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L’unione con l’euro? No, l’euro che unisce

Ho delle immagini in mente da condividere con voi.

Prima. La miope Germania e la presbite Italia. Così bravi i tedeschi a vedere vicino casa. Con Kohl, quando si trattò di fare l’Unione Monetaria con i fratelli orientali. Con Schroeder quando si trattò di fare la concertazione con sindacati ed imprese di fronte alla minaccia cinese. Così incapaci di guardare lontano, fuori di casa, con lungimiranza. Così timorosi di riprendersi una leadership europea temendo di fare altri disastri come allora. E’ comprensibile. E noi, presbiti, così incapaci di vedere dentro casa nostra, di mettere a posto il nostro giardino, capaci sì di dire dove deve andare l’Europa, ma senza essere capaci di costruirla dal basso.

Seconda. La porta di Magritte. Nessuno entra o esce se si chiude l’euro. Siamo tutti e due fuori, esposti alle intemperie della Natura.

Terza. Ferita o mutilazione? Brunetta dice di uscire “temporaneamente” dall’euro. Come se agli ingressi trionfali del 2000 si potessero contrapporre uscite  banali, cerotti su graffi. No le uscite di tutti sarebbero traumatiche, mutilazioni, con il consueto gioco dei rinfacci reciproci, degli stereotipi nazionalistici e razzisti, dell’assordante silenzio del disprezzo. Altro che temporaneo, qui perderemmo trent’anni di futuro.

Sì, l’unica soluzione per salvare i prossimi trent’anni di Europa è salvare l’euro. Ma l’unico modo per farlo è rovesciare il paradigma di chi vuole l’euro senza aver capito che esso è solo il simbolo di qualcosa di più grande, dell’Europa pacificata: lasciate perdere le fandonie che ci salveranno le unioni bancarie, fiscali e le riforme e soprattutto aiutate a sconfiggere il virus mortale dell’austerità che contagia le piazze e divora le bandiere europee. Pretendete politiche europee di crescita della domanda. Tutto poi, comprese le riforme e la risanata forza innovativa del settore privato, sarà più facile avere.

E a voi giovani vorrei dirvi di rileggere le parole a voi rivolte di ieri del primo ministro norvegese Jens Stoltenberg, nel suo importante discorso per commerare le vittime dell’odio di 1 anno fa:

I vostri sogni sono stati interrotti bruscamente. Ma i vostri sogni possono essere esauditi. Potete tenere vivo lo spirito di questa sera. Voi potete fare la differenza. Fatelo! Ho una semplice richiesta per voi. Cercate di essere coinvolti. Di interessarvi. Unitevi a una associazione. Partecipate ai dibattiti. Andate a votare. Le elezioni libere sono il gioiello di quella corona che è la democrazia. Partecipando, voi state pronunciando un sì pieno alla democrazia.

16 comments

  1. Marco Calabrò

    23/07/2012 @ 11:24

    Peccato che la democrazia ci è stata scippata da organismi sovranazionali eletti da nessuno. Ho creduto nell’Euro, perché pensavo fosse quello che ha descritto lei, professore. Il simbolo di qualcosa più grande. Ma quel più grande non è quello che pensavo io e quel che (credo) pensa lei. Quel più grande si è rivelato essere interessi più grandi e di sicuro non democratici. E ormai è tardi, tutto si sta sbriciolando. Lo Spiegel scrive che la Grecia è fuori, la Spagna sappiamo come sta, e anche noi non ce la passiamo troppo bene (grazie Monti, molte grazie!). Adesso è tutto una questione di si salvi chi può… Brunetta dice una mezza sciocchezza, mezza perché bisogna pensare ad uscire dall’Euro, ma chiaramente non si tratterebbe per nulla di qualcosa di temporaneo (ne divertente…).

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  2. Nella sua visione i cittadini che ruolo hanno? Possono fare qualcosa? I cittadini debbono solo aspettare buoni buoni finché lei riuscirà a convincere il caro leader? I cittadini esistono?
    Eppure se oltre alla sua nobile voce si unissero quelle di migliaia di cittadini meno nobili ai quali si sia però spiegato a chiare lettere che saranno loro a pagare il prezzo della mancanza di scrupoli dei leader, anche il suo messaggio diventerebbe più cogente.
    Ma sì, aspettiamo che arrivi Alba Dorata a riempire il vuoto.

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  3. Voglio dire: andate a votare che significa? Il problema non è l’ impegno dei cittadini per cortesia, il problema sono quelli che non parlano chiaro per mediare a tutti i costi.
    Se vuole che i cittadini si sveglino, e fa benissimo a volerlo, deve accettare la sua parte di dovere e cioè parlare chiaro, far presente alla gente che è stata ingannata e che deve scendere in piazza per far capire al suo “Forza Mario” che se non si decide ad agire salta il banco. E lo stesso va fatto nei confronti dei tedeschi da parte dei latini.
    Allora mi spiega una cosa?
    Lei parla di solidarietà e senso dell’ appartenenza ma solo “fra stati di un’ unione” e non fra le classi, chissà perché; parla di unione dei poveri paesi latini per reagire alla pressione della Germania ma non pensa che la stessa cosa la si potrebbe fare unendo le classi sociali contro il governo dei sicofanti tecnici…ma davvero lei ha così poca stima del popolo? Potrebbe anche farle piacere scoprire di far parte lei stesso del popolo, sa?

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  4. Roberto Evoli

    23/07/2012 @ 11:58

    Professore, oggi Monti durante il suo viaggio in Russia chiede una maggiore attenzione all’economia reale. Io spero che dietro questa ennesima frase banale, Monti torni dalla Russia con dei contratti reali (immagino che ne usufruiranno ENI, Finmeccanica e tutto l’indotto), perche’ e’ quello che gli Italiani si aspettano per creare lavoro e domanda e lavoro e domanda = CRESCITA
    Questi Statisti (mascherati da economisti o “the other way round”) sono 2 anni che svolazzano in giro per l”Europa con risultati miseri e direi a volte disastrosi. Se fossero dei Top Managers di una qualsiasi azienda privata e’ da tempo che sarebbero stati messi da parte per puntare su menti piu’ fresche.
    Ed un’ultima cosa: dove e’ e chi e’ la squadra di consultants che sta guidando MONTI, PASSERA, GRILLI, FORNERO (mi riferisco soprattutto ai consulenti economici) ? Mi piacerebbe sapere i nomi, CV e referenze. Grazie.

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  5. Cosa dicono di lei (un lettore, non io, di un blog):

    “Di che parla Piga? Dei cittadini europei o delle classi politiche europee? So che è banale, ma c’è differenza. Ma Piga non fa mai questa differenza”

    L’ associazione dei militari spagnoli invita i suoi affiliati ad agire da cittadini e a unirsi alla mobilitazione sociale contro i tagli del governo (dal sito dell’ associazione, AUME):

    http://www.aume.org/modules.php?name=News&file=article&sid=1994

    Professore, se quelli come lei continuano a parlare sottovoce adesso c’è il rischio che non riescano a parlare del tutto dopo. Lei sa molto bene cosa succede se i militari cominciano a innervosirsi ed è molto probabile che i motivi di scontento di oggi non siano gran cosa rispetto a quelli che arriveranno ne giro di qualche settimana.

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  6. 1
    “Così timorosi di riprendersi una leadership europea temendo di fare altri disastri come allora.”
    Timorosi? L’hanno fatto per la terza volta!

    2
    La porta: una follia non progettarla! Si sa come vanno a finire le cose irreversibili; avrebbero dovuto pensare anche a una modalità di uscita.

    3
    “… rovesciare il paradigma di chi vuole l’euro senza aver capito che esso è solo il simbolo di qualcosa di più grande, dell’Europa pacificata”
    ma se l’euro l’hanno fatto loro, avranno pur capito cosa stavano facendo… comunque se gli bastava qualcosa di simbolico potevano fare una bella statua.

    E comunque chi e come dovrebbe ribaltare il paradigma?
    Monti che è tra i suo artefici? I partiti che sono stati complici? La gente?
    Non ho capito

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  7. mauro gosmin

    23/07/2012 @ 18:40

    Buongiorno Professore lei dice delle cose Politicamente corrette, peccato che la politica oggi non sia mai stata così lontana dalla realtà quotidiana dal dopoguerra ad oggi. Una leggenda metropolitana racconta che il Presidente della Repubblica Antonio Segni tefefonò a casa dell’allora Ministro dell’agricoltura Mariano Rumor per informarlo che i prodotti agricoli del mercato di Padova avevano subito un aumento inopinato e lo esortava ad intervenire in qualità di Ministro dell’agricoltura. Altri tempi altra politica con la P maiuscola.

    Chiudo con questo detto: Dall’Euro mi salvi Iddio che dai nemici mi salvo io.

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  8. Si stanno inca***ndo, come previsto dal prof. Bagnai e come logico che avvenisse.
    Che poi quei fondi non sono neanche tutti loro, ma chissà cosa gli hanno raccontato…

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2012-07-23/germania-orlo-crisi-nervi-180639.shtml

    Ecco i disastri della politica.
    Perché ci fate diventare così? Perché ci fate tutto questo? Perché non ci dite la verità? Perché ci fate odiare a vicenda?

    C’è stata la svalutazione, spread e debito pubblico ai massimi storici.
    Non vi proroghiamo il termine della mediazione.

    SPARITE SUBITO INSIEME ALLA VOSTRA MONETA!

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    • Ma vedi, avevo messo (invano) il link con l’articolo di Sergio Cesaratto che, dopo accurate analisi (da non ignorare a piè pari), che ci dicono che il mercantilismo tedesco esiste come fatto economico condiviso e non è compatibile con una normale OCA, sicchè che l’ibrido mal concepito dell’euro aveva in sè i germi di un ciclo inarrestabile di crisi, conclude con una citazione:
      “Germany and, to a far lesser extent, some others in the core have achieved a false prosperity by foolishly funding consumption by nations willing to buy and consume German goods and take core money to do so….Germany self-financed its own so-called economic miracle. It will prove to have been no
      miracle when the ultimate losses of having done so are netted out.”
      OLTRE A QUESTO ATTEGGIAMENTO COMPETITIVO E ANTICOOPERATIVO “CORE”- ALLA BASE DELL’ASIMMETRIA EVIDENZIATA DA DE GRAUWE- E ALLA DELIBERATA E STUDIATA INCOMPLEZZA DELL’UEM, DIETRO E DENTRO L’EURO NON C’E’ NIENTE ALTRO. NIENTE ALTRO CHE I FATTI, L’INTELLIGENZA NELL’ANALIZZARLI E IL RIGORE ETICO E SCIENTIFICO, CONSENTANO DI RINVENIRE.

      Quello che è allucinante è che non dicendo (i giornali, i politici, i Sinn e i “tecnici” bundesbank) la verità ai tedeschi in germania e neanche, i soggetti equivalenti, agli italiani in Italia, l’euro sta divenendo lo strumento di odio e di allontanamento tra i popoli europei più potente mai esistito nell’evo moderno (in fondo Hitler fu il primo a parlare di Stati Uniti d’europa).
      La domanda è perchè, PERCHE’ NEGARE DI FRONTE ALL’EVIDENZA?

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      • Mah Luca, è un framing, ma ovviamente non è l’euro ma l’austerità. Se non ci fosse questa non ci sarebbero problemi con l’euro. Come con Bruning 80 anni fa, il problema è l’austerità in recessione. That simple. Indicare l’euro come strumento sbagliato vuol dire svalutare invece di reflazionare: siccome tutte e due le soluzioni in ultima analisi aumentano (temporaneamente) il PIL, la sola differenza è cosa resta poi: maggiore o minore coesione politica europea. Lei con la sua interpretazione sceglie la seconda. Io la prima.

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        • E i tassi di cambio reale? E il deficit CA simmetrico al surplus di quelli che hanno operato per la svalutazione reale appena entrati nell’euro e violandone i parametri (e che ora invocano la spesa)?
          Suvvia, anche senza le attuali politiche, COMUNQUE BCE ha fatto politiche restrittive- e non glielo direbbe lo Statuto-Tr (ma in realtà è per l’influenza prevalente e organica degli svalutatori reali)-, per di più procicliche, la commissione accentua le asimmetrie (anche nel modo di intendere il Trattato), la leva deflattiva salariale era presente a tutti come unico strumento di correzione degli inevitabili (e perseguiti dalla germania) squilibri…
          E mica era imprevedibile nel 1992-2002: dagli anni 50, almeno, i tedeschi perseguono deflazione e mercantilismo rinunciando alla domanda interna, dalla fine degli anni 70 il vincolo “esterno” è gradito al capitalismo nostrano nell’illusione di poter regolare i conti con le rivendicazioni sindacal-salariali e ripristinare un bel mondo pre-SdL e con tanti bei profitti (non molti ma, “anche” via rendimenti alti dei titoli pubblci, a danno dei salari) da…esportare all’estero..

          E potrei continuare: sono FATTI agevolmente riscontrabili e certo non direttamente legati alla “coesione” o meno, fenomeno CONSEGUENZIALE CHE CI SI PONE SE, COME E PERCHE’ IL SISTEMA (INEVITABILMENTE) ENTRA IN CRISI.
          Ma la coesione è stata interrotta allo START, per necessità mercantile, per necessità di espansione dei profitti creditizi (anche qui tedeschi in testa) deteminati dai tassi reali più bassi e dai rendimenti nominali più alti nei paesi periferici…
          Ma va bene, mi rendo conto che abbiamo presenti fatti e analisi diversi…forse viviamo in dimensioni diverse e percepiamo fenomeni diversi

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          • Differenze tasso di cambio reale esistono in tutte le unioni monetarie, vedi Usa. Non si acquista crescita di lungo periodo con un valore nominale come non si acquista benessere di lungo periodo stampando biglietti di carta. Appunto ribadisco l’essenza della nostra diversità: un prezzo reale che deriva da una storia di mancata competitività che è sempre esistita tra Italia e Germania e che abbiamo sempre risolto con svalutazione, ma si può risolvere tranquillamente con riforme/moderazione (nel LUNGO PERIODO).
            Quindi il punto vero di differenza, Luca, l’unico su cui dobbiamo discutere, è questo: volere l’unione politica o non volerla, il resto lo si può ottenere in ambedue le situazioni. Credo sia un progresso arrivare al succo del discorso.

  9. “I vostri sogni sono stati interrotti bruscamente. Ma i vostri sogni possono essere esauditi. Potete tenere vivo lo spirito di questa sera. Voi potete fare la differenza. Fatelo! Ho una semplice richiesta per voi. Cercate di essere coinvolti. Di interessarvi. Unitevi a una associazione. Partecipate ai dibattiti. Andate a votare. Le elezioni libere sono il gioiello di quella corona che è la democrazia. Partecipando, voi state pronunciando un sì pieno alla democrazia.”

    Professore, con tutta la buona volontà non vedo come far mio questo appello. I sogni interrotti bruscamente, per quanto ci riguarda, sono favole che ci hanno propinato sapendo bene verso quali incubi ci stavano conducendo (e questo è innegabile, per reiterata ed esplicita ammissione); e quanto a pronunciare un sì pieno alla democrazia mi spieghi quale democrazia è possibile trovare oggi in Europa se non quella che permette di decidere liberamente purché sia in conformità a ciò che Poteri non eletti hanno deciso.
    Ci manca, per rendere l’appello completamente surreale, il richiamo ai valori della solidarietà. Vediamo cosa sta succedendo in Spagna, quello che accadrà in Italia e ciò che è accaduto in Grecia. L’ineffabile Schäuble, a una Grecia che chiede una proroga all’imposizione di un’austerità assassina risponde che “la cosa più importante è che il nuovo ministro attui il programma stabilito senza ulteriori ritardi”. Dalle mie parti questo si chiama sadismo: come dire, a chi sta annegando, di non perdere tempo con le boccate di ossigeno.
    Se questa è l’Europa che ci hanno consegnato, e lo è, allora per quale motivo dovremmo volere tenercela? Per costruirne una più bella, più solidale, più radiosa? E lei pensa che coloro che se la sono modellata nel modo che vediamo, cioè a loro pro e a nostro (dei cittadini) danno, lo permetterebbero? Ma davvero lei crede questo? E’ davvero convinto che ciò che ha portato all’attuale divisione fra paesi centrali e paesi periferici sia colpa di un destino cinico e baro – oltreché della naturale propensione meridionale alla dissipatezza – e non di un disegno di tipo coloniale, portato avanti lucidamente dai primi con la connivenza o l’insipienza di chi governava i secondi? (Non a caso “autorevoli” teste pensanti auspicano il “vincolo esterno” come rimedio alla nostra congenita incapacità di autogestione, alimentando la nostra congenita – quella sì – vocazione ad auto-denigrarci; non a caso provvedimenti di enorme portata, come il pareggio di bilancio in Costituzione o il Fiscal compact vengono approvati con inusuale solerzia e senza alcun dibattito nel Paese).
    La seguo da tempo, ma confesso che non riesco più a capire il suo ostinato ottimismo, tanto più che le sue stesse analisi sono spesso le prime a non giustificarlo. Va bene l’ottimismo della volontà, ma diamine: oltre un certo limite occorre lasciare spazio al pessimismo della ragione, altrimenti si scade nel velleitarismo del sentimento.
    Oggi chi frequenta il suo e altri blog non cerca soluzioni consolatorie (per questo bastano e avanzano i media ufficiali) , ma la lucidità che i traumi di questa tremenda crisi hanno compromesso. Affinché non succeda (come in buona parte è già successo) quello che Milton Friedman consigliava: usare l’incapacità di analisi generata nella gente dallo shock di una crisi per trasformare ciò che è “politicamente impossibile” in “politicamente inevitabile”.

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    • Mauro e la soluzione consolatoria sarebe l’uscita dall’euro? Accipicchia. 30 anni di depressione economica e politica consolata da un overshooting del tasso di cambio che alzerà l’export per 2 e 3 anni e ci lascerà senza unione politica di fronte alla Cina?
      Altro che pessismismo della ragione, è questa voglia di scaricare sugli altri, sui politici cattivi, sui paesi cattivi, sul “non è colpa mia”, “io non c’ero”, che io combatto e devo combattere: io le do elementi per combattere una battaglia, per esprimersi, lei, non io, cosa che non potevano fare le generazioni di metà europa dell’est fino a 3 minuti fa che infatti hanno molto più entusiasmo di noi oggi (basta viaggiare e sentire l’entusiasmo che hanno per l’europa) e che noi non potevamo fare fino a 30 minuti fa.
      Fino all’ultimo respiro dell’euro io le dirò che si può fare, perché si può fare, a cambiare per il meglio. Tertium non datur. Poi, fatta la frittata, parleremo di un nuovo mondo con tutto il tempo a disposizione che ci avranno lasciato politici inetti a cui non abbiamo messo addosso NOI troppa pressione.

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      • “che ci avranno lasciato politici inetti a cui non abbiamo messo addosso NOI troppa pressione.”

        Cioè NOI non avremo fatto nulla per impedirgli di arrivare al disastro? Lo ammette pubblicamente?
        Non è che questo disastro lei sa già che succederà e non lo impedisce (non mettendo pressione ai politici e dandogli consigli che sa benissimo che non accetteranno perchè non possono andare contro i loro mandanti) proprio perché aspetta il crollo per presentarsi come quello che aveva capito e avvertito in tempo?
        Se lei vuole veramente evitare il disastro dica pubblicamente chi lo vuole e perché e vedrà che ci penserà la gente a mettere pressione a quelli che lei definisce un po’ ambiguamente “politici inetti”.

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      • Ancora con lo spauracchio della Cina? Come faranno la Svizzera o la Norvegia?
        A me fa più paura la Germania.

        Sono perfettamente d’accordo con Mauro, Luca e la maggioranza dei lettori che intervengono sul blog.

        Ci vorrebbe dire i nomi di questi politici in cui dovremmo riporre le nostre speranze? Di quei politici che non vogliono l’austerità (che l’altra faccia dell’euro) e che ? E che possibilmente non abbiano votato a favore del Fiscal Compact?
        (il che esclude automaticamente tutto il PD che detiene il primato della vergogna)
        http://parlamento.openpolis.it/votazione/camera/ddl-5358-voto-finale/39320
        Li appoggeremo. ce li faccia vedere, SE ESISTONO.

        Non risponda Serracchiani e Domenichini (o come diavolo si chiamano quei due semianonimi che non vale neanche la pena di cercare il nome perché, qualunque cosa pensino, non esistono, politicamente parlando) e neanche Pollicino e Biancaneve (siamo ignoranti, mica ritardati mentali).

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