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Il sole di Napoli

Commento di un lettore al pezzo di ieri sugli ambasciatori d’Italia. Grazie Giuseppe.

Sono nato e vivo in uno di quei vicoli di Napoli nei quali c’è meno sole che durante la notte polare di Tromsø. Conosco alcune di queste storie che, in certo senso, si intrecciano con la mia e mi fanno capire quanto sia stato fortunato. La sorte ha voluto che i miei genitori, pur non essendo persone colte, abbiano compreso l’importanza della scuola, consentendomi di essere, a 24 anni anni (e quindi al di sotto della soglia di “sfiga” indicata dal Professor Martone), prossimo alla laurea in Giurisprudenza. I bambini che giocavano a pallone con me fino ad una decina di anni fa, in alcuni casi non hanno nemmeno conseguito la licenza media (e non so come ciò possa essere possibile nell’Italia dl nuovo millennio). Oggi alcuni li vedo tornare la sera con i pantaloni sporchi di calce, felici di portare a casa 200 euro alla settimana “in nero”. Altri non ci sono più, perchè finiti in galera, oppure perchè  finiti sotto terra. Quanto vorrei che questo frammento di Sud del Mondo incastonato nell’eurozona riuscisse ad emergere con tutte le sue enormi potenzialità… Dopotutto è tra questi vicoli che nacque, nel 1224, la prima Università statale e laica del Mondo ed è tra questi vicoli che teneva lezione in lingua italiana quell’Antonio Genovesi che tanto ha contribuito alla diffusione del pensiero economico.

Serve la scuola e servono investimenti, ma sembra che i tecnici non abbiano tempo per occuparsene.

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