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Cosa avrebbe votato Churchill?

Ma quanti quanti richiami a Winston Churchill questi ultimi giorni sui media. Noti opinionisti, meno noti nipoti dello stesso leader, e chissà chi altro mi sono perso. (Ri)esumato poco elegantemente per farlo partecipare alla votazione su Brexit, per lo più per schierarlo (non senza un qualche disagio, va detto) nel campo dei contro all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea.

Ma basta un piccolo sforzo, leggendosi per esempio il suo famoso discorso di Zurigo del 1946, sull’importanza di muoversi verso gli Stati Uniti d’Europa, per capire come avrebbe votato e cosa avrebbe fatto.

http://www.churchill-society-london.org.uk/astonish.html

I colpevoli vanno puniti. La Germania dovrà essere privata del potere di riarmarsi e di fare un’altra guerra di aggressione”, diceva. Una frase da tenere a mente. E proseguiva: “ma quando avremo fatto ciò, come faremo, come stiamo facendo, dovrà cessare il castigo. Ci dovrà essere… un atto benedetto di oblio”.

Atto da cui nasceranno gli Stati Uniti d’Europa come li immaginava il grande statista. Val la pena descriverli con le sue parole:

La struttura degli Stati Uniti d’Europa, se costruita bene e effettivamente (“truly”), sarà tale da rendere la forza economica (“material”) di ogni singolo stato meno importante. Le nazioni più piccole conteranno tanto quanto le grandi e guadagneranno il loro onore con il loro contributo alla causa comune”.

Per Churchill gli Stati Uniti d’Europa non erano “di per loro” una struttura giusta. Doveva dimostrarsi innanzitutto costruita bene e in maniera non meramente formale. E, fattore decisivo, doveva far sì che nessuna nazione fosse più rilevante delle altre. Anzi, doveva esaltare il contributo delle più piccole. Con una Grecia che contasse quanto una Germania, per intendersi.

La Germania. Churchill aveva le idee chiare, malgrado la sua disponibilità all’oblio delle atrocità della guerra da essa causate, sul ruolo tedesco all’interno di questa costruzione. Il suo ragionamento è tanto sottile quanto preciso:

Gli antichi stati e principati della Germania, liberamente uniti insieme per mutuo interesse in un sistema federale, potranno, ognuno di loro, assumere individualmente il loro posto negli Stati Uniti d’Europa.”

Eccola la Germania che Churchill riteneva dovesse essere funzionale al progetto europeo. Una Germania così piccola da essere rappresentata in maniera decentrata da ogni singolo Länder all’interno del dibattito politico europeo. Per evitare che riassumesse la sua posizione dominante, contraria allo spirito degli Stati Uniti d’Europa. 

Winston Churchill, vista l’aria che tira, avrebbe levato il suo consenso a questa Unione europea così sbilanciata e germano-centrica. Non ho dubbi.

Avrebbe votato Brexit? Macché. Mai isolazionista, si sarebbe pappato in un boccone Mr. Schauble, e avrebbe, con due ceffoni, ridato i sensi alla addormentata Cancelliera Merkel, ricordandolo i suoi doveri. Di unire l’Europa, non di tornare a distruggerla.  

15 comments

  1. Non credo che il discorso Brexit debba essere confuso con quello delll’Unione Europea. Da una parte abbiamo UK che non si e’ mai sentito completamente europeo.

    Perche’ l’UE continua a dirsi contraria ad una uscita dello UK? Non credo sia una questione di principi e valori, ma di tornaconto. L’EU ragiona con il metro “piu’ siamo meglio e”” (forse maggiori flussi nelle casse di Bruxelles…). E’ normale continuare ad accettare tale membro?

    L’UE a trenta velocita’ di integrazione e’ sbagliata. O si accetta tutto il pacchetto come e’ oppure non si entra. E se si entra la successiva integrazione o la si accetta tutta o si esce. Il fatto che ci siano diversi gradi di integrazione la dice lunga sugli scopi ideali dell’UE, che si sono persi per strada.

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  2. Accidenti professor Piga, come sempre i Viaggiatori in movimento avevano visto giusto.
    Proprio come avevate profetizzato voi subito dopo le elezioni del 2013, il Movimento 5 Stelle era solo un movimento di pancia destinato a scomparire rapidamente dopo la fortunosa fiammata iniziale.
    Alcuni più ingenui fin da prima di quelle elezioni nel 2013 indicavano nei grillini il movimento politico del futuro non tanto come contenuti ma come forma, come nuovo tipo di leadership e modalità di partecipazione popolare ossia inteclassista e non focalizzata sulle appartenenze a ideologie e schieramenti politici tradizionali.
    Si sbagliavano di grosso e oggi, proprio come avevate infallibilmente previsto voi, i grillini sono scomparsi per sempre dalla scena politica mentre i Viaggiatori in movimento hanno trionfalmnte conquistato le poltrone di sindaco a Roma, Torino e hanno più del 20% nei sondaggi.
    Complimenti professore, lei e i suoi viaggiatori avete il vero fiuto dei politici di razza.

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    • E’ tornato Marco! Ben trovato. Quanta acrimonia però. Indubbiamente ha avuto ragione e noi torto sul futuro del Movimento (siamo in buona compagnia). Ma, se ricorda, noi avevamo un’altra agenda, un altro programma, che non coincideva né coincide con il loro. Che vincano non mi fa felice se loro non adotteranno la nostra visione che rimane l’unica cosa a cui rimango fedele. Che la nostra agenda non sia al centro del dibattito nemmeno mi fa piacere. Ma tant’è. Rivoluzione nella forma? Beato lei che la vede. Rivoluzione nei contenuti? Sono contento che non la veda nemmeno lei, l’unica ragione per cui non siamo mai stati interessati ad allearci. Speriamo che Roma venga ben governata. Un saluto affettuoso.

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      • Acrimonia perché ricordo quello che si è detto a una riunione dei Viaggiatori e con toni da parte vostra molto poco cortesi? È solo ironia se è permessa.
        Certo le proposte di chi partecipava quella sera erano molto interessanti come quella di quel signore che voleva fare del suo movimento “una lobby come la National Rifle Association” (sic…). Forse era un parente di Charlton Heston.
        Ma la dura realtà che evidentemente scoccia un po’ sentirsi dire è che in otto anni dall’inzio della crisi l’unica proposta politica nuova non è venuta da dove doveva venire e cioè dalla società civile che invece continua a pensare esclusivamente a mantenere i suoi piccoli privilegi.
        Non è mai stata una caratteristica della borghesia italiana quella di prendersi la responsabilita di diventare leader del proprio popolo rischiando in prima persona.
        Che vadano avanti gli altri e poi, come dice lei, se governano bene ci guadagniamo tutti.
        Purtroppo quello che vi risulta tanto difficile da comprendere è che non si lotta contro le élites internazionali che ci stanno imponendo l’austerità senza essersi rivolti direttamente al popolo.
        Chi lo ha fatto ha vinto e fra poco lo cominceranno a fare in molti visto che anche De Magistris sta progettando un movimento a livello nazionale.
        La media borghesia nel frattempo osserva in posizione prudentemente defilata e poi non appena avrà la certezza di chi sarà il vincitore si accoderà eroicamente.

        Però lei almeno una volta si esponga, per cortesia: al referendum costituzionale cosa vota?
        Saluti.

        PS: a quella riunione c’era un certo dirigente di secondo piano della PA che ripeteva incessantemente che il M5S aveva preso i voti solo per un moto di pancia dei cittadini (che notoriamente poverini non hanno altri organi, né cuore né cervello) e che era destinato con assoluta certezza a crollare. Lo affermava con enfasi facendo degli imperiosi gesti con le mani.
        Non mi ricordo il nome, me lo saluta da parte mia?

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  3. Antonello S.

    21/06/2016 @ 15:02

    La valutazione critica di molti personaggi storici è un operazione che sono riuscito a concretizzare solo dopo esser caduto innumerevoli volte nella trappola delle iconografie (ri)costruite ad arte da un giornalismo troppo spesso condizionato dai vincitori delle guerre, dai potenti che controllano i mass-media e dalle pressioni politiche orientate dal faro delle loro ideologie.
    Il percorso politico ed umano di Winston Churchill descritto da Harry Elmer Barnes, che è stato uno dei più autorevoli studiosi e storici americani del ventesimo secolo è difficilmente confutabile.
    La figura dello statista inglese, che viene particolarmente ricordata solo per gli eventi accaduti tra l’aprile del 1940 ed il luglio del 1945, in realtà è molto più controversa e deludente di quello che si possa credere.
    Per questi motivi non ritengo che lo statista in questione possa rappresentare degnamente i fautori del “remain” in UK e tantomeno i principi di questa UE
    tristemente e giustamente diretta verso un incontrollabile “rompete le righe” dagli esiti imprevedibili per l’economia, ma sicuramente positivi per la democrazia.

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  4. Guardi qua professore, lei che dice che non vede la rivoluzione nella forma portata dal M5S.
    Dura un minuto e quaranta.

    http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/06/21/grillo-ramanzina-e-consigli-alla-stampa-per-comprendere-davvero-il-movimento/536966/

    Se si ricorda io ero venuto proprio a dirvi che era una questione linguistica e che una volta che “il popolo” si sente in grado di craccare (avevo usato questo termine) i codici linguistici imposti dal potere (ossia dalla classe dominante e alla quale si adeguano pedissequamente gli intellettuali che invece avrebbero un potenziale enorme dal punto di vista politico), il popolo finalmente arriva a ritrovare la voglia di partecipare di lottare insieme.
    Lei naturalmente capisce bene che se vuole battere la più potente oligarchia della storia deve necessariamente avere l’appoggio di un popolo convinto, motivatissimo e progressivamente sempre più competente, dove la competenza te la crei solo se appunto esiste la convinzione.

    E ha sentito cosa dice Grillo nel filmato? Voi non capite perché rimanete in un ordine del discorso che vi è stato imposto e non avete il coraggio di uscirne creandovi un ordine vostro OSSIA IMPARANDO A MANIPOLARE AUTONOMAMENTE I CODICI LINGUISTICI.

    Peccato, ma infallibilmente si arriverà a capire che questo è il bug del potere e lì si comincerà a battere.
    Certo se la borghesia medio alta avesse compreso fin dal 2013 oggi le cose sarebbero molto diverse ma ci volevano coraggio, fantasia e soprattutto generosità, doti che la borghesia italiana non possiede per costruzione.

    Ha dei dubbi sul mio discorso sul linguaggio, professore?
    Si rilegga “L’ordine del discorso” di Foucault e poi dello stesso autore il primo saggio su quel famoso quadro da “Les mots et les choses” (meno di venti pagine se non ricordo male).
    È vero che lo strutturalismo era decostruzione per fighetti e infatti ha prodotto solamente una rivoluzioncina per borghesucci in cerca di emancipazione personale ma il metodo, se aggiustato un minimo, non era sbagliato. Alcuni signori lo hanno capito e avendo scoperto che il potere si esercita in primissimo luogo tramite il monopolio dell’accesso ai codici linguistici – ma con la particolarità che in realtà non ce ne si rende pienamente conto – stanno facendo man bassa mandando in bambola gli avversari.

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    • Ho visto il video. Ed ho letto le frasi sull’Unione europea di Grillo, che mi rallegrano e sconvolgono la base. Anche quella è linguaggio o potere? Comunque sia per ora, in attesa di vederli all’opera, la ragione sta dalla sua parte.

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      • Non lo so come governeranno, non condivido il loro nuovo afflato europeista.
        Come forse ricorda ho detto varie volte che dal punto di vista dei contenuti restano molto sul vago.
        Ho solamente parlato del modo di rapportarsi alla gente. I contenuti glieli dovrebbe dare chi ha competenza sia economico finanziaria che di relazioni sociali ossia la società civile.
        Che però non lo fa e manda avanti gli altri preferendo mantenere la propria posizione di servitori privilegiati delle élites.
        Prima manda avanti i grillini (e se fanno bene conviene pure a noi) e poi gli inglesi (si sono sacrificati ma ci guadagneremo noi).
        È da vigliacchi, non si fa così.

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        • La ringrazio per il vigliacco, non ce la fa proprio, è un difetto grave che va curato, e che mi impedisce di approfondire il dibattito (forse non solo con lei ma anche con quelli la cui causa lei perora). Comunque io non do la mia vita ed il mio tempo a chi non rappresenta il mio modo di vedere le cose. E, aggiungo, che non a caso non è interessato ad averli.

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          • Io la ringrazio per le male parole che mi avete rivolto, lei ed altri, alla riunione di marzo 2013.
            Mi sto solo adeguando al vostro stile.
            Può farlo credere agli altri che l’aggressivo sono io ma la realtà è un’altra.

  5. Io non peroro la causa di nessuno. Di chi sta parlando?
    Immagino però che per qualche motivo lei si sia fatto una certa idea che evidentemente coinvolgerà qualcuno a cui le crede io faccia riferimento.
    Non è così e se fosse stato ovviamente avrei soprasseduto alle vostre offese alla riunione di marzo 2013.

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      • Ah no Gustavo, non faccia l’ingenuo e non faccia la vittima scrivendo che le ho dato del vigliacco perché non è vero.
        Ho scritto un’altra cosa e sta lì per chi la vuole leggere.
        E’ solo un modo per far finta che l’aggressivo sia io mentre ho ricevuto due accoglienze molto poco cortesi e la seconda volta sono stato messo in mezzo anche da lei (come ricorda benissimo) in una scena addirittura imbarazzante che sinceramente non mi aspettavo.

        Mi fanno rabbia gli atteggiamenti ridicolmente sprezzanti e al contempo sottomessi e timorosi della borghesia medio alta. Conosco bene il sottotesto di quel modo di pensare, conosco quelli che lo fanno in maniera moderata quasi senza rendersene conto e i pazzi furiosi che se ne convincono al solo scopo di sentirsi superiori al “popolo” e parte della vera élite.

        E se mi fanno rabbia quando li vedo rivolti ad altri può immaginare che sia lo stesso quando succede nei miei confronti.

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