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Generale Monti, unisca le sue truppe per vincere la vera battaglia

Scrivo di getto prima della partenza per Madrid con mia figlia Caterina, scusate la fretta e l’assenza stasera.

Sfogliando i giornali vedo le facce dei tassisti in piazza. Arrabbiati. E mi domando. Se avevamo veramente bisogno in questa fase così delicata di aprire un altro fronte che ci indebolisce.

Ho spesso sostenuto che “in una recessione le riforme non servono”. Non mi preoccupa (ancora) la pur rilevante affermazione di Monti alla Merkel che se non ci spicciamo rischiamo di lasciare la piazza ai populisti. Perché non credo che le difese che molti politici fanno delle proteste dei tassisti, e le difese di altri politici delle proteste dei lavoratori, siano da bollare come populiste. Sono roba seria queste proteste. Sono gente che difende il suo tenore di vita ed è troppo facile bollarle come “egoiste” o “miopi”. Ognuno ha il suo giardinetto da difendere e fa bene a farlo. Magari al populismo ci arriveremo, ma non ci siamo ancora.

Mi preoccupa invece che in una battaglia così monumentale come quella per la salvezza dell’euro, che abbisogna del sostegno ai nostri leader da parte di tutti noi, ci si imbarchi in una serie di politiche che dividono. Che tolgono ad alcuni senza rimborsarli per le loro perdite. Tutto ciò non è solo inutile. E’ dannoso perché ci distrae dall’obiettivo primario da raggungere.

Se una riforma dobbiamo fare, facciamone una che non divida e che aumenti il sostegno a Monti nella sua lotta per convincere la Merkel di condurre una politica fiscale espansiva in tutta Europa e abbandonare la stupidissima austerità.

Facciamo come negli Stati Uniti, approviamo subito una legge a favore delle piccole imprese, così strangolate dalla recessione. Non trattasi solo di debitamente restituire la liquidità dei ritardati pagamenti pubblici alle imprese (le banche finanziate da Draghi NON prestano alle imprese, prestano ai governi: allora sia il governo a rimborsare le imprese!) senza preoccuparsi che il debito pubblico ufficiale salga per questo (i mercati già sanno che il vero debito comprende quello commerciale dovuto alle piccole, anche se la contabilità europea se ne scorda!). No, c’è di più, si tratta di farle ripartire prima che muioano per sempre, le nostre piccole imprese.

Si tratta, per esempio, di riservare TUTTI gli appalti pubblici sotto soglia alle piccole imprese. Ciò non andrebbe contro le Direttive Appalti europee se tale riserva è a favore di tutte le piccole imprese europee. Negli Stati Uniti il 25% degli appalti è riservato alle piccole in NOME della concorrenza, perché reputano che solo così domani avranno abbastanza partecipazione nei mercati da garantirla.

Ministro Passera, cosa aspetta per farlo? Subito?

Presidente Monti, ridiriga subito l’orientamento delle sue politiche interne, via dal dividere (per quello c’è tempo) verso l’unire (solo quello ci dà tempo) i nostri cittadini.

Con un’armata dietro di lei, così convinta ed entusiasta del suo leader, lei potrà concentrarsi, forte del nostro supporto, sulla battaglia chiave, quella – tramite il suo potere di veto in Europa – volta a far vedere la luce alla Germania.

6 comments

  1. Buona sera professore mi chiamo Augusto e sono un tassista di Roma . Padre di due bambine e moglie disoccupata . Il suo articolo rispecchia in buona parte il brutto momento che stiamo vivendo. Come diceva un ascoltatore in radio oggi sembra un brutto film con lo sceriffo cattivo, il re ingordo senza robin hood . Io personalmente sono due notti che non dormo, come tanti mie colleghi. Soprattutto dopo aver letto la bozza della liberalizzazione del settore taxi , dove io avrei voluto farle domande specifiche vista la sua competenza in economia . Ma capisco che sarebbe una cosa lunga e non vorrei importunarla.Vivere con questa incertezza , senza risposte, senza futuro e con buona parte dell’opinione pubblica contro non ci fa stare tranquilli. Le posso garantire che tra la categoria ce tanta esasperazione e spero tanto che non diventi disperazione. Purtroppo sento e leggo cose non vere, parlano senza sapere , fanno paragoni con altre città estere. Senza sapere come è strutturato o regolamentato il servizio taxi nelle loro città e in quelle estere. Io da padre devo garantire il benessere alle mie figlie che sono piccole , e io per garantirglielo sono disposto a tutto. Grazie infinite

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    • Buonasera Sig. Augusto. Grazie del suo messaggio. Io penso, ma sa io non sono esperto di queste cose, che dovreste individuare chiaramente qual è la riforma giusta per i taxi, convincendo tutti chiaramente che vi è un guadagno per la collettività dal farla più che una perdita per voi. Questo guadagno per la collettività dovrebbe essere rigorosamente quantificato e validato da personalità esterne alla politica ed alla categoria. Facile? Difficile? Non so.
      Buon lavoro.

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    • Faccio fatica a credere il nostro problema sia il debito. La Spagna lo ha della metà e sta come noi. Il Giappone il doppio e sta meglio. Il nostro risparmio è alto anche per ripagare le future tasse.

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      • Dostoevskij

        16/01/2012 @ 22:13

        Si sente sempre ovunque (tg,giornali,blog,programmi tv ecc.) che il debito sia la radice di ogni male, ma in realtà potremmo invece considerarlo come la ricchezza dei cittadini qualora esso fosse detenuto interanente da essi? Ovvero nessun debito verso l’estero?
        Cioè, se il debito deriva dalla somma dei deficit che non è nient’altro (prendiamo il caso di spesa efficiente) la somma di tutti gli investimenti e delle spese della PA, e se questo debito viene detenuto dai cittadini sottoforma di risparmio, non è la loro ricchezza?

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        • In teoria no, perché è circa uguale alla somma delle future tasse in valore presente che dovranno pagare per rimborsarlo. Ma in realtà il suo argomento serve anche a dimostrare che il debito non è un peso. Comunque sia ciò non toglie che in alcune circostanze come una recessione è essenziale.
          Detto in altro modo: siccome il debito serve a finanziare spesa, deve paragonarlo all’altro modo che ha per finanziare spesa, le tasse oggi. In molti casi si dimostra che questi 2 modi di finanziamento sono simili e quel che veramente conta è cosa ci fa con quei soldi, e cioè la qualità della spesa pubblica.

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