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I professionisti dell’anticorruzione che uccidono il Paese

Un caso di corruzione e tangenti su un appalto, un’opera pubblica da rendere più bella e il problema degli stipendi incredibilmente bassi dei nostri uomini e donne dell’Arma de Carabinieri. Cosa c’entrano tra loro? A leggere Gian Antonio Stella ieri sul Corriere sono argomenti molto legati.

http://www.corriere.it/cronache/16_agosto_17/i-671mila-euro-opere-d-arte-scuola-carabinieri-marescialli-f8c1b808-64b5-11e6-8281-0851fdf23454.shtml

Il nostro professionista dell’anticorruzione, infatti, si chiede e ci chiede se fosse “proprio indispensabile” spendere 671.000 euro in opere d’arte per abbellire la nuova Scuola marescialli e brigadieri dell’Arma dei carabinieri di Firenze. La Scuola, che doveva costare 270 milioni di euro e ce ne è costata “almeno 450”, è stata oggetto di indagini e condanne in Cassazione per corruzione.

In questa scuola, però, andranno a studiare Scienze Giuridiche della Sicurezza i nostri giovani carabinieri, che non hanno alcuna colpa né coinvolgimento nella storiaccia in questione e che secondo Stella non dovrebbero studiare in un posto reso bello, perché troppo è già stato speso per quel palazzo. Quei soldi, infatti, se proprio si devono destinare all’Arma, si potrebbero usare secondo Stella per pagare un po’ meglio i carabinieri che – come la maggior parte dei dipendenti pubblici – hanno stipendi che sfiorano il ridicolo rispetto al valore del loro contributo al benessere del Paese.

Se è vero che la corruzione va combattuta in Italia (ma, come è noto e come questo blog ha spesso ripetuto, ben più di questa dovremmo lottare ed investire per migliorare le competenze delle nostre stazioni appaltanti, la cui carenza è la vera fonte dello spreco di spesa pubblica), che gli stipendi dei carabinieri vanno alzati e che i fondi per la nostra cultura vanno stanziati invece che tagliati, è altrettanto vero che abbellire un luogo pubblico con opere d’arte non è uno spreco: è un’opportunità, anzi un investimento. Che darà quindi i suoi frutti. Lavorare e studiare in un luogo bello, dice la letteratura economica, aumenta la produttività: niente di più triste che spendere una vita in un luogo sciatto o non curato. Ma al di là di argomenti di efficienza, genera spesso orgoglio e senso di appartenenza nei confronti della propria istituzione, contribuendo ad una vita di soddisfazioni.

Quelle opere d’arte rimarranno lì, per i giovani carabinieri e per il nostro patrimonio culturale per sempre. Sono davvero così tanti 671.000 euro? Una cosa che dobbiamo augurarci e su cui bisogna attentamente vigilare è che i concorsi siano vinti da artisti davvero bravi. A tal fine, ancor più della probità delle nostre stazioni appaltanti, mi concentrerei – lo ripeto – a verificarne la loro competenza, visti i pochi soldi che spendiamo in Italia per accrescere la loro professionalità.

L’altra cosa che dobbiamo augurarci è che cessino per sempre di operare in questo Paese quei professionisti dell’anticorruzione che sistematicamente decidono di non vedere il bello nelle cose pubbliche e che così facendo disonorano lo sforzo quotidiano di tantissimi giovani e anziani, uomini e donne, che nel pubblico lavorano. Se questo Paese non riesce più a trovare il coraggio di investire su strade, scuole, università, territorio, cultura, protezione, difesa, giustizia, diplomazia, contribuendo al proprio affossamento, lo dobbiamo anche a questi professionisti dell’anticorruzione, che hanno tolto il coraggio alla nostra Pubblica Amministrazione di pensare, in maniera responsabile, in grande per questa e per le prossime generazioni.

Il 28% in meno in termini reali degli investimenti pubblici dal 2010 al 2015 è frutto infatti anche di questo braccino del tennista, di questa paura che ci attanaglia che ci fa credere che qualsiasi cosa faccia il pubblico sia per forza corrotto. Rileggiamo il mito di Gige, nella Repubblica di Platone, e quello che Socrate ci insegna: qualche mela marcia non può intaccare il lavoro col sudore della fronte della maggioranza. Non possiamo smettere di costruire un mondo attorno a noi più bello e dignitoso solo perché qualcuno non sa fare altre battaglie se non quelle che gli fanno più comodo.

Grazie a Paperone.

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