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Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha commissariato l’Italia?

No. Ha commissariato l’area dell’euro. Per controllare i conti italiani e le riforme italiane abbiamo ben 3 diversi controllori: Commissione Europea, Banca Centrale Europea ed Eurostat. Che bisogno c’era di un quarto controllore, per di più non europeo? Semplice. India, Cina e Russia non si fidano dei 3 controllori e, prima di finanziare i debiti europei, vogliono un controllore di cui si fidano di più, il Fondo Monetario appunto. E perché non si fidano dei 3 custodi? Basti ricordare i disastri nel verificare i conti pubblici greci per rispondere. I trucchi contabili consentiti per ignavia, corruzione, connivenza, ora sono prezzati negli spread di tutti i titoli di Stato europei.

Se M. Trichet si è rifiutato di svelare all’agenzia di stampa Bloomberg i documenti interni in suo possesso che mostrano come la Grecia ha usato i derivati per nascondere il proprio debito (Bloomberg, 5Novembre,2010) dato che ”l’informazione contenuta nei 2 documenti disturberebbe (undermine) la fiducia pubblica sulla conduzione della politica economica”, e visto che Trichet scrisse in una lettera del 21 ottobre, in cui formalizza il rifiuto, che la trasparenza (disclosure) “ha, nell’attuale ambiente di mercato il rischio sostanziale ed acuto di aggiungere volaailità ed instabilità”, come non pensare che gli spreads europei non abbiano al loro interno anche questo dannoso oscurantismo?

Speriamo che Bloomberg vinca la sua causa contro la BCE presso la European Union’s General Court in Lussemburgo o che Draghi faccia il contrario di quello che ha fatto Trichet, esattamente come ha fatto ieri per la politica monetaria.

E poi speriamo che l’Italia faccia quanto chiedono i mercati, cioè manovre per la crescita immediata, stimolando la spesa pubblica, anche finanziandola con maggiori tasse o con minori sprechi. Si può fare, se non si da retta ai consigli delle sirene di Bruxelles.

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