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E’ la democrazia bellezza, e l’indipendenza delle agenzie dalla politica è dipendenza da interessi privati

Strana giornata quella di ieri al Parlamento. Si dibatteva della questione più importante di tutte, quella dell’introduzione del vincolo sui deficit nella Costituzione italiana e dal Corriere della Sera leggo a pagina 13 un minuscolo trafiletto che erano 5 i deputati in aula ad ascoltare il dibattito. Cinque.

Eccovi serviti quando parliamo di velleità europea e di mancanze nazionali. Non mi piace usare la parola scandaloso ma in questo caso mi sento in colpa, io e la mia classe di economisti,quando capisco che non siamo riusciti per niente a far capire ai nostri politici l’importanza della questione per il Paese.

Giro la pagina del Corriere e mi ritrovo a pagina 15 con una lettera del Presidente della Commissione Bilancio Giorgetti che replica a A&G (indovinate chi sono) sulla questione del deficit, appunto , in Costituzione. Dove Alesina & Giavazzi , giustamente, fanno notare che nell’usare la parola “equilibrio di bilancio” invece di “pareggio” nel disegno di legge si crea ambiguità e lo spazio per evitare di fare le cose alla tedesca.

Credo proprio che A&G abbiano ragione e che, al contrario di quello che pensano loro, la furbizia italica dei nostri assenteisti parlamentari ci salverà. Abbiamo bisogno di ossigeno vitale per creare spazi in momenti di crisi per i deficit, essenziali durante le recessioni come insegniamo dalla mattina alla sera all’università, e mettere giacchette strette come quelle desiderate dai tedeschi e da A&G vuol dire solo una cosa: trucchi contabili a manetta. Meglio una legge più flessibile che dice più verità che una rigida piena di menzogne, questo ormai lo dovremmo avere capito da cosa è successo in questi ultimi 10 anni di fallimenti di regole di bilancio in pareggio.

*

Ma la cosa non finisce qui. Mi stupisce poi immensamente che Alberto e Francesco si schierino contro Giorgetti quando quest’ultimo orgogliosamente rivendica il fatto che nel ddl costituzionale di prossima approvazione è prevista la nascita di una Commissione fiscale indipendente presso le Camere che aiuti a certificare i conti pubblici e le stime e le assunzioni governative in essi contenute.

E’ una innovazione questa sì rivoluzionaria visto che siamo tra i pochi paesi al mondo a vedere certificati i nostri conti pubblici dalla stessa entità che li redige, i conti pubblici: la Ragioneria Generale dello Stato.

“Istituire una Commissione fiscale indipendente dentro la Camera è pericoloso, come dimostra l’esperienza del Congressional Budget Office negli Stati Uniti”, dicono A&G. Oh my God. L’esperienza del Congressional Budget Office americano pericolosa? Il CBO? Una delle più importanti istituzioni americane, che gli stessi Lars Calmfors e Simon Wren-Lewis (da A&G citati) definiscono come buon esempio (….councils generally produce some assessment of the impact of alternative policies. A good example is the Congressional Budget Office’s 2010 report on the long-term budget outlook, which looks at the impact of alternative paths for debt stabilization) pericolosa? Ma scherziamo? Magari avessimo un CBO qui.

E poi, se la situazione con una Commissione di controllo della trasparenza dei conti pubblici presso la Camera fosse “pericolosa” come definirebbero A&G la situazione odierna in cui è tutto in mano alla Ragioneria? Esplosiva? Anti-democratica?

La verità è che se volessimo fare come ci chiedono A&G, una “commissione esterna sia al governo che al Parlamento … dotata di totale indipendenza” non avremmo non solo nessuna certezza della sua indipendenza ma, peggio, rischieremmo di avere la dipendenza della politica fiscale da interessi  poco chiari e non necessariamente legati all’interesse pubblico. Oggi è uscito un articolo di Bloomberg News sulle mancanze che l’agenzia indipendente Eurostat ha commesso nell’affaire dei derivati tra Grecia e Goldman Sachs: e vogliamo ancora credere che l’indipendenza delle agenzie dalla politica non è dipendenza da interessi privati?

Ci mancherebbe pure che oltre alla politica monetaria, oltre alla politica di vigilanza bancaria, oltre alla politica dei saldi di bilancio, cedessimo pure ad una entità indipendente la politica fiscale su quanto spendere e quanto tassare.

E’ la democrazia bellezza, potrà non piacere, l’unica cosa che funziona.  

2 comments

  1. un sognatore(valerio)

    07/03/2012 @ 14:04

    Caro Professore, proprio oggi a lezione dibattevamo su questo aspetto della politica Monti. Pur condividendo le osservazioni del docente riguardo ai rischi di un pareggio di bilancio in caso di recessione, obbligando il governo ad aumentare le tasse per finanziare la spesa pubblica, con le conseguenze che ne derivano, sollevavo questa osservazione: conoscendo i problemi creati da livelli eccessivi di deficit pubblico, di debito rispetto al Pil, penso che la scelta di una legge sul pareggio di bilancio abbia come obiettivo quello di limitare la libertà dei Governi di fare debito selvaggio.
    Qualche anno mi trovavo a scrivere perché se si conosceva la dannosità di un rapporto debito/Pil troppo elevato non si impediva, costituzionalmente ai governi di fare debiti eccessivi. La risposta ovviamente era legata all’impossibilità di determinarne l’ammontare ottimo, questa del pareggio mi sembra una buona soluzione.

    Mi perdoni la lunghezza dell’osservazione

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    • Io non so cosa sia un debito selvaggio. So che i danni all’economia vengono da sprechi di spesa. Il debito nelle recessioni fa bene eccome. Concentriamoci a parlare di come fare bene la spesa, ecco dove andare il dibattito.
      Per capirci: se lei compra una camicia in contanti o con la carta di credito e la ripaga tra 1 anno, conta poco come pagare. Conta se sta comprando la camicia giusta per lei. Se lei mi dicesse che quando compro la camicia con la carta di credito siccome non sono affidabile mi fanno pagare di più interessi le direi:
      a) gli interessi che lei come cittadino paga col debito sono uguali a quelli a cui rinuncia ad ottenere il cittadino se lei lo tassa e non può depositare i soldi in banca;
      b) se lei non è affidabile è perché probabilmente compra troppe camicie o camicie di cattiva qualità che la obbligano a ricomprarle spesso (con cash o carte di credito): curiamo questi difetti, che sono quelli che contano.

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