza e l’intuizione dei più’ giovani, non lascia molte speranze all’Italia. Se vogliamo paragoni, abbiamo una squadra di chirurghi e ortopedici ma non di neurochirurgi, molti generali ma non forze speciali….la prima cosa e’ di andare al voto. E poi. mi potrebbe spiegare lei perché’ non possiamo fare come gli islandesi che con un referendum avevano deciso di non restituire il debito? I franco-tedeschi si erano allarmati alla prospettiva di un referendum greco…il vero problema e che i cittadini della UE non sono liberi ne’ padroni del loro destino.

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  9. @Roberto
    “Quindi la ricetta è basse tasse,bassa spesa.”

    Può fornire una qualche giustificazione a questa affermazione, o semplicemente dobbiano prenderla per buona ?

    Lei sottostima l’apporto dei “beni pubblici” in economia; inoltre le persone che propugnano tale ricetta (e quindi, non è necessariamente il suo caso) tendono a vedere la spesa pubblica come “immorale”.

    Un modo per mostrarle che la sua “ricetta” non ha alcun fondamento, è vedere alcuni dati sulla pressione fiscale e sui “patent filings (per million population)”. Mi concentrerò su stati piccoli e medi per evitare che l’effetto delle economie di scala diventi preponderante.

    Stato – Tasse/PIL – Gini idx – patent fillings per mil pop
    Arabia Saudita – 5.3% – 32 – 10.5
    Austria – 43.4% – 26 – 289.1
    Australia – 30.8% – 30.5 – 107.8
    Belgio – 46% – 28 – 57
    Canada – 32% – 32.1 – 133.4
    Finlandia – 43.6% – 26.8 – 322.7
    Francia – 44.6% – 32.7 – 227.3
    Hong Kong – 13% – 53.3 – 18.2
    Korea – 26,8% – 31.4 – 329,3
    Italia – 42.6% – 32 – 146.4
    UK – 39% – 34 – 248.9
    Singapore 14.2% – 47.8 – 176.3
    Svezia – 47.9% – 23 – 234.1

    Anche se c’é una certa variabilità, i dati dimostrano chiaramente che l’elevata tassazione non è di per sé un freno un freno all’attività economica. Anzi, spesso paesi con una elevata tassazione presentano una certa tendenza ad avere un’economia dinamica; questo succede in stati dove tipicamente la corruzione è bassa e la spesa utilizzata per costituire una base di capitale sociale e infrastrutturale (si veda in particolare il legame tra indice di Gini e brevetti per abitanti).

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    • Ottimo Emme,
      ti rinvio per un approccio basato sulla domanda aggregata al mio commento al post “successivo” sulla spending review – “niente è più bello” (mica perchè dico cose che non sai, ma perchè seguendo un approccio ortodosso, logico, si arriva a conclusioni ancora più certe sulla infondatezza della tesi del “meno spesa-meno tasse= crescita”)

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