Ci siamo. Siamo arrivati in quel particolare momento della Storia dove gli opinionisti non contano più. Dove i suggerimenti ormai risultano inutili. Dove quello che avverrà non dipenderà dalla razionalità o la lungimiranza degli individui, se mai queste siano esistite in questo recente contesto politico europeo.
Lo capisco dalla mia stanchezza. Non trovo più modo di ribadire – come ho fatto per mesi – che una soluzione a questa crisi c’è dopo che i leader spagnoli fanno capire che a questi tassi d’interesse non ce la fanno più a sostenere il finanziamento del loro debito. Frasi pubbliche così poco sagge o così tanto disperate fanno intuire la dimensione del baratro e l’inutilità delle mie opinioni.
Se è inutile suggerire è poco utile anche prevedere. Bello l’articolo dello storico Harold James che ammonisce come le non-linearità della storia fanno sì che se l’Europa salta rischia di non esserci più l’Italia ma l’Italia del Nord, o la Germania del Sud. Possibile? Chissà. Non credo sia rilevante ammonire in tal senso, nessuno ascolta.
Conta solo questo. Nel panico forse si costruirà una nuova Costituzione. Rilevante evento, non concordate?
Mi sono riletto le conclusioni di un libro che toccherà che riprenda, “To Form a More Perfect Union” di Robert Mc Guire, una interpretazione di qualche anno fa di come gli Stati Uniti arrivarono alla loro loro Costituzione. Ecco cosa concludeva:
“… gli interessi di parte di coloro che sono coinvolti in ogni cambiamento costituzionale influenzeranno significativamente le scelte che faranno. Abbiamo mostrato non solo che le nostre (Usa) scelte fondative e costituzionali non furono né disinteressate né non-partigiane ma anche che è altamente improbabile che parti disinteressate … possano avere un ruolo in qualsiasi società nella modifica delle costituzioni… Le costituzioni sono un prodotto degli interessi delle controparti coinvolte nel creare cambiamenti costituzionali. La vera questione per ogni società coinvolta nel disegnare, o riformare, una costituzione, è dunque, se possibile, di strutturare le sue deliberazioni costituzionali così da prevenire che gli individui coinvolti beneficino personalmente da comportamenti partigiani e interessati”.
Sano pragmatismo americano. Ecco, se proprio dobbiamo morire o sopravvivere con una nuova Costituzione (che io disapprovo per i rischi a cui esporrà ulteriormente l’economia europea) dove gli interessi dei singoli saranno rilevanti, facciamo almeno sì che questo dibattito si faccia in pubblico e che le voci di tutti i partiti e di tutte le parti siano ascoltate.
Che non ci siano stanze segrete è una pre-condizione affinché ciò avvenga.
Non è avvenuto con il micidiale Patto Fiscale deliberato nell’oscurità ma per il quale il Parlamento italiano ha ancora in mano l’importante carta della ratifica non ancora concessa. Non deve avvenire a maggiore ragione per qualsiasi mossa di accelerazione nella fase delicatissima di creazione di una Unione fiscale.
Sarebbe un colpo di Stato mortale per la democratica Europa.
06/06/2012 @ 07:07
Gentile collega, cosa ne pensa?
(il mio articolo,è più politico, che tecnico):
http://www.entinonprofit.it/blog/una-tesi-politica.html
06/06/2012 @ 10:18
La sensazione di non venire mai ascoltati è una delle più brutte e sconfortanti che possano capitare a chi ha così tante belle idee in testa e si spende ogni giorno per diffonderle.
La prego, Professore, di non abbattersi se non vede un riscontro immediato, di non pensare che i suoi suggerimenti siano inutili o che le sue opinioni non contino più; forse sarebbe meglio riposarsi un paio di giorni se si sente stanco, ma non smetta mai di diffondere le sue idee sul blog, sui giornali, in tv ma SOPRATTUTTO in aula con i suoi studenti.
Lo faccia per tutti i giovani che hanno firmato il suo appello, lo faccia per quest’Italia (quest’Europa, questo mondo) alla deriva, lo faccia per chi ancora crede che si possa avere successo e fare qualcosa di buono per la società in cui vive senza dover necessariamente emigrare in Germania o in California.
06/06/2012 @ 10:39
Grazie Alessio. Sa ogni tanto il blog finisce per diventare una specie di diario e ogni tanto le giornate grige bisognerebbe prendersele come vacanze invece di scrivere. Ieri era una giornata grigia come lei ha giustamente notato, i traslochi sono sempre strani momenti. Non sa la felicità di ricaricare le pile oggi grazie ai miei colleghi Alesina e Giavazzi che sono così lontani dal mio modo di vedere le cose ma che mi stimolano a pensare!
Veramente grazie. Next time, se stanco, mi riposo, giuro. E non mollo manco un millimetro. Di vita ne abbiamo una sola, meglio usarla al meglio.
06/06/2012 @ 10:48
Gentilissimo Professore,
Lei è un economista di altissimo livello, oltre che un uomo di grande cultura, io una cittadina ignorante qualsiasi, ma non credo che nelle “stanze segrete” (e neppure nei quotidiani che sono i loro organi di “informazione”) nessuno ascolti nè lei, nè me. Credo che a loro non interessi proprio della democrazia, degli opinionisti, dei cittadini e dell’Unione.
Sanno benissimo da soli che la soluzione c’è. E qual è.
Per loro i problemi sono probabilmente altri e di conseguenza anche le soluzioni.
Sono però troppo arroganti, avidi, cinici e poco lungimiranti. Credo che stiano facendo un gioco molto azzardato e le conseguenze le pagheremo tutti noi.
La delusione e la stanchezza che lei prova oggi, la sento dentro di me e la vedo intorno da tempo.
Ammetto, scusi la franchezza, che l’ottimismo di una persona tanto intelligente, preparata e colta come lei, mi è sembrato a volte eccessivo, ma leggere oggi queste righe mi ha fatto male, perché in un piccolo angolo irrazionale del mio cuore ancora un minuscolo barlume speranza lottava per resistere.
Se pensa che “quel particolare momento della Storia” sia arrivato, lei che ha una visione molto più limpida e completa della mia, lei che si è messo in gioco e ci ha provato fino all’ultimo, significa che non c’è davvero più nulla che si possa fare, nulla in cui sperare.
06/06/2012 @ 16:43
Forza professore non si abbatta ricorda quando è venuto ad Empoli quanto interesse c’era fra la gente comune. C’è purtroppo un vuoto politico grave, le forze progressiste stentano a scendere in campo e giocare la partita nella maniera giusta. Almeno i francesi un segnale lo hanno dato. Io in Grecia parteggio per Syriza.
06/06/2012 @ 16:44
Forza professore non si abbatta, ricorda quanto interesse ha sollevato fra la gente comune quando è venuto ad Empoli.